INDICE
EDITORIALE: L’OPPOSIZIONE COSTRETTA A SCEGLIERE TRA UN CAMBIO DI STRATEGIA O UNA SCONFITTA ELETTORALE
1. LA COMMISSIONE ELETTORALE NAZIONALE INDIPENDENTE (CENI)
a. L’evoluzione del processo elettorale (macchina per votare e registro elettorale)
2. L’OPPOSIZIONE
a. Ancora NO alla macchina per votare e all’attuale registro elettorale
b. L’UDPS pronta ad andare alle elezioni, con o senza la macchina per votare
c. La manifestazione del 26 ottobre
3. IL FRONTE COMUNE PER IL CONGO (FCC)
a. Il comizio del 27 ottobre
EDITORIALE: L’OPPOSIZIONE COSTRETTA A SCEGLIERE TRA UN CAMBIO DI STRATEGIA O UNA SCONFITTA ELETTORALE
1. LA COMMISSIONE ELETTORALE NAZIONALE INDIPENDENTE (CENI)
a. L’evoluzione del processo elettorale (macchina per votare e registro elettorale)
Il 17 ottobre, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha annunciato la fine della produzione, in Corea del Sud, delle macchine per votare: «la fase della produzione è terminata. Il trasporto è iniziato, in Corea del Sud non c’è più alcuna macchina e gli arrivi sono ben programmati. Ne abbiamo già ricevuto 12.415, 23.000 sono attese per questo fine settimana e altre 8.000 la settimana successiva. A Mombasa, in Kenya, l’arrivo del primo lotto è previsto per il prossimo 22 ottobre circa».[1]
Il 19 ottobre, a Kinshasa, il presidente Joseph Kabila ha presieduto una riunione interistituzionale sulla valutazione dell’attuale processo elettorale. A questo incontro hanno partecipato anche alcuni membri della CENI e del governo.
Per quanto riguarda il registro elettorale, il vice primo ministro Henri Mova ha affermato che esso include 40.024.897 elettori e che le liste provvisorie degli elettori sono state pubblicate per consultazione, in vista di eventuali correzioni. Ha anche ricordato che 6.500.318 elettori sono stati tolti in seguito ad una revisione del registro elettorale e che altri 337.208 sono stati eliminati in seguito all’operazione di controllo esterno da parte dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF). Il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha dichiarato che alcuni esponenti politici starebbero tentando di ottenere uno “slittamento del calendario elettorale” sfruttando, come paravento e pretesto, il rifiuto dell’utilizzazione della macchina per votare e la questione degli elettori registrati senza impronte digitali.[2]
Il 19 ottobre, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione elettorale nella città di Bukavu, il vice presidente della CENI, Norbert Basengezi Katintima, ha ribadito l’irreversibilità delle elezioni in dicembre 2018. Egli ha denunciato le proteste dell’opposizione contro l’attuale registro elettorale e la macchina per votare perché, secondo lui, l’opposizione sta tentando di imporre una transizione per la condivisione del potere. «Per quanto riguarda le persone che sono state registrate senza impronte digitali, l’opposizione ci ha detto di eliminare i loro nominativi dalla lista degli elettori. Abbiamo dimostrato loro che, tra queste persone, ci sono anche dei candidati dell’opposizione, tra cui 56 dell’MLC, 52 dell’UNC, 12 della Dinamica dell’Opposizione e 46 del PPRD, il partito di ma maggioranza attualmente al potere. In totale, sono 3.365 i candidati che sono stati registrati senza impronte digitali. Allora il discorso è cambiato, perché tutti si sono rifiutati di eliminare i loro candidati dalla lista degli elettori. I membri dell’opposizione cercano solo una transizione che permetta loro di accedere al potere. Ma andremo alle elezioni del 23 dicembre 2018 con questo registro elettorale e la macchina per votare», ha affermato il vicepresidente della CENI.[3]
Un mese e mezzo dopo la pubblicazione e l’affissione al pubblico delle liste provvisorie degli elettori da parte della CENI, alcune organizzazioni della società civile ritengono che, a causa di una mancanza di informazione, questa operazione non abbia prodotto i risultati attesi.
Secondo l’Associazione Congolese per l’Accesso alla Giustizia (ACAJ), la CENI non ha rispettato due dei metodi previsti dalla legge. «La CENI ha violato la legge, perché non ha pubblicato, sul suo sito web, né le liste provvisorie degli elettori registrati, né quelle degli elettori eliminati dal registro elettorale, come previsto dalla legge. La conseguenza è che la popolazione non è stata sufficientemente informata», ha dichiarato Georges Kapiamba, presidente di ACAJ. Secondo lui, la mancanza di comunicazione e di informazione è una delle cause per cui la popolazione non si è recata nei centri di iscrizione, per verificare la presenza o meno dei loro nomi sulle liste provvisorie esposte al pubblico.
Anche il vice coordinatore della Nuova Società Civile Congolese (NSCC), Robert Kabakele, ha insistito sul fatto che «molte persone non sono state informate della pubblicazione delle liste provvisorie degli elettori. Anche quelli che lo sapevano, non hanno avuto il tempo di andare a verificare i loro nomi».
La CENI aveva iniziato ad affiggere le liste provvisorie degli elettori nei vari seggi elettorali di Kinshasa il 3 settembre. Secondo il calendario elettorale della CENI, gli liste definitivi degli elettori dovrebbero, in linea di principio, essere pubblicate un mese prima dell’inizio della campagna elettorale, cioè il 22 ottobre 2018.[4]
2. L’OPPOSIZIONE
a. Ancora NO alla macchina per votare e all’attuale registro elettorale
Il 16 ottobre, i responsabili dei partiti politici dell’opposizione del Nord Kivu (RDC / K-ML, UNAFEC, FCR, DCFN, UREC, MLC e PTC) si sono incontrati nella città di Goma, per discutere sull’attuale situazione politica del Paese. Essi hanno preso atto delle interminabili polemiche sull’utilizzazione della macchina per votare e sugli elettori registrati senza impronte digitali (il 16,6% del totale degli elettori). Dato che, secondo il calendario della CENI, le elezioni si stanno avvicinando molto velocemente, la coalizione dei partiti politici di opposizione del Nord Kivu propone un dibattito tra i membri dell’opposizione e la Commissione. Questo dibattito dovrebbe approdare ad un rapido consenso che possa permettere l’organizzazione di elezioni trasparenti, credibili e pacifiche, ma dovrebbero evitare di diventare una sorta di “dialogo”, in vista di un’eventuale transizione con o senza Joseph Kabila.
L’opposizione del Nord Kivu si è detta contraria a qualsiasi iniziativa di manifestazioni pubbliche, perché, spesso, esse non hanno avuto alcun risultato positivo e potrebbero causare un nuovo rinvio delle elezioni, il che non soddisfarebbe le aspettative del popolo congolese che, invece, le aspetta per il 23 dicembre 2018. Nel caso in cui non si riuscisse ad avviare alcun dibattito con la CENI in vista di un consenso, i partiti di opposizione del Nord Kivu chiedono alle loro segreterie nazionali di pronunciarsi apertamente e senza indugio sulla partecipazione o meno (boicottaggio) a queste elezioni.[5]
A proposito di questi partiti politici del Nord Kivu che, a Goma, hanno detto no a nuove manifestazioni, Patrick Mundeke, membro di Insieme per il cambiamento e del gabinetto di Moïse Katumbi, ha affermato che «sono stati fuorviati da politici in cerca di posizionamento che, dopo una lunga lotta per l’alternanza, si sono accontentati di poche briciole che il potere ha loro concesso».[6]
Il 18 ottobre, in una dichiarazione, undici candidati alla Presidenza della Repubblica hanno chiesto la partecipazione dei loro delegati alla commissione tecnica creata all’interno della CENI, in vista di un’armonizzazione delle opinioni sulle questioni dell’utilizzazione della macchina per votare e del registro elettorale.
Martin Fayulu, Freddy Matungulu, Théodore Ngoy, Marie-Josée Ifoku, Tryphon Kin-kiey Mulumba, Sylvain Masheke, Seth Kikuni, Noel Tshiani, Radjabho Tebabho Soborabo, Philibert Mabaya e Joseph Mba Muluta continuano ad opporsi all’uso della macchina per votare, chiedono il ritiro degli elettori iscritti nel registro elettorale senza impronte digitali e esigono la presenza dei loro rappresentanti, in vista di un monitoraggio della fase finale del processo elettorale, che va dalla stampa delle schede elettorali fino alla pubblicazione dei risultati elettorali. Secondo la dichiarazione, gli undici candidati hanno chiesto «l’immediata rinuncia all’utilizzazione della macchina per votare, perché vietata dalla legge elettorale e non prevista dal calendario elettorale pubblicato dalla CENI» e «la creazione, da parte della CENI, del comitato tecnico comprendente i rappresentanti dei candidati alle presidenziali, per garantire la massima trasparenza nelle varie procedure di stampa delle schede elettorali cartacee e dei formulari adibiti alla compilazione dei verbali e dei risultati elettorali per ogni seggio; lo spoglio dei voti; la trasmissione e la proclamazione dei risultati delle elezioni del 23 dicembre».[7]
Il 20 ottobre, in un’intervista rilasciata ad una radio di Kinshasa, Francis Kalombo, membro dell’opposizione prossima a Moïse Katumbi, ha affermato che l’opposizione non boicotterà le elezioni del 23 dicembre. Tuttavia, ha sostenuto che queste elezioni dovranno essere organizzate senza la macchina per votare perché, da una parte, la legge vieta il voto elettronico e, dall’altra, questo strumento informatico non è menzionato né dalla legge elettorale, né dal calendario elettorale del 5 novembre 2017. Egli ha detto chiaramente che «i membri dell’opposizione che accetteranno di andare alle elezioni con la macchina per votare saranno considerati come dei traditori».[8]
Il 23 ottobre, in una conferenza stampa, “Insieme per il cambiamento” di Moïse Katumbi, la Dinamica dell’Opposizione di Martin Fayulu, l’UNC di Vital Kamerhe e l’MLC di Jean-Pierre Bemba hanno annunciato che non boicotteranno le prossime elezioni del mese di dicembre.
Tuttavia, hanno ricordato che le loro richieste rimangono ancora valide oggi. Secondo una dichiarazione congiunta letta dal presidente dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Vital Kamerhe, «l’opposizione politica continuerà a lottare con la massima energia, affinché la CENI rinunci all’utilizzazione della macchina per votare, poiché essa non ha alcuna base legale. L’opposizione continuerà a combattere anche per la revisione del registro elettorale, perché contiene circa dieci milioni di elettori fittizi che andrebbero cancellati, per avere delle elezioni credibili, trasparenti e prive di ogni tipo di brogli elettorali».[9]
Il 24 e 25 ottobre, in un loro incontro a Johannesburg, in Sud Africa, i leader dell’opposizione politica congolese hanno ribadito di non voler boicottare le elezioni del 23 dicembre 2018, ma hanno confermato la loro richiesta di rinunciare all’utilizzazione della macchina per votare e di eliminare, dal registro elettorale, i nominativi di tutte quelle persone che sono state registrate senza impronte digitali. Secondo alcune fonti, essi non hanno trovato alcun compromesso sulla designazione di un unico candidato comune per le presidenziali del 23 dicembre. Tuttavia, essi hanno concordato di raggiungere un consenso su tale candidato entro il 15 novembre 2018, una settimana prima dell’inizio della campagna elettorale. Martin Fayulu ha assicurato che il candidato comune sarà designato all’interno del gruppo dei quattro candidati rimasti in lizza, tra cui Félix Tshisekedi, Vital Kamhere, Martin Fayulu e Freddy Matungulu. Egli ha sottolineato che il candidato comune avrà la benedizione degli altri tre candidati dell’opposizione che sono stati invalidati, tra cui Jean Pierre Bemba, Moïse Katumbi e Adolphe Muzito.
All’incontro hanno partecipato Vital Kamerhe, dell’UNC; Martin Fayulu, dell’ECIDE; Eve Bazaiba, del MLC; Adolphe Muzito,si Slancio Nuovo; Freddy Matungulu, di Congo na Biso; i delegati dell’UDPS (Kakonde Gilbert, segretario generale per le relazioni esterne, e Claude Ibalanki consigliere speciale di Felix Tshisekedi) e quelli di “Insieme per il cambiamento”, di Moïse Katumbi.[10]
b. L’UDPS pronta ad andare alle elezioni, con o senza la macchina per votare
Il 19 ottobre, il vice direttore del gabinetto dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Peter Kazadi, ha dichiarato che «la macchina per votare è una trappola e un pretesto per non organizzare le elezioni. Secondo l’UDPS, non si può minimamente pensare a qualsiasi forma di boicottaggio o di rinvio delle elezioni. Esse devono svolgersi nella data prevista, il 23 dicembre 2018. Il successo delle elezioni dipende dal tipo di monitoraggio che si fa, indipendentemente dall’uso o meno della macchina per votare». Ha aggiunto che è giunto il tempo per preparare le elezioni e non per boicottarle: «Invece di rimanere sempre in un atteggiamento di rifiuto e di negativismo, dobbiamo prepararci ad andare alle elezioni e a monitorarle bene per vincerle. Occorre sensibilizzare la popolazione a questo monitoraggio, affinché il voto del popolo sia rispettato».[11]
L’UDPS, il maggior partito politico dell’opposizione, ha posto delle condizioni per poter partecipare alla marcia dell’opposizione prevista il 26 ottobre su tutto il territorio nazionale. Secondo il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ci sono grandi differenze all’interno dell’opposizione e devono essere risolte. «Il fatto che non abbiamo firmato il comunicato che annuncia questa marcia dimostra sufficientemente che ci sono grandi differenze che devono essere chiarite, prima di poter intraprendere qualsiasi iniziativa. Prima di procedere su questo schema, dobbiamo metterci d’accordo su molte questioni, tra cui la partecipazione alle elezioni o il loro boicottaggio. Dobbiamo dapprima decidere se andare alle elezioni o boicottarle. Non possiamo imbarcarci in una logica di boicottaggio se ci presentiamo all’opinione pubblica come se fossimo a favore delle elezioni. Inoltre, non vedo ancora che ci si stia muovendo nella direzione della designazione di un candidato comune, il che è deplorevole», ha denunciato Jean-Marc Kabund.[12]
Il vice segretario generale per la comunicazione e la mobilitazione dell’UDPS, Augustin Kabuya, ha dichiarato che il suo partito è pronto ad andare alle elezioni il 23 dicembre, con o senza la macchina per votare. Secondo lui, l’UDPS ha preso questa decisione per evitare un possibile rinvio delle elezioni. Tuttavia, «questa nuova decisione dell’UDPS non annulla le critiche formulate sulla macchina per votare», fa osservare Augustin Kabuya, che parla di una decisione responsabile del suo partito, perché costringe il governo e la CENI ad organizzare le elezioni entro il tempo stabilito. Per quanto riguarda la macchina per votare, egli ha aggiunto che «i brogli elettorali possono essere organizzati non solo con la macchina per votare, ma anche con le schede elettorali cartacee».[13]
La dichiarazione di Augustin Kabuya ha scatenato una vasta polemica, tanto più che l’opposizione sta lottando affinché le elezioni del 23 dicembre siano organizzate senza questa nuova tecnologia.
Il portavoce dell’UDPS, Paul Tshilumbu, è intervenuto per chiarire la situazione. Secondo lui, l’UDPS non ha accettato la macchina per votare. Si dice invece pronto ad andare alle elezioni con questa tecnologia nel caso in cui la CENI non vi rinunciasse. Secondo lui, il regime al potere usa la macchina per votare come pretesto per spingere l’opposizione a boicottare le elezioni, ciò che gli permetterebbe di vincerle. Per questo motivo, se le elezioni verranno organizzate con la macchina per votare, l’UDPS non le boicotterà e accetterà di parteciparvi, anche se si svolgeranno con questa macchina. Inoltre, l’UDPS afferma di essere pronta ad appoggiare qualsiasi azione tesa ad ottenere elezioni trasparenti e credibili.[14]
Il 22 ottobre, in un’intervista, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha affermato che «per l’UDPS, la priorità non è l’abbandono della macchina per votare, ma l’uscita di Kabila dal potere». Secondo lui, solo le elezioni riusciranno a far partire l’attuale presidente dal potere: «Non siamo riusciti a far dimettere Kabila con le manifestazioni e le marce, ora l’UDPS dice no a qualsiasi iniziativa al di fuori delle elezioni. Non ci sono altri meccanismi per far partire Kabila, se non quello delle elezioni del 23 dicembre 2018». Per Jean-Marc Kabund, con un candidato unico e con testimoni (osservatori) dei partiti distribuiti in tutti i seggi elettorali, «possiamo contrastare gli effetti negativi della macchina per votare e dell’attuale registro elettorale» e, quindi, vincere le elezioni.
Secondo Jean-Marc Kabund, l’UDPS ha scelto di andare alle elezioni, con o senza la macchina per votare, per non permettere al presidente Kabila di rimanere ancora al potere: «oggi abbiamo la scelta tra continuare a rifiutare la macchina per votare o andare alle elezioni con o senza questa macchina. Rifiutare la macchina per votare ci farà precipitare in un ennesimo rinvio delle elezioni che permetterà a Joseph Kabila di rimanere ancora al potere. L’UDPS ha scelto il minor male: andare alle elezioni il 23 dicembre 2018, con o senza la macchina per votare, per non dare a Kabila il pretesto di rimanere ancora al potere, dicendo che è l’opposizione che ha rifiutato le elezioni. Da parte nostra, non vogliamo dargli l’opportunità di rinviare le elezioni per l’ennesima volta».[15]
Il 23 ottobre, in una conferenza stampa organizzata da “Insieme per il cambiamento” di Moïse Katumbi, la Dinamica dell’Opposizione di Martin Fayulu, l’UNC di Vital Kamerhe e l’MLC di Jean-Pierre Bemba, rispondendo ad una domanda sulle differenze di idee tra l’UDPS e gli altri partiti di opposizione, Patrick Mundeke, responsabile del movimento giovanile di “Insieme” e membro del gabinetto di Moïse Katumbi, ha affermato che Jean-Marc Kabund non è il numero uno del suo partito: «Non possiamo perdere tempo ad ascoltare quelli che si scostano dalla disciplina dei loro partiti politici. Da parte nostra, noi teniamo conto del discorso del presidente del partito, Felix Tshisekedi, che ha formalmente condannato la macchina per votare».[16]
La nuova posizione dell’UDPS è in contrasto con quella degli altri partner dell’opposizione, tra cui “Insieme per il cambiamento” di Katumbi e l’MLC di Bemba. Probabilmente essa obbligherà l’opposizione a cambiare strategia. Occorre ricordare che l’UDPS non ha firmato né la dichiarazione degli 11 candidati alla presidenza della Repubblica, in cui si chiedeva l’abbandono della macchina per votare, né la lettera dell’opposizione indirizzata al governatore di Kinshasa, per informarlo della marcia prevista per il 26 ottobre 2018.[17]
c. La manifestazione del 26 ottobre
– Prima della manifestazione
Il 18 ottobre, l’opposizione ha ufficialmente informato il governatore della città di Kinshasa sulla marcia prevista per il 26 ottobre, dalle 9:00 alle 15:00. L’obiettivo di questa marcia sarà quello di protestare contro la volontà chiaramente illegale, da parte della CENI, di ricorrere al voto elettronico (macchina per votare) e di servirsi di un registro elettorale non sicuro. Nella lettera indirizzata al governatore, l’opposizione afferma che «la marcia inizierà dallo svincolo di Limete, proseguendo per viale Lumumba, viale Sendwe, viale Trionfale, viale della Liberazione (ex 24 novembre) e viale 30 giugno, fino alla sede nazionale della CENI, dove verrà consegnato un memorandum». La lettera è stata firmata dalla maggior parte dei principali leader dell’opposizione (o dai loro rappresentanti): Vital Kamerhe, Jean-Pierre Bemba, Moïse Katumbi, Adolphe Muzito, Martin Fayulu e Freddy Matungulu. L’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) non ha firmato. Tuttavia, il nome del suo delegato, Jean-Marc Kabund, segretario generale del partito, appare in fondo alla pagina, ma senza la sua firma. Secondo alcuni osservatori, probabilmente la marcia non sarà acconsentita, perché il municipio ricorrerà al principio dell’inviolabilità della sede della CENI.[18]
Questa marcia dell’opposizione, se consentita, si svolgerà un giorno prima del grande comizio, allo stadio Tata Raphael, del Fronte Comune per il Congo (FCC), la coalizione politica ed elettorale della maggioranza.
Le rivendicazioni della marcia sono essenzialmente due: l’abbandono della macchina per votare (un dispositivo informatico per la stampa istantanea delle schede elettorali) e la revisione dell’attuale registro elettorale contenente degli elettori iscritti senza impronte digitali.
L’UDPS, uno dei principali partiti di opposizione, ha dichiarato che non parteciperà alla marcia. Con o senza macchina per votare, il 23 dicembre essa parteciperà alle elezioni. Un colpo duro inferto all’unità d’azione sostenuta dai principali leader di un’opposizione ormai scissa in due grandi correnti: una a favore di un boicottaggio delle elezioni e l’altra a favore della partecipazione. I candidati dell’opposizione convalidati dalla CENI (Félix Tshisekedi e Vital Kamerhe) sono pronti ad andare alle elezioni, nonostante le imperfezioni constatate nel corso del processo elettorale. Quelli invece che sono stati invalidati o esclusi Jean Pierre Bemba e Moïse Katumbi), esigono dapprima una riqualificazione del processo elettorale, per renderlo inclusivo.[19]
Avendo l’UDPS deciso di andare alle elezioni con o senza la macchina per votare, essa non parteciperà alla manifestazione del 26 ottobre nelle varie città congolesi, tra cui Kinshasa. Il vice segretario generale incaricato della comunicazione e della mobilitazione all’interno dell’UDPS, Augustin Kabuya, ha affermato: «Si rifiuta l’utilizzazione della macchina per votare ma, nel frattempo, si esclude il boicottaggio delle elezioni. Si è veramente sinceri? Se il 23 dicembre, giorno delle elezioni, nei seggi elettorali ci troveremo davanti la macchina per votare, cosa faremo? Dobbiamo dirci la verità invece di essere ipocriti. Tutto ciò è da irresponsabili Se siamo nello schema del boicottaggio, va detto. Si deve avere il coraggio di dire la verità».[20]
Il 23 ottobre, a Goma (Nord Kivu), otto partiti politici dell’opposizione hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione in appoggio alla manifestazione prevista per il 26 ottobre. Si tratta di UNC, MLC, Dinamica dell’opposizione, Movimento sociale, G7, Congo Na Biso, AR e AMK. Queste organizzazioni di opposizione affermano di aver già informato il sindaco della città di Goma circa l’organizzazione della loro manifestazione, il 26 ottobre, contro l’utilizzazione della macchina per votare e il mantenimento dell’attuale registro elettorale. Secondo l’itinerario indicato, la manifestazione partirà dalla rotonda Signers, proseguirà su rotonda Tshukudu e rotonda BEDGL e, passando davanti alla sede della MONUSCO, arriverà presso la sede della CENI cui verrà consegnato un memorandum.[21]
Il 23 ottobre, in una lettera, i leader dei partiti politici dell’opposizione hanno annunciato al sindaco di Kisangani (Tshopo), l’organizzazione di una marcia pacifica prevista per il 26 ottobre. Verso le 19:00, il sindaco li ha convocati presso il suo ufficio, per comunicare loro l’impossibilità di autorizzare tale iniziativa, poiché un altro partito politico aveva già chiesto di poter organizzare un’altra manifestazione per appoggiare l’uso della macchina per votare, motivo ritenuto insufficiente dall’opposizione.[22]
Il 25 ottobre, il governatore della città di Kinshasa, André Kimbuta, ha preso atto della marcia dell’opposizione prevista per il 26 ottobre 2018.
Jean-Bertrand Ewanga, membro della piattaforma “Insieme per il cambiamento” di Moïse Katumbi, ha dichiarato che «il governatore ha preso atto della marcia dell’opposizione. Nell’incontro con lui si è discusso sul percorso. Secondo il governatore, il comune di Gombe è il quartiere in cui si concentrano tutte le attività politiche ed economiche e la sede della Ceni è inviolabile. Abbiamo dialogato e ci siamo capiti. L’essenziale per noi è che la manifestazione abbia luogo». Quindi, per non paralizzare l’intera città, il corteo partirà dall’interscambio di Limete e, passando per i viali Lumumba e Sendwe, arriverà alla spianata che si trova tra viale Trionfale e viale dell’Educazione, di fronte allo stadio dei martiri. Una delegazione dell’opposizione si recherà, sotto scorta della polizia, alla sede della CENI per consegnare un memorandum.[23]
Il 25 ottobre, il sindaco della città di Bukavu (Sud Kivu), Meschak Bilubi, ha preso atto e autorizzato la manifestazione dei partiti di opposizione prevista per il 26 ottobre 2018.
Egli ha chiesto agli organizzatori della marcia di evitare qualsiasi tipo di violenza: «Il corteo partirà da piazza Major Vangu per dirigersi verso la sede della CENI. Ma, secondo il principio di inviolabilità della sede della CENI, il corteo dovrà rispettare una certa distanza. Abbiamo quindi chiesto ai partiti politici di formare una delegazione di 4 persone, cui sarà permesso di recarsi presso la sede della CENI, per la consegna del loro memorandum». Sono undici i partiti di opposizione che hanno organizzato questa marcia, per dire no alla macchina per votare e all’attuale registro elettorale.[24]
– Il giorno della manifestazione
Il 26 ottobre, a Kinshasa, la manifestazione dell’opposizione si è svolta tranquillamente. La polizia controllava la situazione a distanza. Su viale Lumumba, il traffico non è stato interrotto e le auto hanno continuato a circolare a lato del corteo. In prima fila, c’erano Martin Fayulu, Vital Kamerhe, Jean-Baudouin Mayo, Adolphe Muzito, Pierre Lumbi, Fidèle Babala, Christophe Lutundula, Jean-Bertrand Ewanga, Claudel Lubaya e Theodore Ngoy. Buona la partecipazione anche di molti movimenti cittadini, tra cui Lotta per il Cambiamento (LUCHA) e Débout Congolais. Iniziato verso le 10:15, presso lo svincolo di Lemba, il corteo è terminato verso le 12:50, sulla spianata di viale Trionfale, punto di arrivo della marcia. Secondo la Polizia Nazionale Congolese (PNC), alla marcia dell’opposizione a Kinshasa hanno partecipato circa 4.000 persone.[25]
A Goma (Nord Kivu), è dalle 10 del mattino che centinaia di manifestanti sono confluiti nei pressi della rotonda Seigners, punto di partenza della marcia. Fischietti in bocca, gli attivisti di Lucha erano in prima fila, con manifesti su cui avevano scritto un solo messaggio: no alla macchina per votare. Arrivati davanti la sede della Ceni e dopo aver letto il memorandum, i manifestanti hanno bruciato una stampante, per dire alla CENI che le elezioni di dicembre si svolgeranno senza la macchina per votare. La manifestazione è stata rigorosamente sorvegliata dalla polizia nazionale congolese e non sono stati segnalati incidenti. Nel memorandum consegnato alla Commissione elettorale, il punto focale della piattaforma “Insieme per il cambiamento”, Saa Sita, ha presentato le dannose caratteristiche della macchina per votare: «La macchina per votare servirà per riempire le urne elettorali di schede elettorali fasulle. È incostituzionale e inadatta alle realtà del paese, difficile da usare per una certa categoria di elettori».[26]
A Bukavu (Sud Kivu), iniziata in piazza Major-Vangu, la marcia si è conclusa presso la sede della CENI, cui è stato consegnato un memorandum. Autorizzata dal municipio, la manifestazione è stata sorvegliata dalla polizia e nessun incidente è stato constatato.[27]
A Lubumbashi (Haut Katanga), l’opposizione ha tentato di iniziare la manifestazione, nonostante non avesse preso alcun contatto con il sindaco della città che, peraltro, non l’aveva autorizzata. Le attività economiche sono rimaste paralizzate in diverse quartieri della città, in seguito all’appello che, il giorno precedente, Gabriel Kyungu wa Kumwanza, coordinatore di “Insieme per il cambiamento”, aveva rivolto alla popolazione, affinché non si recasse al lavoro. Si sono registrati degli scontri tra i militanti dell’opposizione che cercavano di iniziare la manifestazione e la polizia che li ha impediti.[28]
A Kisangani (Tshopo), la marcia pacifica prevista dal collettivo dei partiti politici dell’opposizione non ha avuto luogo, perché vietata dal sindaco della città. Questa decisione ha provocato la protesta dei leader e attivisti dei partiti politici membri dell’opposizione che, nonostante tutto, si sono raggruppati nei pressi del mercato centrale, punto di partenza della marcia inizialmente previsto. Ma la polizia non ha permesso loro di iniziare la marcia.[29]
A Bunia (Ituri), nel pomeriggio, i partiti politici dell’opposizione hanno organizzato un comizio allo stadio Amani. Nel loro messaggio: il rifiuto della macchina per votare e l’eliminazione degli elettori senza le impronte digitali dal registro elettorale.[30]
A Mbuji-Mayi (Kasaï-Oriental), su richiesta delle autorità municipali, la marcia inizialmente annunciata dall’opposizione avrebbe dovuto trasformarsi in un comizio popolare ma, già dal mattino, la polizia aveva bloccato l’accesso al piazzale antistante l’ufficio postale, luogo previsto per il comizio, cosicché, in questa città, non c’è stato né marcia, né comizio.[31]
A Kananga (Kasai), la manifestazione dell’opposizione contro la macchina per votare non si è svolta, perché interdetta dal sindaco della città, per motivi organizzativi. In una lettera inviata il giorno prima agli organizzatori della marcia, il sindaco aveva loro ricordato che «la nostra provincia si trova in zona militare operativa, ciò che non può permettere raggruppamenti di persone che possano creare problemi di insicurezza».[32]
– Alcune considerazioni
La manifestazione del 26 ottobre organizzata dall’opposizione non è probabilmente stata un successo. Si è rimasti ben lontani dalla mobilitazione constatata in occasione del ritorno di Jean-Pierre Bemba nell’agosto 2018. E ancora molto più lontano dal trionfo riscosso dal compianto Étienne Tshisekedi nel giugno 2016.
Quindi, quali conseguenze si potrebbero dedurre da questa manifestazione?
1. Gli esponenti dell’opposizione hanno dimostrato che il loro ego e i loro interessi personali sono ancora al di sopra di ogni altra considerazione, nonostante le loro molteplici pubbliche dichiarazioni, secondo le quali essi rimarranno uniti per concretizzare la prima pacifica alternanza al potere. È molto difficile capire come quelli che affermano di voler lavorare insieme per la prima storica alternanza al potere nella RD Congo, stiano nello stesso tempo litigando tra loro, in seguito ad una divergenza che continua a dividerli. Tutti concordano sul fatto che la macchina per votare non è un bene. Ma essi divergono tra loro sul come contestarla. Secondo alcuni, è necessario organizzare delle manifestazioni di piazza, secondo altri no. Intanto, si sta assistendo a una guerra fratricida tra loro, anche se Felix Tshisekedi (dell’UDPS) si è congratulato con i suoi “partner” per l’organizzazione della marcia e ha chiesto loro di rimanere uniti. Ma questa unità così difficile da raggiungere, ora sembra appartenere già al passato.
2. La manifestazione del 26 ottobre non avrà alcuna influenza sull’utilizzazione della macchina per votare. Questa sarà mantenuta! Non c’è alcun dubbio a riguardo. La partecipazione a questa manifestazione non ha cambiato i rapporti tra le forze politiche. Tale cambiamento sarebbe stato necessario, affinché il potere rinunciasse all’uso della macchina per votare.
3. Non ci sarà probabilmente nessun candidato comune dell’opposizione, nonostante che i principali leader abbiano promesso di designarne uno entro il 15 novembre.
Gli interessi dei diversi candidati sono diversi tra loro: quelli convalidati dalla Commissione elettorale (Felix Tshisekedi e Vital Kamerhe), quelli invalidati (Jean Pierre Bemba e Adolphe Muzito) e quelli esclusi (Moïse Katumbi).
Tra Felix Tshisekedi e Vital Kamerhe vi è una competizione legittima. Entrambi hanno ambizioni politiche ben fondate per accedere alla Presidenza della Repubblica. Per questo è quasi impossibile che uno dei due si ritiri a favore dell’altro.
Cosa potrebbe dire Felix Tshisekedi ai militanti del suo partito (l’UDPS), bollente e rumoroso, nel caso in cui egli si ritirasse a favore di Vital Kamerhe, ex presidente della Camera dei Deputati? La sua posizione sarebbe insostenibile.
Per Vital Kamerhe,stessa cosa. La sua esperienza (ex presidente dell’Assemblea nazionale ed ex ministro) gioca a suo favore, affinché possa candidarsi alle elezioni presidenziali. I suoi sostenitori rimarrebbero delusi, nel caso in cui egli si ritirasse a favore di un altro candidato. Potrebbe contribuire a scoraggiare l’intera sua base politica, il che potrebbe avere un impatto negativo anche sulle altre elezioni (legislative nazionali e provinciali). Quindi, dovrà prendere in considerazione la possibilità di un effetto domino scatenato in seguito a un suo eventuale ritiro.
Quelli invalidati o esclusi hanno altri interessi rispetto a quelli convalidati. Essi vogliono ad ogni costo ritornare in gioco sulla scena politica dalla quale sono stati allontanati. Per loro, tutti i pretesti sono buoni per bloccare il processo elettorale, pur di entrare nella dinamica del processo elettorale, al fine di poter candidarsi alle elezioni presidenziali. Sono pronti a fare qualsiasi cosa per impedire lo svolgimento di elezioni senza di loro.
Sotto questo aspetto, i loro interessi non sono consoni con quelli dei convalidati, che traggono un vantaggio oggettivo dalla loro esclusione di cui, d’altra parte, essi (i convalidati) non ne sono responsabili.
4. In questa situazione, c’è il rischio di causare un aumento del tasso di astensione degli elettori dell’opposizione, ormai stanchi delle diatribe tra i vertici dell’opposizione. Infatti, sono già molti quelli che dicono di essere disgustati dalle divisioni ostentate dalle diverse fazioni dell’Opposizione.
5. Queste divisioni nell’opposizione hanno dato un po’ più di respiro alla maggioranza presidenziale. Mentre l’opposizione continua a litigare, la MP continua il suo cammino.
6. L’atteggiamento severamente critico nei confronti dell’UDPS, da parte di una certa parte dell’opposizione, offre alla maggioranza presidenziale una nuova opportunità di riavvicinarsi a questo partito dopo le elezioni.
Le conseguenze negative della manifestazione organizzata dall’opposizione sono molto più importanti dei risultati ottenuti. Per l’opposizione, sarebbe forse stato meglio non organizzare questa manifestazione, per mantenere almeno un’unità di facciata. Sfortunatamente, ormai è troppo tardi. Il danno è già irreparabile.[33]
3. IL FRONTE COMUNE PER IL CONGO (FCC)
a. Il comizio del 27 ottobre
Il 20 ottobre, a proposito della polemica sulla macchina per votare, il presidente nazionale della Lega della gioventù del Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), Papy Pungu, ha affermato che «rifiutare oggi la macchina per votare e pretendere di attenersi alla data del 23 dicembre 2018 per lo svolgimento delle elezioni, è una follia, un’aberrazione e una sciocchezza. La realtà è che i partiti dell’opposizione hanno paura delle elezioni perché, non avendoci mai creduto, non vi si sono preparati e il popolo congolese l’ha ben capito».[34]
Il 21 ottobre, in una conferenza stampa, il direttore di gabinetto del presidente della Repubblica, Joseph Kabila, e membro del comitato strategico del Fronte Comune per il Congo (FCC), Néhémie Mwilanya, ha annunciato l’organizzazione di un comizio del FCC, il sabato 27 ottobre, allo stadio Tata Raphael di Kinshasa. «Il FCC inizierà una lunga serie di azioni per sensibilizzare la popolazione sul processo elettorale e la nostra prima attività è prevista per il sabato 27 ottobre, allo stadio Tata Raphael», ha affermato Néhémie Mwilanya, ribadendo la determinazione del FCC a partecipare alle prossime elezioni presidenziali e legislative previste per il 23 dicembre.
Secondo Néhémie Mwilanya, in questo comizio, il FCC presenterà il suo candidato alla presidenza della Repubblica, Emmanuel Ramazani Shadary. Per quanto riguarda le questioni elettorali che dividono la classe politica congolese, egli ha assicurato che il FCC vuole andare alle elezioni previste per il 23 dicembre, con o senza la macchina per votare e con l’attuale registro elettorale, benché esso contenga degli elettori registrati senza impronte digitali.
Questo comizio del FCC si svolgerà il giorno dopo una marcia organizzata dall’opposizione per protestare contro l’utilizzazione della macchina per votare. Si tratta di una marcia prevista per il 26 ottobre e a cui l’UDPS non parteciperà, perché ha preso la decisione di partecipare alle elezioni, con o senza la macchina per votare.[35]
Il 21 ottobre, nella stessa conferenza stampa, Néhémie Mwilanya ha dato la posizione del Fronte comune per il Congo (FCC) sulla questione dell’uso della macchina per votare.
«Il FCC constata che la legge elettorale ammette sia il voto cartaceo che il voto elettronico. La presenza di schede elettorali cartacee nella procedura della macchina per votare e il ricorso al conteggio manuale dei voti tranquillizzano il FCC circa la legalità e la trasparenza di questa modalità di voto», ha dichiarato Néhémie Mwilanya, pronunciandosi anche sulla posizione del FCC a proposito della questione degli elettori registrati senza impronte digitali. Secondo Néhémie Mwilanya, «la questione degli elettori registrati senza impronte digitali leggibili non può minare la credibilità del registro elettorale poiché, da un lato, le impronte digitali sono solo uno dei tanti modi di identificare gli elettori (dati anagrafici, foto, …) e, dall’altro, questo inconveniente è rimediato con la pubblicazione delle liste degli elettori che permette di identificare gli elettori fittizi». Di conseguenza, sempre secondo il FCC, «le questioni sollevate stanno trovando risposte tecniche credibili e quelli che sono in buona fede dovrebbero prenderne nota». Pertanto, il FCC ha annunciato la sua decisione di continuare a sostenere l’attuale processo elettorale e la sua decisione “definitiva e irrevocabile” di partecipare alle elezioni del 23 dicembre 2018.[36]
Il 25 ottobre, il governatore della città di Kinshasa, André Kimbuta, ha preso atto dell’organizzazione, da parte del Fronte Comune per il Congo (FCC), di un comizio allo stadio Tata Raphael, nel comune di Kalamu, a Kinshasa, il sabato 27 ottobre 2018, a partire dalle 10h00.[37]
Il 27 ottobre, a Kinshasa, decine di migliaia di persone (60.000 secondo gli organizzatori, 180.000 secondo la polizia) hanno assistito al comizio del Fronte Comune per il Congo (FCC) svoltosi allo stadio Tata Raphael. Provenienti dai 24 comuni della città, molti attivisti dei partiti membri del FCC non sono riusciti ad entrare nello stadio, a causa della mancanza di spazio, e hanno occupato anche l’area circostante allo stadio. I più numerosi erano quelli del PPRD, dell’AFDC di Bahati Lukwebo, del PT di Steve Mbikayi, del FCD di Pierre Kangudia, del Palu di Gizenga, dell’UDPS di Bruno Tshibala e dell’ARC di Minembwe Elysée. Dopo essere stato presentato al popolo di Kinshasa come candidato comune del FCC per le elezioni presidenziali del 23 dicembre, Emmanuel Ramazani Shadary ha chiesto all’intera popolazione di aver fiducia nella macchina per votare e ha promesso di presentare il suo programma di governance la settimana seguente.[38]
L’Associazione Congolese per l’Accesso alla Giustizia (ACAJ) si è interrogata sull’origine dei fondi utilizzati per finanziare il comizio del FCC. Essa sospetta che gli organizzatori abbiano utilizzato i soldi del Tesoro pubblico e chiede chiarimenti alle autorità. ACAJ afferma di aver ottenuto delle informazioni secondo cui le autorità abbiano illegalmente requisito molti autobus della società pubblica Transco, per adibirli al trasporto dei manifestanti . Secondo la ONG, sugli spalti dello stadio erano presenti anche dei rappresentanti delle forze di sicurezza in abiti civili. Molti partecipanti avrebbero ricevuto somme di denaro o la promessa di riceverne. Dietro anonimato, un funzionario statale ha ammesso che gli era stato ordinato di partecipare al comizio, altrimenti “avrebbe avuto problemi”. In cambio, gli sarebbero stati promessi 17.000 franchi congolesi. Egli ammette di averne ricevuti solo 2.000.
Il ministro della comunicazione e portavoce del governo, Lambert Mende, smentisce categoricamente tali informazioni: «Non è mai stato dato alcun ordine per costringere la gente a partecipare, né è stata proferita alcuna minaccia contro le persone che non hanno partecipato. Si tratta di informazioni completamente false». Il ministro smentisce anche le informazioni relative alla requisizione illegale di autobus Transco e assicura che essi sono stati affittati grazie al contributo di ciascun gruppo politico.[39]
[1] Cf Actualité.cd, 18.10.’18
[2] Cf Radio Okapi, 20.10.’18
[3] Cf Thomas Uzima – mediacongo .net, 20.10.’18
[4] Cf Lokale, Ntumba, Kabwatila (IFASIC) – Actualité.cd, 20.10.’18
[5] Cf Roger Mulyata – CongoForum, 16.10.18
[6] Cf Valéry Mukosasenge – 7sur7.cd, 23.10.’18
[7] Cf Auguy Mudiayi – Actualité.cd, 18.10.’18
[8] Cf mediacongo.net, 20.10.’18
[9] Cf Stanis Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 23.10.’18
[10] Cf Radio Okapi, 25.10.’18; Mediacongo.net, 25.10.’18
[11] Cf Stany Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 19.10.’18
[12] Cf Radio Okapi, 21.10.’18
[13] Cf Radio Okapi, 22.10.’18
[14] Cf Chris Elongo – Cas-info.ca, 22.10.’18
[15] Cf Dieumerci Thuambe – 7sur7.cd, 23.10.’18; P. Ndongo – Cas-info.ca, 23.10.’18
[16] Cf Valéry Mukosasenge – 7sur7.cd, 23.10.’18
[17] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 20.10.’18
[18] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 18.10.’18 ; 7sur7.cd, 18.10.’18 http://7sur7.cd/new/marche-du-26-octobre-ludps-na-pas-signe-la-correspondance-de-lopposition-adressee-a-kimbuta/
[19] Cf 7sur7.cd, 23.10.’18
[20] Cf Actualité.cd, 25.10.’18
[21] Cf Jonathan Kombi – Actualité.cd, 23.10.’18
[22] Cf Radio Okapi, 26.10.’18
[23] Cf Actualité.cd, 25.10.’18; Radio Okapi, 25.10.’18
[24] Cf Justin Mwamba – Actualité.cd, 25.10.’18
[25] Cf RFI, 26.10.’18
[26] Cf Valéry Mukosasenge – 7sur7.cd, 26.10.’18
[27] Cf Justin Mwamba – Actualité.cd, 26.10.’18
[28] Cf José Mukendi – Actualité.cd, 26.10.’18
[29] Cf Radio Okapi, 26.10.’18
[30] Cf Dieumerci Thuambe – 7sur7.cd, 26.10.’18
[31] Cf Radio Okapi, 26.10.’18
[32] Cf Sosthène Kambidi – Actualité.cd, 26.10.’18
[33] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 27.10.’18
[34] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 21.10.’18
[35] Cf Radio Okapi, 21.10.18; P. Ndongo – Cas-info.ca, 22.10.’18
[36] Cf Stanis Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 22.10.’18
[37] Cf Actualité.cd, 25.10.’18
[38] Cf Radio Okapi, 27 et 28.10.’18; Will Cleas Nlemvo – Actualité.cd, 27.10.’18
[39] Cf RFI, 29.10.’18