Editoriale Congo Attualità n. 365 – a cura di Rete Pace per il Congo
Il 19 settembre, in conformità con il calendario elettorale, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha annunciato la pubblicazione delle liste definitive dei candidati alle elezioni presidenziali e legislative nazionali. I candidati alle elezioni presidenziali sono 21 e i candidati alle legislative nazionali sono 15.355. Essi si aggiungono ad altri 19.640 candidati alle elezioni legislative provinciali. Si tratta certamente di un altro importante passo avanti nella attuazione del calendario elettorale.
Tre sfide
Tuttavia, rimangono ancora aperte tre questioni:
– l’utilizzazione della macchina per votare, dall’opposizione soprannominata “macchina per imbrogliare” e, quindi, da essa rifiutata a causa del rischio di manipolazione dei risultati elettorali da essa forniti.
– il registro elettorale, con oltre 6 milioni di elettori che sono stati registrati senza impronte digitali e che, secondo l’opposizione, rappresenterebbero 6 milioni di elettori fittizi che potrebbero costituire un bacino di voti a favore del candidato della maggioranza al potere. Un altro aspetto riguarda il ritardo nella pubblicazione / affissione al pubblico delle liste provvisorie degli elettori, ciò che potrebbe causare un ulteriore ritardo nella pubblicazione di quelle definitive.
– la logistica, con l’enorme ritardo constatato nell’arrivo e nella distribuzione sul territorio del materiale elettorale necessario, tra cui le macchine per votare, le cabine elettorali e le urne. Secondo molti osservatori, sarà molto difficile fare arrivare in tempo tutto questo materiale nei vari centri di voto, soprattutto durante l’attuale stagione delle piogge e in un paese grande come un continente, dove mancano le strade e in una situazione di insicurezza dovuta, in varie regioni, alla presenza di gruppi armati.
Tre raccomandazioni
– Per quanto riguarda l’utilizzazione della macchina per votare, la CENI dovrebbe tener conto delle raccomandazioni fornite dalla Fondazione Westminster per la democrazia, tra cu
a. disattivare il dispositivo delle comunicazioni esterne (scheda SIM e Wifi) finché esso non sia necessario, cioè fino al momento della trasmissione dei risultati;
b. coprire tutte le porte esterne (sigillando le porte USB esposte);
c. coinvolgere i testimoni dei partiti politici e gli osservatori elettorali nelle varie operazioni di verifica che saranno effettuate sulle macchine all’inizio e alla fine della giornata elettorale.
Inoltre, sarebbe necessario intensificare, soprattutto nelle zone rurali non ancora raggiunte, la formazione degli elettori sul come usarla.
– Per quanto riguarda il registro elettorale, il calendario elettorale prevede la pubblicazione delle liste definitive degli elettori, secondo l’ordine delle circoscrizioni elettorali e i rispettivi centri di voto e seggi elettorali, il 22 ottobre (60 giorni prima delle elezioni, conformemente alla legge elettorale). Per dissipare ogni dubbio e sospetto sulla loro veridicità, la CENI dovrebbe pubblicare, sul suo sito internet e in formato cartaceo, anche le liste dei 6 milioni di elettori registrati senza impronte digitali e quelle delle persone che sono state registrate irregolarmente (doppioni, stranieri, minorenni, ecc.).
– Per quanto riguarda la logistica, per rimediare al ritardo constatato nella distribuzione sul territorio del materiale elettorale sopra citato (macchine per votare, urne, cabine elettorali, …) sarebbe saggio e prudente che il Governo e la CENI accettassero la collaborazione della MONUSCO che sarebbe disponibile a mettere a loro disposizione i mezzi di trasporto di cui è in possesso (camion, aerei ed elicotteri). Ciò potrebbe rientrare nell’ambito della cooperazione e non violerebbe affatto il principio della sovranità nazionale.
Per quanto riguarda più in particolare le urne e le cabine elettorali (per le elezioni del 2011 ne erano state ordinate rispettivamente 186.000 e 200.000), sarebbe auspicabile pensare che, dopo 12 anni di esperienza dalle prime elezioni (organizzate nel 2006), la CENI sia giunta a individuare un formato che possa servire anche per il futuro. Ciò potrebbe contribuire a ridurre i tempi e i costi dell’organizzazione delle successive elezioni, a meno che non si dimostri che il conservarle in deposito costi di più che ordinarne delle nuove, farle arrivare dall’estero (dalla Cina) e distribuirle sul territorio in sostituzione delle precedenti.