Editoriale Congo Attualità n. 352 – a cura della Rete Pace per il Congo
Nelle ultime settimane, si sta assistendo a un cambiamento significativo nella situazione politica della Repubblica Democratica del Congo. I partiti politici, sia della maggioranza che dell’opposizione, si stanno finalmente concentrando sempre di più sull’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali previste per il 23 dicembre prossimo.
Un quadro politico in evoluzione
Il principale partito della maggioranza, il PPRD, sta preparando una sua ristrutturazione interna e i partiti dell’opposizione stanno tentando di formare delle coalizioni elettorali.
– Una di queste coalizioni che si stanno delineando è quella formata dall’Unione per la Nazione Congolese (UNC) di Vital Kamerhe, il Movimento per la Liberazione del Congo (MLC) di Eve Bazaiba e il Partito Lumumbista Unificato (PALU) di Gizenga. Anche se nessuno si è ancora pronunciato, Vital Kamerhe sarà senz’altro uno dei candidati proposti da questa coalizione.
– Il Gruppo dei 7 (G7) e l’Alternanza per la Repubblica (AR), due coalizioni membri del Raggruppamento dell’Opposizione / Ala Limete, hanno abbandonato l’idea di una “transizione senza Kabila” e, concentrandosi piuttosto sulla necessità di applicare l’accordo del 31 dicembre 2016, soprattutto per quanto riguarda le misure di rasserenamento del clima politico in esso proposte, hanno creato un nuovo movimento, “Insieme per il cambiamento”, per appoggiare la candidatura di Moïse Katumbi alle prossime elezioni presidenziali.
– L’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) di Félix Tshisekedi e l’Ecide di Martin Fayulu, anch’essi membri del Raggruppamento dell’Opposizione / Ala Limete, continuano ad insistere ancora su una transizione senza Kabila, perché continuano a credere che non sarà possibile organizzare delle elezioni veramente trasparenti e credibili finché egli rimarrà al potere. Inoltre, pur riconoscendo ad “Insieme per il cambiamento” il diritto di scegliersi un suo candidato per le prossime presidenziali, l’UDPS ha già fatto capire che, da parte sua, ne presenterà un altro, certamente Félix Tshisekedi, già proposto come presidente del partito.
Tutto ciò marcherà probabilmente la fine del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete.
D’altra parte, il Raggruppamento dell’Opposizione era stato creato nel 2016 non come piattaforma elettorale, bensì come una piattaforma politica per far partire l’attuale Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, dal potere.
– Da parte sua, il Comitato Laico di Coordinamento (CLC) della chiesa cattolica ha annunciato una sospensione temporanea delle sue manifestazioni, per poter valutare le “piccole vittorie” riportate in seguito alle sue tre grandi manifestazioni del 31 dicembre 2017, 21 gennaio e 25 febbraio 2018.
Le sfide da affrontare
Tre sono gli elementi da tenere in conto:
- elezioni presidenziali a un solo turno e con maggioranza relativa,
- introduzione di uno sbarramento di eleggibilità dell’1% per le elezioni legislative nazionali e del 3% per le legislative provinciali e
- l’utilizzazione della macchina per votare.
– Di fronte a una maggioranza presidenziale che, probabilmente, presenterà un unico candidato alla successione di Joseph Kabila come Presidente della Repubblica, anche l’opposizione dovrebbe pensare ad un suo unico candidato, per non disperdere i voti e poter vincere le elezioni.
– Con l’introduzione di uno sbarramento di eleggibilità, i vari partiti, soprattutto i più piccoli, dovranno formare delle coalizioni sufficientemente ampie che permettano una loro rappresentatività in Parlamento.
– Per quanto riguarda l’utilizzazione della “macchina per votare”, in sostituzione della tradizionale scheda elettorale cartacea, essa è oggetto di grande polemica, in quanto potrebbe favorire una immensità di brogli elettorali, tanto che la si denomina già come “macchina per imbrogliare”.
Tuttavia, la sua utilizzazione sembra quasi inevitabile nel caso di ben tre elezioni (presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali) effettuate simultaneamente nello stesso giorno, come previsto nell’accordo del 31 dicembre 2016. Il ricorso a tale strumento informatico potrebbe semplificare sia le operazioni di voto propriamente dette che lo spoglio delle schede elettorali e, quindi, potrebbe abbreviare il tempo della proclamazione dei risultati elettorali. Secondo alcuni osservatori, il vero problema di questa modalità di voto sarà la probabile impreparazione di una grande parte dell’elettorato nel sapere utilizzare questo nuovo strumento. Sarà quindi necessario che la Commissione elettorale fornisca alla popolazione una formazione adeguata, attraverso la divulgazione di sussidi illustrativi sulla sua utilizzazione. Inoltre, essa dovrà prevedere una normativa chiara a proposito dell’assistenza che un elettore potrebbe richiedere, al fine di evitare influenze negative e ingerenze illegali da parte di certi membri dei seggi elettorali.