Congo Attualità n. 310

INDICE

EDITORIALE: L’IMPROVVISO DECESSO DI ÉTIENNE TSHISEKEDI AGGRAVA ANCOR DI PIÙ L’ATTUALE CRISI POLITICA

  1. IL DECESSO DI ETIENNE TSHISEKEDI
    1. I preparativi dei funerali
    2. Una successione che si preannuncia difficile
    3. Le conseguenze sulle trattative in corso per l’applicazione dell’accordo del 31 dicembre

 

EDITORIALE: L’IMPROVVISO DECESSO DI ÉTIENNE TSHISEKEDI AGGRAVA ANCOR DI PIÙ L’ATTUALE CRISI POLITICA

 

 

 

 

1. IL DECESSO DI ETIENNE TSHISEKEDI

 

Il 1° febbraio, il presidente dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Etienne Tshiskedi wa Mulumba, è deceduto alle 17h22, all’ospedale Santa Elisabetta di Bruxelles, in Belgio, in seguito a un’embolia polmonare. Aveva 84 anni. Era arrivato il 24 gennaio da Kinshasa, per sottoporsi a una “visita medica” di controllo.[1]

 

a. I preparativi dei funerali

 

Il 3 febbraio, il commissario della polizia provinciale di Kinshasa, Célestin Kanyama, ha annunciato un rafforzamento delle misure di sicurezza, per un regolare svolgimento dei funerali di Etienne Tshisekedi. Ha anche lanciato un avvertimento nei confronti di chi tenterà di macchiare la memoria dell’illustre deceduto, provocando eventuali disturbi durante il periodo di lutto.[2]

 

Il 3 febbraio, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha reso pubblico l’atto di creazione di un comitato responsabile dell’organizzazione dei funerali del presidente del partito, Etienne Tshisekedi. Coordinato da Etieni Engondo, uno dei vice segretari generali dell’UDPS, questo comitato è composto di sei commissioni: tecnica e logistica, sicurezza e protocollo, finanze, comunicazione e informazione, mobilitazione e informazione, soccorso e intervento. Ogni commissione è presieduta da un Segretario Nazionale dell’UDPS. La coordinazione è assicurata da tre persone, tutte dell’UDPS e da un relatore. Secondo il segretario generale del partito, «si tratta di un comitato proprio dell’UDPS e sarà lui che entrerà in contatto con le altre parti, compreso il Raggruppamento dell’Opposizione».[3]

 

Il 3 febbraio, in un comunicato, il Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, ha annunciato di aver affidato al governo l’incarico di prendere le misure necessarie, per organizzare i funerali di Étienne Tshisekedi, in accordo con la famiglia. Il ministro delle Comunicazioni, Lambert Mende, ha dichiarato che una commissione governativa presieduta dal ministro degli Interni è già al lavoro, in contatto con la famiglia. Ma le cose non sembrano così semplici. Il governo e l’UDPS hanno annunciato, indipendentemente l’uno dall’altro, la creazione di una propria commissione per organizzare l’evento. È l’UDPS che organizza, ha detto il portavoce del partito, assicurando che i contatti con il governo sarebbero presi, se necessario, in una fase successiva. Anche se, secondo un’altra fonte all’interno del partito, già si parla di una presa di contatto “informale”.[4]

Il 6 febbraio, il fratello minore di Étienne Tshisekedi e vescovo di Mweka, Mons. Gerard Mulumba, ha affermato che la nomina di un nuovo primo ministro dovrebbe aver luogo prima dei funerali: «A Kinshasa, la gente non è disposta ad accettare che i funerali siano organizzati dal governo attuale. È ciò che tutti dicono ed è ciò che ho detto alle autorità competenti, affinché i funerali possano svolgersi il meglio possibile».[5]

 

Il 6 febbraio, il vice segretario generale dell’UDPS e portavoce del Raggruppamento dell’opposizione, Bruno Tshibala, ha dichiarato che l’UDPS chiederà ufficialmente al governo di elevare Étienne Tshisekedi alla dignità di eroe nazionale.[6]

 

Il 6 febbraio, il portavoce del governo, Lambert Mende, ha annunciato che, per i funerali ufficiali che si terranno a Kinshasa, i resti mortali di Etienne Tshisekedi saranno esposti presso il Palazzo del Popolo. Secondo Lambert Mende, la decisione è stata presa nel corso di consultazioni che il governo ha intrattenuto con i familiari e con il Raggruppamento dell’Opposizione. Il partito UDPS avrebbe invece voluto che la salma fosse esposta al pubblico presso la sede del partito, sulla dodicesima strada, a Limete. Lambert Mende ha confermato la partenza per Bruxelles, a spese del governo, di una delegazione di 15 persone (5 membri della famiglia, 10 dell’UDPS) guidata dal fratello minore di Étienne Tshisekedi, Mons. Gerard Mulumba, Vescovo di Mweka, per avviare le procedure di rimpatrio del corpo del presidente dell’UDPS. Lambert Mende ha aggiunto che il governatore di Kinshasa [André Kimbuta] è incaricato di contattare la famiglia di Etienne Tshisekedi e il partito UDPS per la questione relativa al luogo della sepoltura.[7]

 

Il 7 febbraio, il portavoce del governo, Lambert Mende, ha annunciato che il governo assumerà tutte le spese dei funerali di Etienne Tshisekedi in quanto ex Primo Ministro. «Il governo coprirà tutte le spese relative all’organizzazione dei funerali di Étienne Tshisekedi, in qualità di ex Primo Ministro», ha affermato Lambert Mende in un comunicato secondo cui «1. È già operativa una commissione speciale incaricata di organizzare i funerali. Essa è presieduta dal vice primo ministro e ministro degli Interni Ramazani Shadari, coadiuvato dal Governatore di Kinshasa e dalle autorità competenti.

  1. Un aereo sarà inviato a Bruxelles per riportare in patria la salma e i familiari residenti in Belgio. 3. Il Palazzo del Popolo (sede del Parlamento) è stato scelto come luogo di esposizione del feretro. 4. Su richiesta della famiglia, il governo si farà carico di tutte le procedure inerenti al viaggio dei membri della famiglia e dell’UDPS che si recheranno in Belgio per riportare la salma in patria. 5. Il governatore della città di Kinshasa e la famiglia si accorderanno sul cimitero in cui deporre il corpo dell’illustre scomparso e sui i lavori da intraprendere per allestire un sito adeguato all’interno di tale cimitero».[8]

 

L’8 febbraio, in seguito al comunicato del governo reso pubblico il 7 febbraio e in cui si annunciava la totale presa in carico dei funerali, la famiglia di Étienne Tshisekedi e l’UDPS hanno deciso di interrompere i contatti formali avviati con il governo Badibanga per quanto riguarda appunto l’organizzazione delle esequie. «Ci stiamo accorgendo che il governo vuole politicizzare i funerali di Etienne Tshisekedi mediante una forte manipolazione sui media», ha detto un esponente dell’UDPS che ha aggiunto: «Basta. Ci conformeremo alla volontà del popolo che vuole che sia il governo sorto dall’accordo del 31 dicembre che organizzi questi funerali e non l’attuale governo».[9]

 

L’8 febbraio, in un comunicato reso pubblico durante una conferenza stampa organizzata presso la sede dell’UDPS, il segretario di questo partito, Jean Marc Kabund, ha annunciato che il rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi dipende dall’adempimento di alcune condizioni, tra cui la formazione di un nuovo governo. «L’UDPS comunica che le date del rimpatrio e dei funerali del nostro eroe non saranno rese note che se, e solo se, si troveranno delle soluzioni adeguate ai due seguenti presupposti:

– la precisazione del luogo e delle modalità dei funerali, l’erezione di un mausoleo nel centro di Kinshasa dove sarà per sempre conservato il corpo del padre della democrazia;

– La presa in carico di tutti i costi relativi ai funerali da parte dello Stato, su iniziativa del governo di ampia unità nazionale», ha dichiarato Jean Marc Kabund nella sua conferenza stampa, condizionando il rimpatrio della salma alla formazione di un nuovo governo, come previsto dall’accordo del 31 dicembre.

Secondo il comunicato, «l’UDPS è indignato dall’atteggiamento di strumentalizzazione politica dei funerali del presidente del partito, Etienne Tshisekedi, da parte del regime al potere. L’UDPS non è affatto interessato ai biglietti di viaggio offerti dall’attuale governo alla delegazione del partito in partenza per il Belgio, poiché il carattere dannoso e ostentato di questa offerta porta a credere che si tratti di calcoli politici di cattivo gusto, il cui obiettivo sarebbe quello di fare bella figura e di aprire la strada a inutili contrattazioni». Il comunicato afferma inoltre che «sono la famiglia Tshisekedi e l’UDPS che coordinano le cerimonie funebri di Etienne Tshisekedi. Gli altri partner vengono in appoggio. L’UDPS non riconosce alcun altro comitato parallelo, in particolare quello reso pubblico dal portavoce del governo».[10]

 

Mentre l’UDPS condiziona il rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi alla formazione del governo di transizione, il portavoce del governo, Lambert Mende, ha dichiarato che il nuovo governo non sarà istituito che dopo i funerali: «sappiamo che le discussioni e le procedure relative all’attuazione dell’accordo sono sospese fino al termine dei funerali. È dopo i funerali che le discussioni riprenderanno». Il che, secondo lui, è conforme con la “tradizione”.

Da parte sua, il portavoce della maggioranza presidenziale, André-Alain Atundu, ha qualificato di “ricatto” la decisione del dell’UDPS.[11]

 

In un’intervista, Felix Tshilombo Tshisekedi, figlio di Étienne Tshisekedi, ha chiesto all’attuale primo ministro di dimettersi, per lasciare il posto a un nuovo governo di transizione. Parlando per la prima volta dopo la morte di suo padre, Félix Tshisekedi ha ribadito le richieste del suo partito, l’UDPS, che condiziona il rimpatrio dei resti mortali di Étienne Tshisekedi alla previa formazione del nuovo governo di unità nazionale previsto dall’accordo del 31 dicembre e la costruzione di un mausoleo. Félix Tshisekedi si oppone anche alla proposta del governo di tumulare le spoglie di suo padre nel cimitero “tra cielo e terra” situato nel comune di Maluku, a est della capitale congolese.[12]

 

Il 9 febbraio, presente alla funzione religiosa in memoria di Etienne Tshisekedi presso la Basilica di Koekelberg a Bruxelles, Moïse Katumbi ha annunciato che tornerà a Kinshasa con i resti mortali di Étienne Tshisekedi per partecipare ai funerali di Kinshasa. Moïse Katumbi è stato condannato dalla giustizia congolese, nel mese di giugno 2016, a tre anni di carcere per motivi di stellionato e, dal mese di maggio 2016, si trova in esilio in Europa. I vescovi della CENCO si sono interessati del suo caso, considerato “emblematico” nell’ambito delle misure di rasserenamento del clima politico e nel contesto delle trattative che si stanno svolgendo, tra maggioranza e opposizione, presso il Centro interdiocesano di Kinshasa.[13]

 

Il 10 febbraio, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, il ministro congolese degli Affari Esteri, Leonard She Okitundu, ha dichiarato che Moïse Katumbi non potrà accompagnare il feretro di Tshisekedi a Kinshasa perché, secondo lui, la commissione speciale istituita per gestire i casi cosiddetti emblematici nell’ambito delle misure di rasserenamento del clima politico non ha ancora risolto il suo caso.

Il Ministro della Comunicazione e dei Media, Lambert Mende, ha fatto capire che il ritorno di Moïse Katumbi a Kinshasa potrebbe provocare il suo arresto. «Moïse Katumbi non ha alcun problema con il governo, ha un problema con la giustizia. Se torna, la giustizia farà quello che deve fare. Se ritornasse, sarebbe un bene per lui e per la giustizia», ha dichiarato Lambert Mende.[14]

 

Il 10 febbraio, in una intervista, il segretario esecutivo dell’Alternanza per la Repubblica, Jean Bertrand Ewanga, ha affermato che il Raggruppamento dell’Opposizione non ha condizionato il rimpatrio del feretro di Etienne Tshisekedi all’insediamento del nuovo governo previsto dall’accordo del 31 dicembre. «Su questo tema, il Raggruppamento non ha preso alcuna decisione. Tale questione non è mai stata oggetto di un qualsiasi dibattito ufficiale all’interno del Raggruppamento. Si tratta solo della posizione dell’UDPS. A livello di Raggruppamento, non si è mai discusso formalmente su tale questione», ha dichiarato Jean Bertrand Ewanga.[15]

 

Il 13 febbraio, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, il vescovo di Mweka e fratello minore del defunto Etienne Tshisekedi, Mons. Gérard Mulumba, ha dichiarato che «la famiglia ritiene che, per assicurare un clima sereno ed evitare qualsiasi forma di deriva, i funerale di Étienne Tshisekedi dovrebbero essere consecutivi all’effettiva applicazione dell’accordo del 31 dicembre». Egli ha pertanto invitato i vescovi della CENCO, nel loro ruolo di mediazione, di fare tutto il possibile, affinché le parti implicate nelle trattative adempiano rapidamente agli impegni assunti attraverso questo accordo.

Secondo la famiglia, «Étienne Tshisekedi merita un degno funerale di stato con la partecipazione di tutti, compresi i rappresentanti dello Stato congolese, per il quale egli si è dato anima e corpo per tutta la vita», ha affermato il vescovo Mulumba.

Nella stessa conferenza stampa, il figlio di Étienne Tshisekedi e vice segretario generale responsabile delle questioni diplomatiche e politiche dell’UDPS, Félix-Antoine Tshisekedi, ha confermato che la famiglia Tshisekedi e l’UDPS non vogliono che sia l’attuale Primo Ministro, Samy Badibanga, ad organizzare i funerali di Etienne Tshisekedi. «La persona dell’attuale Primo Ministro costituisce un problema per la base politica del partito», ha egli dichiarato, sottolineando che Samy Badibanga è considerato come un traditore del leader defunto, Etienne Tshisekedi. «Per evitare prevedibili disordini e un ennesimo spargimento di sangue, la famiglia vuole rispettare la volontà dei militanti del partito», ha detto Felix Tshisekedi Tshilombo, concludendo: «Badibanga non dovrebbe essere presente ai funerali. La sua presenza sarebbe un errore, dato il suo attuale percorso politico».

Félix Tshisekedi ha affermato che, secondo la famiglia, per onorare la memoria di Étienne Tshisekedi, i suoi resti mortali meriterebbero di essere ospitati in un mausoleo, ma il governatore di Kinshasa, André Kimbuta, non ha accettato nessuna delle proposte fatte dalla famiglia circa il luogo in cui si poterbbe erigere tale mausoleo, sia che si tratti del Ponte Cabu, comunemente chiamato Ponte Ngabi , vicino allo stadio dei Martiri, sia che si tratti dei pressi del Palazzo di giustizia. Essendo le proposte della famiglia state rifiutate, Félix Tshisekedi ha aggiunto che essa sta ora aspettando che il governo si pronunci sul luogo della sepoltura.

Egli ha parlato della morte improvvisa del padre, Étienne Tshisekedi, avvenuta in seguito a un “semplice intervento a un piede” e ha affermato che la famiglia intende chiedere un’autopsia per chiarire le cause del decesso.

Ad alcuni giornalisti che gli chiedevano se il rimpatrio dei resti mortali di Étienne Tshisekedi in cambio dell’attuazione dell’accordo del 31 dicembre, considerato come il suo testamento politico, non sia piuttosto un ricatto esercitato dalla famiglia e dal partito sul regime di Kabila, Felix Tshisekedi, legittimato per parlare sia in nome della famiglia che del partito, l’UDPS, ha chiarito che non si tratta di una condizione, ma di un desiderio.

A questo proposito, egli ha affermato che «l’applicazione dell’accordo politico del 31 dicembre è un desiderio, una raccomandazione della famiglia. Sarebbe opportuno concludere le trattative in corso, perché è ciò che sta alla base dell’attuale tensione. La popolazione non vuole che sia il governo Badibanga ad organizzare i funerali di Etienne Tshisekedi». Secondo lui, «la famiglia desidererebbe che si arrivasse a concludere il prima possibile le discussioni sulle modalità di applicazione dell’accordo del 31 dicembre, affinché sia il nuovo governo ad organizzare i funerali, ciò che contribuirebbe ad abbassare l’attuale tensione. Ma la famiglia non ne fa un’esigenza o una condizione, tanto meno un prerequisito o un obbligo. Ci tengo a precisarlo», ha concluso Felix Tshisekedi.[16]

 

Il 17 febbraio, in una lettera indirizzata al Governatore di Kinshasa, André Kimbuta, l’UDPS gli ha proposto quattro siti per la sepoltura del corpo di Etienne Tshisekedi. Si tratta di «Piazza dell’Indipendenza, di fronte al Palazzo di Giustizia nel comune di Gombe; Piazza di ponte Cabi, nel comune di Kasavubu; Spianata di Palazzo del Popolo, nel comune di Lingwala; Spazio compreso tra la 7ª e 12ª strada, nel comune di Limete». I primi 2 siti erano già stati esclusi dall’autorità municipale. Da parte sua, il Governatore di Kinshasa ha invitato l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) a presentarsi il 20 febbraio, per discutere le proposte avanzate dal partito sul luogo di sepoltura di Etienne Tshisekedi.[17]

 

Il 20 febbraio, il governatore della città-provincia di Kinshasa, André Kimbuta, ha proposto che Etienne Tshisekedi, autorità morale dell’UDPS deceduto il 1° febbraio in Belgio, sia sepolto nel cimitero di Gombe, nel centro di Kinshasa. Egli l’ha proposto ad una delegazione della famiglia e del partito di Etienne Tshisekedi guidata dal segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, in un incontro bilaterale presso il governatorato. La delegazione si è opposta alla proposta del governatore e ha chiesto a quest’ultimo di consentire la sepoltura di Tshidekedi presso la sede dell’UDPS, nel comune di Limete. Le due parti si sono separate senza alcun accordo.[18]

 

b. Una successione che si preannuncia difficile

 

La morte improvvisa di Etienne Tshisekedi apre il dibattito sulle sue conseguenze nella vita politica del Paese. Quale sarà il destino dei lavori, attualmente sospesi, sulle disposizioni concrete da adottare per l’applicazione dell’accordo al 31 dicembre 2016? A chi spetterà la Presidenza del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo (CNSA) a lui affidata per il suo peso politico e storico? Come sarà la nuova leadership del Rassop? Quale sarà il futuro del suo partito politico? Quale sarà l’atteggiamento del Presidente Kabila?[19]

 

Étienne Tshisekedi era presidente dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), il principale partito di opposizione.

Secondo due suoi ex collaboratori, gli statuti del partito, modificati dallo stesso presidente del partito senza passare attraverso un Congresso, prevedono che, in caso di impedimento, di decesso o di dimissioni del Presidente, il partito sia gestito collegialmente dal segretario generale del partito, il presidente della Convenzione democratica (il parlamento del partito) e il presidente della commissione elettorale permanente del partito. Il periodo intermedio è di 30 giorni, entro i quali un Congresso deve essere convocato per designare il suo successore.

Purtroppo, il presidente Etienne Tshisekedi, aveva nominato solo il Segretario del partito, senza aver istituito le altre due strutture. Né la Convenzione democratica, né la commissione elettorale permanente. In assenza di queste due strutture e dei loro animatori, non sarà possibile parlare di gestione collegiale. Solo l’attuale segretario, Jean-Marc Kabund, potrebbe sostituire Etienne Tshisekedi per trenta giorni, fino alla convocazione del Congresso.

«Non è ancora chiaro», dice un ex segretario generale dell’UDPS, constatando l’attuale mancanza di risorse materiali e logistiche. Invece di 30 giorni, l’UDPS potrà impiegare tre mesi per avere il vero successore di Etienne Tshisekedi. In realtà, l’UDPS è afflitto da guerre intestine, essendo diviso in due grandi correnti: quella di Félix Tshisekedi e quella di Valentin Mubake. Il primo: figlio di Etienne Tshisekedi, moderato, progressista e aperto, con un buon ancoraggio nel feudo del padre, nella zona del Kasai, è stato eletto deputato a Mbuji Mayi nel 2011 con il maggior numero dei voti. Il secondo: radicale, conservatore, soprattutto leale e onesto, nel 2011 si presentò come candidato alle elezioni dei deputati nazionali a Bukavu, nel Sud Kivu (sua roccaforte), ma non fu eletto. I due sono sempre stati in lotta tra loro.[20]

 

Secondo un altro membro del partito, nel suo articolo 27, lo statuto dell’UDPS affida la gestione del partito, in caso di sede vacante, al Presidente della Convenzione democratica del partito per un periodo non superiore a 30 giorni, durante il quale deve convocare una sessione straordinaria del Congresso, per eleggere un nuovo presidente del partito. Secondo lo statuto, i membri che compongono questa struttura sono i deputati nazionali e i senatori eletti nella lista del partito, i Ministri del governo membri del partito, lo staff della presidenza del partito, i presidenti dei Comitati federali e i Presidenti delle Convenzioni democratiche federali. Attualmente, sono funzionali solo gli ultimi due organi. Avendo la direzione dell’UDPS rifiutato di riconoscere i suoi membri che avevano accettato di far parte del Parlamento in quanto eletti deputati nel 2011, quest’organo si trova attualmente privo dei 3/5 dei suoi componenti.[21]

 

Etienne Tshisekedi era anche presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP). Vice presidente del RASSOP era il presidente del G7, Charles Mwando Nsimba, anch’egli deceduto in Belgio lo scorso dicembre. Di conseguenza, rimangono vacanti due posti. In linea di principio, dovrebbe essere Pierre Lumbi, attuale presidente del G7 e, normalmente, vice presidente del Raggruppamento, che potrebbe assumere temporaneamente la presidenza del RASSOP. Tuttavia, secondo un esponente di questa piattaforma politica, l’uomo in questione (Pierre Lumbi) è contestato, per aver lavorato, fino a poco tempo fa, con il presidente Joseph Kabila come suo principale consigliere in materia di sicurezza.[22]

 

A proposito della presidenza del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento finora esercitata da Étienne Tshisekedi, la sua successione si annuncia alquanto difficile. Per riempire il grande vuoto lasciato dal suo defunto padre, Félix Tshisekedi ha proposto una presidenza a turno. Secondo lui, «il posto di presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento era stato concepito su misura di Étienne Tshisekedi».

Egli ha deplorato il fatto che il Raggruppamento non abbia più persone di quel calibro e ha aggiunto: «Étienne Tshisekedi era stato elevato a quel posto per i suoi meriti e non come presidente dell’UDPS», precisando che, «poiché non c’è una persona di tale statura, occorrerà prendere in considerazione la possibilità di un direttorio per la gestione del Consiglio dei Saggi dell’opposizione». Nel frattempo, anche Moïse Katumbi aspirerebbe a questo posto. Sarebbe un modo per accentuare la pressione su Kabila, poiché il presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento è ipso facto, secondo l’accordo del 31 dicembre, presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo stesso (CNSA).[23]

 

In base all’accordo del 31 dicembre, Etienne Tshisekedi, in qualità di Presidente del Comitato dei Saggi del RASSOP, era stato designato anche come Presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo (CNSA). Egli avrebbe dovuto esserne notificato il 26 gennaio. La sua scomparsa determina quindi un posto vuoto anche alla presidenza di questo organo. Ultimamente, negli attuali negoziati, le varie parti si sono messe d’accordo sul fatto che l’interim alla presidenza del CNSA sia assicurato secondo turni ciclici tra i tre vicepresidenti. L’unica domanda è: quale dei vicepresidenti assumerà per primo questo ruolo?[24]

 

c. Le conseguenze sulle trattative in corso per l’applicazione dell’accordo del 31 dicembre

 

La morte di Etienne Tshisekedi rimescola completamente le carte del gioco politico nazionale e lascia presagire un possibile ritardo nell’attuazione dell’accordo firmato il 31 dicembre. «Questa morte potrebbe causare una progressiva rimessa in discussione dell’accordo […] da parte della maggioranza presidenziale», ha affermato Justin Kankwenda, politologo ed economista congolese, aggiungendo: «La maggioranza, che aveva accettato che Etienne Tshisekedi fosse presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza [della transizione politica (CNSA)], potrebbe tentare di chiedere un riequilibrio che metterebbe in causa l’intero accordo».

Secondo Thierry Vircoulon, specialista di Africa centrale e professore alla facoltà di Scienze politiche a Parigi, «la morte di Tshisekedi è un colpo duro per l’istituzione della nuova transizione». Egli ha fatto notare che ora «occorrerà cercare un accordo su una nuova figura dell’opposizione per la presidenza del CNSA, quando non c’è ancora alcun accordo sulla nomina del Primo Ministro», posto ambito dal figlio di Etienne Tshisekedi, Felix. Secondo Thierry Vircoulon, «tutto ciò rischia di prolungare i negoziati tra il campo presidenziale e l’opposizione, causando la perdita di altro tempo. La data delle elezioni in dicembre 2017, già non molto realistica, sembra sempre più compromessa».

Per il momento, tutte le famiglie politiche congolesi sembrano osservare una sorta di tregua in memoria del defunto Etienne Tshisekedi ricordato, anche da parte del potere, come “padre della democrazia congolese”, per il suo impegno a favore dell’instaurazione della democrazia. Ma dopo i funerali, la cui data non è ancora nota, la politica riprenderà il suo corso normale. Finora, le discussioni tra l’opposizione e la maggioranza, con la mediazione della Cenco, si sono concentrate sulla “suddivisione della torta”, cioè sulla ripartizione dei ministeri in seno al nuovo governo, piuttosto che sul come organizzare concretamente le elezioni entro i tempi concordati e con un budget nazionale minacciato dall’abbassamento del prezzo delle materie prime esportate.[25]

 

Sin dai primi giorni seguenti all’annuncio della sua morte, a Limete, quartiere della sede dell’UDPS e della residenza di Etienne Tshisekedi, i simpatizzanti del partito sono estremamente decisi. Secondo loro, non è assolutamente possibile che il feretro sia rimpatriato prima che sia istituito il nuovo governo previsto dall’accordo del 31 dicembre. Secondo il loro parere, nessuno, eccetto il Primo Ministro designato dall’UDPS, potrà accogliere il feretro del presidente del partito. In caso contrario, essi hanno annunciato la possibilità di eventuali disordini. Anche secondo i responsabili dell’UDPS e del RASSOP, il lutto e i funerali dovranno essere organizzati dal nuovo governo che sarà istituito in seguito all’accordo del 31 dicembre. Già il 2 febbraio, un gruppo di attivisti dell’UDPS aveva organizzato una piccola manifestazione davanti alla casa di Etienne Tshisekedi, per chiedere la formazione del nuovo governo previsto da tale accordo.[26]

 

Con la scomparsa di Étienne Tshisekedi, il Raggruppamento dell’Opposizione ha perso la sua principale leva di pressione sul potere e il suo migliore fattore di unità. Ora, vari membri di questa piattaforma dell’opposizione temono che il potere non si senta più in dovere di nominare un primo ministro proveniente dalle file del Raggruppamento. Pensano d’utilizzare i funerali (e gli eventuali disordini che potrebbero sorgere) come leva di pressione per una rapida applicazione dell’accordo del 31 dicembre, inclusa la nomina del Primo Ministro del nuovo governo di unità nazionale.[27]

[1] Cf Radio Okapi, 01.02.’17; Actualité.cd, 01.02.’17

[2] Cf Radio Okapi, 03.02.’17

[3] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 04.02.’17

[4] Cf RFI, 03.02.’17

[5] Cf Pierre Boisselet – Jeune Afrique, 07.02.’17

[6] Cf Rachel Kitsita – Actualité.cd, 07.02.’17

[7] Cf Radio Okapi, 07.02.’17; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 07.02.’17

[8] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 08.02.’17

[9] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 08.02.’17

[10] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 08.02.’17; Radio Okapi, 08.02.’17; texte complet du communiqué: Le Phare – Kinshasa, 09.02.’17 http://www.congosynthese.com/news_reader.aspx?Id=19690

[11] Cf Politico.cd, 05 et 09.02.’17

[12] Cf Politico.cd, 09.02.’17

[13] Cf Jacques Kini – Actualité.cd, 09.02.’17

[14] Cf Actualité.cd, 10.02.’17; Politico.cd, 10.02.’17

[15] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 10.02.’17

[16] Cf Actualité.cd, 13.02.’17; Berckmans Kitumu – 7sur7.cd, 13.02.’17; Radio Okapi, 13.02.’17

[17] Cf Stanys Bujakera et Franck Ngonga – Actualité.cd, 17.02.’17

[18] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 20.02.’17

[19] Cf Joseph Kazadi – 7sur7.cd, 01.02.’17

[20] Cf Joseph Kazadi – 7sur7.cd, 01.02.’17

[21] Cf Berckmans Kitumu – 7sur7.cd, 01.02.’17

[22] Cf Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 01.02.’17

[23] Cf Berckmans Ktitumu – 7sur7.cd, 13.02.’17

[24] Cf Patient Ligodi – Actualité.cd, 02.02.’17

[25] Cf AFP – Africatime, 03.02.’17

[26] Cf RFI, 03.02.’17

[27] Cf Pierre Boisselet – Jeune Afrique, 07.02.’17