INDICE:
EDITORIALE: LE SFIDE D’UN DIALOGO POLITICO DI FRONTE A UNA CRISI POLITICA
- IL COMITATO PREPARATORIO DEL DIALOGO
- La convocazione del comitato
- I lavori del comitato
- Effetti collaterali
- LA POSIZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO DELL’OPPOSIZIONE
EDITORIALE: LE SFIDE D’UN DIALOGO POLITICO DI FRONTE A UNA CRISI POLITICA
1. IL COMITATO PREPARATORIO DEL DIALOGO
a. La convocazione del comitato
Il 19 agosto, il facilitatore del dialogo, Edem Kodjo, ha annunciato che i lavori del comitato preparatorio del dialogo inizieranno il 23 agosto 2016. L’annuncio della liberazione di una ventina di “prigionieri politici e d’opinione” da parte delle autorità congolesi è stato considerato dal facilitatore come una risposta positiva a una delle condizioni poste dall’opposizione.[1]
Il 20 agosto, in una dichiarazione letta da Jean-Marc Kabunda, nuovo segretario generale dell’UDPS, il Raggruppamento dell’opposizione ha dichiarato di considerare la convocazione del comitato preparatorio del dialogo come una provocazione da parte del facilitatore Edem Kodjo, già ricusato. Il Raggruppamento ha quindi deciso di organizzare, per il 23 agosto, una giornata “città morta” su tutto il territorio nazionale.
Da parte sua, il deputato Emmanuel Ramazani Shadary, vice segretario del PPRD, partito della maggioranza, ha affermato che le condizioni poste per l’apertura del dialogo sono state soddisfatte e che, quindi, il suo partito parteciperà ai lavori del comitato preparatorio del dialogo.[2]
Il 20 agosto, l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) di Vital Kamerhe ha annunciato la sua partecipazione al comitato preparatorio per il dialogo. Secondo l’UNC, tre questioni dovranno essere discusse nel corso del dialogo: la liberazione di tutti i prigionieri politici, la pubblicazione di un calendario elettorale chiaro e il ritiro di Joseph Kabila, arrivato alla fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale. Jean-Bertrand Ewanga, segretario generale dell’UNC, ha precisato che il suo partito e i suoi alleati saranno «pronti ad abbandonare l’aula in qualsiasi momento, qualora non ci fosse una risposta soddisfacente a tutte le condizioni poste». Secondo lui, «non si tratta di partecipare al dialogo per accedere al potere (…), ma per stabilire un calendario elettorale preciso che comprenda le varie tappe: periodo dedicato alla revisione delle liste degli elettori, data delle elezioni e data del passaggio del potere al nuovo Presidente eletto (…)». Ha poi aggiunto: «Siamo solidali con i nostri amici dell’opposizione, tra cui il Raggruppamento, anche se i nostri punti di vista sono differenti».[3]
Il 23 agosto, la risposta della popolazione all’appello lanciato dall’opposizione per una giornata “città morta” è stata diversa da una città all’altra. A Kinshasa, nel quartiere di Limete, già in prima mattinata ci sono stati degli scontri tra la polizia e dei militanti dell’UDPS. Ma i manifestanti che avevano eretto delle barriere in mezzo alle strade sono stati rapidamente dispersi con gas lacrimogeni. Nel resto della capitale congolese, l’attività è stata in gran parte rallentata. Nel centro della città, pochi erano i veicoli che circolavano e le zone periferiche sono rimaste piuttosto tranquille durante gran parte della giornata. Al mercato di Kinshasa, due quinti dei negozi erano aperti, ma i venditori si lamentavano della scarsità dei clienti. A Lubumbashi, l’attività economica si è svolta normalmente. Stessa cosa a Kisangani e a Goma dove, secondo diversi testimoni, la polizia era ben visibile. A Bukavu, la situazione era del tutto normale e i negozi erano aperti. A Mbuji Mai, fino a mezzogiorno, le vie della città erano deserte e la maggior parte dei negozi chiusi. Si sono registrati degli scontri nelle immediate vicinanze della sede dell’UDPS. Secondo fonti della polizia, alcuni giovani avevano eretto delle barricate per impedire la circolazione dei veicoli e una ventina di attivisti sono stati arrestati.[4]
b. I lavori del comitato
Il 23 agosto, all’Hôtel Beatrice di Kinshasa, sono iniziati i lavori del comitato preparatorio del dialogo. Il tempo previsto è di cinque giorni. Il facilitatore del dialogo, Edem Kodjo, ha affermato che «il dialogo dovrà essere conforme alla Costituzione congolese e alla risoluzione 2277 emanata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 30 marzo 2016. L’obiettivo principale del comitato preparatorio è quello di precisare gli aspetti normativi, materiali e logistici del dialogo nazionale» e ha sottolineato che «le questioni di fondo saranno trattate durante il dialogo propriamente detto».
All’apertura dei lavori erano presenti dei delegati della maggioranza presidenziale e alcuni esponenti dell’opposizione, tra cui Jean-Lucien Bussa, Presidente della CDER e della piattaforma del Fronte dei Democratici; José Makila, membro dell’Alleanza dei Laburisti per lo Sviluppo (ATD); Bruno Mavungu, ex segretario generale dell’UDPS; Albert Moleka, ex portavoce di Etienne Tshisekedi; Samy Badibanga, presidente del gruppo parlamentare dell’UDPS e alleati; Azarias Ruberwa, e altri delegati di partiti politici e della società civile. Era presente anche l’UNC, ma non Jean-Bertrand Ewanga.
Erano tuttavia assenti diversi partiti ed esponenti dell’opposizione membri del “Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento”, tra cui l’UDPS di Etienne Tshisekedi, il G7 e l’Alternanza per la Repubblica (AR). Tra gli assenti, anche l’MLC di Jean Pierre Bemba e i partiti membri dell’Opposizione Repubblicana (OR) di Kengo wa Dondo. Dopo aver constatato l’assenza di questi partiti di opposizione, Edem Kodjo li ha esortati a «partecipare al dialogo le cui porte rimarranno sempre aperte», perché «l’obiettivo di questo dialogo è quello di accettare la grande sfida del vivere insieme». Ogni partecipante ha ricevuto una bozza del documento di lavoro preparato dal gruppo di lavoro. Si incontreranno di nuovo il 25 agosto per discuterlo e approvarlo.[5]
Il 25 agosto, in un’intervista rilasciata a RFI a proposito del boicottaggio del dialogo da parte della maggior parte dei partiti di opposizione, ad eccezione dell’UNC, l’ambasciatore dell’UE nella RDC, Jean Michel Dumond, ha deplorato l’assenza dell’UDPS, del G7, del MLC e del Raggruppamento delle forze acquisite al cambiamento. Secondo il diplomatico europeo, il boicottaggio del dialogo non è la strategia giusta, perché farebbe il gioco del potere. «Non partecipare al dialogo politico equivale a dare al governo dei pretesti per tergiversare e ritardare le cose ancora di più», ha detto Dumond. «Finché non ci sarà accordo, non si potrà pubblicare un calendario elettorale. Alla fine, tutto ciò andrà a vantaggio del potere», ha egli detto, concludendo: «Capisco la diffidenza dei partiti di opposizione. Ma rifiutando di partecipare al dialogo, essi danno alla maggioranza la possibilità di ritardare ulteriormente le cose».[6]
Il 25 agosto, il Facilitatore del dialogo, Edem Kodjo, ha reso pubblica la lista dei delegati membri del comitato preparatorio: 5 per la maggioranza istituzionale, 12 per la maggioranza presidenziale, 5 per l’opposizione istituzionale, 12 per l’Opposizione e 10 per la società civile. Va notato che il facilitatore ha aggiunto altre quattro persone.[7]
Secondo fonti di Africa News, tra i partecipanti ai lavori del Comitato preparatorio si è notata la presenza di tre deputati del MLC: Francis Mbengama, Freddy Aundagba e Nicolas Akpanza.[8]
Il 25 agosto, seconda giornata dei lavori del comitato preparatorio, i delegati della Maggioranza Presidenziale (MP) e dell’opposizione non hanno trovato alcun consenso sull’introduzione o meno della nozione di “alternanza politica”. Secondo l’opposizione, è proprio sull’alternanza politica che occorre discutere durante il dialogo, perché il presidente Kabila è ormai giunto alla fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale. Da parte sua, la maggioranza ritiene che, durante il dialogo, si debba discutere sull’organizzazione delle elezioni che potrebbero sfociare in un’alternanza. Tuttavia, tutte le parti si sono dette d’accordo per aggiungere un nuovo argomento all’ordine del giorno: “la necessità di un accordo politico e i meccanismi della sua attuazione”. Questo argomento comprenderà anche il punto relativo alla continuità dello Stato, visto che le elezioni presidenziali non si terranno più entro i tempi previsti dalla Costituzione. È questo accordo politico che orienterà la politica del paese nel caso in cui le elezioni presidenziali non abbiano luogo in novembre prossimo, come previsto dalla Costituzione.[9]
Il 26 agosto, il presidente dell’Opposizione Repubblicana (OR) e del Senato, Léon Kengo wa Dondo, ha finalmente accettato di partecipare ai lavori preparatori del “dialogo politico”.[10]
Il 27 agosto, si sono conclusi i lavori del comitato preparatorio del dialogo politico. I delegati delle diverse componenti (Maggioranza presidenziale, Opposizione, Società civile) e il facilitatore hanno firmato un documento finale denominato “indicazioni per il dialogo“.
«– Tra i principi guida del dialogo, i partecipanti hanno citato:
- a) Il rispetto della Costituzione della Repubblica Democratica del Congo del 2006, modificata nel 2011, e delle leggi della Repubblica; l’attuazione della risoluzione 2277 (2016) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di altre risoluzioni e testi pertinenti;
- b) l’impegno a promuovere il dialogo e la risoluzione pacifica delle divergenze, mediante uno spirito di compromesso, dando il primato all’interesse nazionale ben compreso;
- c) l’impegno ad adottare il consenso come metodo di procedura decisionale;
- d) la determinazione delle diverse parti nel rafforzare lo stato di diritto attraverso il rispetto dei valori democratici, tra cui la tolleranza, la solidarietà, il compromesso, l’uguaglianza, le libertà civili individuali e collettive, le elezioni eque, libere e pluralistiche, la separazione dei poteri, il rispetto delle istituzioni, il rispetto dello Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura, il rispetto delle sentenze giudiziarie, l’accettazione delle leggi e dei regolamenti, la responsabilità, il buon governo e l’alternanza democratica derivante dalle elezioni;
- e) l’inclusività del dialogo per quanto possibile, in modo che si possa tenere conto delle legittime preoccupazioni di tutte le componenti della nazione congolese, comprese le donne, i giovani e la diaspora. – L’obiettivo del dialogo propriamente detto è quello di riflettere, discutere e dibattere, liberamente e senza costrizione, sui modi e i mezzi per l’organizzazione di elezioni credibili, trasparenti, pacifiche e inclusive, nel rispetto della Costituzione e in conformità con altri testi e strumenti, nazionali e internazionali, relativi a tale materia.
– Riconoscendo che questo dialogo è stata voluto, in primo luogo, per trattare soprattutto la problematica specifica dell’organizzazione di elezioni pacifiche, credibili e trasparenti, in conformità con i principi della Costituzione, si sono identificati i seguenti temi come argomenti all’ordine del giorno del dialogo stesso:
1) Valutazione del processo elettorale;
2) Registro elettorale;
3) Ordine di sequenza delle elezioni;
4) Misure di fiducia;
5) Calendario elettorale, tenendo conto dei punti di cui sopra;
6) Misure di equità e di trasparenza del processo elettorale (funzionamento della Commissione elettorale); 7) Messa in sicurezza del processo elettorale;
8) Sicurezza delle persone su tutto il territorio nazionale;
9) Budget e finanziamento delle elezioni;
10) Codice di buona condotta durante le elezioni;
11) Accordo politico e meccanismi per la sua attuazione e per il suo monitoraggio.
– Le diverse parti implicate nel processo di dialogo sono: la maggioranza presidenziale, l’opposizione politica, la società civile e alcune personalità congolesi invitate.
– Al dialogo propriamente detto parteciperanno sessantotto (68) rappresentanti della maggioranza presidenziale, sessantotto (68) rappresentanti dell’opposizione, trentanove (39) rappresentanti della società civile. Una quota di 25 persone è a disposizione del facilitatore.
Tra i 200 partecipanti al dialogo sono compresi i membri del Comitato preparatorio che vi sono automaticamente ammessi.
– I lavori del dialogo propriamente detto si svolgeranno a Kinshasa e dureranno quindici (15) giorni, a partire dalla data della prima riunione. Tuttavia, in caso di necessità, il facilitatore può fissare un tempo supplementare ragionevole».
Alla fine dei lavori del comitato preparatorio, il facilitatore Edem Kodjo ha annunciato l’inizio dei lavori del dialogo nazionale per il 1° settembre, a Kinshasa.[11]
c. Effetti collaterali
Il 24 agosto, l’Alleanza dei Laburisti per lo Sviluppo (ATD) di José Makila è stata esclusa dall’Alternanza per la Repubblica (AR), una piattaforma dell’opposizione che appoggia la candidatura di Moïse Katumbi. La decisione è stata presa dalla Conferenza dei presidenti di questo raggruppamento politico, in seguito alla partecipazione dell’ATD all’apertura dei lavori del Comitato preparatorio, in flagrante contraddizione con la linea politica del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento (di cui l’AR è membro). Il presidente ad interim dell’AR, il deputato nazionale Franck Diongo, ha affermato: «l’AR ha ricusato irrevocabilmente il facilitatore Edem Kodjo, nessun membro dell’AR è stato designato per parlare in nome dell’AR, nessun membro è stato nominato per partecipare al dialogo a nome dell’AR».[12]
Il 24 agosto, il relatore del gruppo parlamentare dell’UDPS e Alleati, il deputato Papy Niango, ha dichiarato che nessun membro del gruppo è stato autorizzato a partecipare al comitato preparatorio del dialogo politico. «Se qualcuno vi partecipa, è a titolo personale e non può parlare a nome del nostro gruppo», ha dichiarato il deputato Papy Niango. «Nessuno di noi è stato delegato a rappresentare il gruppo parlamentare dell’UDPS in questo dialogo», ha sottolineato il deputato Papy Niango, precisando che il gruppo parlamentare dell’UDPS e Alleati è un gruppo politico composto da deputati di partiti politici membri del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento.[13]
Il 24 agosto, l’UNC di Vital Kamerhe, l’ATD di José Makila, il Partito Kabilista (PK) di Mwenze Kongolo e il CPR di Fidèle Tingomay sono stati esclusi dalla Dinamica dell’Opposizione. La decisione è stata presa, in serata, nel corso di una riunione cui hanno partecipato i responsabili della Dinamica e il moderatore della coalizione, Matungulu. Il motivo addotto è quello di essersi allontanati dalla linea del Raggruppamento, di cui la Dinamica dell’Opposizione è membro, e, soprattutto, di partecipare al comitato preparatorio del dialogo.[14]
Il 30 agosto, il segretario generale dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) di Vital Kamehre, Jean Bertrand Ewanga, si è dimesso dal suo incarico di segretario generale del partito. Nella sua lettera di dimissioni, l’ex segretario generale dell’UNC ha motivato le sue dimissioni per un “disaccordo con il suo partito sul tema del dialogo”, cui egli non parteciperà. «Le mie dimissioni sono l’espressione del mio disaccordo sull’attuale posizione del nostro partito circa la sua partecipazione al dialogo che, secondo me, rappresenta un grave pericolo per il futuro democratico del nostro Paese», ha scritto Jean-Bertrand Ewanga che, tuttavia, aveva partecipato ai lavori del comitato preparatorio del dialogo. Jean-Bertrand Ewanga precisa che rimane comunque membro attivo e co-fondatore dell’UNC e promette, in quanto tale, di rimanere al servizio del partito.[15]
In una conferenza stampa indetta a Gombe – Kinshasa, Jean-Bertrand Ewanga ha denunciato un “colpo di stato costituzionale” pianificato a livello del Comitato preparatorio del dialogo, con l’obiettivo di instaurare una “monarchia presidenziale“.
Egli ha affermato che, «nella sua strategia per rimanere indefinitamente al potere, la maggioranza kabilista ha deciso di non organizzare le elezioni e ha preferito imporre un dialogo con l’obiettivo di modificare la Costituzione. Determinata a portare a compimento il suo progetto, la maggioranza di governo si è rivolta alla Corte costituzionale per ottenerne una sentenza destinata a mantenere il presidente Kabila al potere, oltre la fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale, in vista di una transizione in cui sia possibile cambiare la Costituzione».
Egli ha denunciato «un colpo di stato costituzionale in gestazione attraverso una revisione costituzionale, o un cambiamento della Costituzione o l’organizzazione di un referendum, peraltro già evocata da alcuni esponenti del potere e il cui progetto sembra essere già pronto».
A questo proposito, egli ha accusato i suoi colleghi dell’opposizione presenti ai lavori del comitato preparatorio di essere complici di “un complotto contro la Repubblica“, in cambio di posti importanti nel governo e nelle società pubbliche dello Stato. Circa i lavori preparatori, cui egli ha partecipato come capo della delegazione dell’UNC, Ewanga ha dichiarato di avere notato «l’esistenza, dall’inizio fino alla fine, di temi tabù che nessuno ha voluto affrontare, a causa della pressione esercitata, dai delegati della maggioranza, sul facilitatore e su alcuni delegati detti dell’opposizione e della società civile». Si tratta del principio dell’alternanza democratica, chiaramente sottolineato dalla Costituzione, del futuro dell’attuale presidente, il cui secondo e ultimo mandato terminerà il 19 dicembre 2016 e della questione delle condizioni (liberazione dei prigionieri politici e riapertura dei mezzi di comunicazione dei media dell’opposizione) poste dal Raggruppamento dell’Opposizione, per potere partecipare al dialogo. Infine, egli ha severamente criticato le complicità del facilitatore del dialogo, Edem Kodjo, con la maggioranza presidenziale.[16]
Il 3 settembre, il deputato nazionale Claudel-André Lubaya, si è dimesso dal suo incarico di primo vice segretario generale dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC). Egli ha dichiarato di avere preso tale decisione per esprimere il suo disaccordo con la nuova linea del suo partito. Claudel-André Lubaya ha affermato di non condividere la decisione del presidente nazionale dell’UNC, Vital Kamerhe, di partecipare al dialogo nazionale, senza tener conto delle condizioni poste dalla Dinamica e dal Raggruppamento dell’opposizione.[17]
Il 3 settembre, l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) di Vital Kamerhe ha dichiarato di avere preso atto dell’auto-esclusione dal partito di Jean Bertrand Ewanga e di André Claudel Lubaya. In un comunicato, la direzione politica nazionale di questo partito di opposizione ha affermato che «Jean Bertrand Ewanga e Claudel André hanno preso delle posizioni e hanno fatto delle dichiarazioni contrarie alla linea politica del partito. Si tratta di un atteggiamento che ostacola il corretto funzionamento dell’UNC e che impedisce la coesione interna». Secondo l’UNC, questo atteggiamento può essere interpretato come un atto di dimissione volontaria da parte dei due interessati.[18]
Il 5 settembre, il Movimento di Liberazione del Congo (MLC) ha deciso di radiare dal partito sei suoi parlamentari che hanno partecipato al dialogo politico. Secondo un comunicato del comitato politico del partito, i membri interessati sono: Akpanza Mumbuli Nicolas, eletto a Bansakusu; Bokolo Vicky, eletto a Bansakusu; Aundangba Freddy, eletto a Lisala; Indole, eletto a Lukunga; Kumu Pathy, eletto a Bumba e Lomanga, eletto a Bokungu. Essi sono accusati di aver partecipato al comitato preparatorio del dialogo politico e al dialogo stesso senza la debita autorizzazione della gerarchia del partito. Inoltre, i membri del comitato politico del MLC hanno proibito a qualsiasi dirigente o semplice militante del partito di partecipare a questo “famoso dialogo politico“, con il rischio di esporsi alle stesse sanzioni. Secondo lo stesso comunicato, «l’MLC mai prenderà parte a un forum il cui unico scopo è quello di permettere a qualche individuo di concludere un accordo politico che abbia come finalità la ripartizione dei posti di potere per un periodo di transizione, in violazione della Costituzione».[19]
2. LA POSIZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO DELL’OPPOSIZIONE
Il 14 agosto, nel corso di una conferenza sul tema “Dopo Genval, che attendere dal Raggruppamento?”, il Vice Segretario Generale dell’UDPS, Bruno Tshibala Nzenzhe, aveva spiegato ai militanti di Parigi, in Francia, la tabella di marcia del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento:
«Va ricordato che, in novembre 2011, già 4 anni fa, la stragrande maggioranza dei Congolesi aveva votato Etienne Tshisekedi wa Mulumba come presidente della RDC. Il popolo aveva sperato che egli potesse realizzare il cambiamento tanto atteso e desiderato, ma non ha potuto farlo, perché qualcuno gli ha rubato la vittoria. Ciò ha causato una crisi che sta paralizzando il paese fino ad oggi. Convinto sostenitore della democrazia e della non-violenza, il presidente Tshisekedi ha chiesto il dialogo come strada maestra per risolvere la crisi politica creata dal colpo di stato elettorale e per iniziare un processo elettorale consensuale e pacifico. La tabella di marcia dell’UDPS, pubblicata il 15 febbraio 2015, ha confermato questa convinzione e ha fatto proposte concrete per il buon esito del dialogo.
Ciò che è possibile aspettarsi dal Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento deriva semplicemente dalle conclusioni della Conferenza di Genval, tenutasi dall’08 al 10 luglio 2016.
1) Abbiamo concordato di far rispettare la Costituzione della Repubblica e, in particolare:
– il numero massimo dei mandati presidenziali, limitato ad un massimo di due, non un giorno di più, e sarà così;
– i tempi previsti dalla costituzione per il processo elettorale, cioè la convocazione degli elettori 90 giorni prima della fine del mandato presidenziale, il 19 settembre 2016. In caso contrario, Kabila potrà essere perseguito per alto tradimento.
È per questo che abbiamo rifiutato la sentenza incostituzionale della Corte costituzionale, che ha cercato di prolungare il mandato presidenziale di Kabila, violando l’articolo 70 della Costituzione. 2) Il Raggruppamento chiede la piena attuazione della risoluzione 2277 che prevede un vero e proprio dialogo tra i politici congolesi, al fine di raggiungere un consenso su un processo elettorale pacifico, in conformità con la Costituzione.
3) Il dialogo dovrà, se le condizioni poste dal Raggruppamento saranno state soddisfatte, trovare una soluzione politica alla doppia crisi creata (in occasione delle elezioni del 2011 e di quelle mancate del 2016) da Kabila, il cui secondo aspetto è il vuoto giuridico causato dalla non organizzazione delle elezioni presidenziali (nel 2016), in conformità con l’articolo 73 della Costituzione. 4) Il Raggruppamento di è pertanto impegnato ad ottenere il ritiro di Kabila dal potere, nel migliore dei casi, il 19 dicembre 2016, a mezzanotte.
A questo proposito, durante il mega raduno organizzato dal Raggruppamento il 31 luglio scorso, a Kinshasa, il Presidente Tshisekedi ha comunicato a Kabila un preavviso di tre mesi, a partire dal 19 settembre 2016, secondo il quale egli dovrà, inevitabilmente e necessariamente, abbandonare il potere, senza tergiversare di un solo minuto. Poiché Kabila ha fatto di tutto per non organizzare le elezioni come prescritto dall’articolo 73 della Costituzione, nella speranza di trarre profitto da una “strategia del fatto compiuto”, il Raggruppamento mai accetterà di fare delle concessioni a chi ha violato la Costituzione e la nostra giovane democrazia».[20]
Il 26 agosto, il Presidio, autorità suprema di ispirazione, di orientamento e di decisione della coalizione di Etienne Tshisekedi, si è incontrato in sessione straordinaria, al fine di informare l’opinione pubblica sull’attuale situazione politica del paese. In un comunicato finale, il Presidio ha ricordato: «1. Il suo impegno per il rispetto della Costituzione;
- Il suo appoggio alle risoluzioni finali della conferenza di Genval;
- La sua adesione alla piena attuazione della risoluzione 2277;
- La sua adesione alla ricusazione di Edem Kodjo come facilitatore del dialogo e alle altre condizioni poste dal Raggruppamento dell’Opposizione per la partecipazione al dialogo.
Secondo il Presidio, il dialogo politico che il popolo si aspetta è quello proposto nella “tabella di marcia” dell’UDPS … che, con il tempo, porterà a un confronto diretto tra il presidente Joseph Kabila e alleati, da un lato, e il presidente Etienne Tshisekedi e alleati, dall’altro.
Inoltre, gli alleati del presidente Etienne Tshisekedi constatano che, in un certo hotel di Kinshasa e sotto la guida di Edem Kodjo, ormai diventato il leader dei kabilisti, il campo della maggioranza presidenziale si sta sempre più allargando e ristrutturando.
Di conseguenza, gli alleati del presidente Etienne Tshisekedi non si sono sentiti interessati agli incontri dell’hotel Beatrice e, quindi, non vi hanno mandato alcun delegato.
A tal fine, gli alleati del presidente Etienne Tshisekedi ricordano all’opinione nazionale e internazionale che rimangono disponibili per un dialogo autentico, credibile ed inclusivo.
In definitiva, gli alleati del presidente Etienne Tshisekedi rimangono fedeli alla parola d’ordine del Raggruppamento dell’Opposizione per quanto riguarda i termini del preavviso nei confronti del Presidente Joseph Kabila, a decorrere dal 19 settembre 2016 fino al 19 dicembre 2016».[21]
Il 29 agosto, in seguito a un incontro svoltosi a Limete – Kinshasa e in qualità di Presidente del Comitato dei saggi del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, Etienne Tshisekedi ha rilasciato una dichiarazione in cui descrive la gravità dell’attuale crisi politica. «Edem Kodjo, facilitatore ricusato, non fa che aggravare la crisi politica, invitando al dialogo i nemici della Repubblica, ormai ben identificati, che accettano di accompagnare Kabila nella sua determinazione ad ottenere, a tutti i costi, un terzo mandato presidenziale, in violazione della Costituzione. Pertanto, il Raggruppamento, pur ribadendo il suo impegno per un dialogo vero, credibile e inclusivo, conformemente alla risoluzione 2277 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, esorta il popolo congolese a:
- rifiutare tutte le conclusioni di questo pseudo dialogo che non è altro che un complotto organizzato contro la nazione per annientare il patto repubblicano ottenuto a Sun City;
- partecipare attivamente alle azioni di resistenza pacifica organizzate dal Raggruppamento a partire dal 1° settembre 2016;
- Partecipare in massa ai sit-in previsti, il 19 settembre 2016, davanti alle sedi della Commissione elettorale nei diversi capoluoghi delle province e davanti alle missioni diplomatiche della RDC all’estero, per chiedere la convocazione immediata delle elezioni presidenziali e per consegnare un documento di preavviso costituzionale, secondo il quale Kabila dovrà lasciare la Presidenza della Repubblica il 19 dicembre 2016.
Popolo congolese, è giunto il momento in cui, secondo l’articolo 64 della Costituzione, dobbiamo prendere le nostre responsabilità per sconfiggere la dittatura.
Secondo il Raggruppamento, l’alternanza democratica al potere, il 20 dicembre 2016, non è negoziabile».[22]
Il 1° settembre, il Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento ha presentato all’Unione Africana, i suoi “Punti di riferimento per lo svolgimento di un dialogo politico autentico, credibile e inclusivo, in vista della ripresa del processo elettorale“.
In questo documento, «il Raggruppamento ha notato che, in vista dell’organizzazione del dialogo e in seguito al suo convegno, svoltosi presso l’Hotel Beatrice dal 23 al 27 agosto 2016, il campo presidenziale, ampliato e ristrutturato dopo tale convegno, si è dotato di una sua “tabella di marcia” … Pur prendendo atto di questo documento emanato dai partecipanti del convegno dell’Hotel Beatrice, il Raggruppamento presenta la sua proposta per lo svolgimento di un dialogo politico veramente efficace, credibile e inclusivo, cui è disposto a partecipare».
– A proposito della facilitazione «il Raggruppamento chiede, ancora una volta, che il gruppo internazionale di appoggio al facilitatore abbia un ruolo più attivo, alfine di assicurare una facilitazione neutrale e imparziale».
– Per quanto riguarda l’identificazione delle parti implicate nel dialogo, «il Raggruppamento rileva che, dopo l’organizzazione del “convegno dell’Hotel Beatrice”, le parti implicate nel dialogo sono chiaramente identificate. Da un lato, il campo kabilista, ampliato e ristrutturato durante il convegno dell’Hotel Beatrice e, dall’altro, il Raggruppamento delle forze politiche e sociali e tutti quelli che condividono la sua visione.
Pertanto, il Raggruppamento chiede al Gruppo internazionale della facilitazione di procedere, senza indugi, a consultare le due parti congolesi implicate nel dialogo politico, in vista di:
1° armonizzare i loro rispettivi “documenti di lavoro”;
2° identificare gli elementi che permettano di costruire, gradualmente, un consenso sull’organizzazione delle prossime elezioni presidenziali e legislative che rispetti la Costituzione».
– Circa il formato del dialogo politico, «secondo il Raggruppamento, i partecipanti al dialogo appartengono esclusivamente all’opposizione politica, al campo presidenziale e alla società civile, ma sono raggruppati nelle due seguenti componenti:
- il Campo Presidenziale, come ampliato e ristrutturato durante il convegno dell’Hotel Beatrice;
- il Campo del Raggruppamento e di tutti quelli che condividono la sua visione.
Il numero dei partecipanti al dialogo politico non può superare i 100 membri, con un 50 % per ciascuna delle due componenti. La facilitazione, che non è parte diretta nel dialogo, non può disporre di alcuna quota».
– Per quanto riguarda le problematiche del dialogo, «il punto centrale da dibattere nel dialogo politico è il processo elettorale. Tale punto comprenderà:
- le liste degli elettori;
- il calendario elettorale e l’ordine di priorità delle elezioni;
- la neutralità, l’indipendenza e l’imparzialità delle istituzioni e dei servizi pubblici implicati nel processo elettorale, tra cui la Commissione elettorale, la Corte costituzionale, il Consiglio superiore per gli audiovisivi e la Comunicazione (CSAC), la territoriale, l’esercito, la polizia, i servizi di sicurezza, le società statali e gli enti pubblici;
- la messa in sicurezza delle elezioni».[23]
Il Presidente del MLP e membro della piattaforma dell’opposizione Alternanza per la Repubblica (AR), Franck Diongo, ha spiegato che, in questa tabella di marcia alternativa, l’opposizione ha posto come nuove condizioni:
– Il non prolungamento del mandato del presidente Joseph Kabila, che scade 19 dicembre 2016.
– Nuovi negoziati diretti tra il Raggruppamento, da una parte, e tutti coloro che attualmente partecipano al dialogo, dall’altra.
– La nomina di un nuovo facilitatore negoziata da entrambe le parti.[24]
L’11 settembre, nel corso di un incontro con il gruppo internazionale di appoggio alla facilitazione del dialogo, il Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento ha riaffermato di rimanere ancora in attesa di una risposta alle condizioni poste, «per potere partecipare ad un vero dialogo». Al termine dell’incontro, Bruno Tshibala, portavoce dell’UDPS, ha dichiarato alla stampa che il Raggruppamento dell’opposizione continua ad ignorare i lavori del dialogo politico iniziato il 1° settembre a Kinshasa, su iniziativa del presidente Joseph Kabila: «Il vero dialogo inizierà quando tutte le condizioni poste dal Raggruppamento avranno ottenuto una risposta soddisfacente. Un vero dialogo dovrà essere conforme con la risoluzione 2277 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e con l’accordo quadro di Addis Abeba».
Il Raggruppamento ha ricordato ai membri del gruppo internazionale di appoggio alla facilitazione del dialogo «la sua posizione come sintetizzata nei “termini di riferimento”, documento recentemente pubblicato», aggiungendo: «Il Raggruppamento non rinuncerà alle condizioni poste», tra cui la liberazione di tutti i prigionieri politici e la riapertura di tutti i mezzi di comunicazione interdetti di funzionamento. Il Raggruppamento ha inoltre chiesto all’Unione Africana di sostituire il facilitatore Edem Kodjo, accusato di parzialità. Bruno Tshibala ha precisato che, dopo questo incontro, la palla è nelle mani del gruppo internazionale di appoggio alla facilitazione: «È stato un primo incontro e con un proficuo scambio di idee. Rimaniamo in attesa della reazione del gruppo di appoggio […] Se ci sarà un’evoluzione da parte del gruppo di appoggio per permetterci di partecipare a un vero dialogo, allora anche il Raggruppamento cambierà la sua posizione».[25]
[1] Cf Actualité.cd, 20.08.’16
[2] Cf RFI, 21.08.’16
[3] Cf Politico.cd, 20.08.’16
[4] Cf RFI, 23.08.’16
[5] Cf Actualité.cd, 23.08.’16; Trésor Kibangula – Jeune Afrique, 23.08.’16
[6] Cf 7sur7.cd, 25.08.’16
[7] Cf liste complète des délégués au comité préparatoire : Direct.cd, 26.08.’16 http://www.direct.cd/actu/la-une/2016/08/26/quarante-huit-delegues-retenus-comite-preparatoire-dialogue-national.html
Radio Okapi, 26.08.’16 http://www.radiookapi.net/sites/default/files/2016-08/liste_participants_comite_preparatoire_originel_amendee_et_corrigee.pdf
[8] Cf Radio Okapi, 29.08.’16
[9] Cf Testo del rapporto della riunione:
http://www.congoforum.be/fr/nieuwsdetail.asp?subitem=2&newsid=205426&Actualiteit=selected
[10] Cf Pierre Boisselet – Jeune Afrique, 26.08.’16
[11] Cf texte complet de la feuille de route: Le Phare – Kinshasa, 29.08.’16 http://www.lephareonline.net/feuille-de-route-dialogue/
[12] Cf Radio Okapi, 24.08.’16
[13] Cf Radio Okapi, 25.08.’16
[14] Cf Actualité.cd, 24.08.’16
[15] Cf Radio Okapi, 30.08.’16
[16] Cf Le Phare – Kinshasa, 31.08.’16 http://www.lephareonline.net/depute-ewanga-devoile-secrets-de-beatrice-hotel/
[17] Cf Radio Okapi, 03.09.’16
[18] Cf Radio Okapi, 04.09.’16
[19] Cf Radio Okapi, 06.09.’16
[20] Cf Direct.cd,01.09.’16 http://www.direct.cd/actu/2016/09/01/bruno-tshibala-explique-feuille-de-route-de-genval.html
[21] Cf La Prospérité – Kinshasa, 28.08.’16 http://laprosperiteonline.com/index.php/actualites/80-politique/4023-dialogue-politique-et-inclusif-la-coalition-des-allies-de-tshisekedi-reitere-son-soutien-aux-prealables-du-rassemblement
[22] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 30.08.’16
[23] Cf Le Phare – Kinshasa, 05.09.’16 http://www.lephareonline.net/dialogue-rassemblement-rappelle-prealables/
[24] Cf Politico.cd, 01.09.’16
[25] Cf Radio Okapi, 11.09.’16