L’ESTRAZIONE DELL’ORO A SHABUNDA
Coalition de la Société Civile de la Région des Grands Lacs contre l’exploitation illégale des ressources naturelles (COSOC-GL) – Agosto 2015[1]
INDICE:
- INTRODUZIONE
- L’ESTRAZIONE DELL’ORO SUI FIUMI DEL TERRITORIO DI SHABUNDA
2.1 Le draghe ad aspirazione, di tipo artigianale
L’attrezzatura
La produzione
2.2 Le draghe galleggianti con catena a tazze
L’attrezzatura
La produzione
2.3 Totale d’oro prodotto dalle draghe e stima delle riserve geologiche
La produzione totale
Riserve geologiche stimate
- L’ESTRAZIONE MEDIANTE DRAGA, UN VUOTO NORMATIVO
La questione relativa al tipo di estrazione e di permessi minerari
Convalida e qualificazione dei siti minerari
Circa la sospensione dell’attività estrattiva sul fiume Ulindi
- LE TASSE LEGALI E ILLEGALI
Da parte dei servizi statali
Da parte dei Raïa Mutomboki
L’implicazione delle FARDC
- LA SOCIETÀ CINESE KUNHOU MINING GROUP
I rapporti con le autorità congolesi
I rapporti con i Raïa Mutomboki
- RACCOMANDAZIONI
- ANNESSO (con FOTO)
1. INTRODUZIONE
Il Territorio di Shabunda è attraversato da tre grandi fiumi che scorrono da est a ovest: il Lugulu al nord, l’Ulindi al centro e l’Elila al sud. La città di Shabunda, capoluogo del territorio, si trova in un meandro del fiume Ulindi. Da circa un anno e mezzo, gli alvei del fiume Lugulu e del fiume Ulindi sono oggetto di una intensa attività mineraria a causa dei loro sedimenti alluvionali ricchi d’oro.
2. L’ESTRAZIONE DELL’ORO SUI FIUMI DEL TERRITORIO DI SHABUNDA
Per lo sfruttamento dei sedimenti degli alvei dell’Ulindi e del Lugulu si utilizzano delle draghe. La stragrande maggioranza delle draghe usate nel territorio di Shabunda si trovano sul fiume Ulindi. Due sono i tipi di draghe impiegate: le draghe ad aspirazione, di tipo artigianale, e quelle a catena con tazze, di tipo industriale.
2.1 Le draghe ad aspirazione, di tipo artigianale
L’attrezzatura
Le draghe ad aspirazione (vedi foto 1 in annesso) sono delle zattere dotate di un’attrezzatura che permette di aspirare i sedimenti alluvionali attraverso un tubo. Sulla draga, i sedimenti subiscono una prima fase di selezione, mediante un’operazione fondata sul principio della gravità. Il materiale ottenuto viene quindi trasportato sulla riva del fiume, dove si realizzano le successive fasi di lavorazione del minerale, per infine recuperarne l’oro.
Il gruppo di persone necessario per il funzionamento di una draga è generalmente composto di una trentina di persone, tra cui alcune lavorano sulla draga stessa e le altre sulla riva del fiume. L’operatore chiave è il palombaro che, immergendosi nelle acque del fiume e trascinando con sé un tubo di circa 30 metri, deve fissarne l’estremità metallica nella ghiaia dell’alveo del fiume.
Lo spessore dello strato sfruttato varia tra 0,5 e 3 m., secondo la geologia dell’alveo del fiume e la fattibilità tecnica. Per uno spessore di 3 m. di ghiaia, una draga può rimanere nello stesso posto fino a un mese. Attraverso il tubo, i sedimenti vengono aspirati da una pompa di 6 pollici e sono portati fino alla superficie dell’acqua, sulla zattera. Il tubo riversa i sedimenti in una vasca rettangolare a forma di canalizzazione, con una chiusa finale e dal fondo perforato. Sotto la vasca (o canalizzazione), c’è un tappeto che raccoglie, per gravità, il materiale fino dei sedimenti, quello che contiene l’oro. Dopo un tempo di due ore (detto rotazione), il tappeto viene smontato dalla canalizzazione a chiusa finale e trasportato sulla riva del fiume. Sulla riva, il gruppo di lavaggio pulisce i tappeti e amalgama il materiale fino ricuperato. Per questa fusione vengono utilizzate quantità significative di mercurio, 1 o 2 kg per settimana e draga. L’amalgama ottenuto viene infine bruciato per ricuperare l’oro puro.
Questo tipo di draga ad aspirazione è fabbricato in Congo, per lo più con componenti provenienti dalla Cina. Attualmente, la stragrande maggioranza delle draghe utilizzate nel territorio di Shabunda provengono dalla Provincia Orientale, soprattutto da Kisangani. In questa provincia, l’estrazione mediante draga è praticata già da un decennio ma, secondo la testimonianza dei cercatori d’oro, in questi ultimi tempi essi si sono spostati verso il fiume Ulindi, in territorio di Shabunda, a causa della diminuzione della produzione d’oro sui fiumi della Provincia Orientale. Altre draghe sono fabbricate a Shabunda e il loro costo di fabbricazione è di circa 25.000 $.
Come le draghe, anche i gruppi dei cercatori d’oro provengono per lo più dalla Provincia Orientale, altri arrivano dal Kasaï, dal Bas Congo e dal Bandundu. Attualmente, sono pochi gli autoctoni di Shabunda che lavorano nel settore di estrazione dell’oro. Nonostante ciò, una significativa parte della popolazione di Shabunda guadagna qualcosa da vivere attraverso la vendita delle attrezzature necessarie per l’attività delle draghe e i numerosi punti di ristoro recentemente aperti dopo l’arrivo dei cercatori d’oro provenienti da altre zone del Paese.
La produzione
La Federazione Nazionale dei Comitati degli Estrattori Artigianali di Diamanti, oro e altri minerali (FENACED), cui fanno parte gli utilizzatori delle draghe, riferisce che le draghe ad aspirazione di fabbricazione locale che operano sul territorio di Shabunda sono 175. Tra queste, 171 operano sul fiume Ulindi e le altre 4 sul fiume Lugulu.
Queste draghe ad aspirazione trattano tra 20 e 35 tonnellate di ghiaia per ogni rotazione di due ore. Dopo le fasi di lavaggio e di fusione, si ottengono in media tra i 25 e i 40 g d’oro per ogni rotazione.
Anche se alcuni operatori affermano che le draghe funzionano tutti i giorni, 24h su 24h, in realtà, di solito, le draghe fanno sei rotazioni al giorno e funzionano quindi solo 12 ore al giorno. Inoltre, a causa dei frequenti guasti delle attrezzature, per la loro scarsa qualità, il lavoro delle draghe di tipo artigianale subisce molte interruzioni. Gli autori di questo studio stimano che una draga sia normalmente operativa 21 giorni al mese.
Secondo la FENACED, la produzione media giornaliera di una draga operativa sull’Ulindi è di circa 150 g al giorno ma, a volte, può arrivare fino a 250 g al giorno.
Facendo alcuni calcoli, con una produzione d’oro di 150 g al giorno e per draga, in 21 giorni operativi al mese, le 175 draghe in funzione a Shabunda producono 550 kg d’oro al mese.
Per quanto riguarda la commercializzazione dell’oro prodotto dalle draghe ad aspirazione, esso prende diverse strade. Vista la provenienza della maggior parte dei cercatori d’oro artigianali e le loro relazioni professionali stabilite nel corso di più di un decennio, una parte significativa della produzione d’oro di Shabunda è trasportata, via fiume, a Kisangani, capoluogo della Provincia Orientale. Un’altra parte viene acquistata da commercianti “Bashi” originari di Bukavu. Le operazioni d’acquisto si realizzano nei vari centri commerciali di Shabunda. Questi commercianti hanno stretti legami di pre-finanziamento con i centri d’esportazione d’oro installati a Bukavu. Di conseguenza, la maggior parte dell’oro, comprato dai commercianti a Shabunda, è trasportato verso Bukavu con piccoli aerei.
Nel mese di marzo 2015, a Shabunda, i commercianti acquistavano un “grammo” d’oro a circa 38.000 FC (42,2 $). Si noti che il “grammo” usato localmente mediante una bilancia manuale avente come contrappeso delle antiche monete, corrisponde in realtà ad un peso oscillante tra 1,3 e 1,45 g.
Il prezzo di acquisto effettivo oscilla quindi tra i 29 e i 33 $ / g, pari al 75-85% del prezzo internazionale fissato dalla London Bullion Market Association (LBMA) che, nel mese di marzo 2015, era di 1200 $ / oncia.
2.2 Le draghe galleggianti con catena a tazze
L’attrezzatura
Un secondo tipo di draga operativo sul fiume Ulindi è la draga industriale con catena a tazze (vedere foto 2 in annesso). Si tratta di un’attrezzatura di fabbricazione cinese montata su una piattaforma galleggiante di circa 25 metri di lunghezza.
Una sessantina di tazze di ferro, aventi ciascuna un volume di circa 0,15 m³, sono montate su una catena mobile, ad una distanza di un metro l’una dall’altra. La catena è collegata a una torre di 5 metri di altezza, ha un’inclinazione di circa 45 gradi e ruota a una velocità di 0,25 m / s. Queste tazze (benne) scavano l’alveo del fiume e trasportano i sedimenti in superficie. Arrivato in cima alla torre, dov’è montata la catena, il contenuto della tazza viene versato in una vasca rettangolare (canalizzazione), dove avviene la prima selezione del materiale, secondo una procedura basata sul principio della gravità. Un’estremità della vasca è regolata da una chiusa.
Il modello di draga a catena con tazze in uso a Shabunda può raggiungere una profondità di dragaggio di oltre 15 metri. Considerando che lo spessore di profondità dell’acqua del fiume è tra i 4 e i 12 metri, la draga può scavare fino a 10 metri di sedimenti dell’alveo del fiume. Le quattro draghe galleggianti a catena con tazze utilizzate a Shabunda appartengono alla società cinese Kunhou Mining Group.
La produzione
Considerati i dati citati e relativi all’estrazione, la draga con catena a tazze può estrarre circa 135 m³ di sedimenti all’ora. Sapendo che un m³ di ghiaia del fiume pesa circa 1,7 t, la draga a catena con tazze può lavorare circa 230 tonnellate di sedimenti all’ora. Facendo i calcoli sulla base di una media di 0,5 g d’oro per ogni tonnellata di sedimenti, un tasso di recupero del 90 % e una capacità di estrazione minima di 200 tonnellate di sedimenti all’ora, una draga cinese può produrre fino a 90 grammi d’oro ogni ora. Con 12 ore lavorative al giorno, per 25 giorni al mese, una draga può dunque produrre 27 kg d’oro al mese. Ne consegue che le quattro draghe a catena con tazze producono circa 110 kg d’oro al mese.
2.3 Totale d’oro prodotto dalle draghe e stima delle riserve geologiche
La produzione totale
Riassumendo i due tipi di produzione d’oro sui fiumi di Shabunda, le 175 draghe ad aspirazione e le 4 draghe con catena a tazze producono rispettivamente 550 kg e 110 kg d’oro al mese, cioè un totale di 660 kg d’oro ogni mese. Ciò significa una produzione annuale di circa 8 tonnellate d’oro.
Riserve geologiche stimate
L’estrazione di sedimenti dall’alveo fluviale è molto intensa, con un tasso di circa 6 milioni di m³ all’anno: circa 4,3 milioni di m³ per le draghe ad aspirazione e 1,7 milioni di m³ per le draghe a catena con tazze. Se si considera che lo spessore medio dello strato sfruttabile dell’alveo fluviale è di 2 m, che la lunghezza utilizzabile del fiume, nel territorio di Shabunda, è di 150 km e che la sua larghezza raggiunge in media i 100 m, ne consegue che, mantenendo l’attuale ritmo, le riserve d’oro del fiume Ulindi nel territorio di Shabunda si esauriranno in 4 anni.
3. L’ESTRAZIONE MEDIANTE DRAGA, UN VUOTO NORMATIVO
La questione relativa al tipo di estrazione e di permessi minerari
Né il codice minerario in vigore dal 2002, né il Regolamento Minerario del 2003 fanno esplicitamente riferimento all’attività di estrazione mediante draghe. Questo genere di attività non è dunque regolamentato in modo specifico dalla legislazione mineraria. Si può dunque ritenere che le disposizioni della legislazione mineraria valgano anche per l’attività svolta mediante le draghe. Il codice minerario e il regolamento prevedono diversi tipi di attività mineraria, l’attività industriale, l’attività su piccola scala e l’attività artigianale.
Le caratteristiche dell’attività mineraria su piccola scala, di tipo semi-industriale, sono tre: un importo degli investimenti compreso tra i 100.000 $ e i 2.000.000 $, delle riserve geologiche sfruttabili in un periodo non superiore a dieci anni e la meccanizzazione dell’estrazione, del trasporto e del trattamento dei minerali.
Per quanto riguarda le draghe ad aspirazione, essendo il montante degli investimenti inferiore ai 100.000 $, viene meno uno dei tre requisiti e la loro attività è considerata di tipo artigianale. Invece, per quanto riguarda le quattro draghe a catena con secchi della società cinese Kunhou Mining Group, esse riempiono tutti e tre i requisiti, poiché il costo degli investimenti ammonta a più di mezzo milione di dollari, le attrezzature sono di tipo meccanico e le riserve auree degli alvei del fiume Ulindi sono sfruttabili entro quattro anni. Quindi, l’attività mineraria svolta da questa società cinese dovrebbe essere considerata del tipo semi-industriale.
Tuttavia, secondo il Ministro provinciale delle miniere, il governo congolese considera l’attività della Società Kunhou Mining Group come un’attività di tipo artigianale.
Secondo il Direttore del Catasto Minerario del Sud Kivu, questa società non detiene alcun permesso minerario, benché necessario sia per la fase di esplorazione che per quella di estrazione. Kunhou Mining Group dovrebbe dunque rivolgersi all’ufficio del Catasto minerario per inoltrare una richiesta di permesso di esplorazione. Dopo avere constatato l’esistenza di riserve geologiche, questo permesso può essere convertito in permesso di estrazione semi-industriale.
Per quanto riguarda l’estrazione di tipo artigianale, essa dovrebbe essere effettuata in una Zona di Estrazione Artigianale (ZEA). Tuttavia, il catasto minerario provinciale non ha finora previsto alcuna ZEA ai bordi dei fiumi Ulindi e Lugulu. Inoltre, l’attività mineraria artigianale si limita ai soli cittadini congolesi e, di conseguenza, in base alla legge congolese, né gli operatori indiani, detentori di 5 draghe operative sull’Ulindi, né la società cinese sono autorizzati a svolgere un’attività mineraria di tipo artigianale.
Convalida e qualificazione dei siti minerari
Dal 20 gennaio 2014, i minerali della filiera dello stagno e dell’oro possono essere ufficialmente esportati solo se provenienti da un sito minerario convalidato e qualificato e se muniti di un certificato della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi (CIRGL).
Tuttavia, fino alla pubblicazione di questo rapporto, nel territorio di Shabunda, nessun sito minerario è stato convalidato. Di conseguenza, i minerali estratti con le draghe operative a Shabunda dovrebbero essere considerati non conformi con la certificazione di esportazione della CIRGL. Inoltre, la presenza di un gruppo armato, i Raia Mutomboki, che interferisce nel settore minerario lungo il fiume Ulindi, comporta necessariamente una convalida e una qualifica in “rosso”. Tutte le attività estrattive dovrebbero quindi essere sospese.
Circa la sospensione dell’attività estrattiva sul fiume Ulindi
La nota n. 662 CAB/PM/CEMI/AMT/20.151.263 del 4 marzo 2015 sospende tutte le attività realizzate dalle draghe sul fiume Ulindi a Shabunda, a causa del livello di radioattività superiore alla soglia prevista dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Primo Ministro si rivolge al Ministro nazionale delle miniere e, riferendosi ai risultati delle analisi dei campioni prelevati dal fiume Ulindi, arriva alla conclusione di dovere sospendere le attività delle draghe sul fiume Ulindi. In questa comunicazione, ai governatori delle province interessate (il Maniema e il Sud Kivu) è richiesto di “far cessare immediatamente l’estrazione artigianale e semi-industriale lungo questo fiume”. Purtroppo, i dettagli sulla posizione dei prelievi dei campioni, la metodologia seguita e i risultati analitici non sono ancora stati pubblicati e rimangono quindi sconosciuti all’opinione pubblica.
Secondo un agente del governo provinciale, la missione aveva prelevato dei campioni nella provincia del Maniema, sulla parte a valle del fiume Ulindi. Nessun campione era stato prelevato più a monte del fiume, nel territorio Shabunda. È quindi dubbioso che le analisi e i livelli di radioattività siano rappresentativi dell’intero corso del fiume. Inoltre, il CAMI del Sud Kivu afferma che non si è a conoscenza della presenza di alcun giacimento di uranio o di torio nei territori di Mwenga e di Walikale da cui proviene il fiume Ulindi. Un’alta concentrazione di radioattività sembra quindi improbabile a monte. In occasione del presente studio, si erano analizzati dei sedimenti del fiume Ulindi, a monte di Shabunda. I dati ottenuti attraverso un radiometro hanno mostrato dei valori tutti completamente normali e non si è trovata alcuna indicazione circa un elevato tasso di radioattività.
4. LE TASSE LEGALI E ILLEGALI
Da parte dei servizi statali
La maggior parte degli utilizzatori delle draghe ad aspirazione sono membri della FENACED. La FENACED comprende gli operatori che lavorano con draghe di fabbricazione locale e sono di nazionalità congolese. Nel mese di aprile 2015, la FENACED aveva 137 membri, fra cui alcuni utilizzavano più draghe. A volte, alcuni operatori gestiscono l’attività di una draga di proprietà di altre persone, tra cui autorità del governo, politici e ufficiali dell’esercito.
Secondo la FENACED, gli utilizzatori delle draghe pagano una moltitudine di tasse e di imposte che non hanno alcun fondamento giuridico. La legislazione finanziaria prevede soltanto la tassazione per la registrazione della draga presso la Direzione Generale delle Entrate Amministrative, Giudiziarie e Demaniali (DGRAD) e la Direzione Provinciale di Mobilitazione e di Inquadramento delle Entrate (DPMER), l’imposta sulla remunerazione e l’imposta sull’utile derivante dalla produzione, da versare alla Direzione Generale delle Imposte (DGI).
Un decreto nazionale del Ministero delle Miniere del 2014 fissa la tassa di registrazione delle draghe ad aspirazione a 3.301.900 FC (3.589 $) per le draghe da 4 a 7 pollici e a 9.434.000 FC (10.254 $) per le draghe di 8 pollici o più.
Un decreto provinciale del 2015 prevede una seconda tassa di registrazione pari a 2.000 $ per draga, senza distinzione della loro potenza. In realtà, si tratta di una doppia tassazione, contraria alla legge. Poiché le disposizioni legali a livello nazionale godono di priorità su quelle provinciali, si tratta di un errore giuridico da parte del governatorato del Sud Kivu.
Inoltre, l’Ufficio della Divisione Provinciale delle Miniere di Shabunda esigeva una tassa di registrazione di 200 $, ma essa è stata sospesa mediante una lettera del Capo della Divisione Provinciale delle Miniere del Sud Kivu, emessa in settembre 2014.
In un protocollo d’accordo tra la DGI e la FENACED, per facilitare le procedure, si è concluso che un utilizzatore di draga paghi mensilmente 30.000 FC (33 $) come imposta proporzionale della remunerazione della sua squadra di lavoro e 80.000 FC (87 $) come tassa sull’utile derivante dalla produzione (invece del 10% come previsto dalla legge).
La FENACED ha firmato un accordo anche con l’entità territoriale locale (chefferie) del Bakisi per una contribuzione di 500.000 FC / anno e per draga, denominato “tassa per lo sviluppo del territorio”. La società civile di Shabunda, però, non ha riscontrato nessuna traccia di un qualsiasi tipo di progetto per lo sviluppo realizzato con questi fondi.
I proprietari delle terre che costeggiano il fiume Ulindi sono considerati come dei concessionari da parte dell’entità territoriale locale (chefferie). Essi ricevono 500 $ per l’attracco di ogni draga e il 10% della produzione giornaliera. Se il concessionario non è lo stesso su entrambe le sponde del fiume, l’importo è condiviso tra le due parti.
Il Servizio di Assistenza e di Inquadramento dello Small-Scale Mining (SAESSCAM) impone una tassa del 10% sulla produzione giornaliera delle draghe ad aspirazione come “rimunerazione compensativa di servizi resi”. A questo proposito, non esiste alcuna base giuridica che giustifichi questa pratica. Si tratta piuttosto di un atto di concussione che, secondo il codice penale, è soggetto ad una pena di reclusione compresa tra 6 mesi e 5 anni.
La Divisione Provinciale delle Miniere chiede, ad ogni cercatore artigianale d’oro, 25 $ all’anno per ottenere il permesso di estrazione, anche se un decreto provinciale prevede solo 10 $ all’anno.
La seguente tabella riassume i dettagli delle tasse citate, generalmente riscosse in natura:
Tassa | Servizio richiedente | Contribuente | Importo | Base legale |
Tassa di registrazione della draga | DGRAD | Gestore della draga | 3.301.900 FC
(3.589 $) per una draga da 4 à 7 pollici 9.434.000 FC (10.254 $) per una draga da 8 pollici o più |
Decreti interministeriali
N° 0349 e N° 149 del 2014 |
Tassa di registrazione della draga | DPMER | Gestore della draga | 2.000 $ / draga | Decreto provinciale
n.015/003/GP/SK del 05/01/2015 |
Tassa di iscrizione
|
Ufficio della Divisione
Provinciale delle Miniere |
Gestore della draga | 200 $ / draga | Nessuna |
Imposta
Proporzionale di Rimunerazione (I.P.R.) |
DGI | Gestore della draga | 30.000 FC (33 $) / mese / draga | Nessuna |
Imposta sul
beneficio della produzione (I.B.P.) |
DGI | Gestore della draga | 80.000 FC (87 $)
/ mese /draga |
Protocollo d’accordo tra il C.I.P. e la FENACED, invece di pagare il 10 % sul beneficio della produzione |
Contributo per lo sviluppo della zona | Entità territoriale locale (Chefferie) | Gestore della draga | 500.000 FC
/ anno / draga |
Accordo verbale tra la chefferie e la FENACED |
Diritto d’attracco | Concessionario | Gestore della draga | 500 $ / attracco | Nessuna |
Imposta sulla
produzione |
Concessionario | Gruppo di lavoro della draga | 10 % della produzione | Nessuna |
Rimunerazioni
per servizi resi |
SAESSCAM | Gestore della draga | 10% della produzione | Nessuna |
Autorizzazione per estrazione
artigianale |
Divisione
Provinciale delle Miniere |
Palombaro | 25 $ / anno | Nessuna;
10 $ / anno sono già previsti nel decreto provinciale n. 015/003/GP/SK del 05/01/2015 |
Le tasse imposte ai gestori delle draghe sono molto numerose. Le modalità di ripartizione degli utili tra i vari membri delle squadre di lavoro delle draghe lasciano al gestore solo il 35% del profitto derivante dall’attività di una draga, il che rende difficile che egli possa soddisfare agli obblighi fiscali imposti dalla legge o da accordi illeciti. Non è quindi sorprendente il fatto che il gestore di una draga non riesca a pagare tutte le tasse richieste. Infatti, un agente dell’ufficio delle entrate della DPMER di Shabunda ha dichiarato che, nel 2014, solo quattro gestori di draghe ad aspirazione hanno pagato la loro quota d’iscrizione.
Anche dei responsabili della DGI del Sud Kivu hanno dichiarato che i loro agenti presenti a Shabunda non riescono a riscuotere le tasse previste. Tuttavia, in questo caso, non è affatto chiaro se sono le tasse a non essere pagate o se, invece, pur essendo pagate, esse non vengano trasferite a Bukavu. In ogni modo, si nota una notevole perdita per le casse dello Stato.
Per la continua presenza e l’appoggio della polizia delle miniere e delle Forze Armate (FARDC), il SAESSCAM sembra essere l’unica agenzia dello Stato che riesce a riscuotere quasi tutte le tasse e imposte che richiede. La stessa cosa vale anche per gli agenti dell’entità territoriale locale (chefferie) e dei concessionari che, anch’essi, si valgono dell’appoggio di forze armate.
Stimando la produzione giornaliera di ogni draga a una media di 150 g d’oro e il prezzo di vendita, a Shabunda, a 29 $ al grammo, il SAESSCAM e l’entità territoriale locale (chefferie), imponendo un prelievo del 10% della produzione, incassano 435 $ al giorno e per draga ciascuno. Per 125 draghe e 21 giorni lavorativi al mese, il SAESSCAM e l’entità territoriale locale (chefferie) incassano dunque 1.141.875 $ al mese ciascuno.
Considerando il numero di draghe nel territorio di Shabunda, il SAESSCAM incassa circa 1,3 milioni di $ al mese, mentre l’entità territoriale locale (chefferie) ne percepisce 1,6 al mese, anche se non si nota alcuna traccia di sviluppo sul territorio.
Le tasse e imposte esigite dai Raia Mutomboki e dalle FARDC non sono incluse in questa lista. Non è nemmeno inclusa la tassazione sulle draghe della società cinese Kunhou Mining Group, perché gestita a livello nazionale.
La FENACED sintetizza le modalità di ripartizione della produzione d’oro tra gli utilizzatori di draghe: il 45% della produzione dell’oro viene riservato ai diversi collaboratori all’interno della squadra di lavoro (i partner). Il 10% della produzione va al SAESSCAM e al “concessionario”. Il 35% rimane alla società, cioè l’utilizzatore della draga. Di questo 35% riservato all’utilizzatore della draga, il 20 % è prelevato dalle agenzie statali. Con il 15 % restante, l’utilizzatore della draga deve inquadrare e assistere i suoi partner, ciò che comprende, tra l’altro, la ristorazione della squadra di lavoro e la fornitura di 90 litri di gasoil e di 30 litri di benzina per il funzionamento quotidiano della macchina, per un costo di circa 400 $.
Parte | Percentuale | |
Partner | Palombaro | 20 % |
Motista | 10 % | |
Macchinista, meccanico, autista per fuoribordo | 5 % | |
Direttore tecnico, direttore finanziario | 5 % | |
Bacaneur (servizio di lavagggio) | 5 % | |
Agenzie | Concessionario e SAESSCAM | 20 % |
Società (utilizzatore della draga) | 35 % |
Da parte dei Raïa Mutomboki
Per un decennio, gran parte del territorio di Shabunda è stato occupato da gruppi armati e in particolare da delle fazioni dei Raïa Mutomboki (RM). Solo a partire dal 2011, le FARDC si sono dispiegate sul territorio di Shabunda e hanno ripreso il controllo su alcune zone.
Nonostante ciò, i RM sono ancora attivi nei dintorni della città di Shabunda e controllano gran parte dell’entità territoriale locale (chefferie) di Bakisi, comprese le rive del fiume Ulindi. I tre principali gruppi dei RM ancora operativi sono il Gruppo del Generale Cynthia (moglie del defunto generale Sisawa), il gruppo del General Kimba e quello del generale Kimusi. Diverse fonti indicano che sono quasi 50 le draghe che operano nelle zone sotto controllo dei Raïa Mutomboki. Una volta entrate nelle zone occupate dai RM, le draghe incontrano serie difficoltà a uscirne, perché i RM chiedono una somma di 4.000 $ per il passaggio di una draga. Alcuni operatori di draghe considerano questa pratica come una presa in ostaggio e hanno preferito abbandonare le loro draghe.
Il gruppo RM del generale Cynthia richiede ad ogni passante maschio, indipendentemente dalla sua età, 1.000 FC, rilasciando un pezzo di carta timbrato e denominato gettone. Il passaggio di una donna costa 3.000 FC. Inoltre, il passante deve presentare il suo libretto fiscale, un documento fiscale emesso dall’entità territoriale decentrata e venduto ai non originari della zona di Bakisi.
A Shabunda Centro, un libretto fiscale è venduto a 4.000 FC. Conoscendo la localizzazione di tutti i RM sul suo territorio, le autorità dell’entità territoriale del Bakisi inviano questi libretti di imposte ai RM. Questi ultimi li rivendono a 16.000 FC ad ogni passante che ne è privo. A volte, i RM impongono una multa di 100.000 FC a chi non è in regola. Il libretto fiscale è considerato come indispensabile, al contrario di altri documenti di identità. Inoltre, i RM esigono 10.000 FC per settimana ad ogni gestore di draga, come contributo denominato “razione”. Inoltre, i gruppi RM impongono un pagamento di 175.000 FC per draga, il 15° e il 30° giorno di ogni mese, ciò che, per le 50 draghe operative nelle zone sotto loro controllo, procura loro una somma di circa 20.000 $ al mese. Oltre alla vendita dei “gettoni” ad ogni passaggio di un utilizzatore di draghe, i RM riscuotono anche dei prelievi sulla produzione d’oro. La tassazione sulle draghe è del 20% sulla produzione. Membri dei RM la riscuotono in collaborazione con gli agenti del SAESSCAM e dell’autorità dell’entità territoriale locale (chefferie). I RM e il SAESSCAM rimangono con il 5% ciascuno e l’entità territoriale locale (chefferie) con il 10 %. Facendo i calcoli con una produzione giornaliera di 150 g d’oro per draga, i RM e il SAESSCAM ottengono quasi 8 kg d’oro al mese e l’autorità locale (chiefdom) 16 kg al mese. Alcuni agenti della chiefdom giustificano questa complicità con i RM per il fatto che, secondo loro, i RM non sono dei ribelli, ma dei semplici “ladri che non rappresentano alcun pericolo, né per l’autorità locale, né per la popolazione”. Non è certo questa l’opinione della popolazione, degli utilizzatori delle draghe, dei minatori artigianali e dei venditori ambulanti che denunciano arresti arbitrari, estorsioni di beni, abusi fisici e minacce verbali contro la popolazione locale da parte dei RM.
Prelievi
|
Quote | Numero di draghe | Entrate per i RM
($/mese) |
15° e 30° giorno | 175.000 FC x 2 | 50 | 19.021 |
Imposta sulla produzione | 5% x 150 g x 29 $/g x 21 jours | 50 | 228 .375 |
Razione | 10.000 FC / settimana x 4 | 50 | 2.174 |
Diritti di passaggio | 1.000 e 3.000 FC / persona
12.000 FC / libretto fiscale 4 000 $ / uscita |
? | |
Totale | 249 .570 |
Indipendentemente dai diritti di passaggio che i RM esigono, i calcoli mostrano che essi ottengono circa 250.000 $ al mese, come tassazione sull’estrazione mineraria mediante draghe ad aspirazione. Inoltre, i RM ottengono notevoli contribuzioni dalla società cinese Kunhou Mining Group, che opera con quattro draghe a catena con secchi, proprio nella zona da essi occupata. Si tratta di contribuzioni difficili da quantificare. È importante notare anche che le grandi entrate dei RM provenienti dall’attività mineraria sul fiume Ulindi sono ottenute in complicità con l’antenna del SAESSCAM nel sud Kivu e l’autorità locale della zona (Chiefdom) del Bakisi.
L’implicazione delle FARDC
Anche le FARDC riscuotono dei pagamenti illegali nelle zone sotto loro controllo. L’esercito è implicato in diversi modi nell’estrazione d’oro mediante draghe ad aspirazione.
Come i gruppi dei RM, anche le FARDC imponevano delle contribuzioni di 40.000 $ agli utilizzatori di draghe ad aspirazione il 15° e il 30° giorno di ogni mese, una pratica poi abbandonata.
Degli ufficiali militari sono proprietari di draghe e di case d’acquisto d’oro. Essi non si espongono apertamente, ma attraverso terze persone dietro cui si nascondono. Questi intermediari rifiutano di pagare le tasse richieste dai servizi dello Stato. Gli agenti statali del SAESSCAM, della DPMR, della DGRAD, etc. sono spesso oggetto di intimidazioni o di minacce telefoniche da parte dei rappresentanti degli ufficiali militari, proprietari di draghe. Inoltre, dei militari delle FARDC (e anche agenti della polizia mineraria) accompagnano gli agenti del SAESSCAM per ricuperare, dai titolari di draghe, il 10% della loro produzione d’oro. È il potenziale di minaccia dell’esercito e della polizia mineraria che permette agli agenti del SAESSCAM di riscuotere effettivamente questi pagamenti illegali. Infine, è noto che i soldati delle FARDC hanno venduto delle loro armi e munizioni ai RM, sostenendo in tal modo chi dovrebbe essere il loro nemico.
5. LA SOCIETÀ CINESE KUNHOU MINING GROUP
Le quattro draghe a catena con secchi sono di proprietà della società cinese Kunhou Mining Group. La società è ufficialmente operativa sul fiume Ulindi a partire da settembre 2014 e ha stabilito la sua base nel villaggio di Itemene, a 3 km da Shabunda Centro. Essa ha altre basi a Uvira e a Kamundele e sta progettando di costruire altre tre succursali. L’azienda ha assume tra 6 e 12 tecnici di nazionalità cinesi che lavorano a turno. Il loro compito riguarda soprattutto la manutenzione e il funzionamento delle macchine. Inoltre, la società ha assunto temporaneamente una squadra di personale locale di nazionalità congolese. Come riportato sopra, la produzione d’oro delle sue quattro draghe a catena con secchi è di 110 kg al mese. Ma quest’oro prodotto da Kunhou Mining Group non è venduto a Shabunda e nulla si sa sulle vie della sua commercializzazione. Nessun funzionario della provincia o dell’amministrazione delle miniere o del SAESSCAM ha contatti con le draghe cinesi. Gli agenti locali del SAESSCAM e dell’amministrazione provinciale del Ministero delle Miniere non chiedono né statistiche, né imposte agli operatori cinesi. Le statistiche sulla produzione di queste draghe non sono dunque registrate.
I rapporti con le autorità congolesi
Franck Menard, di nazionalità francese, è il principale consigliere della società e gestisce gli affari e le relazioni con lo Stato congolese, soprattutto per quanto riguarda le procedure di immigrazione del personale cinese presso la Direzione Generale delle Migrazioni (DGM). Menard aveva presentato l’azienda Kunhou Mining Group alle autorità del Sud Kivu. Diversi membri della società civile hanno riferito che, in quell’occasione, Menard aveva distribuito tangenti a funzionari governativi e a membri della società civile di Bukavu e di Shabunda, affinché non si opponessero alle attività estrattive della società Kunhou Mining Group.
I rapporti con i Raïa Mutomboki
La società cinese Kunhou Mining Group utilizza le sue draghe a circa 20 km da Shabunda, a monte del fiume Ulindi. La sua attività si svolge interamente nella zona occupata dai Raïa Mutomboki. Secondo le informazioni ottenute, le quattro draghe cinesi operano in questo settore, senza essere oggetto di intimidazioni da parte dei RM. Alcuni membri dei RM garantiscono la sicurezza del personale e delle attrezzature della società. I particolari di tale accordo tra i RM e la società cinese non sono noti. Secondo alcune testimonianze raccolte tra la popolazione, nel mese di gennaio 2015, la società cinese avrebbe fornito ai RM dei mezzi di comunicazione, del vestiario, del cibo e delle apparecchiature radio, nonché dei pagamenti in contanti in cambio dei loro servizi.
Il modo di procedere della società cinese dimostra che essa è disposta a patteggiare con qualsiasi tipo di gruppo, in maniera opportunistica, nella legalità ma soprattutto nell’illegalità.
Questa società cinese (a) opera nell’ambito di un regime artigianale, anche se, secondo la legge congolese, gli stranieri non potrebbero farlo e nonostante che il regime artigianale non corrisponda affatto al livello di industrializzazione delle sue attività; (b) opera in siti non convalidati, né qualificati dall’autorità competente e la cui produzione, sempre secondo la legge congolese, non potrebbe essere commercializzata e (c) opera in zona occupata dal gruppo armato Raïa Mutomboki, che è in conflitto con le FARDC con le quali essa collabora.
Questa società cinese pertanto finanzia le operazioni militari di un gruppo armato, con la complicità di alcune autorità amministrative e politiche che agiscono contro il loro stesso esercito. Ciò è contrario a qualsiasi concetto del dovere di diligenza di una catena di approvvigionamento responsabile, come suggerito dalla guida dell’OCSE.
6. RACCOMANDAZIONI
che il SAESSCAM, la Chiefdom del Bakisi e ogni altra agenzia dello Stato implicata cessino immediatamente di collaborare con i Raïa Mutomboki nella riscossione di imposte illegali;
che il Ministero Provinciale delle Miniere e il SAESSCAM cessino ogni loro appoggio agli utilizzatori di draghe che operano in zone occupate dai Raïa Mutomboki o che intrattengono delle relazioni con loro;
che l’Amministrazione del Territorio e il Ministero delle Miniere, in collaborazione con la FENACED, incitino gli utilizzatori di draghe a limitare le loro attività nelle zone controllate dalle FARDC e a cessarle nelle zone occupate dai Raïa Mutomboki;
che il SAESSCAM e ogni altra agenzia statale implicata rispettino la legislazione che definisce le tasse e imposte da pagare e vietino ai loro agenti di riscuotere tasse senza alcuna base legale;
che le rispettive gerarchie delle FARDC, della Polizia Nazionale Congolese e della Polizia Mineraria impediscano ai loro membri di riscuotere qualsiasi tipo di tasse o imposte;
che la DGI ufficializzi i suoi accordi con la FENACED;
che la Chiefdom del Bakisi ufficializzi le tasse relative al settore minerario artigianale; che la Chiefdom del Bakisi investa l’1,6 milioni di $, riscosso mensilmente come imposta sulle draghe ad aspirazione, per migliorare le condizioni di vita della sua popolazione;
che il SAESSCAM e la Divisione delle Miniere regolarizzino la situazione degli operai artigianali che lavorano sulle draghe, procedendo alla registrazione dei loro dati di identità e delle loro attrezzature tecniche;
che il Ministero delle Miniere studi la possibilità di convalidare e qualificare certi tratti del fiume Ulindi, in vista della legalizzazione dell’attività mineraria artigianale delle draghe, in conformità con il meccanismo regionale di certificazione della CIRGL;
che il Catasto Minerario stabilisca una ZEA dove le draghe ad aspirazione possano svolgere la loro attività in conformità con la legislazione mineraria;
che il Ministero delle Miniere chiarisca la situazione della società Kunhou Mining Group e dia accesso ai suoi statuti;
che il Ministero delle Miniere chiarisca se l’attività delle draghe a catena con secchi della società Kunhou Mining Group è considerata come estrazione artigianale o come estrazione da piccola miniera e, secondo il caso, esiga alla società di rispettare la normativa prevista;
che la Divisione delle Miniere supervisioni l’attività della società Kunhou Mining Group e sorvegli sul suo impatto ambientale, controllando l’uso di prodotti chimici nel trattamento del minerale e dei rifiuti e definendo una profondità massima di sfruttamento dei letti dei fiumi;
che la Divisione delle Miniere, in collaborazione con il coordinamento provinciale dell’ambiente e della conservazione della natura, faccia uno studio sugli impatti dell’enorme uso del mercurio sull’ecosistema acquatico;
che il SAESSCAM e la Divisione delle Miniere sensibilizzino gli operatori sugli effetti nocivi del mercurio e li incitino a ridurre al minimo o a eliminare l’uso di mercurio;
che il Ministero Nazionale delle Miniere pubblichi i risultati delle analisi effettuate sulla radioattività cui fa riferimento la nota circolare N°662 CAB/PM/CEMI/AMT/20151263 del 04 marzo 2015.
7. ANNESSO
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Note:
[1] Cf Testo originale in francese: http://cosoc-gl.org/wp-content/uploads/2015/08/15-août-2015-COSOC-GL-Etude-finale-sur-lexploitation-de-lor-par-dragues-à-Shabunda.pdf