ELEZIONI E DIALOGO

Editoriale Congo Attualità n.242_ a cura della Rete Pace per il Congo

Ritardi e tensione politica

La preparazione delle prossime elezioni procede molto lentamente e già si registrano notevoli ritardi. Tra le cause, si possono ricordare alcuni contrattempi che hanno rallentato il cammino elettorale: i tentativi fatti per modificare la Costituzione, soprattutto gli articoli che limitano a due il numero dei mandati presidenziali; i tentativi fatti per modificare la legge elettorale, condizionando l’organizzazione delle elezioni a un previo censimento generale della popolazione; l’aver voluto organizzare, in primo luogo, le elezioni locali, elezioni molto complesse per l’ingente numero delle circoscrizioni elettorali e dei candidati; l’eccessiva lentezza del Governo e del Parlamento nel proporre e nell’approvare i testi legislativi necessari per l’organizzazione delle elezioni.

Al di là delle motivazioni o giustificazioni ufficiali, a volte anche valide, il vero obiettivo mai rivelato è sempre stato quello di permettere all’attuale presidente di ricandidarsi per un terzo mandato presidenziale, interdetto dalla Costituzione, o, quanto meno, di accumulare ritardi significativi affinché egli possa rimanere al potere anche dopo il 2016.

Orchestrate dalla Maggioranza Presidenziale (MP), queste strategie hanno incontrato una forte resistenza da parte della popolazione, dell’opposizione politica, della società civile e, soprattutto, hanno fomentato una tensione politica che rende difficile l’organizzazione di elezioni pacifiche, libere, trasparenti e credibili.

La via del dialogo

Per il bene del Paese, è quindi necessario abbassare la tensione, promovendo il consenso tra le diverse parti, attraverso il rispetto della Costituzione e delle leggi vigenti. La via migliore è quella del dialogo. Dialogo all’interno della Commissione elettorale, in cui sono presenti le diverse componenti: la maggioranza presidenziale, l’opposizione politica e la società civile. Dialogo tra la Commissione elettorale e i partiti politici, attraverso il già esistente “Comitato di coordinamento tra la  Commissione elettorale e i partiti politici”.

Tuttavia, contro ogni aspettativa, all’inizio di maggio, il Presidente Joseph Kabila ha proposto un altro tipo di dialogo. Non essendo state fornite informazioni sufficienti su data, durata, luogo, partecipanti, contenuti, metodologia, finalità e obiettivi, sia l’opposizione politica che la società civile hanno accolto tale proposta con molta diffidenza, sospettando un’ennesima manovra per ottenere un rinvio delle scadenze elettorali e mantenere al potere lo stesso presidente oltre il 2016, un sospetto legittimato anche dal persistente silenzio del principale interessato.

Per un dialogo costruttivo

In ogni modo, per essere davvero utile, questo dialogo dovrà:

– svolgersi nel pieno rispetto della Costituzione, senza che essa sia strumentalizzata per interessi personali o di gruppo;

– svolgersi sotto la guida di una personalità neutra e indipendente, come lo potrebbe essere un rappresentante delle Nazioni Unite o della società civile;

– limitarsi alla sola questione dell’organizzazione delle elezioni, nel rispetto delle scadenze elettorali fissate dalla Costituzione;

– rivedere l’attuale calendario elettorale, ritenuto da molti irrealistico e irrealizzabile, soprattutto per le molte scadenze elettorali previste in un tempo troppo breve (poco più di un anno);

– cercare un consenso su un calendario elettorale più realistico e realizzabile, rinviando possibilmente le elezioni comunali, municipali e locali a dopo le elezioni presidenziali e legislative nazionali del 2016;

– assicurarsi che il governo garantisca il finanziamento di tutte le tappe elettorali;

– garantire la sicurezza della popolazione e il rispetto dei diritti umani, inclusa la libertà di espressione e di manifestazione, prima, durante e dopo ogni periodo elettorale.