Resoconto dell’incontro MINERALI DEI CONFLITTI: LA LEGISLAZIONE EUROPEA È FAVOREVOLE ALLA PACE E ALLA SICUREZZA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO?, promosso da EurAc, in collaborazione con Focsiv, AOI, AMI, Concord Italia,CIPSI, MAGIS, Chiama l’Africa, Maendeleo-Italia, Rete Pace per il Congo, Réseau européen pour l’Afrique centrale (EurAc) e svoltosi il 28 Aprile u.s. alla Camera dei Deputati, con la partecipazione dell’Onorevole Lia Quartapelle.
L’Unione europea e l’Italia hanno la possibilità di fermare il commercio illegale dei minerali che provengono dalle aree di conflitto della regione dei grandi laghi, e in particolare dalla Repubblica Democratica del Congo. Le complicità tra il governo di questo paese con le grandi compagnie minerarie e la voracità dei governi dei paesi limitrofi (Burundi, Ruanda e Uganda) sono le cause dello sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali a danno delle popolazioni locali. I continui conflitti sono alimentati da scontri di potere su queste risorse e dalla necessità di acquistare armi e di accaparrare ricchezza. Tutto ciò causa sofferenze, morti, e condizioni di vita indegne per le popolazioni locali. Molti fuggono e alcuni intraprendono lunghi e rischiosi viaggi verso l’Europa. Questa è stata la testimonianza dura e forte di Monsignor Ambongo, vescovo in Congo, durante il seminario sui minerali dei conflitti organizzato da Eurac, in accordo con l’On. Lia Quartapelle, e con l’appoggio di Focsiv e di altri organismi della società civile.
La prossima votazione del Parlamento europeo, il 18 Maggio, sul regolamento per la trasparenza nel commercio di minerali provenienti dalle aree di conflitto sarà un passo importante per la lotta contro queste complicità, come spiegato da Frédéric Triest di Eurac. È necessario che la proposta sia migliorata rendendo obbligatoria la tracciabilità e estendendo il regolamento ai diversi minerali oggetto di commercio, oggi non contemplati, nonché a tutte le imprese che fanno parte della filiera, dall’estrazione al commercio al dettaglio dei prodotti realizzati con i minerali stessi.
Questa è la posizione di tutto il Gruppo Socialista e Democratico del Parlamento europeo, come spiegato nel video messaggio dalle Onorevoli Toia e Kyenge ed è la posizione di alcuni parlamentari italiani che hanno votato mozioni e pareri a sostegno di un regolamento più ambizioso, promossi dalle senatrici Silvana Amati e Elena Fissore, che hanno chiesto un maggiore coordinamento tra parlamentari e organizzazioni della società civile per sostenere questa causa.
A sua volta Lia Quartapelle ha evidenziato come il regolamento sia importante perché va a colpire una delle cause strutturali di una instabilità che è poi tra le cause delle migrazioni. Mentre Mons. Matteo Zuppi ha dichiarato che non bisogna accettare compromessi con le lobby o mezze misure, il regolamento deve essere obbligatorio e comprensivo.
La questione è comunque complessa, perché accanto all’approvazione di questo regolamento andrebbero realizzate iniziative di cooperazione per migliorare la trasformazione artigianale locale dei minerali con un migliore impatto per la popolazione, e soprattutto uno sforzo di dialogo politico per favorire il radicamento di una alternanza democratica al governo di questi paesi, in modo da rompere le complicità, la corruzione e le mafie. Ci vuole una forte determinazione e volontà politica che non può venire dal “Club dei Presidenti” africani, come sottolineato da Mons. Ambongo, ma da una rete di movimenti e associazioni consapevoli e responsabili.
Per saperne di più scarica:
– il Dossier Focsiv Perché parlare di minerali dei conflitti?
– il Calendario della rivista del CIPSI Solidarietà internazionale MINERALI CLANDESTINI. La campagna Minerali Clandestini è promossa da Chiama l’Africa, Rete Pace per il Congo, CIPSI, Maendeleo Italia .