Editoriale Congo Attualità n. 232– a cura della Rete Pace per il Congo
L’Assemblea Nazionale dei deputati ha adottato il progetto di revisione della legge elettorale con 337 voti a favore, 8 contrari e 24 astenuti. Molti deputati dell’opposizione avevano boicottato la seduta.
La deriva dell’articolo 8
Il dibattito in Assemblea aveva suscitato lo sconcerto dei deputati dell’opposizione e anche di alcuni della maggioranza, soprattutto a proposito dell’articolo 8, secondo cui «le liste degli elettori devono essere aggiornate tenendo conto dell’evoluzione dei dati demografici e dell’identificazione della popolazione». Infatti, il primo obiettivo del progetto di legge sarebbe proprio quello di una registrazione permanente degli elettori, al posto dell’attuale registrazione periodica effettuata finora dalla Commissione Elettorale.
Il controllo sull’evoluzione dei dati demografici e l’identificazione della popolazione sono operazioni che esigono, non solo l’organizzazione di un censimento generale della popolazione, l’ultimo essendo stato realizzato nel 1984, ma anche il continuo aggiornamento del registro dello stato civile (nascite, decessi, cambiamenti di residenza, …) presso gli uffici anagrafici.
Per quanto riguarda il censimento, la sua organizzazione è stata affidata all’Ufficio Nazionale per l’Identificazione della Popolazione (ONIP), una struttura che era già stata istituita nel 2011. Tuttavia, i membri del comitato centrale sono stati nominati solo pochi mesi fa, non hanno ancora una sede propria e non hanno ancora iniziato il loro lavoro.
Sarà probabilmente molto difficile organizzare, in breve tempo, un censimento in un Paese vasto cinque volte la Francia, con molti sfollati interni in continuo movimento, con molti rifugiati provenienti da altri Paesi e non registrati presso l’Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR), con carenza di infrastrutture, forse anche di personale adeguato, e con l’incognita del finanziamento e dei mezzi a disposizione. In effetti, ci si può ben chiedere da dove proverrà il finanziamento delle operazioni di censimento dato che, appena un anno fa, il governo aveva proposto di organizzare le elezioni dei deputati provinciali non a suffragio diretto, come previsto dalla Costituzione, ma a suffragio indiretto, per risparmiare risorse economiche. E poi, quali sono i mezzi logistici e tecnici (computer, stampanti, scanner, gruppi elettrogeni, collegamento alla connessione internet, ecc.) a disposizione dell’ONIP? Sarebbe una beffa colossale se l’ONIP facesse ricorso ai mezzi di cui già dispone la Commissione Elettorale!
Pro e contro
Forse con troppa faciloneria, un deputato della Maggioranza, ha affermato che, se il governo metterà sufficienti mezzi finanziari a disposizione dell’ONIP, l’organizzazione del censimento potrebbe richiedere solo sei mesi di tempo e che, quindi potrebbe concludersi entro il mese di luglio di quest’anno 2015, per permettere l’organizzazione delle elezioni legislative e presidenziali del 2016.
Tuttavia, altri deputati dell’opposizione, e non solo, pensano che l’organizzazione del censimento richiederà almeno due o tre anni e ritengono che l’approvazione dell’articolo 8 del progetto di legge elettorale, che subordina l’organizzazione delle prossime elezioni legislative e presidenziali ai risultati del censimento, sia una manovra della maggioranza, per assicurare all’attuale presidente di prolungare il suo mandato presidenziale oltre dicembre 2016, data che segna la fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale, secondo le disposizioni costituzionali. «Come si può credere che si possano organizzare le elezioni del 2016 se, nel 2015, il censimento non è ancora stato avviato?», si chiede un deputato della maggioranza stessa che continua: «Si getta fumo negli occhi, per fare inghiottire la pillola amara. Condizionare le prossime elezioni presidenziali e legislative all’organizzazione di un censimento dimostra che non vi è alcuna volontà di organizzarle entro il 2016, come previsto dalla Costituzione».
Il carro davanti ai buoi
Tutti riconoscono la necessità e l’utilità di un censimento della popolazione, i cui risultati possano essere utilizzati dalla Commissione Elettorale per redigere le liste degli elettori e, soprattutto, per procedere ad una più equa ripartizione dei seggi dell’Assemblea Nazionale dei deputati, secondo il numero totale degli abitanti, e non dei soli elettori, che risiedono nei vari distretti elettorali.
Ciò che è ritenuto inopportuno e, quindi messo in discussione, è l’avere voluto vincolare l’organizzazione delle elezioni al controllo dell’evoluzione dei dati demografici e all’identificazione della popolazione da parte dell’ONIP, quando non è assolutamente sicuro che l’ONIP sia in grado di fornire i dati del censimento prima delle scadenze elettorali previste dalla Costituzione. Sembra che si sia messo il carro davanti ai buoi.
Una possibile via d’uscita
Ora il testo del progetto di legge approvato dall’Assemblea Nazionale dei Deputati passa al Senato per una seconda lettura. È auspicabile che i Senatori possano trovare una soluzione che garantisca al popolo il suo diritto ad avere delle elezioni trasparenti, credibili e rispettose dei tempi previsti dalla Costituzione. Come affermato da Jean Claude Katende, presidente dell’ASADHO, «la legge elettorale non può essere al di sopra della Costituzione che è la legge fondamentale dietro cui dovrebbero venire tutte le altre leggi».
Una possibilità potrebbe essere quella di continuare ad organizzare le varie elezioni sulla base dell’aggiornamento del database della Commissione Elettorale, fino al tempo in cui l’ONIP sarà in grado di fornire i dati definitivi del censimento. Una soluzione del genere potrebbe essere possibile visto che, secondo il portavoce del Governo, Lambert Mende, l’articolo 8 in questione non sarà applicato né alle elezioni locali, né alle elezioni dirette dei deputati provinciali, né alle elezioni indirette dei senatori nazionali e dei governatori delle province, perché considerate come “arretrati elettorali”, cioè come elezioni previste dopo il 2011, ma non ancora organizzate, a causa della crisi politica sorta dalle contestate elezioni presidenziali e legislative del 2011.