Rd Congo, dietro l’M23 – 3° parte: L’IMPEGNO DELLA CHIESA

Nigrizia

No alla balcanizzazione del Rd Congo. L’appello è stato lanciato in luglio dalla Chiesa cattolica congolese in occasione della 49° assemblea plenaria della Conferenza episcopale nazionale. Una delegazione, a settembre, ha espresso la solidarietà dei cattolici al popolo del Kivu.

 

La Chiesa cattolica, attraverso la Commissione giustizia e pace, guidata da Mons. Fridolin Ambongo, vescovo della diocesi di Bokungu-Ikela, non risparmia sforzi per riportare la pace nella regione del Kivu. La Conferenza episcopale del Congo (la Chiesa conta una cinquantina di diocesi) vede in queste guerre ricorrenti una minaccia di balcanizzazione o di smembramento della nazione. Ha così deciso d’inviare, a settembre, in Kivu una delegazione per esprimere la solidarietà dei cattolici (30 milioni) alla popolazione locale Inoltre, il 1° agosto, essa ha organizzato una marcia nazionale “di speranza” per la pace e contro la guerra nell’est del paese, preceduta da giornate di intense preghiere in favore della pace. Una manifestazione che ha riscosso un grande appoggio da parte del governo congolese. La decisione di organizzare questa “marcia di speranza” è stata presa dai vescovi al termine della 49ª assemblea plenaria della Conferenza episcopale nazionale del Congo nel luglio scorso. In tale occasione, i vescovi avevano detto «no alla balcanizzazione dell’Rd Congo», affermando il loro attaccamento all’unità nazionale congolese e all’indivisibilità del paese nelle frontiere scaturite dalla colonizzazione e riconosciute dalla Comunità internazionale il 30 giugno 1960.