Congo, Kabila proclamato presidente. Per il Centro Carter si tratta di «risultati non credibili»

E così, rispettando le previsioni, Joseph Kabila ha vinto le seconde elezioni presidenziali in Repubblica Democratica del Congo dopo la fine della guerra civile del 2003. Così ha decretato la CENI, la Commissione Elettorale Indipendente guidata dal pastore Ngoy Mulunda.
Il Presidente uscente si è imposto con il 48,95% dei voti contro il 32,33% ottenuto dal grande oppositore, il 79enne Etienne Thisekedi. L’annuncio della Ceni arriva con alcuni giorni di ritardo rispetto alla prevista data del 6 dicembre. Ritardi prima di 48 ore poi ancora 24 che hanno alimentato le tante polemiche e dubbi sulle frodi che la commissione elettorale avrebbe orchestrato. L’Udps, il partito d’opposizione di Thisekedi da giorni punta il dito sulla Commissione.

Così come Thisekedi che, all’annuncio di Kabila vincitore si è a sua volta autoproclamato Presidente: “Questi risultati sono una provocazione verso il nostro popolo e io li rigetto totalmente. Di conseguenza, mi considero da oggi il nuovo presidente eletto della Rdc”.

Intanto arrivano le prime prese di posizione da parte degli osservatori internazionali. Il primo a puntare il dito è il Carter Center statunitense: “Il Centro Carter ritiene che i risultati provvisori delle elezioni presidenziali, annunciati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente il 9 dicembre nella Repubblica Democratica del Congo, mancano di credibilità”, ha scritto l’organizzazione non governativa in un comunicato.

Intanto mentre i supporter di Kabila festeggiano nel paese, e si registrano scontri a Kinshasa e in altre città del paese (un morto e alcuni feriti il bilancio) tra Polizia e sostenitori di Thisekedi, l’opposizione annuncia per la settimana prossima una serie marce pacifiche di protesta. Albert Moleka segretario del partito ha detto alla Reuters che Thisekedi tuttora auspica una mediazione internazionale per risolvere l’incombente crisi. Nei giorni scorsi, senza fare nomi, i dirigenti del partito avevano parlato di una mediazione africana, escludendo in modo assoluto i paesi europei.

La Corte Suprema dovrebbe ratificare i risultati il 17 dicembre prossimo. Solo pochi giorni fa, durante una conferenza stampa in un hotel di Kinshasa, i vertici dell’Upds avevano denunciato: arresti e uccisioni da parte della polizia di membri del loro partito e manifestanti, arresti di vertici militari dell’esercito non favorevoli a Kabila, la messa in “quarantena” di alcuni giudici della Corte Suprema, l’ingresso in territorio congolese di truppe da Rwanda, Uganda e Tanzania. Come al solito, rumors, propaganda e notizie di difficile verifica si intrecciano fittissime in Congo. Forse mai come durante questa tornata elettorale. Ora la palla passa a Thisekedi e ai suoi fedelissimi. Saranno in grado di sfidare la polizia e la Guardia Repubblicana di Kabila a Kinshasa e nelle altre città strategiche del paese? La parola d’ordine è marce pacifiche. Bisogna vedere come risponderanno le forze dell’ordine. Fino ad ora non ci sono andate leggere.

Giampaolo Musumeci  (Il Sole 24 Ore)