UN PICCOLO COLPO DI TOSSE DEI VESCOVI PROVOCA UN FEBBRONE IN CERTI AMBIENTI DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
INDICE
1. UN MESSAGGIO DELLA CENCO
a. “Strappa il tuo cuore e non i tuoi vestiti. Il popolo sta ancora aspettando”
b. La reazione dell’Ufficio Comunicazioni della Presidenza
c. La riorganizzazione dei servizi della presidenza addetti alla stampa e alla comunicazione
2. IL NUOVO COMITATO DI PRESIDENZA DEL SENATO
3. ELEZIONI 2023: GIÀ IPOTETICHE?
1. UN MESSAGGIO DELLA CENCO
a. “Strappa il tuo cuore e non i tuoi vestiti. Il popolo sta ancora aspettando”
Riunitosi a Kinshasa dal 22 al 25 febbraio 2021, il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale Nazionale della Repubblica Democratica del Congo (CENCO) ha terminato i lavori con un messaggio dal titolo “Strappa il tuo cuore e non i tuoi vestiti (Gioele 2,13). Il popolo sta ancora aspettando”. Il segretario generale della CENCO, padre Donatien Nshole, l’ha consegnato alla stampa il 1° marzo 2021. Eccolo:
«Ci siamo soffermati soprattutto sui seguenti aspetti: la situazione socio-politica, la situazione socio economica e la situazione di insicurezza del nostro Paese.
Situazione socio-politica.
Abbiamo assistito alla fine della coalizione FCC – CACH di cui abbiamo più volte denunciato l’inefficacia. Ciò ha dato luogo all’avvento della Sacra Unione della Nazione e al cambiamento dei responsabili di grandi Istituzioni dello Stato.
Tuttavia, questi cambiamenti sono stati effettuati in un clima di tensione e in modo tale da sollevare interrogativi sulla moralità di quegli atti.
Pur congratulandoci con i nuovi vertici delle Istituzioni della Repubblica, li invitiamo a mettersi a lavorare nel rispetto delle disposizioni legali, privilegiando il benessere della popolazione e la coesione nazionale. L’adesione massiva alla Sacra Unione della Nazione non dovrebbe essere motivata solo dalla volontà di riposizionamento politico. Non basta cambiare semplicemente di campo politico (vestiti), è piuttosto necessario rompere con gli anti-valori e impegnarsi a favore del popolo (cuore) [cfr. Gioele 2, 13].
Per questo solo uomini e donne che abbiano dato prova di buona moralità, di esperienza e di professionalità e che si siano impegnati a favore del benessere della popolazione, meritano di essere scelti e cooptati per gestire le Istituzioni dello Stato e le imprese pubbliche. Il Popolo si sentirà frustrato se vedrà ritornare al potere quelli che hanno partecipato al saccheggio, all’insicurezza, alla violazione dei diritti umani, senza dimostrare alcun segno di pentimento e di conversione.
Siamo convinti che il benessere del popolo congolese passerà necessariamente attraverso il consolidamento della democrazia. Perciò, al fine di migliorare la governance elettorale, la riforma della legge elettorale e quella della legge sull’organizzazione e il funzionamento della Commissione elettorale dovrebbero essere tra le priorità del prossimo governo.
Situazione socio-economica.
Come tutti i paesi del mondo, anche la Repubblica Democratica del Congo (RDC) soffre degli effetti negativi del covid-19. Pur ringraziando Dio per averci finora risparmiati dal peggio, che si temeva a causa della precarietà del nostro sistema sanitario, siamo preoccupati del fatto che buona parte dei nostri connazionali continuino a negare la realtà. Ciò porta all’allentamento pressoché generalizzato delle misure di prevenzione fortemente raccomandate dalle autorità sanitarie.
Accogliamo con favore la riapertura di scuole e università dal 22 febbraio. Tuttavia, è necessario sostenere gli insegnanti, affinché possano aiutare gli alunni e gli studenti a recuperare il ritardo causato dalla lunga interruzione delle lezioni. La modicità dei salari bassi e delle spese di funzionamento, la mancata rimunerazione delle nuove unità (NU) e dei non pagati (NP) e l’inadeguatezza e la scarsità delle infrastrutture scolastiche rischiano di compromettere seriamente la qualità dell’istruzione. La Chiesa cattolica, che è riuscita ad assicurare l’applicazione della gratuità dell’insegnamento nel 98,8% delle sue scuole, resta disponibile a collaborare con lo Stato congolese per una sana gestione dell’istruzione e per il consolidamento e la sostenibilità della gratuità dell’educazione di base.
Sul fronte economico, pur riconoscendo gli sforzi compiuti dai governanti per stabilizzare il franco congolese, siamo preoccupati per il fatto che, nella vita quotidiana, la situazione della popolazione congolese non stia affatto migliorando.
Questa situazione, giustificata oggi in parte dalla crisi provocata dal covid-19, rappresenta una grande sfida per il futuro governo a cui proponiamo, come antidoto: austerità nella spesa pubblica, equilibrio tra le spese relative al funzionamento delle istituzioni e quelle destinate ai programmi di sviluppo del paese.
Inoltre, il Governo dovrebbe dotare il Paese di un’efficace politica di decentramento economico e di sviluppo regionale, capace di trasformare le province in veri e propri centri di produzione, distribuzione, scambio e consumo di beni e servizi. È sorprendente che ci si sia preoccupati della suddivisione delle province, senza investire risorse PER la loro integrazione, attraverso strade adeguate e altri mezzi di comunicazione.
Insicurezza e situazione umanitaria.
La situazione di insicurezza del nostro Paese, soprattutto nella sua parte orientale, continua ad aggravarsi sempre più, a causa della presenza di molti gruppi armati che l’Esercito Nazionale, sostenuto dalla MONUSCO, non è ancora riuscito a debellare. I frequenti massacri e sequestri di persone, l’esodo massiccio di intere popolazioni, soprattutto nel Nord Kivu e nell’Ituri e il recente assassinio dell’ambasciatore italiano, della sua guardia del corpo e del loro autista, lo dimostrano a sufficienza.
RACCOMANDAZIONI.
Di fronte all’attuale situazione del nostro paese e preoccupati del consolidamento della democrazia e del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, chiediamo:
Al popolo congolese:
– Evitare un atteggiamento di passività e di far propria una dinamica di cambiamento;
– Difendere a tutti i costi i propri diritti fondamentali;
– Non essere complici con gli autori delle violenze, evitando sentimenti tribali, etnici e di parte;
– Rispettare rigorosamente le misure di prevenzione del covid-19, per evitare un disastro che sarebbe difficile controllare.
Al Presidente della Repubblica, garante della Nazione:
– Prestare sempre maggiore attenzione nel garantire la coesione nazionale e la sicurezza su tutto il territorio nazionale;
– Garantire il rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica;
– Tener conto del profilo etico dei membri del prossimo governo e dei dirigenti delle aziende statali.
Al governo:
– Tener conto delle grida della popolazione sopraffatta dalla miseria;
– Fare tutto il possibile per colmare il divario creatosi tra la maggioranza della popolazione e una minoranza che ha concentrato nelle sue mani tutta la ricchezza del Paese;
– Includere, tra le priorità, le riforme della legge elettorale e della legge sull’organizzazione e il funzionamento della Commissione elettorale, al fine di migliorare la governance elettorale e di consolidare la democrazia;
– Fare tutto il possibile per organizzare elezioni credibili, trasparenti e pacifiche nel 2023 e non oltre;
– Regolarizzare la situazione degli insegnanti, in particolare delle Nuove Unità e dei Non Retribuiti, al fine di consolidare e perpetuare la gratuità dell’insegnamento di base.
Al Parlamento:
– Dedicarsi in via prioritaria, durante la sessione parlamentare di marzo, alla revisione della legge elettorale e di quella sull’organizzazione e funzionamento della Commissione elettorale, al fine di garantire lo svolgimento delle elezioni entro il termine costituzionale (2023) ed evitare ogni pretesto per un qualsiasi rinvio.
– Preoccuparsi dell’approvazione di leggi che contribuiscano a migliorare le condizioni di vita della popolazione».[1]
b. La reazione dell’Ufficio Comunicazioni della Presidenza
Il 2 marzo, la Direzione dell’Ufficio Comunicazioni della Presidenza della Repubblica ha reso pubblica la sua reazione all’ultimo messaggio della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO). Qui di seguito, un estratto del suo comunicato pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale:
«… Rilanciando il dibattito sull’organizzazione delle prossime elezioni costituzionalmente fissate nel 2023, è necessario interrogarsi sul motivo dello scetticismo della CENCO, poiché alcuna minima volontà di “prolungamento del mandato” è mai passata nella mente di colui al quale i Congolesi hanno affidato il loro destino attraverso le urne nel mese di dicembre 2018, il presidente Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo …
Inoltre, questo interesse da parte dei vescovi cattolici, sebbene comprensibile in un ambiente in cui le lingue si sono definitivamente sciolte grazie alla nuova leadership incarnata dal Presidente della Repubblica, riflette tuttavia un impegno eccessivo che li allontana paradossalmente dal loro sacerdozio e dai luoghi di culto. Discorsi a forte connotazione politica e contatti con oscuri movimenti; tutto questo manifesta un certo attivismo insurrezionale e, ciliegina sulla torta, un atteggiamento di parte, entrambi contrari al loro statuto sociale.
La questione dell’organizzazione delle elezioni è di competenza esclusiva della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni). L’ingerenza dei vescovi della Cenco in ciò che non rientra sotto la loro giurisdizione è semplicemente sconcertante e addirittura provocatoria, in quanto danno l’impressione di essersi trasformati da padri spirituali in agenti politici, a scapito delle loro pecore abbandonate a se stesse. Tutti ricordano le loro proteste espresse il giorno dopo la proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali di dicembre 2018 che davano come vincitore Félix-Antoine Tshiseked, proteste che riflettevano chiaramente la loro irritazione per il fatto che le cose non erano andate secondo i loro desideri.
Benché confermati dalla Corte Costituzionale, quei risultati furono contestati dai vescovi della Cenco poiché, secondo loro, non corrispondevano a quelli ottenuti dalla loro missione di osservazione elettorale. Tuttavia, la Cenco non ha mai comunicato alla Corte costituzionale le prove che potessero confermare la vittoria del suo protetto, l’eroe di Ginevra.
A questo proposito, si ricorda che la Cenco aveva addirittura preceduto la Ceni – eppure unico ente autorizzato – nella diffusione dei risultati elettorali attraverso i propri canali, violando così la Costituzione, la legge elettorale e il codice di buona condotta …
La CENCO vuole certamente portare la croce dei senza voce quando parla di insicurezza, salute, autosufficienza alimentare, buon governo, istruzione, lotta alla corruzione, ecc. Ma questi sono tutti progetti prioritari per i quali il Capo dello Stato si sta investendo anima e corpo, senza risparmiare alcun sforzo. La gratuità dell’istruzione, che non sembra soddisfare le scuole convenzionate cattoliche, è una priorità perché riguarda i nostri figli, il futuro della RDC.
A tutto questo, si aggiungono le riforme a livello istituzionale che interessano, tra l’altro, il sistema elettorale (Commissione elettorale e legge elettorale) e la fiscalità … i cui progetti di legge sono in attesa di esame in Parlamento, istituzione in cui la maggioranza è radicalmente cambiata, ciò che darà al Presidente della Repubblica la possibilità di concretizzare la sua visione a beneficio dei suoi concittadini. Si tratta di un processo che avanza e che si concluderà con l’aiuto di tutti i patrioti. Non ci sarà spazio per la magia!
Adesso che si comincia a vedere una piccola luce in fondo al tunnel, quest’ultima presa di posizione della CENCO sembra essere come un calcio sferrato su un formicaio, senza saperne esattamente le conseguenze».[2]
Il 3 marzo, in un’intervista alla stampa, il portavoce del capo dello Stato, Kasongo Mwema, ha affermato che «il comunicato della direzione dell’ufficio stampa presidenziale è stato un intervento personale che non impegna il Capo dello Stato. Se così fosse, il comunicato sarebbe stato firmato dal capo di gabinetto. È vero che è uscito un articolo firmato dalla direzione dei servizi di comunicazione presidenziale che ha seminato molti dubbi, ma non voglio entrare nei problemi di organizzazione interna. Va ammesso che quel comunicato è stato pubblicato in tutta fretta, senza probabilmente tener conto delle procedure da seguire per pubblicare un articolo del servizio di comunicazione del Capo dello Stato. Ho l’impressione che non tutte le procedure siano state rispettate».
Kasongo Mwema ha precisato che la Presidenza della Repubblica non si è mai pronunciata sulla dichiarazione dei vescovi cattolici che chiedono di organizzare le prossime elezioni entro il termine costituzionale: «Il Capo dello Stato non ha mai negato la necessità di organizzare le elezioni del 2023. I vescovi e la popolazione congolese possono rimanere tranquilli: nella mente del Capo dello Stato non c’è alcuna intenzione di oltrepassare il limite delle scadenze costituzionali». Infine, egli ha esortato tutti a non attribuire al presidente Tshisekedi delle “intenzioni inverosimili” su questo argomento.[3]
c. La riorganizzazione dei servizi della presidenza addetti alla stampa e alla comunicazione
Il 5 marzo, il presidente Félix Tshisekedi Tshilombo ha emesso due ordinanze.
La prima ordinanza riguarda l’organizzazione e il funzionamento del gabinetto del Presidente della Repubblica. Questo testo determina una riorganizzazione dei vari servizi della presidenza della repubblica. Tra i cambiamenti si nota la fusione dei servizi stampa presidenziali e dei servizi di comunicazione.
La vecchia configurazione comprendeva due servizi: comunicazione e stampa.
Il servizio di comunicazione del Capo dello Stato era incaricato di gestire l’immagine del Capo dello Stato, di preparare i contatti di Felix Tshisekedi con i media, di raccogliere dati politici e socio-culturali attraverso inchieste e sondaggi. Aveva anche il compito di contribuire all’ideazione dei discorsi e dei messaggi del Presidente della Repubblica. Questo servizio era diretto da un direttore della comunicazione assistito da un suo vice.
Il servizio stampa presidenziale era incaricato di coprire tutte le attività del Presidente della Repubblica, di diffondere le informazioni relative alle attività del presidente e del suo gabinetto e di monitorare la stampa nazionale e internazionale. Questo servizio era diretto da un direttore della stampa, coadiuvato da un suo vice.
Nel nuovo assetto, i due servizi sono stati unificati e diventano una sola cellula di comunicazione, che comprende un servizio per la stampa (scripto-audiovisivo), un altro per le pubbliche relazioni e un terzo per il digitale. L’obiettivo è quello di migliorare il coordinamento e il funzionamento dell’informazione sul Capo dello Stato.
Con la seconda ordinanza, il Presidente della Repubblica ha nominato Erick Nyindu come direttore della cellula di comunicazione della Presidenza della Repubblica. Portavoce è ancora Tharcisse Kasongo Mwema (titolare), assistito da Tina Salama (vice).
Erick Nyindu ha studiato filosofia all’Università di Bruxelles (Belgio). Dedicatosi successivamente al giornalismo, ha lavorato per Télé Matonge, Télé Bruxelles e TV5.[4]
2. IL NUOVO COMITATO DI PRESIDENZA DEL SENATO
Il 20 febbraio, il Comitato di presidenza provvisorio del Senato ha annunciato il calendario previsto per l’organizzazione delle elezioni dei membri del Comitato di presidenza definitivo:
22 febbraio 2021: concertazioni tra le forze politiche.
23 febbraio 2021: presentazione delle candidature.
24 febbraio 2021: esame delle candidature e pubblicazione della lista dei candidati approvati.
25 febbraio 2021: esame di eventuali ricorsi.
26 febbraio 2021: prima giornata di campagna elettorale (vice questore, questore e vice relatore).
26 febbraio 2021: seconda giornata di campagna elettorale (relatore, secondo vicepresidente e presidente).
2 marzo 2021: elezione e insediamento del Comitato di presidenza definitivo del Senato.
L’assegnazione geopolitica dei seggi è la seguente:
– Presidente: Gran Kivu;
– 1° vicepresidente: Gran Kasaï;
– 2° vicepresidente: Grand Équateur;
– Relatore: Gran Katanga;
– Vice relatore: Opposizione (FCC);
– Questore: Grande Orientale;
– Vice questore: Gran Bandundu.
Conviene ricordare che sei membri del precedente Comitato di presidenza definitivo si erano dimessi in seguito a mozioni di sfiducia avviate contro di essi, tranne il primo vicepresidente Samy Badibanga. Quest’ultimo, infatti, è l’unico a non essersi dimesso perché, il 5 febbraio, in seduta plenaria, i senatori avevano respinto una mozione di sfiducia che i senatori del Fronte Comune per il Congo (FCC) avevano presentato contro di lui.[5]
Il 24 febbraio, Il Comitato di presidenza provvisorio ha pubblicato la lista finale dei candidati per le elezioni dei membri del Comitato di presidenza definitivo previste per il 2 marzo. In totale, sono 17 i candidati in lizza per 6 posti da ricoprire, oltre a quello di primo vicepresidente, posto non vacante già occupato da Samy Badibanga Ntita, unico rimasto del precedente Comitato di presidenza. Nessuna candidatura è stata respinta. Ecco i candidati approvati dalla commissione presieduta dal senatore Evariste Boshab:
Presidente:
Bahati Lukwebo Modeste (dell’Alleanza delle Forze Democratiche del Congo e Alleati / AFDC-A);
2° Vicepresidente:
– Ngerengo N’vene Valentin (del Movimento di Liberazione del Congo [MLC] di Jean-Pierre Bemba);
– Endundo Bononge José (dell’Unione Nazionale dei Democratici Cristiani [UNADEC], membro di Insieme per la Repubblica di Moïse Katumbi).
– Sanguma Temongonde Mossai;
Relatore:
– Kanimbu Shindany Michel (Candidato indipendente ma anche membro della Sacra Unione della Nazione).
Vice relatore:
– Kabamba Isabelle,
– Ngudianza Nefertiti (membro della Sacra Unione della Nazione),
– Bul ’An’ Sung Nathalie (Avenir du Congo di Patrick Bolonia (ACO),
– Lelo Nzazi Rolly;
Questore:
– Bakomito Gambu Jean;
– Makangu Kabongo Erick Georges;
– Agito Amela Carole;
– Fikiri Alimasi Dieudonné;
– Bayukita Makula James (membro dell’UDPS e portavoce degli alleati – Grande Orientale).
Vice Questore:
– Mukalay Kionde;
– Ilanga Bakonga Reagan;
– Kidima Nzumba Ida.[6]
Il 2 marzo, i senatori hanno proceduto all’elezione dei membri del Comitato di presidenza definitivo.
Ecco la composizione del nuovo direttorio della camera alta del parlamento:
Presidente: Bahati Lukwebo (eletto con 89 voti su 98 votanti)
1° vicepresidente: Samy Badibanga (già membro del precedente Comitato di presidenza)
2° Vicepresidente: Sanguma Temongonde Mossai
Relatore: Kanimbu Shindany Michel
Vice Relatore: Bul ’An’ Sung Nathalie
Questore: Agito Amela Carole
Vice questore: Kidima Nzumba Ida
Il nuovo Comitato di presidenza del Senato non comprende alcun membro proveniente dalle fila di Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba, rispettivamente presidenti di Insieme per la Repubblica e del Movimento de Liberazione del Congo (MLC), che si sono neutralizzati, avendo ciascuno di loro due presentato un proprio candidato al posto di secondo vicepresidente del Senato.
In un primo turno di votazioni, il candidato di Moïse Katumbi, José Endundo Bononge, aveva ottenuto 40 voti e quello di Jean-Pierre Bemba, N’vene Gerengbo, ne aveva ricevuti 8. Il terzo candidato a questo posto, Mossai Sanguma, aveva ottenuto 49 voti.
In assenza della maggioranza assoluta, è stato necessario un secondo turno tra i primi due.
Pur essendo rimasto in gara essendo arrivato secondo, José Endundo si è ritirato, lasciando così via libera al candidato Mossai Sanguma che, rimanendo l’unico candidato, è stato eletto al secondo turno, con 85 voti, diventando secondo vicepresidente del Senato.
Al termine delle elezioni e dell’insediamento del nuovo Comitato, il suo presidente, Modeste Bahati Lukwebo, ha dichiarato conclusa la sessione straordinaria di febbraio.
Con questa elezione, il Presidente Félix Tshisekedi ha potuto portare a termine il processo di cambiamento dei vertici delle principali istituzioni del Paese.[7]
Il 5 marzo, Samy Badibanga Ntita ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico di primo vicepresidente del Senato. L’annuncio è stato dato dal presidente del Senato Bahati Lukwebo durante la cerimonia delle consegne tra il Comitato di presidenza provvisorio e quello definitivo, citando motivi di “convenienza personale”.
Secondo alcune indiscrezioni, queste dimissioni avvengono il giorno dopo l’arrivo di Moïse Katumbi a Kinshasa, dove quest’ultimo avrebbe incontrato il Primo Ministro e il Capo dello Stato. Le stesse indiscrezioni indicano che Badibanga Ntita sarebbe stato “sacrificato” per soddisfare il campo di Katumbi, deluso dei risultati dell’elezione del 2 marzo. A Samy Badibanga sarebbe stato chiesto di cedere a “Insieme per la Repubblica” il suo incarico all’interno del Comitato di presidenza definitivo del Senato, in cambio di un ministero nel governo di Sama Lukonde.[8]
3. ELEZIONI 2023 : GIÀ IPOTETICHE?
A meno di 3 anni dalle prossime elezioni, è già in corso un dibattito politico su questo tema. Soprattutto dopo la recente dichiarazione dei vescovi della CENCO sulla necessità di organizzare le elezioni “nel 2023 e non oltre”.
Il 7 marzo, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha concluso un suo seminario sul rafforzamento della logistica elettorale. Sul piano logistico, secondo il presidente della CENI, Corneille Nangaa, sarà necessario riciclare i vecchi materiali, aggiornarli e acquistarne altri, tenendo conto della revisione del registro elettorale: «alcuni materiali acquistati nel 2005, nel 2011, nel 2016 e nel 2018, ci sono ancora e, per le elezioni del 2023, occorrerà riciclarli. I kit di iscrizione degli elettori e le macchine per votare ci sono ancora, sarà solo questione di aggiornarli e di acquistarne degli altri, perché il numero degli elettori aumenterà. Si dovrà acquistare i materiali non riciclabili, come quelli monouso che vengono utilizzati una sola volta e gettati via, ma la maggior parte del materiale necessario per l’organizzazione delle elezioni è ancora disponibile». Corneille Nangaa ha aggiunto che, per il 2023, i problemi di ordine logistico costituiranno una vera e propria sfida, soprattutto per il continuo deterioramento delle strade e per il prevedibile aumento della popolazione elettorale. Secondo lui, per le elezioni del 2023, si possono prevedere circa 50 milioni di elettori, cioè 10 milioni in più rispetto a quelli del 2018. Secondo il database della CENI, le operazioni elettorali saranno effettuate nelle 26 province che costituiscono il territorio nazionale, a loro volta suddivise in zone urbane, con 32 città, 312 comuni e 2.815 quartieri e in zone rurali, con 145 territori, 734 settori, 6.085 raggruppamenti di villaggi e più di 88.000 villaggi.[9]
Il 7 marzo, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Augustin Kabuya, ha affermato che il partito del presidente Félix Tshisekedi è pronto per andare alle elezioni, ma a condizione che si proceda dapprima all’identificazione della popolazione mediante un censimento: «L’UDPS è pronta ad andare alle elezioni, ma a una sola condizione: che si possa dapprima procedere all’identificazione della popolazione, affinché si sappia chi è congolese e chi no, per evitare che ci siano disordini, come accaduto nelle elezioni precedenti».
A questo proposito, nel mese di settembre 2020, Richard Ilunga, direttore generale dell’Ufficio Nazionale d’Identificazione della Popolazione (ONIP), aveva dichiarato che il censimento generale della popolazione costerebbe circa 350 milioni di dollari. In quell’occasione, l’ONIP aveva chiesto ai deputati nazionali e ai senatori di tenerne conto nella legge finanziaria 2021. Prevista per quest’anno 2021, l’operazione avrebbe potuto concludersi in dicembre 2022, un anno prima delle elezioni.[10]
L’8 marzo, in un’intervista, un membro della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), Gustave Omba, si è detto molto scettico sullo svolgimento delle elezioni nel 2023. Egli ha spiegato il suo scetticismo per il ritardo di un anno già accumulato nei preparativi per lo svolgimento delle elezioni: «Il workshop sulla logistica elettorale che si è appena concluso non è stato che una finta: gran parte del materiale della commissione elettorale è stata privatizzata, rubata o venduta, un’altra parte si è rovinata per le cattive condizioni di conservazione». Secondo lui, questi fatti sono più che sufficienti per dire che l’organizzazione delle elezioni entro i termini prescritti dalla costituzione è già compromessa: «Il vero problema sta nella mancanza dei mezzi finanziari necessari. La legge finanziaria dello Stato non prevede grandi cifre per le elezioni e il paese sta attraversando una crisi economica molto grave. L’attuale contesto economico e sociale non permette allo Stato di avere i mezzi sufficienti. Non si sa come si potrà organizzare le prossime elezioni. Già gli agenti della CENI non sono pagati e il loro stipendio è stato ridotto del 60-70%. Occorre garantire loro migliori condizioni di lavoro … Si è già in ritardo di 11-12 mesi ed è assolutamente necessario che il Parlamento approvi il prima possibile le modalità di aggiornamento del registro elettorale … Non ci si può limitare solo alle questioni tecniche, ci sono anche questioni di natura giuridica. È necessario rivedere la legge sull’organizzazione e il funzionamento della CENI e la legge elettorale. Ma affinché queste riforme abbiano luogo, deve dapprima esserci una valutazione. È questa valutazione effettuata in Parlamento che indicherà le riforme da fare. C’è quindi un aspetto giuridico e legislativo affidato al Parlamento e uno tecnico affidato alla CENI».[11]
[1] Cf Cenco.org, 01.03.’21 http://www.cenco.org/dechirez-votre-coeur-et-non-vos-vetements-joel-213/
[2] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 02.03.’21 https://www.7sur7.cd/2021/03/02/rdc-la-sortie-de-la-cenco-apparait-comme-un-coup-de-pied-gratuit-dans-une-fourmiliere
[3] Cf Siméon Isako – Cas-info.ca, 03.03.’21
[4] Cf Actualité.cd, 06.03.’21
[5] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 19.02.’21; Berith Yakitenge – Actualité.cd, 21.02.’21
[6] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 24.02.’21; Siméon Isako – Cas-info.ca, 24.02.’21
[7] Cf Actualité.cd, 02.03.’21; Jephté Kitsita – 7sur7-cd 03.03.’21
[8] Cf Actualité.cd, 05.03,’21; mediacongo.net, 05.03.’21
[9] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 08.03.’21; Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 07.03.’21
[10] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 08.03.’21
[11] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 09.03.’21