PER L’ESERCITO, CON L’ESERCITO E COME L’ESERCITO
L’eccezionale ascesa di Guidon Shimiray e dell’NDC- R (2)
Gruppo di Studi sul Congo (GEC)
13 maggio 2020
(2ª Parte)[1]
INDICE
5. GUERRA PER PROCURA, GOVERNANCE SPERIMENTALE E AUTORITÀ ESTRATTIVA
5.1. Guerra per procura e alleanze: transazioni, cooptazione e operazioni parallele
5.2. L’NDC-Rinnovato come agente dell’esercito congolese
5.3. Governance, legittimazione e ideologia dell’NDC – Rinnovato
5.4. Affari, fiscalità e monopoli
5.4.1.Ticket, contributi di guerra e razioni militari
5.4.2. L’estrazione dell’oro e altre attività minerarie
5.4.3. Monopoli locali sul commercio al dettaglio
5.4.4. Altre tasse ed entrate
6. CONCLUSIONE
5. GUERRA PER PROCURA, GOVERNANCE SPERIMENTALE E AUTORITÀ ESTRATTIVA
Dopo cinque anni di esistenza, il Nduma Defence of Congo – Rinnovato (NDC-R) è diventato uno dei gruppi armati più temibili dell’est della RD Congo. Tre fattori possono spiegare la sua espansione e il suo spettacolare successo: il subappalto delle operazioni militari da parte delle FARDC, un’organizzazione relativamente sofisticata e multietnica e la sua capacità di sfruttare sia le rivendicazioni che le risorse locali.
5.1. Guerra per procura e alleanze: transazioni, cooptazione e operazioni parallele
Da quando, nel 2015, Kinshasa ha deciso di attaccare le Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda (FDLR), l’esercito ha fatto ricorso ad alleanze di vario tipo e condotto varie offensive per procura. Tuttavia, nessuna di esse è stata così ben organizzata come la sua collaborazione con l’NDC-R. Tale collaborazione era già stata notata durante le operazioni dell’NDC-R nel Sud Lubero e divenne ancor più evidente mentre Guidon Shimiray progrediva verso il nord Masisi. Tale strategia non è inusuale per l’esercito congolese. Negli ultimi 25 anni di conflitti constatati nell’est della RD Congo, i principali belligeranti hanno cercato di espandere il loro potere attraverso alleanze e procure. Sebbene tra il 1996 e il 2013, i paesi della regione abbiano svolto un ruolo cruciale, da allora in poi le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) (l’esercito congolese) sono diventate la più importante fonte di appoggio per i diversi gruppi armati.
Questo appoggio è stato essenziale per l’evoluzione dell’NDC-R, sebbene gli ufficiali delle FARDC abbiano spesso negato qualsiasi tipo di una loro eventuale collaborazione. Tuttavia, in privato, alcuni ufficiali delle FARDC hanno ammesso di aver talvolta collaborato, fornendo delle munizioni per armi di piccolo calibro. Un ex alto funzionario dell’intelligence militare lo ha espresso in modo molto diplomatico: «Non si tratta di operazioni congiunte, ma parallele».
La seguente testimonianza di un combattente NDC-R è più esplicita e diretta: «Non abbiamo avuto alcun conflitto con le FARDC perché “biko wazazi Yetu “(sono i nostri genitori). A volte, con certe unità dell’esercito “ci siamo scambiati” (cambio di guardia) determinate postazioni. Abbiamo anche degli accordi su chi prende quale posizione. Quando ci incontriamo con qualche unità delle FARDC, ci intratteniamo ben volentieri con loro e beviamo qualcosa insieme. Possiamo transitare per le zone FARDC con le nostre armi. Quando, combattendo contro la CMC / FDLR, abbiamo esaurito le munizioni, le FARDC ci hanno aiutato. Stessa cosa durante le nostre operazioni contro il CNRD».
L’NDC-R ha usufruito di un appoggio materiale e logistico, di un patto di non aggressione e di numerose complicità sul piano fiscale, spesso sotto forma di “joint venture” con alcuni comandanti delle FARDC. Salvo alcune rare eccezioni, come gli scontri di Kagheri e Kasugho in agosto 2018 – avvenuti perché l’NDC-R era convinto che fossero state le truppe delle FARDC ad incitare la popolazione locale a non pagare certe tasse (illegali), essendo le due forze in competizione tra loro per l’estrazione dell’oro in alcune miniere del posto – tra l’esercito e le truppe dell’NDC-R non sono mai stati segnalati scontri rilevanti.
Questa collaborazione si basa spesso su relazioni personali tra ufficiali dell’esercito e comandanti dell’NDC (ora NDC-R), spesso entrambi implicati nelle stesse operazioni di racket. Durante la fase iniziale (2011), l’NDC si era appoggiato su ufficiali dell’ex CNDP integrati nell’esercito e posti sotto il comando di Bosco Ntaganda, tra cui i colonnelli Bahame e Kijenga, che hanno fornito un loro appoggio attraverso la milizia di Erasto Ntibaturana, attiva nel nord Masisi. Inoltre, l’NDC aveva dei legami con ufficiali di Walikale, come Kasikila, Bindu e altri e, probabilmente, anche con altri comandanti di alto livello dell’esercito, sebbene non sia stato possibile ottenere prove definitive.
Quando Guidon Shimiray si separò da Sheka, un certo numero di ufficiali delle FARDC con sede a Walikale, appoggiò la creazione dell’NDC-R, proprio come altri ufficiali delle FARDC contribuirono ad innescare il dissenso all’interno dell’APCLS.
Perché le FARDC appoggiano l’NDC-R, nonostante i rischi che vi sono associati? Sembra che ci siano diverse ragioni. Paradossalmente, può essere più vantaggioso utilizzare dei gruppi armati che le truppe delle FARDC, in quanto ciò permette agli ufficiali delle FARDC di inviare delle forze in zone difficili da raggiungere. Le FARDC attuali sono un amalgama di ex belligeranti e di gruppi armati che vi sono stati integrati durante la transizione (2003 al 2006) e nel periodo posteriore. Il risultato è un mix di diverse catene di comando e di obbedienze. Inoltre, l’esercito congolese dispone di risorse molto limitate. È il terzo esercito più grande dell’Africa sub-sahariana, ma si colloca al 38° posto in termini di spese militari.
La mancanza di mezzi è accentuata dalla corruzione e dalla disorganizzazione. I battaglioni sono spesso a corto di personale rispetto alle liste ufficiali, gli stipendi arrivano raramente puntuali al fronte e i comandanti sul posto lamentano frequenti malversazioni dei fondi sbloccati. Inoltre, i comandanti delle FARDC sono spesso diffidenti nei confronti delle loro proprie truppe subalterne, a meno che non facciano parte delle rispettive catene parallele di comando.
A livello delle truppe, la qualità della leadership militare varia secondo i comandanti e il morale è spesso compromesso da problemi logistici, in particolare per quelle dispiegate lontano dai centri urbani. Tutto ciò è la conseguenza, almeno in parte, della strategia messa in atto dal governo e dagli alti ufficiali militari, per evitare che un esercito più forte metta in pericolo la loro stessa sopravvivenza. Un esercito frammentato è più facile da controllare. L’uso della guerra per procura è anche una fonte di reddito per gli ufficiali dell’esercito, che possono trarre sostanziali profitti dal commercio illegale di minerali e di altre merci.
L’utilizzazione del sistema “per procura” permette quindi di aumentare l’efficienza e di ridurre i costi. Tuttavia, se questa strategia ha permesso di infliggere una serie di sconfitte alle FDLR, essa ha però avuto molteplici effetti collaterali pericolosi, esacerbando la violenza etnica. Sul campo di battaglia, da un lato c’era una serie di milizie Nyanga, Nande e Kobo che affrontavano, su un altro lato, le FDLR e le loro milizie satellitari, tutte radicate nella comunità hutu congolese. Ciò ha creato un ciclo di violenza brutale che ha provocato la morte di centinaia di civili. Questo approccio ha anche eroso la legittimità del governo. La mancanza della presenza e dell’azione delle FARDC in queste zone ha progressivamente minato l’autorità dello Stato. Inoltre, come altre forze ausiliarie, l’NDC-R ha iniziato a promuovere e a difendere i propri interessi e obiettivi, a tal punto che, a lungo termine, potrebbero discostarsi da quelli dei leader delle FARDC. Ciò potrebbe in definitiva costringere le FARDC a scontrarsi con un ex alleato, con il rischio di subire gravi perdite causate da armi e munizioni che precedentemente erano state in loro dotazione, o a cercare un altro sostituto, capace di contrastare un suo ex partner diventato nuovo avversario.
Le accuse di collaborazione tra il governo ruandese e l’NDC-R sono più difficili da confermare. Fino a poco tempo fa, il portavoce dell’NDC-R viveva a Gisenyi e diceva che non aveva mai avuto difficoltà a comunicare con i capi del gruppo sul posto. Come altre figure dell’NDC-R, si vantava anche di fare viaggi regolari a Kinshasa e di organizzare riunioni dell’NDC-R in Ruanda.
Benché queste affermazioni non possano essere verificate, altre tre fonti hanno affermato che il Ruanda ha fornito un appoggio materiale all’NDC-R attraverso le FARDC. Poiché molte altre fonti hanno apportato delle informazioni sull’appoggio delle FARDC fornito all’NDC-R attraverso unità militari comandate da ufficiali ruandofoni, non è sicuro che l’NDC-R di Guidon abbia ricevuto un sostegno diretto dall’estero. Un alto comandante dell’NDC-R ha così descritto le relazioni con il Ruanda: «Attualmente riceviamo un supporto materiale (armi e munizioni) dalle FARDC e collaboriamo bene con i Ruandesi – in effetti, per la sua sicurezza, il nostro portavoce vive in Ruanda. Per le loro operazioni, le FARDC ricorrono a noi. Non riceviamo denaro, ma piuttosto un appoggio logistico, attraverso il reggimento FARDC di Kitchanga. Siamo degli alleati».
Il Ruanda ha una lunga storia di appoggio a gruppi armati dell’est della RD Congo. Generalmente, il Ruanda ha concentrato i suoi aiuti sui gruppi che hanno le loro radici nella comunità ruandofona, ma li ha orientati anche verso altri gruppi, con l’obiettivo di mantenere la sua influenza nella regione, ottenere informazioni e compiere attacchi mirati, in particolare contro le FDLR.
5.2. L’NDC-Rinnovato come agente dell’esercito congolese
Dopo la sua espansione in gran parte del Sud Lubero, alla fine del 2018 l’NDC-R ha iniziato a penetrare anche nel nord Masisi, sempre con l’appoggio delle FARDC. Nelle zone controllate dalle FARDC, i combattenti dell’NDC-R possono spostarsi con molta libertà e, in occasione di parate militari, indossano i diversi tipi di uniformi dell’esercito regolare. In varie località, le due forze si sono scambiate consensualmente il controllo su alcune postazioni e hanno effettuato congiuntamente delle operazioni di pattuglia. Le FARDC concedono facilmente il via libera ai membri dell’NDC-R, anche quando portano l’uniforme, permettendo loro di passare attraverso i checkpoint ufficiali con armi e munizioni. Gli ufficiali dell’NDC-R si incontrano con i loro omologhi delle FARDC, per pianificare insieme determinate operazioni militari o per discutere di altre questioni. Frequentemente, le FARDC utilizzano i loro veicoli per trasportare combattenti NDC-R e le loro merci.
Un comandante dell’NDC-R ha dichiarato: «Le FARDC sono delle alleate dell’NDC-R e ci danno un grande appoggio. Il 6 gennaio 2019 ci hanno fornito un carico di armi e munizioni, per attaccare il quartier generale delle FDLR [CNRD] a Faringa […]. Riceviamo spesso materiali e istruzioni dalle FARDC. Il reggimento del colonnello Yves Kijenga stanziato a Kitchanga collabora con noi, invia regolarmente una sua delegazione per incontrarci e discutere. Il suo addetto alla logistica ci porta vari tipi di materiali. Anche il reggimento di Nyanzale ha ricevuto ordini dalla 34ª Regione Militare di cooperare con noi. La loro gerarchia a Kinshasa ci conosce bene e il nostro coordinatore vi si reca regolarmente, per incontrarsi personalmente con i vari ufficiali».
Un’altra fonte locale residente nel Masisi ha riferito: «Vicino a Kitchanga, c’è un checkpoint delle FARDC in cui dei membri dell’esercito regolare e dell’NDC-R si incontrano spesso per un drink. Alcune volte si sono incontrati presso l’hotel Nyarusumba di Kitchanga, per preparare insieme delle operazioni militari congiunte. Io stesso ho assistito ad un distribuzione delle uniformi delle FARDC. Mapenzi, Poyo e altri erano nei dintorni. Esistono molti modi per distinguere l’NDC-R e le FARDC: i combattenti NDC-R parlano lo swahili con un accento kinyanga, molti di loro usano prodotti cosmetici per sbiancare la pelle e hanno i capelli intrecciati. A Kalembe, la popolazione [deve] acquistare dei ticket dell’NDC-R, nonostante la presenza delle FARDC in città. In marzo 2019, a Ngingwe, le FARDC hanno effettuato delle operazioni contro l’APCLS, ma in seguito l’NDC-R ha ripreso le posizioni precedentemente conquistate dalle FARDC».
Un altro comandante dell’NDC-R ha così descritto le loro relazioni con i militari delle FARDC: «L’NDC-R non è contro il governo, siamo dei rivoluzionari che vogliono integrarsi nell’esercito nazionale. Non possiamo considerare l’esercito nazionale come nostro nemico. I nostri unici nemici sono le FDLR, che sono nemiche anche delle FARDC. L’NDC-R e le FARDC hanno un nemico comune e, quindi, tra l’NDC-R e le FARDC c’è una buona collaborazione. Le autorità sanno dove siamo e, quando collaboriamo in operazioni anti-FDLR, ci rendono visita. Il loro appoggio è importante. Noi possiamo andare ovunque ci siano delle operazioni contro i nemici dello stato». L’NDC-R ha potuto beneficiare anche delle defezioni registrate presso altri gruppi armati contro cui stava combattendo, tra cui alcuni della comunità hutu, come il CNRD e diversi Nyatura.
5.3. Governance, legittimazione e ideologia dell’NDC – Rinnovato
Come per l’esercito congolese stesso, sarebbe sbagliato considerare l’NDC-R come un’impresa puramente militare. Gli obiettivi dei gruppi armati, le loro alleanze e le loro relazioni con le comunità locali sono profondamente modellati dalle dinamiche sociali ed economiche delle zone in cui nascono e operano. Nell’est della RD Congo, la resistenza armata tende a configurarsi come resistenza contro gli “estranei” o gli “stranieri”, che potrebbero essere identificati con il governo centrale, o con un gruppo armato rivale o, spesso, con i membri della comunità ruandofona. Tuttavia, i gruppi armati adottano spesso l’idea di una governance di tipo statale o rivendicano una legittimità generale simile a quella di uno stato. Ciò li porta a imitare le pratiche dello Statali, come quelle relative al fisco e alla tassazione.
Rispetto alla maggior parte degli altri gruppi armati dell’est dalla RD Congo, l’NDC-R è riuscito a istituire delle strutture di governance locale, che gli hanno permesso di ottenere legittimità (almeno secondo una parte della popolazione) e di comunicare meglio i suoi obiettivi. Il pilastro di questa governance è stata la sua coesione militare, che – pur tra le tensioni sopra descritte – è rimasta pressoché intatta, nonostante la sua espansione territoriale e l’integrazione di altri gruppi armati di origini diverse. Man mano che cresceva, l’NDC-R ha elaborato una serie di documenti di governance che, oltre alle sue rivendicazioni, presentano il suo orientamento politico su questioni chiave.
Uno dei maggiori aspetti dell’identità del gruppo è quello relativo al bisogno di autodifesa proprio delle comunità autoctone nei confronti delle FDLR. Se, da un punto di vista interno, la separazione dall’NDC e la creazione dell’NDC-R venivano motivate per i fallimenti di Sheka, la legittimità esterna dell’NDC-R si basava sulla lotta contro le FDLR. L’uso di sentimenti anti-ruandesi è tipico di molti gruppi armati congolesi, ma l’NDC-R è – ad eccezione dei Raia Mutomboki, molto meno strutturati – uno dei pochi gruppi ad aver potuto abbinare la sua retorica all’azione.
Si possono quindi osservare diversi tipi di giustificazione: a Walikale, l’NDC-R sottolinea le sue radici autoctone all’interno della comunità Nyanga e, al di fuori del suo territorio, fa prevalere il sentimento anti-ruandese. Un combattente riassume perfettamente l’ideologia dell’NDC-R: «L’ideologia è quella di combattere le FDLR e i loro alleati e di proteggere le comunità autoctone del Nord Kivu. Inoltre, stiamo lottando per far arrivare la voce di Walikale a livello provinciale e a quello nazionale. Le ricchezze di Walikale devono servire innanzitutto per la crescita e lo sviluppo economico del territorio di Walikale».
Nonostante questa nobile retorica, il gruppo ha mostrato un grande autoritarismo nei confronti delle popolazioni locali, specialmente durante le fasi di avanzata, quando era necessario stabilire un nuovo ordine. I vertici dell’NDC-R hanno cercato di giustificare il ricorso alla violenza affermando che, all’inizio della loro espansione verso il territorio di Lubero, non era ancora stato messo a punto alcun codice di condotta. Uno di loro ha ammesso: «il saccheggio era la fonte più importante delle nostre entrate». Solo successivamente, l’attuazione di un sistema fiscale basato sul pagamento di ticket e su diversi monopoli, soprattutto nei pressi delle zone minerarie, ha creato fonti di reddito più stabili e meno violente. Questo sistema ha permesso all’NDC-R di spostare il suo centro operativo da Lubero a Masisi, senza perdere la sua influenza nelle zone in cui è istituita l’autorità statale.
Nella maggior parte delle zone in cui l’NDC-R agisce, le istituzioni dello Stato rimangono ancora vigenti. Spesso l’autorità locale viene negoziata tra ribelli e capi locali, funzionari dell’amministrazione e altre istituzioni statali. Ad esempio, all’avvicinarsi delle elezioni del 2018, l’NDC-R ha arrestato un agente della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) di Walikale, perché l’NDC-R e le autorità locali non avevano trovato un accordo sul luogo in cui gli elettori avrebbero dovuto registrarsi. Nei casi di violazione della legge congolese, l’NDC-R può inviare i trasgressori davanti le istituzioni governative, come le FARDC o la PNC delle zone confinanti con il territorio dell’NDC-R, o i tribunali tradizionali e statali locali noti come “tribunali di pace”. Ma l’NDC-R si occupa egli stesso di altre questioni. Nel Sud Lubero, per esempio, l’NDC-R gestisce la maggior parte dei centri di detenzione, strutture spesso improvvisate.
L’NDC-R ha un approccio altrettanto variegato nella propria organizzazione interna, mantenendo un grado relativamente elevato di differenziazione, con gerarchie e responsabilità militari chiare. Ciò ha reso il gruppo più efficiente, gli ha permesso di acquisire un territorio molto più ampio rispetto alle altre milizie e ha condotto a un certo livello di appoggio popolare, data la sua capacità di controllare e proteggere efficacemente un’ampia zona, nonostante i vari comportamenti scorretti di alcuni suoi membri.
La questione della ripartizione delle entrate è essenziale per la sua coesione interna. L’NDC-R centralizza la maggior parte delle entrate, per poter poi inviare gli stipendi e i fondi necessari per le operazioni alle sue unità sul posto. In caso d’urgenza, i comandanti possono richiedere un’autorizzazione per utilizzare direttamente le entrate, per esempio: per acquistare munizioni dai comandanti delle FARDC. Prima che Sheka e Guidon si separassero, gli ufficiali superiori ricevevano 150.000 FC al mese (circa 90 $) e potevano esercitare il monopolio nel commercio al dettaglio di determinati beni. L’NDC-R ha temporaneamente raddoppiato gli stipendi degli ufficiali superiori, ma poi li ha ridotti a 120.000 FC (75 $), accompagnati da alcuni benefici aggiuntivi, come il controllo di settori specifici del commercio locale. I membri di base ricevono tra 10.000 e 40.000 FC (da 6 a 25 $) mensili. Benché alcune fonti affermino che questi salari sono spesso pagati in ritardo, la loro esistenza è generalmente insolita per i gruppi armati dell’est della RD Congo.
Il sistema finanziario (entrate e salari) dell’NDC-R è gestito da un ramo amministrativo del gruppo. In collaborazione con il capo dell’amministrazione generale del movimento, il colonnello Mwissa Hangi, e con l’autorizzazione finale di Guidon Shimiray, gli agenti fiscali delle “brigate” e dei “settori” organizzano la riscossione e la ridistribuzione delle tasse tramite i comandanti di basso livello dell’NDC-R e delle autorità locali cooptate. Il coordinatore finanziario generale riceve tutti i ricavi e, dopo l’approvazione di Guidon, distribuisce le spese di ciascuna brigata. Questi amministratori gestiscono anche il sistema del pagamento dei ticket da parte della popolazione.
Il carattere multietnico dell’NDC-R lo distingue dagli altri gruppi armati congolesi che, generalmente, reclutano i loro membri in un’unica comunità etnica. Benché l’NDC-R sia iniziato come un gruppo essenzialmente Nyanga, la sua composizione interna è cambiata man mano che cresceva, incorporando ufficiali Hutu (come Batachoka), Kobo (come Tondeuze) e Hunde (come Mapenzi o Poyo). Ciò è dovuto in parte alla sua popolarità, basata sulla lotta contro le FDLR e sul ripristino di un’autorità locale “autoctona”, oltre alla sua politica di integrazione di altri gruppi armati. Questi due fattori hanno contribuito ad attrarre combattenti Hunde e Nande, in particolare le truppe dell’APCLS sotto Mapenzi e dell’UPDI. Durante la sua ultima espansione nel nord Masisi, l’NDC-R è riuscito a reclutare anche diversi gruppi Nyatura, grazie a una combinazione di motivazioni finanziarie e di pressioni militari.
5.4. Affari, fiscalità e monopoli
Nelle zone da esso controllate, per facilitare il flusso delle entrate, l’NDC-R impone delle tasse sulla maggior parte delle attività economiche e incoraggia l’emergere di monopoli commerciali. Nell’esercizio di queste attività, il gruppo collabora con altri attori, tra cui le autorità locali, altri gruppi armati e le unità dell’esercito nazionale. Guidon (ex ufficiale delle FARDC) e alcuni dei suoi principali collaboratori hanno stabilito e mantenuto stretti legami con dei comandanti dell’esercito e alcuni di questi legami sembrano essere correlati ad interessi economici. Questi accorgimenti sono tutt’altro che nuovi. Per esempio, prima di Sukola II, per commercializzare il carbone nei dintorni di Goma, le FARDC si servivano delle FDLR.
5.4.1.Ticket, contributi di guerra e razioni militari
Sull’insieme del territorio da esso controllato, l’NDC-R si è staccato da un’impostazione economica puramente basata sulle risorse e ha creato un sofisticato sistema fiscale, professionalizzando il noto sistema di tassazione dei ticket, già applicato da molti altri gruppi armati. Le persone civili di età compresa tra i 15 e i 59 anni devono pagare un ticket mensile – ricevuta fiscale – di 1.000 franchi congolesi (0,6 $) e conservarlo, per dimostrare di averlo pagato. I veicoli (30.000 franchi congolesi, pari a 19 $) e i trasportatori di merci, come la carne, devono pagare di più. In caso di mancato pagamento, vengono applicate delle multe di 10.000 FC (6 $) o più, se non addirittura la detenzione o una punizione corporale. L’NDC-R riscuote queste tasse nella maggior parte delle zone sotto suo controllo.
I combattenti verificano che i cittadini siano dotati di questi ticket – in alcuni luoghi chiamati “memory card” – sia in modo personale che su posti di blocco stradale. Ogni ticket è valido solo per una zona e un periodo specifici. Per potere operare, i commercianti devono registrarsi presso l’NDC-R e pagare una parte dei loro profitti o delle imposte fisse. I ticket vengono prodotti in modo centralizzato sotto la supervisione di Guidon, ma vengono poi distribuiti e fatti pagare in modo decentralizzato. La raccolta delle entrate è organizzata alla fine del mese dai comandanti locali che, spesso, emettono i ticket tramite i capi locali. Come avviene anche con altri gruppi armati dell’est della RD Congo, ogni ticket ha una data e un timbro. Fino a luglio 2019, l’NDC-R ha esentato insegnanti, studenti e impiegati statali ma, da allora, ha revocato tale esenzione. Spesso, la riscossione delle imposte comporta abusi e violazioni dei diritti umani. Ad esempio, in luglio 2019, a Muhanga, un insegnante è stato ucciso perché aveva rifiutato di pagare. In rappresaglia, il combattente NDC-R responsabile si tale omicidio è stato bruciato vivo dalla popolazione stessa.
Prima e dopo le operazioni militari, l’NDC-R raccoglie dei contributi per pagare i combattenti o acquistare munizioni. Le popolazioni locali devono consegnare del cibo alle unità basate nel loro quartiere. Per poter operare senza subire attacchi o minacce, le grandi fattorie o ranch – poche nella zona controllata dell’NDC-R – pagano delle tasse forfettarie. Di tanto in tanto, l’NDC-R impone una tassa denominata “contributo di guerra” (mukongoro, “raccolta”), che può variare da 3.000 a 6.000 FC (1,8 – 3,6 $). Questa tassa – e il ticket di accompagnamento – non sostituiscono la normale imposta mensile. Inoltre, nel territorio occupato dall’NDC-R, attraverso i nyumbakumi (dieci case) – la più piccola unità amministrativa di ogni villaggio – ogni settimana ciascuna famiglia deve fornire una razione alimentare (farina di mais o di manioca, fagioli, olio di palma, …). I capi locali raccolgono anche altri beni, come petrolio, sapone e sale dai commercianti locali, per poi consegnarli al comandante NDC-R locale. I minatori artigianali pagano una tassa di 7.000 FC (4,30$) al mese. Queste entrate ottenute attraverso il pagamento di ticket e tasse, i contributi di guerra e le razioni alimentari, hanno consentito all’NDC-R di pagare regolarmente i salari dei combattenti, ciò che ha trasformato il gruppo nel “datore di lavoro” più attraente che tutte le altre milizie, che raramente pagano degli stipendi e che, se lo fanno, lo fanno in modo molto saltuario, ciò che favorisce atti di saccheggio, estorsioni e soprusi da parte dei combattenti.
5.4.2. L’estrazione dell’oro e altre attività minerarie
A Walikale, l’NDC-R ha recuperato la maggior parte delle precedenti attività minerarie di Sheka e la sua espansione nel Sud Lubero gli ha permesso di accedere a numerose miniere d’oro artigianali localizzate nelle zone di Kasugho e Kagheri. Inoltre, l’NDC-R controlla e tassa l’approvvigionamento in prodotti alimentari e in altri beni di prima necessità da parte dei minatori della zona. Prima dell’arrivo dell’NDC-R nel 2015 e dell’apparizione dei Mai-Mai Mazembe, la zona di Kasugho era stata sotto il controllo delle FDLR e FARDC per oltre un decennio.
In queste zone minerarie, le istituzioni dello Stato sono spesso presenti, ma sono troppo deboli per poter resistere davanti a gruppi armati come l’NDC-R. Documenti confidenziali delle Nazioni Unite lasciano trapelare che in altri luoghi, come Vuyinga e Makokwando, il controllo minerario è spartito tra l’NDC-R e le FARDC.
Secondo una fonte della società civile, il gruppo controlla più di un centinaio di siti minerari nella sola regione di Walikale. I minatori artigianali delle aree controllate dall’NDC-R pagano le tasse in base alla loro produzione e al loro reddito. Nella miniera di Musigha (Lubero), ad esempio, un capo locale deve pagare 5 grammi d’oro al mese, mentre i minatori pagano l’equivalente di circa 10.000 FC (6 $) in oro. Il mancato pagamento delle tasse può comportare multe che vanno dai 5 ai 15 grammi d’oro. In altre miniere ci sono anche delle tasse mensili, spesso presentate con eufemismi come “razione” o “sabuni” (sapone). In generale, queste imposte vengono riscosse verso la fine del mese, per un montante di circa 10.000 FC (6 $).
L’NDC-R impone anche altri pagamenti o restrizioni. I minatori e i commercianti locali devono registrarsi attraverso un sistema simile a quello istituito dalle agenzie governative, per ottenere i relativi permessi di attività e di commercio. Inoltre, l’NDC-R controlla gli intermediari che acquistano l’oro dai minatori. Il gruppo esige “permessi commerciali” anche per altri imprenditori, come i commercianti di prodotti alimentari e di altri beni.
Tra le miniere d’oro dell’area controllata dall’NDC-R, si possono citare quelle di Kitowa, Fatua, Oninga, Yama, Kanaana e Makokwando, alcune delle quali si trovano molto distanti dalla strada principale e raggiungibili solo a piedi, dopo diversi giorni di cammino. Sono migliaia i minatori che lavorano nell’estrazione alluvionale e artigianale dell’oro, principalmente lungo i fiumi Tayna e Lubero. In diverse zone minerarie, i profitti sono talvolta estremamente elevati. A Musigha, per esempio, vengono prodotti 32 kg d’oro al mese, equivalenti a circa 15.000 $ sul mercato locale (rispetto ai 48.000 $ per chilogrammo d’oro raffinato sul mercato internazionale). A Yama, un altro sito minerario, non ci sono monete, perché tutto è pagato in oro. I minatori pagano anche il vitto e l’alloggio dei combattenti per un valore corrispondente fino a 14.000 FC al mese (8 $). In cambio, dopo gli attacchi delle FDLR, il villaggio è stato ricostruito dall’NDC-R.
Da queste zone minerarie remote, gran parte dell’oro viene trasportato a Kasugho, una città accessibile in auto, a partire dalla strada principale Goma-Butembo.
Attraverso intermediari locali residenti a Kasugho, la maggior parte dell’oro viene trasportato nelle principali città dell’est della RD Congo. A volte, i commercianti vengono arrestati lungo la strada per mancanza di una licenza commerciale, ciò che comporta multe fino a 400 $. Gran parte dell’oro arriva a Butembo, dove viene acquistato da diverse case commerciali – Congocom / Kisoni, Comiba, Glory Minerals -, mentre un’altra parte viene trasportata a Goma, dove viene venduta a Comialo o a Comadeco, oppure a Bukavu, dove viene acquistata da Comiski o da Comung.
5.4.3. Monopoli locali sul commercio al dettaglio
Un’altra importante fonte di entrate per l’NDC-R proviene dai monopoli sul commercio locale al dettaglio, in particolare per sigarette, batterie, birra e altri articoli molto ricercati nei siti minerari. Questa pratica risale all’epoca dell’NDC, quando Guidon aveva già organizzato un monopolio del tabacco a Walikale. Nel frattempo, questa tecnica è stata decentralizzata, associando altri comandanti. I monopoli sono strutturati come segue: nessuno può vendere tabacchi sul territorio controllato dall’NDC-R senza una previa autorizzazione speciale, che spesso costa circa 50 $ al mese, anche se non esiste un prezzo fisso.
Pochissime sono le autorizzazioni concesse a persone che non sono membri o prossime all’NDC-R. La vendita di tabacco prodotto localmente è proibita e i trasgressori rischiano una multa da 5 a 15 grammi d’oro. Esiste un monopolio simile anche per la vendita di alcolici. I due monopoli sono in vigore nell’area di influenza dell’NDC-R, ad eccezione dei grandi centri urbani, in cui essi potrebbero innescare una grande reazione di rifiuto da parte della popolazione. Mentre Guidon e altri ufficiali superiori sovrintendono al monopolio del tabacco, il monopolio dell’alcool viene decentralizzato tra i comandanti dei vari battaglioni. Spesso, le mogli dei combattenti praticano la vendita al dettaglio di alcolici nelle aree minerarie e sono esenti dalle tasse.
Tondeuze Masita, attualmente comandante di settore, gestisce i monopoli della segatura delle piante e del commercio del legname. Ha iniziato a farlo a Bukumbirwa, poi ha istituito un sistema simile nell’area di Muhanga / Bunyatenge, vicino a Musigha, dove sta costruendo un hotel e, più recentemente, nel nord di Masisi, dove usa la popolazione stessa per trasportare il legname.
5.4.4. Altre tasse ed entrate
Infine, nell’area sotto suo controllo, l’NDC-R ha imposto una serie di altre tasse. Nelle zone dell’interno e senza rete di telefonia mobile, i commercianti o le chiese locali usano spesso le radio ad alta frequenza (HF). Per questo tipo di comunicazione, l’NDC-R esige delle autorizzazioni speciali che devono essere acquistate a pagamento. Se tutto ciò fornisce delle entrate aggiuntive, serve anche come mezzo di controllo, dal momento in cui le radio sono spesso considerate come materiale militare. Inoltre, l’NDC-R impone una tassa anche per la registrazione dei fucili da caccia, sia acquistati, sia fabbricati artigianalmente. Inoltre, il gruppo riscuote tasse sulla proprietà delle motoseghe. Residente a Lubero, Tondeuze ha supervisionato questa imposta, in collaborazione con due grandi commercianti di legname di Kirumba, controllando così gran parte di questo commercio effettuata nei pressi di Muhanga e di Bingi. Delle entrate occasionali provengono dalle multe imposte agli abitanti che non si presentano al salongo, un tipo di “lavoro volontario-coercitivo”, richiesto principalmente per la riparazione e la manutenzione delle strade. Altre entrate occasionali provengono dalle multe imposte alle famiglie dei disertori. In alcune zone, come nel Nord Masisi, oltre ai ticket mensili, l’NDC-R riscuote anche tasse di transito stradale, equivalenti a 200 FC.
6. CONCLUSIONE
Dieci anni fa, Guidon Shimiray era un personaggio completamente sconosciuto. Oggi dirige uno dei più grandi gruppi armati dell’est della RD Congo. La storia di questo successo è il risultato del caso e delle dinamiche strutturali del conflitto, ma anche della personalità di Guidon. È un oratore carismatico che sa navigare abilmente nella politica dei gruppi armati nel Nord Kivu. Ha creato una struttura di governance molto più sofisticata di quella di altri gruppi armati. Usa in modo intelligente i social media e la propaganda per diffondere il racconto dei suoi successi, come quello della formazione in diritto internazionale umanitario dispensata alle sue truppe.
Per attraversare il suo territorio, da Walikale a Lubero, è necessaria più di una settimana di cammino. Tuttavia, i suoi comandanti locali continuano a inviargli almeno parte delle loro entrate finanziarie e a obbedisci ai suoi ordini. Ha saputo intercettare il bisogno popolare di protezione e di sicurezza e, nello stesso tempo, ha giocato la carta della paura popolare di un’invasione ruandese e della “balcanizzazione” del Congo.
Ma sarebbe sbagliato limitarsi all’immagine mediatica di questo personaggio che, di fatto, è un brutale leader ribelle. La sua drammatica ascesa mette in evidenza problemi sistemici che vanno ben oltre l’NDC-R, che è solo uno degli oltre cento gruppi armati dell’est della RD Congo.
Il protagonista più importante di questa storia, sebbene spesso invisibile, è lo Stato congolese e il suo esercito che, spesso, hanno apertamente tollerato e appoggiato Guidon Shimiray. Anche il mandato d’arresto che il governo ha emesso contro di lui nel mese di giugno 2019 lo dimostra: mentre alcuni pubblici ministeri sembrano determinati a mettere Guidon dietro le sbarre, i dignitari dell’esercito lo proteggono e continuano a collaborare con lui.
Se l’esempio di Guidon Shimiray rappresenta il caso più palese della complicità del governo, è anche vero che sono molti gli altri gruppi armati che usufruiscono della generosità di un esercito che non riesce a motivare, a inquadrare e a disciplinare le proprie truppe. I soldati dell’esercito congolese hanno bassissimi salari, poca assistenza sanitaria e misere condizioni di vita, per se stessi e per le loro famiglie. Le élite politiche hanno paura di scontrarsi con quei gruppi clientelari che, all’interno dei servizi di sicurezza, svolgono attività criminali e si appropriano gran parte di un budget militare già modesto. Il risultato è duplice. Innanzitutto, l’esercito è spesso passivo, persino compiacente: nonostante sporadiche offensive militari, i comandanti sul fronte non hanno le risorse sufficienti per condurre operazioni militari di contro insurrezione ad alto rischio. Al contrario, la guerra per procura sta diventando un modus operandi abituale: è meno costoso e spesso più redditizio delle operazioni militari.
Il risultato è una sorta di “stato porto franco” in cui gruppi armati come l’NDC-R operano con l’esercito, a suo nome, imitando sempre più le FARDC e lo Stato, dalle uniformi indossate all’imposizione di tasse e imposte, passando attraverso la prestazione di certi servizi di base.
Questa collaborazione comporta una serie di rischi, sia per l’autorità dello Stato che per la sicurezza della popolazione.
Essendo condotta al di fuori dei canali ufficiali, questa collaborazione sfugge a qualsiasi operazione di controllo e di trasparenza minando, in tal modo, l’autorità dell’esercito intero e la sua accettazione da parte del popolo. Inoltre, appoggiando le milizie locali che, generalmente, reclutano le loro nuove leve su basi etniche, le FARDC sono diventate complici di violenti conflitti etnici che hanno causato centinaia di morti e causato la fuga di decine di migliaia di persone.
Infine, il caso dell’NDC-R offre un chiaro ammonimento a quelli che sono impegnati nel ristabilire l’autorità dello Stato. Quando un governo o un esercito sono così profondamente compromessi con i gruppi armati, provocano più insicurezza e perdono il monopolio di quella forza cui è legittimo far ricorso. La sovranità nazionale stessa diventa così oggetto di costante negoziazione tra forze di potere e, quindi, un concetto sempre più fluido, che ricorda solo parzialmente le nozioni classiche del rapporto tra Stato, territorio e controllo della popolazione.
Come dimostrato da questo studio, non è sempre facile sapere chi abbia il controllo: il movimento ribelle, il suo partner statale o uno dei tanti altri belligeranti presenti nella zona. Si tratta quindi di una situazione di “sovranità parziali e orizzontali” esistenti a vari livelli.
Per smantellare queste reti di partenariato (collaborazione e compromessi) e “ripristinare l’autorità dello stato”, sarà necessario procedere a una riforma globale dello stato congolese, che comporti più responsabilità e trasparenza, un nuovo contratto sociale tra il popolo e l’autorità, maggiori risorse e adeguata formazione. Non si tratta solo di una sfida tecnocratica, ma altamente politica, perché richiede una riconfigurazione totale degli interessi delle élite politiche e militari, nonché della loro cultura politica. Come ha presto scoperto il nuovo presidente Félix Tshisekedi, lo “sbullonamento” dei responsabili della violenza sarà probabilmente una battaglia generazionale.
[1] Cf http://congoresearchgroup.org/rapport-pour-larmee-avec-larmee-comme-larmee/?lang=fr