INDICE
EDITORIALE: UN SECONDO “CANDIDATO COMUNE” DELL’OPPOSIZIONE PER LE PROSSIME ELEZIONI PRESIDENZIALI
1. MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE NAZIONALE DEL CONGO
“Elezioni credibili per una vera alternanza democratica”
2. IL PROCESSO ELETTORALE
a. Arrivo e ridistribuzione del materiale elettorale sul territorio
b. L’inizio ufficiale della campagna elettorale
c. Le incertezze che permangono
3. L’OPPOSIZIONE
a. La coalizione “LAMUKA” (= Sveglia)
– Dopo l’accordo di Ginevra
– Il ritorno di Martin Fayulu a Kinshasa
b. Una nuova coalizione denominata “Verso il Cambiamento”
– L’accordo di Nairobi
– Il ritorno di Félix Tshisekedei e Vital Kamerhe a Kinshasa
EDITORIALE: UN SECONDO “CANDIDATO COMUNE” DELL’OPPOSIZIONE PER LE PROSSIME ELEZIONI PRESIDENZIALI
1. MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE NAZIONALE DEL CONGO
Elezioni credibili per una vera alternanza democratica
I Vescovi membri della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) si sono riuniti in assemblea plenaria straordinaria a Kinshasa dal 20 al 22 novembre 2018, per una valutazione dell’attuale processo elettorale. Ecco alcuni estratti dal loro messaggio finale:
«I. CONSTATAZIONI
Prendiamo atto del fatto che il Governo e la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) sono sempre più determinati a organizzare le elezioni il 23 dicembre 2018, in conformità con il calendario elettorale. Nonostante le divergenze di opinione su alcuni punti importanti del processo elettorale, tutti i partiti e coalizioni politiche sembrano ormai decisi a recarsi alle urne.
Se la campagna elettorale è già iniziata, tuttavia si nota una mancanza di consenso, soprattutto per quanto riguarda l’uso della macchina per votare e l’affidabilità del registro elettorale.
Inoltre, ci sono ancora molti compatrioti che continuano a dubitare delle possibilità di organizzare bene le prossime elezioni.
L’accordo del 31 dicembre 2016 aveva previsto certe misure per il rasserenamento del clima politico, ma finora vari membri dell’opposizione politica sono ancora in carcere o in esilio.
La libertà di manifestazione e l’accesso ai media non sono ancora dei diritti garantiti a tutti.
Contrariamente alle disposizioni giuridiche, gli agenti della territoriale e dell’amministrazione, dai ministri fino ai capi villaggio, sono costretti a far campagna elettorale a favore di una sola tendenza politica e i mezzi dello stato sono requisiti e messi a disposizione di una sola piattaforma politica. Tutto ciò consacra la disuguaglianza di opportunità, inaccettabile nell’ambito di una competizione democratica (Legge elettorale, Articolo 36).
Nonostante il vasto dispiegamento dell’esercito, varie zone del paese, tra cui il Nord e il Sud Kivu, l’Ituri e il Tanganica, continuano a vivere in una situazione di grande insicurezza.
Inoltre, è doveroso ricordare la diffusione dell’epidemia di Ebola nel territorio di Beni, già colpito dalla violenza e il massiccio arrivo, nelle province del Kongo Centrale, Kasai, Kasai Centrale, Kwango e Lualaba, dei nostri compatrioti illegalmente espulsi dall’Angola.
Molti dubitano che, in questa situazione, si possa andare alle elezioni senza che i risultati siano infine contestati. Altri dubitano che l’attuale clima socio-politico possa veramente condurci a elezioni inclusive, in cui tutte le parti interessate godano di pari opportunità e i cui risultati siano la reale espressione della volontà del popolo.
Le elezioni non sono un fine in se stesso. Saranno utili solo se siamo consapevoli di ciò che deve essere cambiato per l’avvento di un Congo più bello di prima. Ciò che oggi è in gioco è l’unità del nostro Paese, l’integrità del nostro territorio nazionale, la giustizia, la pace e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Solo attraverso elezioni trasparenti potremo scegliere leader responsabili che possano garantire una nuova modalità di governance per il nostro paese e aiutarci a costruire uno Stato di diritto.
II. RACCOMANDAZIONI
– AL POPOLO CONGOLESE
Oggi è il momento di esercitare il nostro diritto di sovrano primario, in vista di una nuova leadership capace di mettere al centro delle sue preoccupazioni il benessere del popolo congolese.
È giunto il momento per esprimere un voto responsabile, cioè per scegliere uomini e donne che desiderano difendere il nostro paese, promuovere il bene comune, garantire le libertà fondamentali e difendere i diritti umani. Abbiamo bisogno di leader che sappiano rispettare la legge fondamentale e la parola data e che siano persone oneste che non si accaparrino delle risorse del paese.
Attenti ai corrotti e ai corruttori. Attenzione anche ai loquaci e ai venditori di illusioni che fanno promesse seducenti che non potranno mantenere. Attenzione soprattutto a coloro che distribuiscono denaro o altri regali per acquistare i vostri voti.
La Cenco non appoggia alcun candidato. Libero da ogni vincolo e secondo coscienza, ciascuno dia il sua voto alla persona ritenuta affidabile per il benessere di tutti. Rimaniamo vigili per non farci rubare il nostro voto. Non cediamo al tribalismo, al regionalismo, al favoritismo, a qualsiasi forma di clientelismo. Evitiamo la violenza per risolvere eventuali dispute elettorali.
– ALLA CENI
Poiché essa è responsabile dell’organizzazione delle elezioni, le chiediamo di continuare a cercare il consenso sui punti di divergenza e di trovare il modo di convincere piuttosto che di imporsi.
Riteniamo che sia ancora possibile trovare un consenso sull’uso o meno della macchina per votare. Se l’uso di questa macchina si avverasse inevitabile, chiediamo alla CENI di utilizzarla solo per l’identificazione dei candidati e la stampa delle schede elettorali; di effettuare solo il conteggio manuale dei voti e di pubblicare fedelmente e immediatamente i relativi verbali (PV) in tutti i seggi elettorali.
Per la credibilità delle elezioni, essa ha il dovere di facilitare gli accreditamenti, la presenza e il lavoro dei testimoni dei vari partiti, dei giornalisti e degli osservatori nazionali e internazionali, nei seggi elettorali e nei centri di raccolta dati.
– AL GOVERNO
Non ci stancheremo mai di chiedere la piena attuazione delle misure di rasserenamento del clima politico, come previsto nell’Accordo del 31 dicembre 2016.
Per permettere delle elezioni pacifiche, spetta al Governo rafforzare ulteriormente la sicurezza nel Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri, Tanganyika e in tutte quelle zone in cui infuriano i gruppi armati, affinché la popolazione possa effettivamente partecipare alle elezioni.
Chiediamo di non utilizzare gli agenti e i mezzi dello Stato per la campagna di un candidato, un partito o una piattaforma politica.
Chiediamo di garantire la libertà di espressione e di revocare il divieto di manifestazioni pubbliche.
Chiediamo un’assistenza dignitosa ed efficace degli espulsi dall’Angola, degli sfollati interni e delle vittime dell’epidemia di Ebola, affinché la loro situazione non abbia un impatto negativo sulle elezioni.
– AI PARTITI POLITICI
Li esortiamo a dar prova di senso di responsabilità, facilitando il raggiungimento del consenso sui punti di divergenza e prendendo sul serio il reclutamento, la formazione e l’assistenza dei loro testimoni che dovranno essere presenti nei seggi elettorali. Raccomandiamo loro di andare oltre il posizionamento personale, di privilegiare gli interessi superiori della nazione e di evitare l’incitamento alla violenza.
– AI CANDIDATI
Raccomandiamo di condurre la campagna elettorale nel rispetto delle regole stabilite e degli avversari politici che non devono essere considerati come nemici, ma piuttosto come compatrioti. Chiediamo loro di convincere gli elettori sulla base dei loro programmi politici e non dei doni.
– ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Chiediamo di accompagnarci in questo processo elettorale, dando priorità agli interessi del popolo congolese e prendendo in considerazione solo quei risultati che saranno in linea con la verità delle urne».[1]
2. IL PROCESSO ELETTORALE
a. Arrivo e ridistribuzione del materiale elettorale sul territorio
Il 17 novembre, a Kinshasa, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha ricevuto 13 camion contenenti batterie al litio, materiali di ricarica e generatori. I 157 camion arrivati pochi giorni prima a Dar es Salaam (Tanzania) sono già in viaggio per la RD Congo. L’inizio della campagna elettorale sull’insieme del paese è confermato per il 22 novembre.[2]
Il 19 novembre, a Beni (Nord Kivu), sono arrivati 9 container con materiali elettorali provenienti da Mombasa (Kenia) e passando per l’Uganda. In questo carico ci sono delle macchine per votare, delle cabine elettorali e delle urne che saranno distribuite in tutta la regione del Grande Nord del Kivu, in particolare nelle città e nei territori di Beni, Butembo e Lubero.[3]
Il 21 novembre, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha fornito alcune cifre relative all’attuale processo elettorale, tra cui:
46.862.243 elettori registrati;
6.837.526 elettori eliminati in seguito ad un’operazione di revisione del registro elettorale;
40.024.897 elettori attualmente iscritti sul registro elettorale;
21 candidati per le elezioni presidenziali;
15.358 candidati per le elezioni legislative nazionali (500 seggi);
19.640 candidati per le elezioni legislative provinciali (715 seggi;
75.563 seggi elettorali (BVD);
21.699 centri di voto;
179 centri di compilazione dei risultati locali (CLCR);
239 centri di formazione;
452.520 membri dei seggi elettorali;
600 elettori al massimo per ogni seggio elettorale;
105.257 macchine per votare (1.908.000 Kg);
49.871.580 schede elettorali (498.715 Kg);
1.662.386 formulari per i verbali relativi alle varie operazioni elettorali (166.239 Kg);
85.700 urne (764.698 Kg);
87.500 cabine (581.835 Kg);
485.700 kit per i seggi elettorali / BVD (1.496.147 Kg.);
200 kit per i centri di compilazione dei risultati locali (CLCR);
Altri materiali e documenti per la formazione, sensibilizzazione e telecom (3.022.520 Kg.).
Per la distribuzione di tutto questo materiale elettorale sul territorio, la CENI ha affermato di disporre di:
150 camion militari ricevuti a Kinshasa per coprire la parte occidentale del paese;
135 camion in arrivo da Mombasa per la parte orientale del paese;
171 pick-up;
1.800 moto.
10 aerei cargo (1 Iliouchine-76, 1 DC-8, 3 Boeing 727, 1 Boeing-737, 2 Antonovs-26, 2 Antonovs-72), 1 Boeing-737 per passeggeri, 5 elicotteri per trasporto merci (1,5 tonnellate) e 2 elicotteri da supervisione.
Secondo il presidente della CENI, il 70% dei kit e del materiale elettorale è già arrivato a destinazione e il restante 30% lo sarà entro il 7 dicembre. Questo avanzamento nei preparativi per le elezioni ha permesso a Corneille Nangaa di confermare lo svolgimento delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali per il 23 dicembre 2018.[4]
Il 23 novembre, a Bukavu, la CENI / Sud Kivu ha ricevuto un primo lotto di kit elettorali per le elezioni del 23 dicembre. L’arrivo di un secondo lotto è previsto per il giorno seguente. I primi sei camion sono arrivati da Uvira, più precisamente dal porto di Kalundu. Altri sei camion arriveranno dal porto di Mombasa, in Kenya. «Questi carichi contengono urne, schede, uniformi per gli agenti elettorali e lampade per il lavoro notturno. Tra i materiali ricevuti, ci sono anche 5.386 cabine elettorali, 5.386 kit elettorali (circa 6 kg ciascuno) e 10.771 flaconcini di inchiostro indelebile. Infine, aspettiamo 7.000 macchine per votare», ha detto Gaudens Maheshe, segretario esecutivo della CENI nel Sud Kivu, aggiungendo che i seggi elettorali di questa provincia sono 4.200 circa.[5]
Il 29 novembre, a Kananga, il segretariato esecutivo provinciale (SEP) della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) nel Kasaï Centrale ha ricevuto, presso la stazione ferroviaria, un carico di kit elettorali provenienti da Lubumbashi (Haut-Katanga). Si tratta di13 vagoni carichi di macchine per votare e altri materiali elettorali destinati alle province dl Kasai Centrale e del Sankuru. Dovrebbero arrivarne altri 20 provenienti da Kinshasa, via fluviale. Essi si troverebbero già a Demba, a 60 km da Kananga.[6]
b. L’inizio ufficiale della campagna elettorale
Il 21 novembre, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha ufficialmente annunciato l’inizio della campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali. Secondo il calendario elettorale della CENI, questa operazione si svolgerà dal 22 novembre al 22 dicembre 2018.
Corneille Nangaa ha affermato che l’insicurezza e gli eventuali problemi giuridici, politici, finanziari e logistici che rimangono non sono tali da ostacolare lo svolgimento delle prossime elezioni. Egli ha dichiarato che su 105.257 macchine per votare, 83.000 sono già state distribuite sul territorio nazionale e le restanti 22.000 sono già arrivate. Ai 21 candidati alle elezioni presidenziali, ai 15.355 candidati alle legislative nazionali e ai 19.640 candidati alle legislative provinciali egli ha chiesto moderazione e rispetto per gli avversari. Egli ha nuovamente posto l’accento sulla presenza dei testimoni (Osservatori dei partiti) nei seggi elettorali il giorno delle elezioni, per monitorare le varie operazioni elettorali, incluso lo spoglio dei voti e la compilazione dei verbali relativi ai risultati, al fine di rendere credibile l’intero processo elettorale.[7]
Il 21 novembre, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha annunciato che, nelle elezioni del 23 dicembre prossimo, non ci sarà alcuna deroga per gli elettori, a differenza degli anni precedenti, quando lo spostamento da una città all’altra non costituiva alcun problema per il voto. Egli ha affermato che «quelli che non avranno il certificato elettorale non potranno votare. Quelli che si presenteranno in un centro di voto diverso da quello in cui si sono registrati non potranno votare, anche se muniti di certificato elettorale. Non ci sarà alcuna lista di omessi. Potranno votare solo quelli i cui nomi compaiono nella lista degli elettori».
Corneille Nangaa ha ribadito che, nelle sedi provinciali della CENI, si continua a rilasciare i duplicati di certificati elettorali, in concomitanza con la formazione dei formatori elettorali territoriali e il dispiegamento dei materiali elettorali nei vari centri di formazione.
In totale, sono stati registrati 46.862.423 elettori ma, durante un’operazione di revisione del registro elettorale, ne sono stati eliminati 6.837.526 (doppioni e minorenni). Ne sono rimasti 40.024.897.[8]
c. Le incertezze che permangono
Mentre l’inizio della campagna elettorale è ufficialmente previsto per il 22 novembre, restano ancora molte incertezze. In primo luogo, c’è un’assoluta mancanza di consenso circa l’utilizzazione della macchina per votare. Gran parte dell’opposizione e dei 21 candidati alle elezioni presidenziali vi si oppongono, considerando che essa non è né affidabile né legale. Lo stesso vale per il registro elettorale, che alcuni considerano “corrotto”, soprattutto a causa dei 6 milioni di elettori registrati senza impronte digitali. Molti dubitano che, in queste condizioni, i risultati elettorali possano essere accettati da tutti.
Un’altra fonte di incertezza: la formazione dei circa 500.000 agenti elettorali, protagonisti essenziali per il buon svolgimento delle elezioni, è iniziata ma è in ritardo. Inoltre, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) prevede di formare la maggior parte di essi tra il 2 e il 7 dicembre, riuniti in 239 centri di formazione sparsi su tutto il territorio nazionale. Molti si chiedono se, con l’attuale ritmo, le macchine per votare e gli altri materiali elettorali potranno arrivare in questi centri entro il tempo previsto per la formazione. Si tratta di un dettaglio molto importante, perché è da questi centri di formazione che i responsabili dei centri di voto dovranno prelevare tutto il materiale elettorale necessario e portarlo nei seggi elettorali. Un eventuale ritardo nelle operazioni di formazione degli agenti elettorali o di trasporto del materiale elettorale può quindi avere un impatto diretto sulla possibilità o meno di aprire i seggi elettorali il 23 dicembre. Un altro ritardo constatato riguarda la pubblicazione delle liste degli elettori e l’operazione di accreditamento degli osservatori elettorali e dei testimoni dei partiti che, in alcune zone non è ancora iniziata.
Per quanto riguarda le macchine per votare, nella parte ovest del paese, la loro distribuzione sul territorio sta procedendo poco a poco nonostante i ritardi. Alcune delle 40.000 macchine arrivate a Kinsahsa sono già in viaggio verso l’interno. La CENI avanza la cifra del 70%, una cifra impossibile da verificare. Nella parte orientale, la situazione è più complicata. Delle 33.000 macchine arrivate al porto di Dar es Salaam, circa 28.000 sono già arrivate a Lubumbashi, dove devono essere ridistribuite verso i centri di formazione. Le restanti 5.000 non sono ancora arrivate. Ciò che preoccupa gli osservatori è soprattutto la decisione presa dalla CENI di non utilizzare, per il momento, gli aerei e gli elicotteri messi a sua disposizione dall’esercito. Per ora, tutto il trasporto è effettuato per via stradale, fluviale o ferroviaria. La CENI afferma che è per minimizzare i costi, data la mancanza, finora, di un’urgenza. Si tratta di un’analisi che sorprende diversi esperti elettorali, in un paese in cui alcune zone sono insicure, altre sono carenti di infrastrutture stradali e altre ancora sono rimaste molto isolate dal resto del paese.[9]
La Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha assicurato che non ricorrerà alla trasmissione elettronica dei risultati elettorali ma, in seguito all’utilizzazione della macchina per votare, la società civile congolese continua a dubitare. Infatti, questo computer, che dovrebbe essere utilizzato solo per stampare istantaneamente il voto degli elettori sulle schede elettorali, è dotato anche di una scheda SIM e della possibilità di connettersi a Internet e, conseguentemente, può anche trasmettere i risultati.
Tuttavia, il relatore della CENI, Jean-Pierre Kalamba, ha assicurato che le macchine per votare saranno utilizzate solo per stampare le schede elettorali. Terminate le operazioni di voto, le schede elettorali depositate nelle urne saranno conteggiate manualmente una ad una e i voti attribuiti a ciascun candidato verranno registrati a mano in appositi verbali.
In seguito, verranno consultati anche i dati forniti dalla macchina per votare, ma solo per avere due fonti. Nel caso in cui si avessero dei risultati diversi, prevarranno quelli che derivano dal conteggio manuale.
I verbali saranno poi inviati, con veicoli o altri mezzi, a un centro di compilazione dei risultati (176 in tutto il paese). Anche qui, stessa operazione: i voti di ciascun seggio elettorale verranno sommati e quindi registrati manualmente in un ulteriore verbale.
Dopo essere stato scansionato, questo verbale sarà inviato a Kinshasa via e-mail, tramite collegamento satellitare. Pertanto, secondo la CENI, non ci sarà alcuna trasmissione elettronica diretta dei risultati elettorali a partire dalla macchina per votare, anche se rimane tecnicamente possibile.
Solo una capillare presenza degli osservatori elettorali in tutte le fasi delle elezioni potrà garantire che gli impegni siano mantenuti e le procedure rispettate.
La pubblicazione dei risultati elettorali è prevista per il 30 dicembre. Quindi, la CENI disporrebbe solo di 6 giorni, un tempo che potrebbe risultare insufficiente, in un paese in cui spesso occorrono diversi giorni per raggiungere il centro di compilazione più vicino. Nel 2011 furono necessari non meno di 12 giorni per avere dei risultati provvisori parziali per le elezioni presidenziali
A tre settimane dalle elezioni, la macchina per votare è ancora oggetto di controversie. Secondo un candidato dell’opposizione, «finché la macchina per votare offre la possibilità di connettersi a Internet, ci sarà sempre il timore di una manipolazione dei voti per via elettronica».
Anche la Conferenza episcopale ha chiesto che i risultati elettorali siano trasmessi solo manualmente e non elettronicamente direttamente dalla macchina per votare.[10]
3. L’OPPOSIZIONE
a. La coalizione “LAMUKA” (= Sveglia)
– Dopo l’accordo di Ginevra
Il 17 novembre, in una dichiarazione congiunta, 28 organizzazioni della società civile congolese hanno chiesto a Vital Kamerhe e Felix Tshisekedi, rispettivamente presidenti dell’Unione per la Nazione congolese (UNC) e dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale ( UDPS), di aderire all’accordo di Ginevra da cui hanno preso le distanze, in seguito alla designazione di Martin Fayulu come candidato comune dell’opposizione per le prossime elezioni presidenziali. Queste organizzazioni, tra cui ACAJ, ASADHO, Amici di Nelson Mandela, AETA e Centro degli Studi (CEP / UNIKIN) appoggiano la designazione di Martin Fayulu come candidato comune dell’opposizione. Intanto, i due candidati alle elezioni presidenziali, Felix Tshisekedi e Vital Kamerhe, hanno iniziato dei colloqui a Bruxelles, in vista di un eventuale accordo per presentarsi insieme alle prossime elezioni.[11]
Il 17 novembre, le sei principali componenti del Raggruppamento delle Forze Politiche e Sociali acquisite al Cambiamento, tra cui gli Alleati dell’UDPS (ADU), la Convenzione dei Repubblicani (CR), il Fronte Popolare (FP), il Gruppo dei 14 (G14), la Maggioranza Presidenziale Popolare (MPP) e la Società Civile (SC) hanno rilasciato la seguente dichiarazione politica:
«1. Denunciamo e ci opponiamo alle conclusioni dell’accordo di Ginevra per il loro carattere immorale e incostituzionale.
2. Ringraziamo il presidente Félix Antoine Tshisekedi per il suo coraggio politico nel ritirarsi da tale accordo.
3. Designiamo come nostro candidato unico per le elezioni presidenziali del 23 dicembre 2018, il presidente del Raggruppamento dell’Opposizione e presidente dell’UDPS, Felix Tshisekedi Tshilombo.
4. Invitiamo l’intero popolo congolese a dargli un appoggio incondizionato».[12]
Il 18 novembre, un giurista e notabile della provincia dell’Equateur, Jeddy Bolangando, si è pronunciato sulla designazione di Martin Fayulu come candidato comune dell’opposizione per le prossime elezioni presidenziali. Egli ha accusato i leader dell’opposizione di “militare solo per i propri interessi egoistici, a scapito delle profonde aspirazioni del popolo”. Secondo lui, le discussioni di Ginevra non hanno partorito che un piccolo topolino creando, purtroppo, una grande delusione tra la popolazione. Secondo lui, “sono gli interessi egoistici e inammissibili dei leader dell’opposizione che hanno determinato la designazione di Fayulu come candidato comune. Secondo certe informazioni, da un lato c’era il categorico rifiuto della candidatura di Felix Tshisekedi da parte di Jean-Pierre Bemba e, dall’altro, quello della candidatura di Vital Kamerhe da parte di Moïse Katumbi, quando invece il popolo si aspettava che il candidato comune dell’opposizione per le presidenziali fosse scelto tra F. Tshisekedi e V. Kamerhe. Sempre secondo Jeddy Bolangando, «la scelta di Martin Fayulu come candidato comune dell’opposizione sarà un fallimento perché, nonostante le sue notevoli capacità, egli non ha alcuna base elettorale. Tale scelta non sarà facilmente accettata dal popolo, ciò che andrà a svantaggio della stessa opposizione».[13]
Il 19 novembre, il presidente della piattaforma “Congo na Biso”, Freddy Matungulu, ha confermato che la nuova coalizione di opposizione denominata LAMUKA e nata a Ginevra ha riaffermato il proprio rifiuto di partecipare alle elezioni qualora siano organizzate utilizzando la macchina per votare e l’attuale registro elettorale.[14]
Il 22 novembre, il segretario generale di “Insieme per il cambiamento”, Delly Sesanga, ha affermato che questa coalizione di partiti dell’opposizione attiverà i suoi testimoni e attivisti su tutto il territorio nazionale per raccogliere i “veri” risultati elettorali e pubblicali prima di quelli della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI). Egli ha precisato che i testimoni dispiegati nei seggi elettorali e gli attivisti dei diversi partiti di opposizione raccoglieranno questi risultati immediatamente dopo la loro affissione al pubblico, all’uscita dei seggi elettorali e dei centri di voto. In conferenza stampa, Delly Sesanga ha dichiarato: «Pubblicheremo questi risultati documentandone le prove, nella speranza che la CENI proclami gli stessi risultati, perché non accetteremo alcun risultato diverso. Mediante il lavoro dei nostri testimoni e militanti, potremo proclamare i risultati elettorali prima della Commissione elettorale ed esigeremo che essa rispetti i risultati reali che usciranno dalle urne. Non ci lasceremo intimidire da una CENI che voglia proclamare dei risultati che, di per sé, sono il prodotto di un voto elettronico». Egli ha ribadito che la CENI dovrebbe rinunciare all’uso della macchina per votare, perché non previsto dalla legge, e correggere il registro elettorale, eliminandone gli elettori registrati senza impronte digitali.[15]
Il 24 novembre, in un’intervista, Felix Tshisekedi ha riaffermato di essere stato tratto in inganno dai membri della coalizione Lamuka, ma si è detto convinto che ciò abbia permesso un nuovo inizio: «Il fallimento di Ginevra è stato un male da cui è scaturito un bene. È stato uno shock psicologico che ha provocato una nuova consapevolezza».[16]
Il 24 novembre, in un’intervista, il deputato nazionale André Claudel Lubaya, presidente dell’Alleanza dei Movimenti del Kongo (AMK) e membro di “Insieme per il cambiamento” di Moïse Katumbi, ha dichiarato di auspicare un accordo a Kinshasa tra i firmatari degli accordi di Ginevra e Nairobi, in vista di un accordo finale in grado di consolidare l’unità dell’opposizione e massimizzare le possibilità di vincere le elezioni e sconfiggere il candidato del Fronte Comune per il Congo (FCC).[17]
– Il ritorno di Martin Fayulu a Kinshasa
Il 19 novembre, la coalizione Lamuka ha informato il governatore di Kinshasa sul ritorno, il 21 novembre, del suo candidato alle prossime presidenziali, Martin Fayulu. Essa chiede alle autorità di assicurare la sicurezza degli attivisti che si recheranno all’aeroporto internazionale di N’djili p’er accoglierlo. La lettera è stata firmata da MLC, ECIDE, UNAFEC, Nuovo Slancio e Congo na Biso.
Secondo la coalizione Lamuka, il jet privato noleggiato per il ritorno di Martin Fayulu a Kinshasa non ha ricevuto l’autorizzazione dell’Autorità dell’aviazione civile per atterrare all’aeroporto internazionale di N’djili. Di conseguenza, Martin Fayulu arriverà a Kinshasa a bordo di un volo di linea d’Ethiopian Airlines, un giorno prima dell’inizio della campagna elettorale. Lamuka ha pubblicato un comunicato, in cui si invitano i militanti dei partiti membri a recarsi all’aeroporto internazionale di Ndjili a partire dalle ore 8 del mattino.[18]
Il 20 novembre, in una lettera di risposta, il governatore della città di Kinshasa, André Kimbuta, ha chiesto ai membri di LAMUKA di contattare la polizia nazionale congolese, per prendere le necessarie disposizioni pratiche.[19]
Il 21 novembre, verso le 12:50, Martin Fayulu è arrivato all’aeroporto di N’djili (Kinshasa), con un volo normale d’Éthiopian Airlines proveniente da Bruxelles. Ad accoglierlo, erano arrivati diversi leader dell’opposizione membri di Lamuka, tra cui José Endundo, Pierre Lumbi, Jean Bertrand Ewanga, Fidele Babala, Freddy Matungulu ed Eve Bazaiba. Ad essi si erano aggiunti tra i 2.000 e i 3.000 militanti membri dei loro rispettivi partiti politici.
Parlando ai giornalisti che si erano recati all’aeroporto, Martin Fayulu si è detto ancora una volta contrario all’uso della macchina per votare e ha dichiarato di aver già previsto i meccanismi necessari per prevenire i broli elettorali il giorno delle elezioni: «È necessario arrivare ad un’alternanza democratica. Per raggiungere questo obiettivo sono necessarie elezioni trasparenti e credibili, cioè senza macchina per votare, ma con schede elettorali cartacee e un registro elettorale revisionato e corretto».
Per consentire al corteo di Martin Fayulu di lasciare la zona dell’aeroporto, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i militanti e liberare il passaggio. Verso le 16:00, il corteo è giunto alla spianata dello stadio dei Martiri, tra il viale Trionfale e il viale dell’Insegnamento, dove Martin Fayulu e gli altri dirigenti della coalizione “Lamuka” hanno improvvisato un breve comizio. Martin Fayulu ha ringraziato i suoi compagni di opposizione e gli attivisti, promettendo loro di vincere le elezioni del 23 dicembre.[20]
Il 26 novembre, il candidato della coalizione “Lamuka” per le elezioni presidenziali del 23 dicembre 2018, Martin Fayulu, ha reso pubblica la composizione della sua equipe incaricata per l’organizzazione della campagna elettorale:
– Pierre Lumbi: direttore nazionale della campagna elettorale,
– Eve Bazaiba: portavoce e responsabile dei media,
– Olivier Kamitatu: responsabile della comunicazione e delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (NTIC),
– Mbozi wa Mbozi: responsabile della mobilitazione e della propaganda,
– Jean-Bertrand Ewanga, Francis Kalombo e Jean-Claude Vuemba: collegio dei portavoce,
– Salomon Kalonda e Jacques Lungwana: rispettivamente tesoriere nazionale e vice-tesoriere,
– José Endundo: relazioni diplomatiche,
– Darius Tshiey-a-Tshiey: responsabile delle relazioni con la società civile e i movimenti cittadini,
– Gabriel Kyungu wa Kumwanza: coordinatore della campagna elettorale nella regione del Katanga (4 province).[21]
Il 29 novembre, Pierre Lumbi, direttore nazionale dell’equipe incaricata della campagna elettorale di Martin Fayulu, ritornando sulla posizione della coalizione Lamuka circa l’utilizzazione della macchina per votare prevista per le elezioni del 23 dicembre, ha confermato che la coalizione non boicotterà le elezioni: «Parteciperemo alle elezioni del 23 dicembre. Ma ciò non ci impedisce di combattere contro l’illegalità della macchina per votare. Lotteremo contro l’uso di questa macchina fino alla fine, perché è illegale, ma andremo alle elezioni».[22]
b. Una nuova coalizione denominata “Verso il Cambiamento”
– L’accordo di Nairobi
Il 23 novembre, a Nairobi, in Kenya, Félix Tshisekedi (UDPS) e Vital Kamerhe (UNC) hanno firmato un accordo per stringere un’alleanza strategica tra i loro partiti, per vincere insieme le prossime elezioni (presidenziali, legislative nazionali e provinciali).
A tal fine, hanno creato una nuova piattaforma politica ed elettorale denominata “Verso il Cambiamento” e presieduta da Felix Tshisekedi. Attraverso questo accordo, Vital Kamerhe ha ritirato la sua candidatura a favore di quella di Felix Tshisekedi che, in caso di vittoria, gli concederebbe il posto di Primo Ministro, la presidenza del Senato, la direzione della Banca centrale, i ministeri della finanza, delle infrastrutture, della difesa e della giustizia. Alla fine di una legislatura di cinque anni, i ruoli verrebbero invertiti. Conseguentemente, l’accordo coprirebbe un decennio, con un mandato presidenziale ciascuno. In seguito a questo accordo, Felix Tshisekedi è stato designato candidato unico di “Verso il Cambiamento” per le elezioni presidenziali del prossimo dicembre e Vital Kamerhe è stato scelto come direttore nazionale della campagna elettorale. L’obiettivo di questo accordo è la convergenza dei voti dell’UNC, ben radicata nell’est, e dell’UDPS, ben installata nel centro e nell’ovest.
Il presidente dell’UNC ha esaltato le capacità di Felix Tshisekedi e le sue lotte a lato del padre, Etienne Tshisekedi. Ha anche descritto l’UDPS come “il più grande partito del Congo”.
Da parte sua, Felix Tshisekedi ha promesso la pace nell’est del Paese, la riconciliazione tra i Congolesi, l’instaurazione di uno Stato di diritto e un’intensa collaborazione con il suo nuovo alleato politico, “senza che ciascuno cerchi di sottomettere l’altro”.
I due hanno invitato le proprie basi elettorali a sostenere questo accordo e hanno dato loro appuntamento per il 27 novembre, data in cui saranno di ritorno a Kinshasa.
Con questo accordo, il presidente dell’UDPS, Felix Tshisekedi, è riuscito ad ottenere l’appoggio del presidente dell’UNC, Vital Kamerhe, cosa che, nel 2011, suo padre non era riuscito ad ottenere. D’altra parte, Vital Kamerhe ha dimostrato di saper mettere da parte le sue ambizioni personali, in nome dell’interesse collettivo.
Vital Kamerhe e Félix Tshisekedi si erano ritirati dall’accordo di Ginevra (Svizzera), firmato l’11 novembre e sfociato nella designazione di Martin Fayulu Madidi come candidato comune dell’opposizione per le prossime presidenziali. I due avevano denunciato il metodo di designazione che, a loro parere, non aveva tenuto conto del peso politico di ciascuno dei quattro candidati iniziali dell’opposizione (Vital Kamerhe, Martin Fayulu, Felix Tshisekedi e Freddy Matungulu).[23]
Con questo accordo, si stanno delineando 4 blocchi che competeranno tra loro nelle prossime elezioni:
1. Il campo politico del presidente uscente Joseph Kabila, con la coalizione Fronte Comune per il Congo (FCC), il cui candidato è Emmanuel Ramazani Shadary;
2. Il campo del trio Bemba-Katumbi-Muzito, con la coalizione Lamuka, il cui candidato è Martin Fayulu;
3. La coalizione UDPS-UNC, con Felix Tshisekedi come candidato alle presidenziali;
4. Il campo dei “piccoli candidati”, più di una dozzina, che non riesce a scegliere alcun candidato comune.[24]
Il 25 novembre, ospite del telegiornale di Tv5 per l’Africa, il presidente dell’Unione per la Nazione congolese (UNC), Vital Kamerhe, ha qualificato l’accordo di Ginevra come un tranello teso per permettere a Katumbi e a Bemba di ritornare in patria. Egli ha chiesto ai membri della coalizione Lamuka di unirsi alla nuova coalizione “Verso il Cambiamento”, il cui candidato è Felix Tshisekedi, tanto più che, anche recentemente, Moïse Katumbi aveva dichiarato di essere pronto ad appoggiare la candidatura di Felix Tshisekedi.[25]
– Il ritorno di Félix Tshisekedei e Vital Kamerhe a Kinshasa
Il 27 novembre, verso le 13h00, Vital Kamerhe e Félix Tshisekedi sono arrivati all’aeroporto internazionale di N’djili, a Kinshasa, con un volo regolare di Ethiopian Airlines proveniente da Bruxelles. Sono stati accolti da Mbayo Mambeke e Jean-Marc Kabund, rispettivamente segretari generali dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS). Erano presenti anche diverse migliaia di attivisti. Queste due personalità politiche dell’opposizione tornano a Kinshasa dopo aver firmato un accordo di coalizione a Nairobi, in Kenya, a sostegno della candidatura di uno di loro, Félix Tshisekedi, alle elezioni presidenziali del 23 dicembre. Felix Tshisekedi e Vital Kamerhe hanno lasciato l’aeroporto accompagnati da diverse migliaia di attivisti dell’UNC e dell’UDPS. Dopo circa un chilometro, più precisamente a Camp Badara, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere gli attivisti e permettere al corteo di avanzare. Nonostante l’intervento della polizia, il corteo avanzava ancora molto lentamente. La polizia ha lanciato altri gas lacrimogeni a livello del Distretto 3 di Ndjili. Tuttavia, il corteo si è di nuovo bloccata nei pressi della casa comunale di Kimbanseke, a circa 3 km dall’aeroporto.
Intanto, il viale Lumumba è rimasto intasato in entrambi i sensi di direzione, a causa della marea di gente che ha occupato tutte le 8 corsie. Si tratta di varie centinaia di migliaia di persone, probabilmente più di un milione. Impossibile la circolazione di veicoli. Il corteo è finalmente arrivato alla sede dell’UDPS, a Limete, verso le 18:40. In un breve intervento, il presidente dell’UDPS Felix Tshiskedi ha ricordato la “maturità politica” del suo omologo dell’UNC, Vital Kamerhe, che si è ritirato dalla competizione elettorale per favorire la sua candidatura: «Nonostante il suo background e la sua esperienza politica, Vital Kamerhe ha dato la priorità all’interesse generale del Paese. Ci congratuliamo con lui per la sua maturità politica». Da parte sua, Vital Kamerhe ha affermato: «Nella vita è necessario sapere rispettare quelli che sono più anziani. L’UDPS ha sulle sue spalle 38 anni di lotta, l’UNC non ne ha che 10. Abbiamo quindi deciso di cedere il posto al più anziano».[26]
Il 29 novembre, su Top Congo, Théodore Kabamba, presidente del G14, ha dichiarato che l’opposizione perderà le elezioni del 23 dicembre, se Felix Tshisekedi e Martin Fayulu, candidati alla presidenza per conto dell’UDPS -UNC e di Lamuka, non riusciranno a concludere un accordo. Secondo lui, un’unione tra queste due coalizioni sarebbe ancora possibile.[27]
[1] Cf testo completo: http://cenco.org/message-de-lassemblee-pleniere-extraordinaire-de-la-cenco/
[2] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 17.11.’18
[3] Cf Bantou Kapanza Son – 7sur7.cd, 20.11.’18
[4] Cf Ceni.cd, 21.11.’18
[5] Cf Justin Mwamba – Actualité.cd, 23.11.’18
[6] Cf Sosthène Kambidi – Actualité.cd, 29.11.’18
[7] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 21.11.’18; Radio Okapi, 21.11.’18
[8] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 21.11.’18
[9] Cf RFI, 22.11.’18
[10] Cf RFI, 26.11.’18
[11] Cf Auguy Mudiayi – Actualité.cd, 17.11.’18
[12] Cf Le Phare – Kinshasa, 19.11.’18
[13] Cf JKM – 7sur7.cd, 18.11.’18
[14] Cf Mediacongo.net, 19.11.’18
[15] Cf Actualité.cd, 23.11.’18; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 23.11.’18
[16] Cf Actualité.cd, 24.11.’18
[17] Cf Stanis Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 24.11.’18; Jeff Kaleb – 7sur7.cd, 24.11.’18
[18] Cf Auguy Mudiayi – Actualité.cd, 19.11.’18
[19] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 20.11.’18
[20] Cf Actualité.cd, 21.11.’18; RFI, 22.11.’18
[21] Cf Stanis Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 26.11.’18
[22] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 29.11.’18
[23] Cf RFI, 23.11.’18; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 23.11.’18
[24] Cf 7sur7.cd. 23.11.’18
[25] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 26.11.’18
[26] Cf Christine Tshibuyi et Auguy Mudiayi – Actualité.cd, 27.11.’18; Jephté Kitsita et Jeff Kaleb Hobiang – 7/sur7.cd, 27.11.’18
[27] Cf Chris Elongo – Cas-info.ca, 29.11.’18