Congo Attualità n. 366

INDICE

EDITORIALE: MACCHINA PER VOTARE → UN NODO GORDIANO ANCORA DA SCIOGLIERE
1. LA COMMISSIONE ELETTORALE: I PRIMI ARRIVI DI MACCHINE PER VOTARE, URNE E CABINE ELETTORALI
2. L’OPPOSIZIONE: CONTRO LA MACCHINA PER VOTARE E IL REGISTRO ELETTORALE, MA ANCORA SENZA CANDIDATO UNICO PER LE PRESIDENZIALI
3. IL COMITATO LAICO DI COORDINAMENTO (CLC)
4. LA COMMISSIONE TECNICA CENI / CANDIDATI ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI
5. IL COMIZIO DI LUBUMBASHI
6. LA SOCIETÀ CIVILE

EDITORIALE: MACCHINA PER VOTARE → UN NODO GORDIANO ANCORA DA SCIOGLIERE

1. LA COMMISSIONE ELETTORALE: I PRIMI ARRIVI DI MACCHINE PER VOTARE, URNE E CABINE ELETTORALI

Il 25 settembre, a Kinshasa, c’è stata una riunione del Comitato di collegamento, un organo di consultazione tra la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e i delegati dei partiti e coalizioni politiche legalmente riconosciuti. Lo scopo di questo incontro era principalmente quello di valutare l’evoluzione del processo elettorale.
Per quanto riguarda la logistica, il presidente della Ceni, Corneille Nangaa, ha segnalato che 109 container di 40 piedi e 2 da 20 piedi, provenienti dalla Cina e contenenti cabine elettorali, urne elettorali, inchiostro indelebile e altro materiale, sono già in viaggio per via marittima. Ha aggiunto che 5 container sono già arrivati a Goma, nel Nord Kivu; 8 sono arrivati a Bunia, nella provincia di Ituri; 3 sono partiti da Bunia per Kisangani, in provincia di Tshopo; 8 sono arrivati a Kinshasa; 48 sono arrivati ​​al porto internazionale di Matadi, nella provincia centrale di Kongo e altri 31 sono in viaggio per altri centri importanti di smistamento.
Egli ha anche annunciato che in viaggio ci sono altri 180 container provenienti dalla Corea del Sud e contenenti le macchine per votare. 133 di essi sono attesi per il mese di ottobre. Più precisamente, 24 dovrebbero arrivare al porto di Matadi il 5 ottobre.
Inoltre, 15 container provenienti dall’India e contenenti pannelli solari per tutte le antenne della CENI sono attesi a Matadi a partire dal 15 ottobre.[1]

Il relatore della CENI, Jean-Pierre Kalamba, ha affermato che, per facilitare il dispiegamento delle macchine per votare sul territorio nazionale, le navi che le stanno trasportando per via marirrima attraccheranno in tre porti: Matadi (RD Congo), Mombasa (Kenya) e Dar es Salaam (Tanzania),: Secondo lui, «le macchine per votare stanno per arrivare secondo il programma previsto. Entro il 5 ottobre, più o meno 180 container arriveranno al porto di Matadi. Un’altra parte arriverà a Mombasa per servire l’asse nord-est, cioè Goma, Beni, Butembo, Kisangani e Buta. Un’altra parte arriverà a Dar es Salaam, destinati al Katanga e al Sud Kivu. Il Katanga servirà come centro di smistamento per il Lualaba (fino a Dilolo) e per il Kasai (fino a Ilebo, Kamina, Kabongo, Kabalo e Kindu». Secondo il programma originale della Ceni, una prima parte di macchine per votare avrebbe dovuto arrivare tra il 9 e il 12 settembre e altre due consegne successive erano previste dal 18 al 23 settembre e il 6 ottobre. In totale, dovrebbero arrivare non meno di 106.000 macchine per votare.
Jean-Pierre Kalamba ha sottolineato che la CENI ha programmato l’arrivo delle cabine e urne elettorali, dei formulari per la compilazione dei verbali e dei risultati dello spoglio dei voti e di altro materiale elettorale, in modo tale che tutto sia distribuito, tra novembre e il 18 dicembre, nei vari centri di formazione, da cui saranno prelevati dai presidenti dei seggi elettorali gli ultimi giorni prima delle elezioni.[2]

Il 4 ottobre, 48 container di kit elettorali sono arrivati al porto di Matadi, nella provincia del Kongo Centrale. Bernadine Kitondo, segretaria esecutiva provinciale della CENI nel Kongo Centrale, ha affermato che «la CENI è tecnicamente molto avanzata nella preparazione delle prossime elezioni. Oggi abbiamo ricevuto delle cabine e delle urne elettorali, dei kit per i seggi elettorali e i vari formulari che saranno utilizzati in ogni seggio elettorale per la compilazione dei verbali elettorali e dei risultati dello spoglio dei voti».[3]

Il 6 ottobre, a Matadi (Kongo Centrale), il presidente della CENI, Corneille Naanga, ha ricevuto un primo lotto di 20 container di 12.000 macchine per votare, su un totale previsto di 135.000 esemplari. In questa occasione, egli ha dichiarato che «dal 6 al 30 ottobre, riceveremo materiale elettorale ogni tre giorni. Fino a novembre. Rimarrà solo una piccola parte che sarà inviata per via aerea». Egli ha assicurato che «le elezioni avranno luogo il 23 dicembre e tutti andranno a votare».[4]

Il 7 ottobre, in una conferenza stampa a Matadi, Corneille Nangaa ha affermato che, durante l’operazione di voto del 23 dicembre, nessuna macchina per votare sarà collegata a Internet.
Egli ha dichiarato che «siamo in un paese in cui si sospetta di tutto e di tutti. La macchina per votare è un computer impostato con un sistema Android e tutte le opzioni vi sono incorporate. Ci si può collegare a Internet o disconnettersi, come per il telefono. Non si dovrà collegare una macchine per votare ad altre macchine o server. Essa funzionerà in modalità locale. Il conteggio dei voti sarà effettuato manualmente con le schede cartacee che saranno inserite nell’urna. Dopodiché si firmeranno dei verbali che verranno compilati manualmente come si è sempre fatto». La disconnessione delle macchine era una delle raccomandazioni formulate dagli esperti britannici alla fine della loro missione di controllo tecnico sulla macchina per votare.[5]

Il 12 ottobre, il vicepresidente della CENI, Norbert Basengezi, ha annunciato che, all’inizio di ottobre, il Governo ha erogato 56 milioni di dollari per il finanziamento delle elezioni del 23 dicembre. Egli ha sottolineato che la somma totale erogata dallo Stato, per le tre elezioni del prossimo dicembre, è già superiore ai 300 milioni di dollari. Il costo totale per l’organizzazione delle elezioni del 23 dicembre è stimato in oltre 432 milioni di dollari. Inoltre, il vicepresidente della CENI ha annunciato anche che, per facilitare l’invio del materiale elettorale ai moltissimi seggi elettorali, «la CENI riceverà, entro il 20 ottobre, 220 nuovi camion, 5 elicotteri e due aerei».[6]

2. L’OPPOSIZIONE: CONTRO LA MACCHINA PER VOTARE E IL REGISTRO ELETTORALE, MA ANCORA SENZA CANDIDATO UNICO PER LE PRESIDENZIALI

Il 3 ottobre, i 7 candidati alle elezioni presidenziali membri dell’opposizione, convalidati e repinti, cioè Bemba, Tshisekedi, Katumbi, Fayulu, Kamerhe, Matungulu e Muzito hanno deciso di istituire una commissione tematica per risolvere lo spinoso problema della candidatura comune e unica dell’opposizione. Secondo un membro dell’opposizione che ha chiesto l’anonimato, questa commissione avrà il compito di definire le modalità e le condizioni per la nomina del candidato comune, tra cui il suo profilo, i termini della campagna elettorale e la condivisione delle responsabilità di governo dopo le elezioni. Nel frattempo, essi stanno continuando le trattative.[7]

Il 3 ottobre, per quanto riguarda la questione della candidatura congiunta dell’opposizione per le elezioni presidenziali, il candidato presidenziale Martin Fayulu Madidi ha espresso la sua fiducia nei colloqui avviati dai leader dell’opposizione: «Sì a un candidato comune. Dapprima la discussione verterà su un programma politico comune, poi si concorderanno i criteri da seguire, infine si procederà alla sua designazione. Rispetterò la decisione che il gruppo prenderà».
Per quanto riguarda l’utilizzazione della macchina per votare, egli ha affermato di volere rispettare la legge elettorale che non prevede l’uso della macchina per votare: «non possiamo andare alle elezioni con la “macchina per imbrogliare”. Dobbiamo attenerci alle disposizioni del calendario elettorale e alla legge elettorale. Non siamo nella linea del boicottaggio, ma il 23 dicembre non ci saranno elezioni se la CENI non darà una risposta soddisfacente alle richieste del popolo congolese, contrario all’utilizzazione della “macchina per imbrogliare” e ai 6 milioni di elettori “fittizi” registrati senza impronte digitali».
Per quanto riguarda la transizione senza Kabila, in caso di non svolgimento delle elezioni, Martin Fayulu ha riaffermato che questa sarebbe la via migliore. Per Martin Fayulu, nel caso in cui la Ceni non organizzasse le elezioni nella data prevista, sarebbe meglio obbligare il presidente Kabila alle dimissioni e trovare il modo di imporre una transizione senza Kabila: «Il 23 dicembre è una limite per Kabila. Egli dovrà dimettersi, per lasciare il posto a una transizione senza di lui».[8]

Il 6 ottobre, sette leader dell’opposizione (Vital Kamerhe, Félix Tshisekedi, Martin Fayulu, Freddy Matungulu, Pierre Lumbi, Delly Sesanga e Adolphe Muzito) hanno affidato una nota congiunta alla delegazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in visita a Kinshasa.
Si tratta di quattro pagine in cui essi affermano che, « guidato dalla CENI, l’attuale processo elettorale non offre sufficienti garanzie, perché è tenuto in ostaggio dall’attuale potere».
Essi ribadiscono la loro volontà di partecipare al processo elettorale e di designare un candidato unico dell’opposizione, nel caso in cui «le elezioni siano inclusive, libere, credibili e trasparenti».
I leader dell’opposizione elencano quindi una serie di punti che dimostrano la volontà dello stato di non consentire un’organizzazione pacifica e credibile delle elezioni del prossimo 23 dicembre.
Essi fanno un’analisi dell’attuale situazione politica e fanno riferimento alla strumentalizzazione di alcune istituzioni dello stato (per evitare il rientro in patria di Moïse Katumbi) e della CENI (invalidazione delle candidature di Jean Pierre Bemba e di Adolphe Muzito, imposizione della macchina per votare, il rifiuto di correggere le irregolarità constatate nel registro elettorale, …).
I leader dell’opposizione insistono anche sul fatto che il regime illegittimo di Joseph Kabila non ha risorse sufficienti per finanziare da solo l’organizzazione delle prossime elezioni.
In seguito a tali constatazioni, i 7 leader dell’opposizione propongono una serie di soluzioni:
«– la rinuncia all’utilizzazione della macchina per votare, introdotta nell’attuale processo elettorale in violazione della legge,
– la revisione del registro elettorale, eliminando gli almeno 10 milioni di elettori registrati senza impronte digitali,
– l’immediata attuazione delle misure di rasserenamento del clima politico previste dall’Accordo di San Silvestro 2016,
– l’effettiva partecipazione, alle prossime elezioni, dei candidati esclusi o invalidati per motivi politici,
– l’accreditamento di osservatori elettorali dell’ONU, dell’UE, dell’UA e altri,
– il sostegno finanziario, materiale e logistico delle Nazioni Unite,
– il dispiegamento di una forza militare per garantire la sicurezza del processo elettorale, dei candidati e delle popolazioni,
– l’effettiva partecipazione della Monusco all’intero processo elettorale».
I membri della delegazione del Consiglio di Sicurezza hanno incontrato il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro e i primi vice ministri, il presidente della Ceni, i candidati della maggioranza e dell’opposizione, i membri della CENCO e i rappresentanti della società civile.[9]

3. IL COMITATO LAICO DI COORDINAMENTO (CLC)

Il 5 ottobre, in un comunicato, il Comitato Laico di Coordinamento (CLC) ha annunciato l’inizio,, la domenica 7 ottobre, di una campagna nazionale contro la macchina per votare e il registro elettorale ritenuto, quest’ultimo, “corrotto” a causa di gravi irregolarità constatate nella registrazione di oltre 10 milioni di elettori.
Il CLC ha scelto di iniziare questa campagna il 7 ottobre, perché si tratta di una data di importanza strategica, dato che nel calendario elettorale essa marca “l’inizio dell’operazione di stampa, confezionamento e consegna delle schede elettorali cartacee e dei formulari per la compilazione dei verbali e dei risultati ottenuti dallo spoglio dei voti”. Sempre secondo il calendario elettorale, questa operazione avrebbe dovuto terminare il 14 novembre, per poi poter inviare il materiale preparato ai vari siti di formazione a partire dal 16 novembre.
Il CLC ha elencato dieci motivi per dire di no alla macchina per votare, tra cui:
– La legge elettorale non prevede l’utilizzazione della macchina per votare.
– Il calendario elettorale non prevede l’uso della macchina per votare, ma la stampa di schede elettorali cartacee.
– La macchina per votare pone un problema di affidabilità poiché nessuno, al di fuori della CENI, ha potuto verificare i programmi introdotti nel software. Il voto dell’elettore non è quindi protetto da possibili modificazioni deliberatamente pianificate.
– La macchina per votare non garantisce la segretezza del voto perché, “essendo analfabeti e / o non sufficientemente istruiti sul suo funzionamento, molti elettori dovranno essere assistiti dal personale del seggio elettorale, il che pone un problema di segretezza del voto”.
– Aumenta il rischio che il personale elettorale addetto introduca illecitamente nelle urne delle schede elettorali eccedenti. In effetti, prevedendo una media di 3 minuti di tempo, affinché un elettore possa eseguire la sua operazione di voto e sapendo che i seggi elettorali rimarranno aperti 11 ore (dalle 7:00 alle 18:00), in un seggio elettorale “potranno votare solo 220 elettori”, invece dei 660 annunciati sulla base di una media di 1 minuto di tempo per ogni elettore. Pertanto, ci saranno molti elettori che non potranno votare entro il tempo previsto. Dato che la lista dei 660 elettori previsti teoricamente per ogni seggio elettorale non è stata integrata nel database della macchina, “c’è il rischio che il personale del seggio elettorale introducano nelle urne delle schede elettorali eccedenti, non corrispondenti a quelle degli elettori che hanno effettivamente votato”.
– Inoltre, la CENI ha previsto solo una macchina di riserva per ogni centro di voto o per 5 macchine collocate, il che creerà grandi problemi nel caso di guasto di 2 o 3 macchine.
– Infine, il CLC dubita della capacità della CENI di formare, prima del 23 dicembre, 232 formatori di formatori, 21.000 tecnici informatici (la cui esistenza in Congo è considerata “ipotetica”) e 453.408 membri di seggi elettorali.[10]

4. LA COMMISSIONE TECNICA CENI / CANDIDATI ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI

Il 4 ottobre, a Kinshasa, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, si è incontrato con i candidati alle elezioni presidenziali. Promosso dalla CENI, l’incontro è servito per affrontare alcune problematiche che riguardano il processo elettorale, tra cui la macchina per votare e il registro elettorale.
Durante questo incontro, durato circa quattro ore, i candidati dell’opposizione si sono ancora una volta opposti all’uso della macchina per votare, spesso denominata dall’opposizione stessa con il nome di “macchina per imbrogliare” e, d’altra parte, non prevista né nel calendario elettorale, né nella legge elettorale, né nella costituzione che, nel suo articolo 237, esclude l’uso del voto elettronico nelle attuali elezioni in corso. Ciò nonostante, secondo la CENI, non c’è altra alternativa se si vuole rispettare la scadenza del 23 dicembre 2018 come data per le elezioni.
Inoltre, i candidati membri dell’opposizione hanno chiesto alla CENI di eliminare dal registro elettorale i 6 milioni di elettori (il 16,6% del totale) registrati senza impronte digitali, perché ritenuti come degli elettori fittizi. Anche in questo caso, la CENI ha sostenuto che si tratta di un falso dibattito, poiché la legge non esclude dal processo elettorale gli elettori che si trovano in tale situazione.
Essi hanno anche affermato che solo la CENI porterà la responsabilità per un eventuale mancato svolgimento di elezioni inclusive, trasparenti, credibili e pacifiche il 23 dicembre.
Alla fine dell’incontro, Corneille Nangaa ha affermato che «la CENI e i candidati alla Presidenza della Repubblica hanno concordato di istituire una commissione tecnica per approfondire tutte queste questioni. Tutto ciò al fine di conciliare gli imperativi tecnici per far sì che tutti portino il loro contributo al processo, ma anche per garantire che le elezioni abbiano luogo il 23 dicembre, come previsto».
Dei 21 candidati alla presidenza della Repubblica, sono 17 che hanno preso parte all’incontro, tra cui Emmanuel Ramazani Shadary, Vital Kamerhe, Martin Fayulu, Samy Badibanga e Freddy Matungulu. Trovandosi all’estero, Félix Tshisekedi é stato rappresentata da Jacquemain Shabani.[11]

Il 5 ottobre, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha affermato che la finalità della commissione tecnica, che sarà istituita secondo quanto concordato con i 21 candidati alle elezioni presidenziali, non sarà quella di negoziare le decisioni della CENI, compresa quella dell’utilizzazione o meno della macchina per votare. Egli ha affermato che, concepita per risolvere alcune questioni tecniche relative alle elezioni e che ancora sono al centro di discussioni tra le varie parti politiche, tale commissione dovrà effettuare approfondite verifiche sull’applicazione delle raccomandazioni degli esperti internazionali sul processo elettorale. Secondo Corneille Nangaa, «la commissione tecnica non è stata proposta per negoziare le decisioni della CENI, ma per effettuare i controlli richiesti dalle raccomandazioni dell’OIF e della Fondazione Britannica, inclusi quelli sull’utilizzazione della macchina per votare».[12]

Il 10 ottobre, la riunione della commissione tecnica, composta dai membri del comitato centrale  della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e dai 21 candidati alla Presidenza della Repubblica, si è conclusa senza arrivare ad alcun accordo. Questa commissione era stata istituita per continuare le discussioni sul registro elettorale, la sicurezza del processo elettorale, il finanziamento delle elezioni e l’utilizzazione della macchina per votare.
I candidati dell’opposizione hanno chiesto al presidente della Ceni, Corneille Nangaa, di dimostrare prima di tutto il valore giuridico e legale della macchina per votare perché, secondo loro, questo strumento non è previsto né dalla legge elettorale, né dal calendario elettorale del 5 novembre 2017.
La richiesta è stata respinta da Corneille Nangaa, che ha preferito passare direttamente alla sperimentazione della macchina. A questo punto, alcuni candidati sono rimasti, mentre quelli dell’opposizione e / o i loro rappresentanti sono usciti dalla sala. Tra questi: Martin Fayulu, Theodore Ngoy, Seth Kikuni, Vital Kamerhe e Jacquemin Shabani (rappresentante di Felix Tshisekedi).
Alla fine dell’incontro, Théodore Ngoy, candidato alla presidenza della Repubblica, ha spiegato, secondo il punto di vista dei candidati dell’opposizione, il contenuto e il contesto dell’incontro con Corneille Nangaa: «L’incontro si è concluso senza alcun accordo. La maggior parte dei candidati ritiene che, prima di prendere in considerazione la questione dell’affidabilità della macchina per votare sul piano tecnico, si debba chiarire la questione della legalità o illegalità della decisione di ricorrere all’utilizzazione della macchina per votare. Abbiamo discusso di questo problema. Da parte nostra, abbiamo detto che la macchina per votare non è legale e l’abbiamo dimostrato». Egli ha anche spiegato il contesto della fine di questo incontro: «Curiosamente, a un certo momento dell’incontro, il presidente Corneille Nangaa ha detto: quelli che non vogliono una discussione tecnica sulla macchina per votare possono andarsene. Quelli che vogliono sperimentarla, possono restare. Da parte nostra, non potevamo accettare di discutere sugli aspetti tecnici di una macchina per la quale non c’è ancora alcun consenso sulla sua legalità».
Secondo il presidente dell’Ecide e coordinatore della Dinamica dell’Opposizione, Martin Fayulu, i candidati alla  Presidenza della Repubblica e il Comitato centrale della CENI non sono riusciti a trovare un accordo su questioni cruciali, tra cui la macchina per votare e il registro elettorale: «L’incontro si è concluso con un nulla di fatto. Nessun compromesso è stato trovato sulla macchina per votare. Corneille Nangaa voleva che andassimo direttamente alla commissione tecnica. Gli abbiamo detto che, dapprima, egli avrebbe dovuto dimostrare la legalità dell’uso di questa macchina. Secondo l’opposizione, non ci sono basi legali. Su entrambe le questioni, relative alla macchina per votare e al registro elettorale, non siamo arrivati ad alcun accordo». Per quanto riguarda la continuazione delle discussioni tra i candidati alle elezioni presidenziali e la CENI, Martin Fayulu ha dichiarato che, almeno per il momento, non c’è alcun altro incontro in vista.
Da parte sua, Norbert Basengezi, vicepresidente della Ceni, ha affermato che si tratta di una forma di pressione da parte dell’opposizione. Egli non si è soffermato ulteriormente sulla questione della macchina per votare ma, a proposito del registro elettorale, egli ha ribadito che la legge permette la registrazione di persone disabili o con impronte digitali illeggibili.
A poche settimane dalle elezioni previste per il 23 dicembre, l’opposizione continua a chiedere il ritiro della macchina per votare, al fine di garantire la credibilità del processo elettorale. D’altra parte, la CENI continua a voler ricorrere a questa nuova tecnologia. Lo stesso Corneille Nangaa aveva già avvertito che «senza la macchina per votare, non sarà possibile organizzare le elezioni entro il 23 dicembre prossimo».[13]

L’11 ottobre, in una dichiarazione politica pubblicata dopo la riunione con la CENI il mercoledì 10 ottobre 2018, l’Opposizione politica congolese riunita a Kinshasa:
« 1.Ribadisce il suo impegno e la sua determinazione a partecipare a delle elezioni trasparenti, credibili e inclusive previste per il 23 dicembre 2018.
2. Riafferma la sua richiesta di risolvere, nell’ambito delle consultazioni tra la CENI e i candidati alla Presidenza della Repubblica e prima di istituire la commissione tecnica, le due questioni relative alla legittimità della macchina per votare e alla eliminazione, dal registro elettorale, dei quasi 10 milioni di elettori registrati senza impronte digitali.
3. Informa la pubblica opinione che, nonostante la sua buona volontà, nessuno di questi due problemi è stato finora risolto, a causa del rifiuto, da parte del Presidente della CENI, di discuterne.
4. Invita pertanto il popolo congolese a mobilitarsi nell’ambito del programma d’azioni che essa ha preparato, per esigere l’uso delle schede elettorali cartacee (manuali), in conformità con la legge elettorale e il calendario elettorale pubblicato dalla stessa CENI.
5. Conferma, quindi, le seguenti azioni:
a) lo svolgimento di un grande comizio a Lubumbashi, il sabato 13 ottobre 2018,
b) l’organizzazione di marce di protesta il 26 ottobre 2018.
6. Invita tutte le forze acquisite al cambiamento e la società civile ad appropriarsi del processo elettorale, per un’alternanza democratica e un’alternativa di governo il 23 dicembre 2018».
Questa dichiarazione è stata firmata da Martin Fayulu e dai delegati di Moïse Katumbi, Vital Kamerhe, Adolphe Muzito, Jean-Pierre Bemba, Felix Tshisekedi e Freddy Matungulu.[14]

L’11 ottobre, il presidente dell’Associazione Congolese per l’Accesso alla Giustizia (ACAJ), Georges Kapiamba, ha deplorato il fatto che, nonostante l’incontro tra la CENI e i  candidati alla Presidenza della Repubblica nell’ambito della commissione tecnica, non sia stato trovato alcun consenso circa la macchina per votare e il registro elettorale. Egli ha chiesto a Corneille Nangaa, presidente della CENI, di favorire un “serio dibattito” sulla macchina per votare: «Se vuole convincere le diverse parti implicate nel processo elettorale, Corneille Nangaa deve cercare di suscitare un serio dibattito sulle basi giuridiche e legali dell’utilizzazione della macchina per votare. Di fronte al suo atteggiamento intransigente a favore di questa nuova tecnologia, l’opposizione ha l’impressione di essere costretta a subire un’imposizione».[15]

Il 12 ottobre, in un’intervista concessa a Radio Okapi, il relatore della CENI, Jean-Pierre Kalamba, ha dichiarato che l’utilizzazione della macchina per votare nelle elezioni del 23 dicembre è legale. Secondo lui, l’uso della macchina per votare si basa sugli articoli 47 e 55 della legge elettorale. Jean-Pierre Kalamba ha affermato che «l’uso della macchina per votare si basa sugli articoli 47 e 55 della legge elettorale, secondo i quali il voto può essere effettuato mediante schede elettorali cartacee o per via elettronica», aggiungendo che solo la CENI ha la competenza di scegliere i mezzi con cui organizzare le elezioni: «la CENI ha già deciso. È una decisione che le è riconosciuta dalla costituzione. Tuttavia, spetta ad essa di informare le diverse parti interessate sulle modalità e sui mezzi con cui le elezioni saranno organizzate, al fine di garantirne la trasparenza. Quindi non si tratta di iniziare alcuna trattativa di tipo politico».[16]

5. IL COMIZIO DI LUBUMBASHI

Il 9 ottobre, il sindaco di Lubumbashi, Ghislain Robert Lubaba Buluma, ha dato il suo accordo per l’organizzazione del comizio della piattaforma elettorale di Moïse Katumbi, “Insieme per il cambiamento”, previsto per il 13 ottobre. In una lettera indirizzata ai dirigenti di “Insieme per il cambiamento”, Robert Buluma ha risposto positivamente alla loro richiesta di poter organizzare un comizio: «Tenendo conto dell’incontro che, il 5 ottobre, avete avuto direttamente con i membri del comitato ristretto del consiglio urbano di sicurezza, segnalo il mio accordo per l’organizzazione di questa mattinata politica, sotto riserva dell’accettazione di certe disposizioni». Il sindaco Robert Buluma chiede, tra altre cose, il rispetto dell’orario indicato e un servizio d’ordine per la supervisione dei militanti, che dovranno evitare insulti e slogan scortesi nei confronti delle autorità.[17]

Il 12 ottobre, il presidente della piattaforma elettorale “Insieme per il Cambiamento”, Moïse Katumbi, ha chiesto alla popolazione di Lubumbashi di prendere parte al comizio dell’opposizione previsto per il 13 ottobre. Attraverso un video messaggio pubblicato sul suo account Twitter, Moïse Katumbi ha affermato: «Il comizio del 13 ottobre a Lubumbashi avrà una portata storica. Siate numerosi per dire tre stop: stop alla mancanza di inclusività, stop all’uso della macchina per votare e stop ai brogli elettorali. La RD Congo merita delle vere elezioni. Insieme, possiamo vincere e finalmente guardare al futuro con fiducia».[18]

Il 12 ottobre, Jean-Bertrand Ewanga, esponente di “Insieme per il cambiamento”, ha annunciato che una delegazione di leader dei principali partiti di opposizione [l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), il Movimento di Liberazione del Congo (MLC), l’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Insieme per il cambiamento, …] si recherà a Lubumbashi, per partecipare al comizio di “Insieme per il cambiamento” previsto per il sabato 13 ottobre.[19]

Il 12 ottobre, in un comunicato reso noto in serata, il vice sindaco della città di Lubumbashi, Laurianne Kalombo, ha dichiarato che il comizio dell’opposizione previsto il 13 ottobre presso la Cittadella dei giovani, nel comune di Kampemba, è stato posticipato ad una data successiva non ancora fissata. Secondo la vice sindaco, questa decisione è stata presa per permettere una maggior armonizzazione con i gruppi politici dell’opposizione, principali organizzatori, e per ragioni di sicurezza. La lettera contenente questa decisione è stata consegnata a un esponente di  “Insieme per il cambiamento”, Sonvile Mukendi, secondo cui la vice sindaco avrebbe chiesto una nuova previa armonizzazione con gli organizzatori del comizio.[20]

Da parte sua, l’opposizione ha confermato lo svolgimento del comizio previsto per questo sabato, 13 ottobre, a Lubumbashi, dove sono già arrivati alcuni dei suoi leader, tra cui Martin Fayulu, Adolphe Muzito, Eve Bazaiba, Delly Sesanga, Jacquemin Shabani, Christophe Lutundula e José Endundu. In un comunicato, il Presidente del Raggruppamento dell’Opposizione, Gabriel Kiyungu wa Kumwanza, ha dichiarato che «l’opposizione informa l’opinione pubblica di non aver ufficialmente ricevuto alcuna lettera di annullamento del comizio e invita pertanto la popolazione a non cedere ad una specie di campagna di disinformazione, messa in atto per scoraggiare la popolazione. A tal fine, l’opposizione conferma lo svolgimento del comizio previsto per questo 13 ottobre». Secondo Gabriel Kyungu, il comizio è stato interdetto a causa della presenza di numerosi leader dell’opposizione arrivati a Lubumbashi da Kinshasa, per partecipare al comizio.[21]

Il 13 ottobre, il comizio è stato impedito dalla polizia che, sin dalle prime ore del mattino, ha circondato il luogo fissato per il comizio dell’opposizione e la residenza del coordinatore regionale di “Insieme per il cambiamento”, Gabriel Kyungu Wa-Ku-Mwanza. Inoltre, essa ha sequestrato il maxischermo che avrebbe dovuto servire per ritrasmettere il messaggio del presidente di “Insieme”, Moïse Katumbi, e vietato qualsiasi raggruppamento di persone nei pressi della Cittadella dei giovani.
Più tardi, la polizia ha disperso gli attivisti dell’opposizione che stavano arrivando alla Cittadella dei giovani, dove avrebbe dovuto svolgersi il comizio organizzato da “Insieme per il cambiamento” di Moïse Katumbi. Questi manifestanti, la maggior parte giovani, stavano chiedendo l’arrivo di Gabriel Kyungu. Dopo aver incendiato dei pneumatici, essi sono stati dispersi dalla polizia.
Nel pomeriggio, la polizia ha disperso una marcia improvvisata dall’opposizione. I leader dell’opposizione si erano recati dal sindaco, ma quest’ultimo era assente. Al ritorno, all’altezza del mercato Nzanza, essi hanno improvvisato una marcia, per mobilitare la popolazione contro l’utilizzazione della macchina per votare e la presenza di elettori senza impronte digitali nel registro elettorale, ma sono stati violentemente dispersi.[22]

Il 14 ottobre, dopo l’interdizione del comizio del giorno precedente, la delegazione dell’opposizione arrivata da Kinshasa ha cercato di organizzare un incontro con gli attivisti dei loro partiti, nella residenza, abbastanza spaziosa, di Gabriel Kyungu wa Kumwanza. Uno dei candidati alle presidenziali, Martin Fayulu, ha dichiarato: «Siamo venuti a Lubumbashi per dire al popolo congolese che non è accettabile che, per le prossime elezioni del 23 dicembre, si utilizzino la macchina per votare e l’attuale registro elettorale. Diciamo no a una parodia di elezioni. Diciamo sì a delle elezioni credibili, cioè senza macchina per votare e senza un registro elettorale corrotto. L’uso della macchina per votare è vietato dalla legge elettorale che, nel suo articolo 237, vieta il voto elettronico nelle prossime elezioni». Ma la polizia dispiegata nei pressi della residenza di Kyungu wa Kumwanza ha disperso ogni tentativo di raggruppamento di persone e impedito qualsiasi possibilità di ingresso o di uscita dal luogo.[23]

6. LA SOCIETÀ CIVILE

Il 12 ottobre, in una dichiarazione rilasciata a Kinshasa, il gruppo di esperti della società civile ha denunciato «l’atteggiamento di alcuni esponenti politici congolesi che vogliono creare delle scappatoie per non andare alle elezioni». Secondo il coordinatore del gruppo di esperti, Dieudonné Mushagalusa, «il gruppo degli esperti della società civile constata che, in un momento in cui la CENI sta tentando di rispettare il calendario elettorale, mediante una sua attuazione entro i tempi stabiliti, alcuni esponenti politici continuano ad esprimere dubbi sul buon esito del processo elettorale». Inoltre, gli esperti della società civile chiedono alla popolazione congolese di «non imitare l’atteggiamento di questi politici che temendo il verdetto della popolazione, tentano, con tutti i mezzi, di accedere a posti politici attraverso vie diverse da quelle delle elezioni, solo perché non sono pronti ad andare alle urne». Mushagalusa aggiunge che «essi vogliono accattivarsi la pubblica opinione, per sabotare le elezioni e imporre nuovi negoziati». Secondo lui, «questi politici sono noti per la loro attitudine a rifiutare tutto ciò che viene proposto, invocando a volte la questione della macchina elettorale, a volte la questione del registro elettorale e, altre volte, la composizione della CENI e la sostituzione di qualche suo membro».[24]

Il 12 ottobre, la Nuova Generazione per l’Emergenza del Congo (NOGEC) ha espresso i suoi dubbi sulle marce di protesta contro la macchina per votare, annunciate dall’opposizione per il 26 ottobre. Il segretario generale di questo raggruppamento politico, Yvan Ilunga, ha affermato che «abbiamo l’impressione di trovarci di fronte a una squadra che non vuole giocare, che vuole rallentare o impedire il processo elettorale, quando mancano solo due mesi e mezzo dalle elezioni». Secondo il segretario generale della NOGEC, i leader dell’opposizione hanno probabilmente un’agenda nascosta: «Invito la popolazione congolese in generale, e i giovani in particolare, a prestare attenzione alla manipolazione. L’opposizione sa ciò che vuole e ha un’agenda nascosta, quella di poter ottenere un altro dialogo, in vista di un periodo di transizione senza Kabila». Per questo, la NOGEC e i suoi alleati stanno programmando un loro comizio detto di “rinnovamento”, per il 20 ottobre, a Kinshasa, in piazza YMCA.[25]

[1] Cf Ceni.cd, 25.09.’18
[2] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 25.09.’18
[3] Cf Dany Kinda-N’zita – Actualité.cd, 05.10.’18
[4] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 06.10.’18
[5] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 07.10.’18
[6] Cf Justin Mwamba – Actualité.cd, 12.10.’18
[7] Cf mediacongo.net, 04.10.’18
[8] Cf mediacongo.net, 04.10.’18
[9] Cf La Libre / Afrique, 06.10.’18; Actualité.cd, 07.10.’18
[10] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 05.10.’18; Cas-info.ca, 06.10.’18; Marie-France Cros – La Libre / Afrique, 06.10.’18
[11] Cf Radio Okapi, 04.10.’18; RFI, 04.10.’18
[12] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 06.10.’18
[13] Cf Actualité.cd, 10.10.’18 ; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 10.10.’18; Mediacongo.net, 10.10.’18; P. Ndongo – Cas.info.ca, 10.10.’18
[14] Cf Mediacongo.net, 12.10.’18  https://www.mediacongo.net/article-actualite-43269_protestation_contre_la_machine_a_voter_l_opposition_dans_la_rue_le_26_octobre.html
[15] Cf Kabwatila, Ntumba, Lokale (Ifasic) – Actualité.cd, 12.10.’18
[16] Cf Par Espérant Keke – Ca-info.ca, 12.10.’18
[17] Cf José Mukendi – Actualité.cd, 12.10.’18
[18] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 12.10.’18
[19] Cf P. Ndongo – Cas-info.ca, 12.10.’18
[20] Cf P. Ndongo – Cas-info.ca, 13.10.’18; Will Cleas Nlemvo – Actualité.cd, 12.10.’18; Radio Okapi, 13.10.’18
[21] Cf Mediacongo, 13.10.’18
[22] Cf Radio Okapi, 13.10.’18; José Mukendi – Actualité.cd, 13.10.
[23] Cf Radio Okapi, 14.10.’18 ; José Mukendi – Actualité.cd, 14.10.’18
[24] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 12.10.’18
[25] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 13.10.’18