Editoriale Congo Attualità n. 343 – a cura della Rete Pace per il Congo
Il 27 novembre, l’Assemblea nazionale dei deputati ha iniziato il dibattito sul progetto di revisione della legge elettorale proposto dal Governo.
Il 4 dicembre, dopo accesi dibattiti e in assenza dei deputati dell’opposizione, l’Assemblea nazionale ha approvato il progetto di revisione della legge elettorale. 287 deputati su 500 (che compongono la camera dei deputati) hanno preso parte al voto: 284 hanno votato sì, 2 si sono astenuti e 1 ha votato no. Il progetto così adottato è stato inviato al Senato.
È necessario ricordare che, secondo il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale il 5 novembre, il testo definitivo della revisione della legge elettorale avrebbe dovuto essere approvato dal Parlamento entro il 30 novembre e promulgato dal presidente della Repubblica entro il 15 dicembre.
La soglia di sbarramento
Tale progetto di legge prevede, tra altre cose, l’introduzione di una soglia di rappresentatività (sbarramento) del 3 % per le elezioni legislative nazionali e del 5% per le elezioni legislative provinciali. Detto più chiaramente, per ottenere un determinato numero di seggi alla Camera dei deputati nazionali, un partito deve ottenere il 3% dei voti espressi validamente a livello nazionale. L’obiettivo di questa soglia di sbarramento sarebbe quello di favorire i partiti a tendenza nazionale che, presenti sull’insieme del territorio nazionale, portano avanti un discorso unificatore nazionale e non solamente regionale o clanico.
Secondo il Governo, questo tipo di sbarramento ridurrebbe il costo eccessivo delle elezioni e sarebbe una soluzione alla proliferazione dei piccoli partiti politici. La soglia di sbarramento contribuirebbe a risolvere quindi i problemi della sottorappresentazione dei grandi partiti e della soprarappresentazione dei piccoli partiti.
La Commissione elettorale aveva già fatto notare che, nelle precedenti elezioni, con un sistema proporzionale puro senza sbarramento, il 92% delle liste che avevano ottenuto almeno un seggio in Parlamento, non avevano nemmeno raggiunto il quoziente elettorale (il numero degli elettori diviso per il numero (500) dei deputati.
Tale soglia potrebbe essere abbassata al 2% o all’1%. In ogni caso, si tratta di un cambiamento che trasformerà il microcosmo politico-congolese. Secondo i risultati delle scorse elezioni, nel caso di uno sbarramento del 3%, solo 6 partiti riuscirebbero ad avere dei deputati all’Assemblea Nazionale. Nel caso di uno sbarramento del 2%, sarebbero solo 11. Se l’indice di sbarramento si abbassasse all’1%, si arriverebbe a un totale di 21. Sugli oltre 600 partiti politici registrati presso il ministero degli interni, la nuova legge elettorale escluderebbe quindi dal Parlamento la stragrande maggioranza di essi, a meno che non si raggruppino in coalizioni.
Rifiutata anche dai piccoli partiti membri della maggioranza presidenziale, l’introduzione di qualsiasi tipo di sbarramento è categoricamente respinta anche dai partiti dell’opposizione, che la considerano come un indietreggiamento nella vita democratica del Paese.
Dopo aver constatato tanta avversità e diffidenza, la Commissione Politica, Amministrativa e giuridica (PAJ) ha ridotto la soglia di rappresentatività dei partiti e coalizioni politiche all’1% per le legislative nazionali, al 3% per le legislative provinciali e al 10% per le municipali e locali.
Il voto semielettronico
Tra molti altri punti controversi, è sufficiente ricordarne uno solo: l’introduzione del voto semielettronico. I motivi sono molti: la maggior parte delle persone, soprattutto all’interno del Paese, non sa usare il computer o altri strumenti elettronici; la mancanza o l’interruzione della corrente elettrica potrebbe perturbare le stesse operazioni elettorali; l’alto rischio di manomissioni del sistema informatico potrebbe produrre un’eventuale differenza tra i risultati ottenuti elettronicamente e quelli ottenuti attraverso il conteggio manuale dei voti espressi sulla scheda elettorale cartacea.
Una sessione parlamentare straordinaria in caso di necessità
Come si può intuire, la riforma della legge elettorale è molto complessa e, soprattutto, molto impegnativa, perché riguarda il futuro di un popolo intero. Per questo, essa dovrebbe essere approvata con la più alta maggioranza possibile. Per arrivarvi, occorrerebbe che, in Senato, ora si trovasse un accordo su un indice minimo della soglia di sbarramento e su un eventuale rinvio dell’introduzione del voto semielettronico alle elezioni seguenti.
Oltre all’approvazione finale della revisione della legge elettorale, il parlamento dovrà approvare anche la legge finanziaria per l’anno 2018, una legge molto importante, perché sarà in base ad essa che il Governo finanzierà le operazioni elettorali previste nel 2018.
Visto che la sessione parlamentare iniziata il 15 settembre arriverà inesorabilmente a termine il 15 dicembre prossimo (10 pochissimi giorni!), sarà probabilmente necessario prevedere una sessione parlamentare straordinaria, a partire dal 16 dicembre stesso fino alla loro approvazione definitiva.