INDICE
EDITORIALE: NUOVO CALENDARIO ELETTORALE → APPLAUSI E CONTESTAZIONI
- LA PUBBLICAZIONE DEL CALENDARIO ELETTORALE
- Prima della pubblicazione
- La pubblicazione del calendario elettorale
- Le reazioni della maggioranza presidenziale
- Le reazioni dell’Opposizione
- Le reazioni dell’Opposizione firmataria dell’Accordo del 18 ottobre 2016 e membro del Governo
- Le reazioni della Comunità internazionale
EDITORIALE: NUOVO CALENDARIO ELETTORALE → APPLAUSI E CONTESTAZIONI
1. LA PUBBLICAZIONE DEL CALENDARIO ELETTORALE
a. Prima della pubblicazione
Il 3 novembre, in una conferenza stampa, il primo segretario nazionale del Partito Socialista, Daniel Mwana Nteba, ha presentato il suo piano di uscita dalla crisi.
Per evitare il caos che si sta profilando all’orizzonte e nel contesto di un consenso il più ampio possibile, il Partito Socialista propone che il posto di Primo Ministro sia affidato a Félix Tshisekedi, essendo oggi uno dei pochi politici in grado di incarnare le speranze di una grande parte del popolo congolese. Inoltre, sempre nell’ambito del più ampio consenso possibile, il Partito Socialista propone che la presidenza del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA) sia affidata al Presidente dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Vital Kamerhe, e quella della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) a Jonas Tshiombela, presidente della Nuova società civile congolese (NSCC).
Infine, Daniel Mwana-Nteba auspica che la Presidenza dell’Assemblea Nazionale dei Deputati sia concessa a Eva Bazaïba, del Movimento di Liberazione del Congo (MLC), affinché il Parlamento possa approvare rapidamente le leggi che permettano alla CENI e al governo di organizzare le elezioni il più presto possibile.
Per quanto riguarda la Presidenza della Repubblica, il Partito Socialista ritiene che una transizione senza il presidente Joseph Kabila sia la cosa migliore. Tuttavia, secondo Mwana-Nteba, al fine di evitare il caos e sempre nell’ambito del più ampio consenso, il Partito Socialista potrebbe accettare che Joseph Kabila rimanga alla guida del paese durante la transizione, a condizione che egli accetti di regnare, ma non di governare, unico modo possibile per impedirgli di ostacolare il lavoro del Governo di transizione e delle altre istituzioni.[1]
Il 5 novembre, la Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) ha auspicato l’organizzazione delle elezioni nel mese di giugno 2018. «Le elezioni, soprattutto le presidenziali, non dovrebbero andare oltre il mese di giugno 2018», ha dichiarato l’Abbé Donatien Nshole, Segretario Generale della CENCO, aggiungendo che i vescovi cattolici non condividono affatto l’affermazione del presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, sui 504 giorni necessari per preparare le elezioni.[2]
Il 5 novembre, il movimento civico “Lotta per il Cambiamento” (LUCHA) ha chiesto ai leader dell’opposizione di mettere in atto delle “azioni forti”, per costringere il presidente Joseph Kabila a lasciare il potere alla fine di quest’anno.
In un comunicato, il movimento di giovani indignati afferma che «il popolo aspetta “disperatamente” che i partiti dell’Opposizione abbiano “una posizione comune, costante e inequivocabile”, poiché Kabila deve lasciare il potere (o cessare di essere considerato presidente della Repubblica) entro il 31 dicembre 2017».
Secondo la LUCHA, si tratta di «condurre “azioni concrete, forti, decise e coordinate, per obbligare Kabila e la maggioranza presidenziale a rinunciare al potere, senza passare attraverso un’altra forma di dialogo. Quest’uomo e il suo regime hanno manifestamente violato la Costituzione, calpestato l’accordo del 31 dicembre 2016 e ignorato le varie risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Infine, la LUCHA ricorda ai leader dell’Opposizione: «Avete una grave responsabilità su cui la storia vi giudicherà».[3]
b. La pubblicazione del calendario elettorale
Il 5 novembre, in occasione della pubblicazione del calendario elettorale, il presidente della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), Corneille Nangaa, ha annunciato che le elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali avranno luogo il 23 dicembre 2018. I risultati provvisori delle elezioni presidenziali saranno annunciati il 30 dicembre 2018. I risultati definitivi saranno resi noti il 9 gennaio 2019. L’insediamento del nuovo Presidente della Repubblica è previsto per il 12 gennaio 2019. Secondo il presidente della CENI, Corneille Nangaa, il calendario elettorale pubblicato è in linea con l’accordo del 31 dicembre 2016. In effetti, «le elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali saranno organizzate simultaneamente, in un solo giorno», come previsto dall’accordo, ha dichiarato Corneille Nangaa.
«Il calendario presentato si basa sul principio della razionalizzazione del sistema elettorale, al fine di ridurre i costi eccessivi», ha egli affermato. Tuttavia, per poter organizzare queste elezioni, la Commissione elettorale ha posto delle condizioni di ordine legislativo, finanziario, logistico, politico e di sicurezza. La pubblicazione di questo calendario avviene in un clima politico molto teso, dovuto al fatto che il presidente Joseph Kabila continua a rimanere al potere, nonostante che il suo mandato presidenziale sia terminato il 20 dicembre 2016.[4]
Nel suo discorso di presentazione del nuovo calendario elettorale, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha ricordato quello che è stato fatto finora. Egli ha citato l’operazione di stabilizzazione della cartografia operativa, che ha permesso di ottenere i seguenti dati:
Superficie del territorio nazionale: 2.345.409 km2, con 26 Province, 145 Territori, 32 Città, 310 Comuni, 470 Settori, 264 Zone, 6.095 Raggruppamenti, 88.670 Villaggi, 17.859 Centri di registrazione degli elettori.
Ha poi ricordato l’operazione di identificazione e di registrazione degli elettori che ha permesso di iscrivere nelle liste elettorali 43.647.570 congolesi, tra cui 20.723.004 donne e 22.924.566 uomini. A causa dell’insicurezza, queste operazioni di identificazione e di registrazione degli elettori sono cominciate con un grande ritardo nelle due province del Kasai e del Kasai Centrale e nei due territori di Kamiji e Luilu, dove sono ancora in corso.
Seguirà la fase della centralizzazione dei dati raccolti e della loro verifica a livello nazionale. L’ultima fase sarà quella dell’individuazione dei doppioni, in vista della loro eliminazione. Per quest’ultima operazione, la CENI si sta dotando di un sistema automatico di identificazione biometrica (ABIS). Questo sistema permette l’individuazione alfanumerica e biometrica (volto e 10 impronte digitali) in un rapporto 1: N (ogni elettore viene confrontato con tutti gli elettori del registro elettorale).
Per quanto riguarda il calendario elettorale, egli ha fatto osservare che «la CENI aveva già pubblicato tre calendari elettorali: nel 2012, nel 2014 e nel 2015. Per vari motivi, non sono stati attuati. Di fronte a questo nuovo calendario elettorale, sarebbe opportuno evitare reazioni e atteggiamenti che potrebbero bloccare ulteriormente il processo elettorale in corso. Tutti sono invitati dunque al senso della responsabilità».
Infine egli ha affermato che «l’effettiva attuazione di questo calendario elettorale dipende dalla concretezza delle soluzioni da apportare ai problemi finanziari, legislativi, logistici e di sicurezza. Pertanto, la Commissione elettorale si affida pertanto alla buona fede delle diverse parti implicate nel processo elettorale e ai vari partner , incluso quelli internazionali, che ci hanno assicurato di svolgere la loro parte. Siamo tutti responsabili del buon esito del processo elettorale. Non c’è bisogno di dirlo di nuovo: potremo organizzare le elezioni se, e solo se, facciamo ciò che dobbiamo fare».[5]
c. Le reazioni della maggioranza presidenziale
Il segretario generale della maggioranza presidenziale e presidente dell’Assemblea nazionale dei deputati, Aubin Minaku, ha accolto con favore questo nuova tappa, quella della pubblicazione del calendario elettorale: «L’accordo del 31 dicembre 2016 aveva fissato la scadenza del mede di dicembre 2017, ma aveva previsto anche una valutazione del processo elettorale per eventualmente modificare il calendario. E penso che sia ciò che è stato fatto».[6]
Attraverso un comunicato stampa, il portavoce della maggioranza presidenziale, André Alain Atundu Liongo, ha dichiarato che «la maggioranza presidenziale spera che questa decisione, attesa dal popolo congolese già da molto tempo, contribuisca a togliere tutti i malintesi che si sono creati attorno al processo elettorale e che lo hanno pregiudicato», aggiungendo che la maggioranza presidenziale approva il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale, perché è stato elaborato e pubblicato in conformità con ciò che era stato detto nelle trattative svoltesi presso la Cittadella dell’Unione Africana e del Centro interdiocesano di Kinshasa.[7]
Il deputato Patrick Kakwata, membro della maggioranza presidenziale, ha accolto con favore la pubblicazione del calendario elettorale da parte della Commissione elettorale. Ha invitato tutte le parti implicate nel processo elettorale a contribuire attivamente all’organizzazione delle elezioni, nelle modalità indicate in tale calendario.
Patrick Kakwata ha dichiarato che «la Commissione elettorale ha fatto la sua parte. È necessario che anche le diverse parti manifestino il loro desiderio di andare alle elezioni […] È adesso che tutti devono svolgere la propria parte per trovare le risorse finanziarie necessarie, garantire la sicurezza sul territorio … affinché possiamo avere delle elezioni pacifiche, libere e democratiche». Non escludendo un’eventuale modifica di questo calendario elettorale, egli ha affermato che l’alternanza al potere non può che essere attuata che in modo democratico: «Dobbiamo ricordare ciò che la Commissione elettorale ha detto pubblicando questo calendario elettorale. Ci potrebbero essere delle difficoltà che potrebbero richiedere dei cambiamenti nelle date. Invito tutte le parti implicate ad impegnarsi attivamente nell’organizzazione di queste elezioni. Abbiamo ottenuto le attuali istituzioni in modo democratico. L’elezione di nuovi membri in seno ad esse e l’alternanza politica non possono che avvenire in modo democratico».[8]
Il 6 novembre, in un comunicato, il Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD) ha affermato che «il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale costituisce un punto di non ritorno nell’ineluttabile percorso che ci porterà alle scadenze elettorali come auspicato dal popolo». Secondo il PPRD, la pubblicazione di questo calendario elettorale è un grande passo avanti nel radicamento della democrazia. Pertanto, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, per raggiungere i risultati indispensabili per il bene maggiore del popolo congolese.
Il PPRD chiede a tutte le parti implicate nel processo elettorale di non seguire la via della violenza: «Nel corso di qualsiasi processo elettorale, non è possibile tollerare disordini causati da dichiarazioni politiche non appropriate. Tutti gli attori animati da una buona fede e dal senso di patriottismo devono assolutamente impegnarsi, affinché le elezioni siano davvero libere, democratiche e trasparenti. In se stesse, le elezioni non sono un fine. Come tali, dovrebbero svolgersi in un clima di fair-play e di convivialità. Le elezioni non devono mai essere equiparate a un conflitto armato che suscita odio e rancori».
Infine, il PPRD accoglie con favore la pubblicazione del calendario elettorale e chiede all’ONU, all’Unione africana, alla SADEC e alla CEEAC di appoggiare e di accompagnare la Commissione elettorale nell’attuazione di questo calendario elettorale appena pubblicato.[9]
Il 6 novembre, il vice segretario generale del Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR) / ala maggioranza presidenziale, Jean-Chrysostome Vahamuiti, si è congratulato con la Commissione elettorale per la pubblicazione del nuovo calendario elettorale. Deplorando «il clima di agitazione politica che accompagna la pubblicazione di questo nuovo calendario elettorale che tutta la classe politica congolese aspettava da tempo», egli ha esortato i partiti politici, sia della maggioranza che dell’opposizione, ad evitare tutte quelle sterili agitazioni politiche che potrebbero ritardare ancor di più l’organizzazione delle elezioni. Egli ha inoltre chiesto alle organizzazioni della società civile e ai movimenti civici di contribuire positivamente all’evoluzione del processo elettorale, attraverso un’informazione oggettiva e l’educazione civica degli elettori, invece di assumere posizioni radicali che potrebbero generare violenze e perturbare il clima politico elettorale.[10]
L’8 novembre, il ministro della comunicazione e dei media e portavoce del Governo, Lambert Mende, ha dichiarato che il governo farà la sua parte per garantire che il calendario elettorale pubblicato sia rispettato: «Di fronte al fiume di commenti, di prese di posizioni talvolta irrazionali e di tentativi di mettere in questione l’indipendenza della Commissione elettorale, pur riaffermando il principio della libertà di opinione riconosciuta a tutti i Congolesi, il Governo informa che intende fare la sua parte, affinché questo nuovo calendario elettorale, elaborato dall’unico organismo autorizzato e tenendo conto di tutti i requisiti e i problemi che sono stati ricordati in modo onesto e trasparente, sia scrupolosamente rispettato».
Il portavoce del governo ha invitato tutte le parti coinvolte nel processo elettorale ad assumere le proprie responsabilità, in un momento cruciale per l’intero paese. Secondo Lambert Mende, la classe politica e la società civile devono apportare alla Commissione elettorale, per quanto possibile, il sostegno di cui ha bisogno per svolgere la propria missione: «È importante che tutti portino il loro contributo affinché, per la prima volta e grazie ad elezioni libere, trasparenti e pacifiche, sia possibile un passaggio pacifico e civile del potere. Il destino collettivo di questo paese è nelle nostre mani e, se non ci assumeremo le nostre responsabilità, saremo tutti giudicati dalla nostra mancanza di patriottismo».
A quelli che affermano che l’iniziativa della Commissione elettorale non è conforme alla Costituzione, Lambert Mende ha chiesto di rivolgersi, nelle dovute forme, alla Corte Costituzionale, unico organo competente per dirimere la questione.
Lambert Mende ha anche ricordato che la funzione primaria di un’elezione non è quella di mandare a casa un leader politico: «La funzione essenziale di un’elezione è quella di permettere al popolo, sovrano primario, di scegliere liberamente i suoi rappresentanti e dirigenti. Per questo, le elezioni che stiamo aspettando devono essere percepite innanzitutto come un’apoteosi democratica, una vera festa popolare. Quelli che vi vedono, come abbiamo qua e là sentito, un’occasione per regolare dei conti con dei loro avversari politici o con degli animatori dell’amministrazione, hanno sicuramente torto».[11]
d. Le reazioni dell’Opposizione
Il presidente del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, Félix Tshisekedi, ha subito respinto questo calendario elettorale perché, secondo lui, “inaccettabile”. Ha dichiarato di non riconoscere più né il governo né la Commissione elettorale e ha incitato il popolo alla disobbedienza civile. Secondo lui, il calendario elettorale appena pubblicato costituisce una violazione della Costituzione e dell’accordo politico del 31 dicembre 2016. Per questo, egli ha chiesto al popolo di «reagire e resistere, per cacciare dal potere Kabila e la sua banda di criminali», e alla comunità internazionale di «assumersi le proprie responsabilità».
Anche Eve Bazaïba, del Movimento di Liberazione del Congo (MLC), respinge questo calendario elettorale perché, secondo lei, «il popolo non lo accetterà mai».[12]
In un comunicato stampa, anche il presidente dell’Unione Democratica Africana Originale (UDAO), Claudel Lubaya, ha immediatamente respinto il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale, presentandolo come «uno schema che, violando la costituzione e disprezzando il popolo congolese, mantiene Joseph Kabila al potere, a tempo indefinito, illegalmente ed illegittimamente». Secondo lui, «questo calendario non è né realistico né accettabile e non fa che aggravare la crisi di legittimità delle istituzioni. È solo polvere negli occhi del popolo congolese e un’operazione di fascino nei confronti della pressione esterna». «Non abbiamo bisogno del loro calendario elettorale, ma dell’uscita di Kabila dal potere. Assumiamoci le nostre responsabilità. L’unica opzione che ci resta è il ricorso all’articolo 64 della Costituzione», ha concluso Claudel Lubaya. Membro del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, l’UDAO chiede le dimissioni di Joseph Kabila dal potere, ciò che permetterebbe di istituire una transizione civica avente come obiettivo l’organizzazione delle elezioni.[13]
In un comunicato, il portavoce del principale partito di opposizione, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Augustin Kabuya, ha dichiarato di “non essere interessato” alla pubblicazione del calendario elettorale, qualificandolo come una “manovra di distrazione“. Egli ha inoltre chiesto le dimissioni, entro dicembre 2017, di Joseph Kabila dalla Presidenza della Repubblica e quelle di Corneille Nanga dalla presidenza della Commissione elettorale. Secondo Augustin Kabuya, quest’ultima non fa altro che mantenere Joseph Kabila al potere.[14]
In un suo Twitt, Martin Fayulu, ha chiesto le dimissioni di Kabila: «Le elezioni nel 2018 non sono che una commedia. Il calendario della Commissione elettorale è un non evento. Chiediamo al popolo di prepararsi ad applicare l’articolo 64 della Costituzione. Kabila deve partire». Anche Olivier Kamitatu Etsu si è espresso con un Twitt, affermando che il calendario di Nangaa è una provocazione e un insulto all’intelligenza, perché concede a Kabila un altro anno supplementare per restare al potere.[15]
Via Twitter, Moïse Katumbi ha affermato che «questo regime predatorio vuole solo prolungare l’instabilità e la miseria del popolo. Per questo, noi non accettiamo questo calendario elettorale provocatorio. Stop! Kabila deve lasciare il potere».[16]
Il 6 novembre, in un comunicato stampa, il presidente nazionale dell’Envol, il deputato Delly Sesanga, ha contestato il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale e ha presentato un “calendario elettorale alternativo“. Egli ha proposto che le elezioni presidenziali e legislative nazionali siano disgiunte dalle legislative provinciali perché, secondo lui, le elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali erano state pianificate in un solo giorno, per rispettare la data del 31 dicembre 2017, in conformità con l’accordo del 31 dicembre 2016. Secondo il calendario elettorale alternativo proposto da Delly Sesanga, le elezioni presidenziali e le legislative nazionali potrebbero aver luogo il 30 luglio 2018, anziché il 23 dicembre 2018. Nella sua conclusione, l’Envol ha chiesto al popolo congolese, alle forze politiche e sociali e alla Comunità internazionale di appoggiare il suo calendario elettorale alternativo che permetterebbe di avere dell buone elezioni entro un tempo ragionevole.[17]
Il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete (RASSOP / Ala Limete), l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e il Movimento di Liberazione del Congo (MLC) si sono trovati d’accordo sul rifiuto “totale” di questo nuovo calendario elettorale. Ma poi, cosa fare in concreto? Questa è la questione che li divide.
Il RASSOP / Ala Limete, guidato da Félix Tshisekedi e Pierre Lumbi, sostiene l’idea di una transizione senza il presidente Joseph Kabila, mentre l’MLC di Eve Bazaiba e l’UNC di Vital Kamerhe preferiscono piuttosto continuare la pressione sul presidente Kabila, affinché si dimetta o organizzi le elezioni il prima possibile. A questo proposito, un membro dell’UNC ammette: «È chiaro che siamo divisi sulla procedura da seguire. I nostri amici del RASSOP vogliono a tutti i costi una transizione senza Kabila, mentre noi crediamo una simile ipotesi possa ritardare ancor di più l’organizzazione delle elezioni». Secondo lui, la posizione del RASSOP potrebbe far cadere l’opposizione nella trappola della maggioranza presidenziale al potere. A questo proposito, egli ha precisato: «Kabila potrebbe cedere, perché è troppo sotto pressione. Continuare a chiedere al popolo di non riconoscerlo come presidente e forzare un’ipotetica transizione senza di lui potrebbe dargli la possibilità di ritardare ulteriormente il processo elettorale e di accusare noi di esserne responsabili. Si tratta di una trappola che i nostri amici del RASSOP non hanno ancora capito».[18]
Il 7 novembre, l’opposizione congolese ha infine reagito, anche se non in modo unitario, alla pubblicazione del nuovo calendario elettorale che prevede l’organizzazione delle elezioni per il 23 dicembre 2018. I vari partiti, come il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, il Movimento di Liberazione del Congo (MLC) e l’Unione per la Nazione Congolese (UNC), avevano previsto di emettere una dichiarazione congiunta. Ma dopo 48 ore di procrastinazione, questi partiti politici hanno pubblicato la stessa dichiarazione, ma in tre diversi comunicati.
I contenuti dei tre comunicati dell’opposizione sono pressoché gli stessi: rifiuto del calendario elettorale sulla base di una stessa analisi politica e l’affermazione che le elezioni potrebbero essere anticipate a giugno 2018. Tutto questo era già stato detto anche dalla Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (Cenco).
I tre comunicati fanno soprattutto riferimento alla necessità che il presidente Joseph Kabila lasci il potere prima del 31 dicembre 2017, ancor prima delle elezioni. A tutto ciò, si aggiunge un appello diretto al popolo, affinché si mobiliti per “liberare il processo elettorale sulla base dell’articolo 64 della Costituzione”. Secondo vari osservatori, alla base dei tre comunicati distinti non ci sarebbero questioni importanti, ma semplici diatribe interpersonali. Alcuni del Raggruppamento si sono detti contrari alla firma di Vital Kamerhe, presidente dell’UNC, accusato di opporsi alla richiesta delle dimissioni del presidente Joseph Kabila entro la fine dell’anno. Altri non hanno apprezzato le dichiarazioni di Fidèle Babala Wandu, dell’MLC, rilasciate durante il fine settimana sulle onde di una radio privata. Altri ancora, soprattutto membri dell’MLC e dell’UNC, hanno criticato Felix Tshisekedi e Moïse Katumbi, per le loro tergiversazioni. Queste tre formazioni politiche sembrano essere capaci di mettersi d’accordo sulla sostanza, ma si rivelano incapaci di fare una conferenza stampa insieme o di firmare un documento comune.[19]
Il 7 novembre, in una conferenza stampa congiunta, il Movimento di Liberazione del Congo (MLC) e l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) si sono detti contrari al calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale. Questi due partiti di opposizione hanno affermato che «si tratta di un calendario elettorale che viola sia la Costituzione che l’accordo del 31 dicembre 2016 e la legge elettorale. Non è consensuale e ha un carattere falso e ingannevole. Prevedendo lo svolgimento delle elezioni presidenziali il 23 dicembre 2018 e il trasferimento di potere il 12 gennaio 2019, la Commissione elettorale si arroga certe prerogative che appartengono solo al popolo sovrano e, unilateralmente e abusivamente, prolunga il mandato del presidente Joseph Kabila (…) In realtà, questo calendario elettorale non esprime che i diktat che la famiglia politica del presidente Joseph Kabila impone alla Commissione elettorale. Ciò conferma ancora una volta che, con l’attuale Commissione elettorale e con il presidente Joseph Kabila alla guida dello stato, non è possibile sperare in una rapida organizzazione delle elezioni». L’MLC e l’UNC hanno infine chiesto al popolo di essere vigilante e di mobilitarsi, conformemente all’articolo 64 della Costituzione, per «liberare il processo elettorale entro il 31 dicembre 2017».[20]
Il 7 novembre, in un comunicato, il Presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, Pierre Lumbi, ha affermato che è possibile organizzare le elezioni entro il 30 giugno 2018. Criticando il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale, il Raggruppamento ritiene che sia possibile comprimere ulteriormente i tempi: «Alla luce del nuovo calendario elettorale, sembra che la Commissione elettorale abbia finora allungato, deliberatamente e inutilmente, i tempi. Dopo aver parlato di 504 giorni incomprimibili per preparare le elezioni, la Commissione elettorale è scesa a 306 giorni. Ciò dimostra che è possibile comprimere ulteriormente i tempi richiesti».[21]
L’8 novembre, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean-Marc Kabund, ha chiesto ai militanti del suo partito di scendere in piazza, per costringere il presidente Joseph Kabila a dimettersi prima del 31 dicembre 2017: «lancio ufficialmente la campagna di mobilitazione generale di tutti gli attivisti dell’UDPS. Ciascuno nel suo ambiente, con in mano megafoni, fischietti e rami, senza temere nessuno, per mettere il presidente Joseph Kabila definitivamente alla porta d’uscita, entro il 31 dicembre 2017».
Inoltre, Jean Marc Kabund ha abbondantemente criticato l’appoggio della comunità internazionale al calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale: «Abbiamo saputo che gli Stati Uniti e l’Unione Europea appoggiano il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale. Ma l’UDPS ha nulla a che fare con questa posizione della comunità internazionale (…) Se in passato Barack Obama aveva chiesto di rispettare la Costituzione e di organizzare le elezioni entro il 31 dicembre 2016, oggi gli Stessi Stati Uniti accettano un calendario elettorale che prevede le elezioni nel 2018. Ci stanno semplicemente prendendo in giro, ma noi non cadremo nella loro trappola». Infine Jean Marc Kabund ha dichiarato che, «se Joseph Kabila non lascerà il potere entro il 31 dicembre 2017, smetterà di fare politica».[22]
e. Le reazioni dell’Opposizione firmataria dell’Accordo del 18 ottobre 2016 e membro del Governo
Il presidente del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA), Joseph Olenghankoy, ha accolto con favore la pubblicazione del calendario elettorale, qualificandolo di “realistico e consensuale”.[23]
Il 7 novembre, in una dichiarazione, l’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 e membro del governo ha dichiarato di aver preso atto del calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale. I membri dell’opposizione che fanno parte del governo hanno affermato che il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale è realistico. Essi hanno chiesto al popolo congolese e ai leader della maggioranza, dell’opposizione e della società civile di astenersi da qualsiasi provocazione o reazione eccessiva. Secondo loro, una simile situazione potrebbe far cadere il paese nel disordine e nel caos e rendere impossibile il raggiungimento dell’obiettivo principale che è quello di organizzare delle elezioni libere, trasparenti, democratiche e pacifiche. L’opposizione membro del governo ha insistito anche sul fatto che i dirigenti delle istituzioni elettive dovrebbero rimanere in funzione fino all’insediamento dei nuovi eletti. Inoltre, ha deciso di creare una nuova coalizione per “difendere il pieno rispetto dell’accordo del 31 dicembre 2016“.[24]
Il 7 novembre, i principali leader dei partiti dell’opposizione membri del governo hanno deciso di costituire una grande coalizione di opposizione, per difendere il pieno rispetto dell’Accordo del 31 dicembre 2016 fino alla fine del processo elettorale, secondo il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale.
Questa nuova coalizione dell’opposizione sarebbe costituita dalle due principali piattaforme di opposizione membri anche delle istituzioni. Si tratta del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Kasavubu e dell’Opposizione firmataria dell’Accordo del 18 ottobre 2016, entrambi firmatari anche dell’Accordo del 31 dicembre 2016 e dell’annesso integrante l’accordo stesso.
Tra le personalità che avrebbero aderito a tale proposta: José Makila, dell’ATD / opposizione firmataria; Ingele Ifoto e Lumeya Dhu-Maleghi, della DDC / Raggruppamento Kasavubu; Joseph Kapika e Papy Niango, dell’UDPS / Raggruppamento Kasavubu; Lisanga Bonganga, della Coalizione degli alleati di Etienne Tshisekedi / Raggruppamento Kasavubu; Jean Lucien Bussa, della CEDR / opposizione firmataria; Justin Bitakwira, dell’ARC-N / opposizione firmataria; Azarias Ruberwa, del RCD / opposizione firmataria; Steve Mbikayi, del PT / opposizione firmataria, George Kazadi, dell’ULD-AR / Raggruppamento Kasavubu e Pierre Kangudia, dell’opposizione firmataria.[25]
f. Le reazioni della Comunità internazionale
Il 6 novembre, in un comunicato stampa, l’ambasciatrice statunitense all’Onu, Nikki Haley, ha dichiarato che «la pubblicazione del calendario elettorale fornisce un cronogramma chiaro per un passaggio democratico del potere. Lavoreremo in stretta collaborazione con la RD Congo, l’ONU e gli altri partner, per fare in modo che il presidente Kabila e il suo governo rispettino questo calendario, incoraggino la partecipazione pacifica e la libertà di parola e siano pronti a dare al loro popolo l’opportunità di decidere il futuro del loro paese».
Nikki Haley ha aggiunto che, «come l’abbiamo constatato personalmente, i cittadini congolesi hanno fame di democrazia e sentono il bisogno di nuovi leader. Altri ritardi e tentativi di rimanere al potere non faranno che isolare ancor di più i dirigenti e il governo della RD Congo».
Nella sua prima visita nella Repubblica Democratica del Congo, Nikki Haley aveva chiaramente detto che «gli Stati Uniti volevano che si organizzasse le elezioni nel 2018» e che «essi non avrebbero più accettato alcun rinvio». Nikki Haley aveva già chiarito che «il rapporto con gli Stati Uniti dipenderà da come egli [Joseph Kabila] agirà in futuro», aggiungendo che «egli [Kabila] può essere d’accordo o meno; ma noi abbiamo la possibilità di prendere le nostre decisioni sulla base del suo atteggiamento».[26]
Il 6 novembre, in un comunicato stampa, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, ha affermato che «gli Stati Uniti accolgono con favore il fatto che la Commissione elettorale abbia annunciato che le tanto attese elezioni si svolgeranno il 23 dicembre 2018. Con l’annuncio di questa data per lo svolgimento delle elezioni presidenziali, la RD Congo ha fatto un passo importante verso la realizzazione del suo primo trasferimento pacifico e democratico del potere. Spetta ora alla Commissione elettorale, al governo, ai leader dei partiti di opposizione, alla società civile e al popolo congolese di lavorare insieme, affinché le scadenze elettorali pubblicate dalla Commissione elettorale siano rispettate e tutte le azioni e dichiarazioni restino nell’ambito della costituzione e dell’accordo del 31 dicembre 2016.
Gli Stati Uniti ritengono importante che il presidente Kabila rispetti i principi della Costituzione riaffermati nell’accordo del 31 dicembre 2016, non si candidi per un terzo mandato e si ritiri subito dopo le elezioni.
Gli Stati Uniti ritengono inoltre necessario che il governo congolese applichi urgentemente le misure di rasserenamento del clima politico previste nell’accordo del 31 dicembre 2016, tra cui la cessazione di processi politicamente motivati, la liberazione dei prigionieri politici e il rispetto del diritto di riunione e di associazione, in modo che i partiti dell’opposizione e le organizzazioni della società civile possano tenere riunioni pubbliche pacifiche, senza interferenze o intimidazioni da parte del governo.
Gli Stati Uniti si impegnano a lavorare con le Istituzioni congolesi, l’Unione Africana, i partner regionali e internazionali e la Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (MONUSCO), per garantire che i 45 milioni di elettori congolesi possano avere le elezioni nel mese di dicembre 2018, come previsto».[27]
Il 7 novembre, in un comunicato stampa, il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, si è detto “soddisfatto” della pubblicazione del calendario elettorale che prevede l’organizzazione simultanea delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali previste il 23 dicembre 2018. Egli ha rilevato il dovere e l’obbligo delle Istituzioni congolesi e delle altre varie parti implicate nel processo elettorale, tra cui i partiti politici, la società civile e i leader religiosi, di lavorare insieme e con decisione, affinché il nuovo calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale sia scrupolosamente rispettato.
Moussa Faki Mahamat ha anche sottolineato «la necessità di fare tutto il possibile, affinché le elezioni previste siano organizzate in condizioni di trasparenza, credibilità e regolarità».
Il presidente della Commissione dell’UA ha invitato tutti gli attori politici congolesi a dimostrare il loro senso di responsabilità e ad astenersi da qualsiasi parola o atto che possa generare delle tensioni. Egli ha ribadito l’importanza di adottare misure urgenti per ristabilire la fiducia reciproca e per rasserenare il clima politico, nello spirito dell’accordo politico del 31 dicembre 2016.[28]
Il 7 novembre, in un comunicato stampa, il portavoce del Ministero francese degli Affari Esteri ha chiesto la piena attuazione dell’accordo del 31 dicembre 2016, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione delle elezioni. Secondo il comunicato, per quanto riguarda la pubblicazione del nuovo calendario elettorale che prevede le elezioni nel mese di dicembre 2018, «la Francia ritiene importante che il processo elettorale sia condotto secondo lo spirito di consenso che ha prevalso in occasione della firma dell’accordo politico del 31 dicembre 2016». Sempre secondo il comunicato, «la Francia condanna le violenze che caratterizzano l’attuale periodo di crisi e chiede l’attuazione delle misure di rasserenamento del clima politico previste dall’accordo del 31 dicembre 2016, tra cui la liberazione dei detenuti politici».[29]
L’8 novembre, in una conferenza stampa a Kinshasa, la portavoce della MONUSCO, Florence Marchall, ha dichiarato che l’ONU deplora il nuovo rinvio delle elezioni e ha chiesto alla classe politica congolese di assumersi le proprie responsabilità: «Deploriamo il fatto che le elezioni, importantissime per il futuro del Paese, siano ancora una volta state posticipate. Tuttavia, continuiamo a chiedere ai politici di tutte le parti di mettere gli interessi del paese e del popolo al di sopra di tutte gli altri interessi personali o di parte e ad impegnarsi nell’organizzazione di elezioni credibili, libere e imparziali».
Florence Marchal ha affermato che, dopo la pubblicazione del calendario elettorale da parte della Commissione elettorale, la MONUSCO si aspetta che il governo pubblichi il suo piano di finanziamento delle elezioni: «Abbiamo spesso detto che la pubblicazione del calendario elettorale fa parte di un processo più ampio, quello della piena attuazione dell’accordo del 31 dicembre 2016, conformemente alla Costituzione congolese. Ciò richiede che anche il governo pubblichi il suo piano di finanziamento e di erogazione dei fondi necessari per una buona organizzazione delle prossime elezioni. Significa anche che si applichino le misure di rasserenamento del clima politico indicate nell’accordo del 31 dicembre 2016. E come sottolineato nella risoluzione 2348 del Consiglio di Sicurezza, che rimane finora il nostro punto di riferimento, le Nazioni Unite sono pronte a sostenere questo processo politico nel quadro di una transizione pacifica».
Florence Marchall ha aggiunto che MONUSCO non accetterà nessuna forma di violenza che possa provenire da qualsiasi parte: «Non accetteremo né tollereremo alcuna forma di violenza da qualsiasi parte essa provenga. Violenza che potrebbe provenire dai manifestanti, cui riconosciamo – non siamo noi a dirlo, ma è la costituzione congolese – il diritto di organizzare manifestazioni, ma cui ricordiamo che il diritto di manifestazione è accompagnato dal dovere di manifestare pacificamente e senza violenza. D’altra parte, invitiamo le autorità di questo paese a rispettare le libertà fondamentali, comprese quelle di riunione e di manifestazione, e a usare la forza in modo adeguato e proporzionato».
Ricordando che la sicurezza delle persone e dei beni è una missione sovrana del governo congolese, Florence Marchall, ha riaffermato il mandato della MONUSCO, come stabilito nella risoluzione 2348 del Consiglio di Sicurezza, cioè: la protezione dei civili, l’appoggio all’attuazione dell’accordo del 31 dicembre 2016 e il sostegno tecnico e logistico alla Commissione elettorale.[30]
L’8 novembre, in una dichiarazione, il Governo canadese ha dichiarato di aver preso atto della pubblicazione del calendario elettorale da parte della Commissione elettorale. Tuttavia, ha invitato il governo congolese a rispettare le “libertà” durante tutto il processo elettorale: «sottolineiamo l’importanza fondamentale di fare tutti gli sforzi necessari per organizzare le elezioni e garantire il pieno rispetto dei diritti umani. In tutte le fasi del processo elettorale. Il Canada invita tutti gli attori politici congolesi a lavorare insieme, per il buon esito del processo elettorale. Esorta inoltre le autorità congolesi a garantire il pieno rispetto dei diritti umani, compresi quelli relativi alla libertà di espressione, di stampa, di riunione e di manifestazione pacifica. Chiede infine la liberazione dei prigionieri politici e la cessazione di procedure giudiziarie iniziate per motivi politici».[31]
Il 9 novembre, in un comunicato stampa, la portavoce dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la sicurezza, ha dichiarato che «l’annuncio del calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale apre un ciclo elettorale che dovrebbe portare ad una transizione democratica nella Repubblica Democratica del Congo».
Secondo il comunicato, «le autorità e le istituzioni incaricate dell’organizzazione di queste elezioni sono ora responsabili dell’effettiva attuazione di questo calendario elettorale, attraverso un processo legittimo e consensuale che coinvolga tutti gli attori politici e civili».
L’Unione Europea ha fatto appello al dialogo e al rifiuto di qualsiasi uso della violenza: «Per creare le condizioni che possano permettere delle elezioni credibili e inclusive, è essenziale attuare le necessarie misure di rasserenamento del clima politico, nel rispetto della Costituzione e dell’accordo del 31 dicembre 2016». In questo contesto, «l’Unione Europea lavorerà con gli attori congolesi e i suoi partner, in particolare le Nazioni Unite, l’Unione Africana, la Comunità per lo Sviluppo dell’Africa australe e l’Organizzazione Internazionale della Francofonia, per contribuire a raggiungere questo obiettivo».[32]
Il 9 novembre, il Vice Segretario per gli Affari africani presso l’Ufficio del Dipartimento di Stato americano, Donald Yamamoto, ha affermato di temere che il non rispetto del nuovo calendario elettorale provochi violenze e instabilità nella RD Congo. Egli ha tuttavia dichiarato che «il nostro obiettivo immediato è quello di garantire la stabilità nella RD Congo attraverso elezioni veramente libere e giuste, credibili ed inclusive che possano portare a un passaggio pacifico e democratico del potere … I nostri messaggi, sia pubblici che privati, sono stati chiari: il presidente Kabila deve rispettare la costituzione e l’accordo del 31 dicembre 2016 che gli impediscono di candidarsi per un terzo mandato presidenziale e di modificare la costituzione». Egli ha affermato che l’obiettivo dell’amministrazione statunitense è di assicurarsi che la Commissione elettorale e il Governo congolese rispettino il nuovo calendario elettorale e non intraprendano azioni che possano ritardare ulteriormente le elezioni. Donald Yamamoto ha dichiarato che la stabilità della RD Congo è un obiettivo degli Stati Uniti, data la sua importanza dal punto di vista economico, geopolitico e della sicurezza regionale.[33]
[1] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 04.11.’17
[2] Cf Politico.cd, 05.11.’17
[3] Cf AFP – Africatime, 06.11.’17
[4] Cf Radio Okapi, 05.11.’17 Por consultare il testo completo del calendario: Congo Forum, 05.11.’17 http://www.congoforum.be/fr/nieuwsdetail.asp?subitem=41&newsid=209211&Actualiteit=selected
[5] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 05.11.’17
[6] Cf RFI, 05.11.’17
[7] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 05.11.’17
[8] Cf Radio Okapi, 06.11.’17
[9] Cf Radio Okapi, 06.11.’17
[10] Cf Radio Okapi, 07.11.’17
[11] Cf Radio Okapi, 08.11.’17
[12] Cf RFI, 05.11.’17
[13] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 05.11.’17
[14] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 05.11.’17
[15] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 05.11.’17
[16] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 05.11.’17
[17] Cf 7sur7.cd, 06.11.’17
[18] Cf Politico.cd, 06.11.’17
[19] Cf RFI, 08.11.’17
[20] Cf Djodjo Vondi – Actualité.cd, 07.11.’17; Radio Okapi, 08.11.’17
[21] Cf Actualité.cd, 07.11.’17
[22] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 08.11.’17; Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 09.11.’17
[23] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 05.11.’17
[24] Cf Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 07.11.’17; Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 08.11.’17; Radio Okapi, 08.11.’17
[25] Cf Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 08.11.’17
[26] Cf Forum des As – Kinshasa, 07.11.’17
[27] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 07.11.’17 https://7sur7.cd/new/2017/11/publication-du-calendrier-soutien-des-usa-a-la-ceni-un-pas-important-vers-la-realisation-du-1er-transfert-pacifique-et-democratique-du-pouvoir/
[28] Cf Radio Okapi, 08.11.’17
[29] Cf Djodjo Vondi – Actualité.cd, 07.11.’17
[30] Cf Radio Okapi, 08.11.’17; Actualité.cd, 08.11.’17
[31] Cf Djodjo Vondi – Actualité.cd, 09.11.’17
[32] Cf Radio Okapi, 09.11.’17; Politico.cd, 09.11.’17
[33] Cf Actualité.cd, 10.11.’17