INDICE
EDITORIALE: A PICCOLI PASSI VERSO LE ELEZIONI
- IL PROCESSO ELETTORALE
- La Commissione elettorale e l’operazione di registrazione degli elettori
- Il memorandum del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete
- LA CREAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DI SUPERVISIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE 2016 (CNSA)
- Joseph Olengakoyi accetta la presidenza del CNSA
- L’UNC e il FRC rifiutano le vice presidenze loro offerte
- Senza inclusività, CNSA nullo e senza effetto
- VERSO LO SBRICIOLAMENTO DELL’UNIONE PER LA DEMOCRAZIA E IL PROGRESSO SOCIALE (UDPS)?
EDITORIALE: A PICCOLI PASSI VERSO LE ELEZIONI
1. IL PROCESSO ELETTORALE
a. La Commissione elettorale e l’operazione di registrazione degli elettori
In un suo rapporto di valutazione e di assistenza elettorale, reso pubblico in seguito a una missione effettuata dal 30 aprile al 14 maggio, l’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF) ha rilevato l’assenza dei partiti politici nei centri di registrazione degli elettori. Nel suo rapporto, l’OIF ha constatato che, «se la popolazione manifesta un certo suo entusiasmo per la ripresa del processo elettorale, soprattutto attraverso la sua partecipazione all’operazione di registrazione degli elettori condotta dalla Commissione elettorale, la classe politica è invece scarsamente presente nei centri di registrazione». Secondo il rapporto, la Commissione elettorale ha emesso solo 457 accreditamenti di testimoni dei partiti politici, cioè un rappresentante per circa 114 Centri di registrazione. L’OIF ha notato «una generale mancanza di coinvolgimento della classe politica nel seguire le operazioni di registrazione degli elettori» e deplora il fatto che i partiti non possano quindi «monitorare e valutare l’andamento effettivo di tali operazioni». Per conseguenza, l’OIF ha raccomandato ai partiti politici di rafforzare la presenza dei loro testimoni nei centri di registrazione e di partecipare attivamente agli incontri di consultazione organizzati dalla Commissione elettorale a tutti i livelli territoriali.
Per quanto riguarda la società civile, fino al 14 maggio 2017, la Commissione elettorale aveva accreditato 43 organizzazioni nazionali che hanno messo a disposizione 588 osservatori delle operazioni di registrazione degli elettori. Tra esse, l’OIF ha citato la Commissione episcopale di Giustizia e Pace (CEJP) della CENCO, il Progetto di Rafforzamento di Osservazione Cittadina delle Elezioni in Congo (PROCEC), la Sinergia delle Missioni di Osservazione Cittadina delle Elezioni civiche (SYMOCEL), la piattaforma “Agire per delle Elezioni Trasparenti e Pacifiche” (AETA). Tuttavia, la missione dell’OIF ha sottolineato una scarsa presenza di osservatori nazionali nei centri di registrazione durante le operazioni di iscrizione degli elettori. Secondo il rapporto dell’OIF, alcune organizzazioni hanno indicato che l’introduzione di nuovi documenti da presentare per ottenere l’accreditamento degli osservatori, tra cui un estratto del casellario giudiziario, rappresenta per loro una vera e propria difficoltà.[1]
Il 24 luglio, in un comunicato stampa, il vice presidente della Commissione elettorale, Norbert Basengezi, ha affermato che, dall’inizio dell’operazione di registrazione degli elettori, si sono già iscritte 35 milioni di persone. Egli ha fatto notare che «questa cifra è ben superiore ai 25.702.000 iscritti nel 2005 e ai 31 milioni registrati nel 2011». La Commissione elettorale incoraggia inoltre gli abitanti del Kasai, il Governo, la MONUSCO, le personalità politiche e sociali ad unirsi, per creare le condizioni di pace e di sicurezza, in modo da permettere che l’operazione d’identificazione e di registrazione degli elettori cominci anche nel Kasai, Kasai centrale e a Kamiji e Luilu (Lomami).[2]
Il 27 luglio, in visita a Kananga, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha annunciato l’inizio dell’operazione di registrazione degli elettori nel Kasai centrale “entro pochi giorni“. Senza avanzare una data specifica, egli ha detto che il miglioramento della situazione locale per quanto riguarda la sicurezza consente ormai di iniziare il processo di revisione del registro elettorale anche in questa parte del paese. Citando il governatore, Corneille Nangaa ha precisato che, nel Kasai centrale, la situazione della sicurezza si sta poco a poco stabilizzandosi, in particolare nei territori di Luiza, Kananga città, Tshimbulu, Dibaya, Kazumba, Demba e Dimbelenge.[3]
In un’intervista a Jeune Afrique, il primo ministro Bruno Tshibala ha assicurato che l’impegno assunto dalle parti implicate nel dialogo del centro interdiocesano, per organizzare le elezioni entro la fine del 2017, rimane ancora valido. Bruno Tshibala ha anche ribadito l’impegno del suo governo per finanziare i costi complessivi delle elezioni (1,3 miliardi di $). In caso contrario, se il governo non riuscisse ad ottenere tutte le risorse necessarie, egli ha dichiarato che non esiterà a ricorrere ai partner internazionali della RDCongo.[4]
Il 29 luglio, il presidente del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete e membro dell’UDPS, Felix Tshisekedi, ha invitato il popolo congolese all’unità e alla determinazione di voler organizzare le elezioni entro la fine quest’anno. Inoltre egli ha chiesto al presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, di convocare l’elettorato nel mese di settembre, per poter effettivamente organizzare le elezioni prima della fine di quest’anno. Felix Tshisekedi ha fatto questo appello dopo essersi registrato presso il centro di registrazione del collegio Bonsomi, nel quartiere di Tshangu, una zona densamente popolata della città di Kinshasa.[5]
Il 29 luglio, il presidente del comitato dei saggi del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, Pierre Lumbi, ha dichiarato: «Credo fermamente nel processo elettorale. Altrimenti non sarei venuto a farmi registrare». Egli ha invitato tutti gli abitanti di Kinshasa a compiere il loro dovere civico e patriottico di farsi registrare sulle liste degli elettori. «Questo gesto di farsi registrare è un segno che siamo fermamente impegnati ad organizzare le elezioni e a organizzarle entro dicembre 2017», ha affermato Pierre Lumbi, all’uscita dal centro di registrazione situato all’interno del complesso scolastico Loupiots, del comune di Ngaliema. Egli ha ribadito che «le elezioni avranno davvero luogo».[6]
Il 2 agosto, il relatore della Commissione elettorale, Jean Pierre Kalamba, ha dichiarato che la Commissione ha registrato 37.538.063 elettori, cioè il 91,3% dei 42 milioni previsti in tutto il paese. Le operazioni di registrazione degli elettori erano iniziate a partire dal Nord-Ubandi il 31 luglio 2016. Jean Pierre Kalamba ha annunciato che, nelle due province del Kasai e Kasai centrale e parte del Lomani, tali operazioni inizieranno tra poche settimane. Per ora, vi sono già iniziate le operazioni di reclutamento e di formazione degli agenti elettorali e di invio del materiale necessario.
In queste due province, le operazioni di registrazione degli elettori sono state ritardate a causa dell’insicurezza causata dagli scontri tra le forze di sicurezza e la milizia Kamuina Nsapu. Infine, la Commissione elettorale dovrà procedere alla registrazione anche dei Congolesi residenti all’estero.[7]
Il 2 agosto, in una conferenza stampa a Kinshasa, il coordinatore della piattaforma politica “Congo in marcia”, Médard Kankolongo, ha affermato di credere ancora nell’organizzazione delle elezioni entro la fine di quest’anno. «Secondo noi, le elezioni saranno organizzate nel 2017», ha egli detto aggiungendo che, se c’è la volontà politica, si può convocare una sessione parlamentare straordinaria per approvare la legge sulla ripartizione dei seggi. Inoltre, egli ha chiesto le dimissioni del presidente della Commissione elettorale, Corneille Naanga, accusato di collusione con la maggioranza presidenziale per evitare l’organizzazione delle elezioni nel 2017.[8]
Il 5 agosto, il primo ministro Bruno Tshibala si è registrato presso il centro di iscrizione dell’Alliance franco-congolese del comune di Lemba a Kinshasa. Dopo la sua identificazione, egli ha affermato “la sua ferma determinazione a condurre i Congolesi verso le migliori elezioni della loro storia“. «Questa mia registrazione significa che siamo sulla retta finale verso le elezioni. In una democrazia repubblicana come la nostra, è il popolo che è il sovrano primario», ha detto il primo ministro Bruno Tshibala, invitando tutti i Congolesi e i politici a non fare più affidamento su incontri segreti, dialoghi o qualsiasi altra forma di discussioni politiche. Egli ha affermato che, «dopo che i politici abbiano ampiamente parlato, ora è il popolo che deve decidere. È lui che risolverà la questione della legittimità. È per questo che chiedo ai politici di rendersi conto che il tempo degli inciucci è finito. Ora no è più il tempo del dialogo. Ora è il tempo delle elezioni presidenziali, legislative e provinciali (…) per eleggere i rappresentanti del nostro paese».[9]
b. Il memorandum del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete
Il 2 agosto, una delegazione del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, guidata da Jean Bertrand Ewanga, ha presentato alla Commissione elettorale un memorandum firmato il 26 luglio dal suo presidente Félix Tshisekedi. Secondo il memorandum,
«1. L’accordo politico globale e inclusivo del Centro interdiocesano di Kinshasa, firmato il 31 dicembre 2016, nel suo punto III.1.2., prevede che la durata massima per la realizzazione delle operazioni pre-elettorali e elettorali, conformemente alla modalità convenuta per l’organizzazione degli scrutini, sia di 12 mesi a partire dal 31 dicembre 2016;
- Per quanto riguarda la complessità di organizzare simultaneamente le tre elezioni, il punto 4.2 dell’accordo prevede la possibilità di disaccoppiare (separare) le tre elezioni e valutare il tempo necessario per la realizzazione delle elezioni, tenendo conto del fatto che le elezioni presidenziali devono essere organizzate prima del 31 dicembre 2017;
- Secondo l’articolo 73 della Costituzione, l’elezione del Presidente della Repubblica è convocata dalla Commissione elettorale novanta giorni prima della scadenza del mandato del presidente in esercizio prolungato dall’accordo;
- La non pubblicazione del calendario elettorale da parte della Commissione elettorale, con il pretesto di estranee considerazioni come, ad esempio, la creazione del CNSA, è una violazione dell’articolo 211 della Costituzione che affida la missione di organizzare le elezioni e i referendum solo alla Commissione elettorale;
- Il Raggruppamento ricorda che né la Costituzione, né le leggi della Repubblica e meno ancora l’Accordo del 31 dicembre 2016 autorizzano il presidente della Commissione elettorale o qualsiasi altra istituzione della Repubblica di rinviare le elezioni, soprattutto quelle previste dalla legge suprema;
- L’accordo politico globale e inclusivo del Centro Inter diocesano ha previsto, come già detto, solo la possibilità di modificare la modalità simultanea inizialmente prevista delle tre elezioni organizzate nello stesso giorno, nel caso in cui una forza maggiore non consentisse più un accoppiamento delle presidenziali con le legislative nazionali e provinciali.
- A tal fine, il Raggruppamento esige:
- la pubblicazione del calendario elettorale entro il 1° settembre 2017, al fine di rispettare la scadenza della convocazione del corpo elettorale per le elezioni presidenziali;
- la pubblicazione dei risultati delle operazioni di registrazione degli elettori entro e non oltre il 31 luglio 2017, come la Commissione elettorale si era è impegnata a farlo;
- la convocazione degli elettori entro il 30 settembre 2017;
- L’obiettivo di questo memorandum del Raggruppamento è quello di tirare l’allarme per evitare il peggio … in un prossimo futuro, qualora non vi fosse alcuna garanzia dell’effettivo svolgimento delle elezioni, almeno di quelle presidenziali, prima del 31 dicembre 2017».[10]
Nel suo memorandum, il Raggruppamento propone alla Commissione elettorale di separare le elezioni presidenziali dalle legislative nazionali e provinciali, al fine di dare la priorità all’organizzazione delle sole elezioni presidenziali nel 2017. Secondo il Raggruppamento, il punto quattro dell’accordo del 31 dicembre 2016 evoca, infatti, la possibilità di disaccoppiare le elezioni inizialmente concepite simultanee e combinate. Nel documento depositato presso la Commissione elettorale e firmato da Felix Tshisekedi, il Raggruppamento afferma che, «per quanto riguarda la complessità di organizzare simultaneamente le tre elezioni, il punto 4.2 dell’accordo prevede la possibilità di disaccoppiare (separare) le tre elezioni e valutare il tempo necessario per la realizzazione delle elezioni, tenendo conto del fatto che le elezioni presidenziali devono essere organizzate prima del 31 dicembre 2017».
In realtà, il punto 4.2 dell’accordo del 31 dicembre, prevede che «le diverse parti in presenza concordano sullo svolgimento delle elezioni in una sola sequenza (nello stesso giorno): presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali, al più tardi in dicembre 2017. Tuttavia, il Consiglio Nazionale di Monitoraggio dell’Accordo e del processo elettorale, il Governo e la Commissione elettorale possono, all’unanimità, valutare il tempo necessario per il completamento di queste elezioni».[11]
Il Raggruppamento critica anche “le manovre del potere” per frenare l’avanzamento del processo elettorale. Jean Bertrand Ewanga, che ha guidato la delegazione del Raggruppamento, ha affermato che «la Commissione elettorale è tenuta in ostaggio dal potere che non vuole fornirle i mezzi e le risorse necessarie». Il Raggruppamento minaccia, quindi, di portare a compimento le azioni di massa previste nel suo ultimo conclave. Secondo Jean Bertrand Ewanga, «se il 1° ottobre, la Commissione elettorale non avrà ancora convocato le elezioni – perché Kabila e il suo Governo non hanno messo a sua disposizione i soldi necessari – allora scatterà l’Operazione “Kabila vattene”».[12]
Da parte sua, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Naanga, ha ricordato che aveva già constatato l’impossibilità di organizzare le elezioni entro la fine di dicembre 2017, come previsto dall’accordo del 31 dicembre 2016. Corneille Naanga aveva già evocato varie difficoltà, tra cui alcune di tipo finanziario. In effetti, egli ha rivelato che, solo per portare a termine l’operazione di registrazione degli elettori, la Commissione elettorale sta ancora aspettando dal governo almeno 140 milioni di dollari. Inoltre, sul piano giuridico, il Parlamento deve ancora approvare due leggi necessarie per lo svolgimento delle elezioni, tra cui quella relativa alla ripartizione dei seggi.
Tuttavia, Corneille Nangaa ha promesso di pubblicare le statistiche parziali dell’operazione di registrazione degli elettori, come richiesto dal Raggruppamento. «Forniremo le statistiche dell’operazione di registrazione. Tuttavia, i dati pubblicati saranno dati provvisori, soggetti a cambiamenti. Ma per ragioni di trasparenza, lo faremo», ha egli dichiarato dopo l’incontro con la delegazione del Raggruppamento.
Benché promettendo di rendere pubblico il calendario elettorale entro la fine del mese di agosto, il presidente della Commissione elettorale ha esortato i politici a tenere conto delle difficoltà di ordine tecnico e logistico. Secondo lui, la Commissione elettorale agisce nello spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016, che prevede una serie di attività da prendere in considerazione: la fine dell’operazione di registrazione degli elettori, la legge sulla ripartizione dei seggi, la convocazione delle elezioni e l’organizzazione (simultanea) in una singola sequenza delle tre elezioni (presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali).[13]
2. LA CREAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DI SUPERVISIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE 2016 (CNSA)
a. Joseph Olengakoyi accetta la presidenza del CNSA
Il 22 luglio, con un mandato loro conferito dal Capo dello Stato, i presidenti delle due camere del parlamento, Léon Kengo e Aubin Minaku, hanno convocato le parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016 per un incontro a Palazzo del Popolo, in vista della creazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA). Secondo il comunicato del protocollo di Stato, sono stati invitati i delegati della Maggioranza Presidenziale (MP), del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, dell’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016, del Fronte per il Rispetto della Costituzione e della società civile. Gli obiettivi della riunione: convalidare i mandati dei membri del CNSA; nominare, per consenso, il presidente di questa istituzione; presentare i membri del comitato di coordinamento del CNSA e elaborare un regolamento interno provvisorio.[14]
Secondo l’accordo del 31 dicembre 2016, il CNSA è composto da 28 membri, tra cui un rappresentante della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO). È articolato in due organi: un’assemblea plenaria e un comitato di presidenza. Quest’ultimo è composto da un presidente, tre vicepresidenti, un relatore e un questore. Il CNSA ha il compito di assicurare il rispetto dell’accordo politico del 31 dicembre 2016 e il corretto svolgimento del processo elettorale.
Sette mesi dopo la firma dell’accordo, il Parlamento non ha ancora approvato la Legge Organica sulla creazione e funzionamento di questa istituzione di appoggio alla democrazia.[15]
Il 22 luglio, nel pomeriggio, si è proceduto alla convalida dei mandati di ventidue membri su un totale di ventotto. Tra i sei non convalidati, quello di un membro della società civile, Marie-Madeleine Kalala che, in una lettera indirizzata ai presidenti delle due camere del Parlamento , ha chiesto di essere sostituita. Fidèle Babala (del Fronte per il Rispetto della Costituzione) e Vital Kamerhe (dell’Opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016) erano assenti. Joseph Olenghankoy, coordinatore del Raggruppamento / ala Kasavubu, è stato nominato, “per consenso”, presidente del CNSA.
Adolphe Lumanu è stato nominato vice presidente per conto della MP. Nonostante la sua assenza, Vital Kamerhe è stato nominato vice presidente a nome dell’Opposizione firmataria dell’accordo du18 ottobre 2016. La terza vice-presidenza è stata concessa al Fronte per il Rispetto della Costituzione, che si è riservato di dare una risposta nei giorni successivi. La funzione di relatore spetta alla società civile che, però, non ha ancora presentato alcun candidato. I delegati di questa componente hanno promesso di pronunciarsi nel corso della settimana seguente. Il posto di questore sarebbe stato attribuito al Raggruppamento dell’Opposizione / ala Kasavubu, che non ha ancora presentato alcun candidato.[16]
Proveniente dal ramo dissidente del Raggruppamento dell’Opposizione, Joseph Olengakoyi ha accettato la presidenza del CNSA. Egli si è detto pronto ad assumersi le proprie responsabilità e, soprattutto, ad accettare la sfida che tale nomina comporta: «Ciò che intendo per sfida è far rispettare ciò che è stato concordato nell’accordo del 31 dicembre 2016 e guidare il nostro popolo verso le elezioni, in un clima di pace, di dignità e di armonia nazionale. Penso che questa sia la vera sfida. Per questo, chiederei a tutti i partner – africani, europei, americani – di appoggiare il nostro Paese per poter realizzare questo sogno. Vorrei chiedere a tutto il nostro popolo di essere unito, per costruire insieme il nostro paese. Dobbiamo prendere insieme le nostre responsabilità, ma nella pace e con dignità».[17]
b. L’UNC e il FRC rifiutano le vice presidenze loro offerte
Il presidente dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e capo della delegazione dell’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016, Vital Kamerhe, ha rifiutato la sua nomina ad una delle tre vice presidenze del CNSA. Assente durante la riunione, egli ha fatto sapere che le modalità di nomina dei membri del comitato del CNSA viola l’accordo del 31 dicembre 2016. «Questa modalità di nomina rappresenta una violazione dell’accordo del 31 dicembre 2016, in cui si afferma chiaramente che il comitato del CNSA è designato, per consenso, dalle varie componenti che hanno partecipato al dialogo del Centro Interdiocesano sotto la mediazione dei vescovi della CENCO e non dai delegati delle componenti al CNSA. Si tratta, quindi, di un’altra violazione dell’accordo del 31 dicembre 2016 che né l’UNC, né il suo presidente nazionale possono accettare», ha affermato Vital Kamerhe, in un comunicato. Il presidente dell’UNC ha aggiunto che, «di conseguenza, l’UNC non si sente in alcun modo implicato nell’attuazione della nomina del comitato di presidenza del CNSA avvenuta il 22 luglio 2017, sotto la co-presidenza degli Onorevoli Presidenti delle due camere del Parlamento», precisando che «l’UNC e i suoi membri sono pronti a far rispettare l’accordo della CENCO esigendo, in particolare, l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali prima del 31 dicembre 2017».
Il presidente del Consiglio nazionale e segretario generale dell’UNC, Alain Mbaya Kakasu, ha dichiarato che «Vital Kamerhe era stato proposto come presidente e non come vice presidente», aggiungendo che Vital Kamerhe non farà parte del CNSA. Appare chiaro che, all’interno del CNSA, Vital Kamerhe non vuole occupare un ruolo di secondo piano e che, soprattutto, non vuole lavorare sotto gli ordini di Joseph Olenghankoy.[18]
Il 24 luglio, in una dichiarazione politica, il Fronte per il Rispetto della Costituzione (FRC) ha dichiarato che «si aspettava che il presidente del CNSA fosse una figura di consenso che potesse soddisfare i criteri stabiliti nell’articolo 12 dell’annesso all’accordo del 31 dicembre 2016: lealtà alla Repubblica, livello di istruzione, onestà, integrità e competenza. Inoltre, il presidente del CNSA sarebbe dovuto provenire, per motivi di inclusività, neutralità, equilibrio e giustizia, da una componente che non avesse responsabilità direttive in un’altra istituzione della Repubblica, al fine di garantire la credibilità, la trasparenza, l’integrità e la regolarità del processo elettorale e, soprattutto, la certezza dell’organizzazione delle elezioni nella data concordata … [Tuttavia], sia il processo di designazione che il profilo della persona designata gettano seri dubbi sulla volontà del Presidente della Repubblica e della sua maggioranza di favorire la coesione nazionale e, soprattutto, l’organizzazione di elezioni libere, trasparenti, credibili e pacifiche entro i tempi stabiliti nell’accordo del 31 dicembre 2016.
Pertanto, il Fronte per il Rispetto della Costituzione, confermando la propria adesione allo spirito e alla lettera dell’accordo del 31 dicembre 2016,
- condanna l’irregolarità della procedura di designazione del Presidente del CNSA e ricusa la persona designata;
- rinuncia alla vicepresidenza che gli è stata offerta e si congratula con i suoi delegati che si sono rifiutati di partecipare a questa farsa denunciandola in sala durante l’incontro;
- invita il popolo congolese e i suoi militanti a rimanere vigili e ad essere pronti a difendere i principi della Costituzione del 18 febbraio 2006, la Risoluzione 2348 del Consiglio di Sicurezza e le conquiste ottenute con l’accordo del 31 dicembre 2016;
- invita la Commissione elettorale a pubblicare, senza alcun indugio, il calendario elettorale conformemente al punto 4.2 dell’accordo del 31 dicembre 2016 e al punto 9.5 dell’allegato a tale accordo in cui le varie parti si sono accordate per lo svolgimento delle elezioni il 31 dicembre 2017 al più tardi».[19]
Presidente della Lega giovanile della Convenzione dei Congolesi Uniti (CCU) e membro della maggioranza presidenziale, Thierry Monsenepwo, ha affermato che la designazione del Comitato di presidenza del CNSA è conforme con le disposizioni dell’Accordo del 31 dicembre 2016 e del suo annesso firmati, tra l’altro, anche dall’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e dal Movimento per la Liberazione del Congo / Fronte per il Rispetto della Costituzione (MLC/FRC).
Per quanto riguarda la nomina di Olengankoy alla presidenza del CNSA, Thierry Monsenepwo ricorda che «l’accordo del 31 dicembre 2016 (Cap. 6, comma 2) prevede che la presidenza del CNSA sarebbe stata attribuita al Presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP). Dopo la morte di Étienne Tshisekedi, il Raggruppamento dell’Opposizione si è diviso in due ali, quella di Olengankoy e quella di Félix Tshisekedi. Ma, al momento delle consultazioni avviate dal Capo dello Stato, si è presentato solo il RASSOP / ala Olengankoy, consegnando ai vescovi della CENCO e al Capo dello Stato gli atti, datati del 3 marzo 2017, della sua nomina a Presidente del Comitato dei Saggi del RASSOP e la lista dei nomi (5) dei candidati premier». In tal modo, secondo Thierry Monsenepwo, «risulta chiaro che il RASSOP che ha accettato di implicarsi in questo processo è attualmente il RASSOP / ala Olengankoy. Quindi, dal momento che si è presentato come presidente del comitato dei saggi del RASSOP, è logico che sia anche il Presidente del CNSA, secondo lo spirito e la lettera dell’accordo del 31 dicembre 2016». Per quanto riguarda i vicepresidenti del CNSA, Thierry Monsenepwo ha ricordato che, «secondo l’articolo 15, secondo e terzo comma dell’annesso all’accordo, se ne sono previsti 3, di cui uno della MP e incaricato delle relazioni con le istituzioni, un altro attribuito al MLC / Fronte per il Rispetto della Costituzione e incaricato del monitoraggio del processo elettorale e un terzo attribuito all’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 e responsabile dell’attuazione dell’accordo del 31 dicembre 2016».
Secondo Thierry Monsenepwo, «quando l’UNC e l’MLC/FRC hanno firmato l’annesso all’accordo, già sapevano dunque che la Presidenza del CNSA sarebbe spettata al Presidente del Comitato dei saggi del RASSOP, quindi a Olengankoy, e che ciascuno di loro avrebbero ricevuto una vice presidenza, una responsabile dell’attuazione dell’accordo e l’altra incaricata del monitoraggio del processo elettorale».[20]
c. Senza inclusività, CNSA nullo e senza effetto
Il 24 luglio, in un’intervista, il segretario generale della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), P. Donatien N’shole, si è detto in disaccordo con la nomina del Presidente e dei membri del CNSA, affermando che la procedura seguita non rispetta né la lettera né lo spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016. Secondo il segretario generale della CENCO, «l’installazione del CNSA da parte dei presidenti delle due camere del Parlamento viola l’accordo, manca di inclusività e aumenta il sentimento di frustrazione. Si è ancora molto lontani dalla soluzione».[21]
Contro ogni previsione, Jean-Pierre Lisanga Bonganga, ministro delle Relazioni con il Parlamento nel governo Tshibala e membro dell’ala dissidente del Raggruppamento dell’Opposizione, contesta la nomina di Joseph Olenghankoy alla presidenza del CNSA. Secondo lui, Olenghankoy non ha né il carisma, né il peso politico necessario, per succedere a Etienne Tshisekedi nella presidenza del CNSA. Anche Roger Lumbala aveva già preso le distanze da Joseph Olenghankoy, accusandolo di averlo preso in giro al momento della suddivisione dei posti, sia per quanto riguarda il governo (ministeri) che il CNSA.[22]
Il 24 luglio, in un comunicato stampa pubblicato da Seoul (Corea del Sud), il vicepresidente della Commissione elettorale, Norbert Bashengezi, ha dichiarato che la Commissione elettorale accoglie con favore la nomina dei membri del CNSA. Egli ha aggiunto che, con il governo e il CNSA, la Commissione potrà presto valutare l’evoluzione del processo elettorale, al fine di pubblicare il calendario elettorale globale per «l’organizzazione simultanea (in un solo giorno) delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali, conformemente all’articolo IV, a pag. 7, dell’accordo del 31 dicembre 2016».[23]
Il 25 luglio, a Palazzo del Popolo e sotto la direzione di Joseph Olenghankoy, si è tenuta la prima riunione del CNSA, senza la presenza del Raggruppamento dell’opposizione / ala Limete, di Vital Kamerhe (dell’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016) e del delegato del Fronte per il Rispetto della Costituzione (FRC). Nel corso dell’incontro, si sono create due commissioni: una per la stesura di un regolamento interno del CNSA e una seconda per le questioni economiche e finanziarie del CNSA. Il segretario generale dell’RCD, Hubert Efole, che ha partecipato alla riunione, ha dichiarato che sono in corso delle trattative per convincere l’Opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre (Vital Kamerhe) e il Fronte per il Rispetto della Costituzione (Eve Bazaiba) a far parte del CNSA.[24]
Il 25 luglio, il Fronte per il Rispetto della Costituzione “ala nazionalista”, un ramo dissidente del “Fronte per il Rispetto della Costituzione”, ha dichiarato di sostenere la nomina di Joseph Olenghankoy alla presidenza del CNSA. Il portavoce di questo raggruppamento politico, Jerome Lumuna, ha affermato che questa nomina è valida, perché «è stata effettuata dai membri che compongono il CNSA, in conformità con l’accordo del 31 dicembre 2016 e l’annesso che ne è seguito». Jerome Lumuna ha detto che il suo gruppo accetterà la vice presidenza del CNSA attribuita al Fronte per il Rispetto della Costituzione. Questa funzione è stata rifiutata dal Fronte per il Rispetto della Costituzione poiché, secondo lui, la procedura della nomina del presidente del CNSA non ha rispettato lo spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016.[25]
3. VERSO LO SBRICIOLAMENTO DELL’UNIONE PER LA DEMOCRAZIA E IL PROGRESSO SOCIALE (UDPS)?
Il 26 luglio, presso l’Hotel Africana, nel comune di Lingwala, degli attivisti dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) / corrente Bruno Tshibala, hanno partecipato all’apertura ufficiale di un Conclave del loro partito. I dirigenti del partito hanno istituito una commissione di preparazione sotto la direzione di un supervisore, il professor Tharcisse Loseke, uno dei più stretti collaboratori di Étienne Tshisekedi quando quest’ultimo era ancora in vita. La missione di questa commissione preparatoria è di fissare la data, il luogo, il formato, l’ordine del giorno e la logistica del conclave. Oltre alla supervisione, c’è anche il coordinamento con 6 sottocommissioni. Il coordinamento sarà assicurato da François Xavier Kongolo, mentre la funzione di relatore generale dei lavori è stata affidata a Cheik Ismael Mbuyi. Ogni istanza è assistita da dei collaboratori. Il supervisore dispone di due assistenti, il coordinatore di tre e il relatore generale di altri tre.
L’obiettivo finale di questo conclave, detto di unità e di riconciliazione, è quello di “aprire la strada per l’organizzazione di un congresso di riunificazione e di rifondazione del partito e di consolidamento delle conquiste già raggiunte“. Freneticamente applaudito, Bruno Tshibala ha ribadito che, per raggiungere i suoi obiettivi, l’insieme del processo deve iniziare con l’organizzazione di un conclave che, secondo lui, dovrebbe essere “il momento in cui tutte le correnti si fondono insieme per indire un Congresso che abbia come scopo quello di rilanciare un partito unificato, consolidato, rinvigorito e pronto ad andare alle elezioni per la conquista democratica del potere“. Alla fine del conclave, sarebbe resa nota la data del Congresso, in occasione del quale il Partito dovrebbe eleggere il successore un suo nuovo presidente nazionale come successore di Étienne Tshisekedi Wa Mulumba, deceduto il 1° febbraio 2017.[26]
Il 29 luglio, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha accusato Bruno Tshibala di aver ricevuto la “missione di distruggere” il suo partito. «Bruno Tshibala ha ricevuto da Kabila la missione di distruggere l’UDPS. È per questo che è stato nominato Primo Ministro. Tuttavia, Bruno Tshibala sa che l’UDPS non potrà scomparire a causa di questi tentativi sdoppiamento», ha detto Jean-Marc Kabund.[27]
Il 5 agosto, l’ex consigliere politico del defunto Étienne Tshisekedi, Valentin Mubake, ha espresso il desiderio di organizzare un conclave dell’UDPS cui partecipino tutti i suoi membri, tra cui gli ex, per rimettere il partito in piedi.
Fino ad oggi, ha detto, da quando il Presidente Tshisekedi è morto, nessuno può dire di essere il Presidente dell’UDPS, né secondo gli statuti, né sul piano giuridico o politico.
«Ecco perché prepariamo il conclave, un conclave che metta tutti insieme, non come quello che Bruno Tshibala ha proposto. Il nostro obiettivo del conclave è quello di rimettere l’UDPS in piedi, capace di affrontare questo potere», ha egli dichiarato, concludendo: «non credo che Bruno Tshibala possa essere dei nostri per rimettere in piedi l’UDPS e affrontare il potere cui egli appartiene». Valentin Mubake ha aggiunto che, dopo la morte di Etienne Tshisekedi, il Raggruppamento dell’Opposizione non esiste più. «Il Raggruppamento era una coalizione intorno alla persona di Etienne Tshisekedi. Non è mai stato una coalizione di partiti intorno a dei valori, perché le persone che compongono questo gruppo non condividono gli stessi valori. E così, essendo Tshisekedi morto, è morto anche il Raggruppamento. Dunque, l’UDPS non ha più nulla a che fare con un Raggruppamento che non esiste più», ha detto Valentin Mubake che, tuttavia, ha chiesto al popolo di assumersi le proprie responsabilità al fine di far prevalere la sua volontà.
Dopo aver firmato il certificato di morte del Raggruppamento dell’Opposizione, Valentin Mubake ha firmato anche un altro certificato, quello della morte dell’accordo del 31 dicembre 2016. «L’Accordo del 31 dicembre 2016 non esiste più, perché è stato silurato e violato», ha detto Valentin Mubake, continuando: «Non è più possibile raggiungere un compromesso con Kabila a pochi mesi dalla fine del periodo durante il quale si sarebbe dovuto organizzare le elezioni. Qualsiasi compromesso con Kabila equivarrebbe ora a lasciarlo al potere oltre il 2017 e ciò non è in alcun modo accettabile. Guai a chi dell’UDPS osasse assumersi questa responsabilità». Valentin Mubake era stato indicizzato dal suo partito per aver accettato di partecipare alle consultazioni del presidente Kabila che hanno portato alla nomina di Bruno Tshibala come primo ministro. Il suo partito aveva parlato di autoesclusione. Tuttavia, a differenza di altri, formalmente espulsi dal partito dell’UDPS per aver accettato di far parte dei governi Badibanga e Tshibala, il suo nome non è mai stato ufficialmente ripreso sulla lista del segretario generale del partito, Jean Marc Kabund-A Kabund.[28]
Il portavoce dell’UDPS, Augustin Kabuya, non dà alcuna importanza alle iniziative di Bruno Tshibala e di Valentin Mubake perché, dice, non possono parlare in alcun modo in nome dell’UDPS, perché ne sono già stati esclusi. Secondo lui, l’UDPS sta preparando una convenzione, ma avrà luogo dopo i funerali del defunto presidente Étienne Tshisekedi. Questa convenzione avrà, tra l’altro, la missione di designare un nuovo presidente, scegliere un candidato per le elezioni presidenza e rivitalizzare il partito nella prospettiva delle elezioni generali.[29]
Sei mesi dopo la morte di Etienne Tshisekedi, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) si sta poco a poco sgretolando in tre parti. E tutti e tre annunciano l’imminenza di un Congresso per ristrutturare il partito.
Il 26 luglio, l’UDPS / corrente Bruno Tshibala ha organizzato una grande manifestazione all’hotel Africana Palace, per annunciare l’organizzazione, nei prossimi giorni, di un conclave in vista di un Congresso del partito. Un comitato preparatorio è già stato istituito per preparare tale evento.
Il 27 luglio, è l’UDPS / ala Valentin Mubake che ha fatto lo stesso discorso. Mubake aveva già rifiutato di far parte del governo Tshibala, ritenendo che fosse lui il successore designato da Etienne Tshisekedi per prendere il posto di primo ministro, secondo le disposizioni dell’accordo del 31 dicembre 2016.
Ma molto prima, un vice segretario generale dell’UDPS con sede a Limete, Félix Tshisekedi, aveva già detto che l’UDPS avrebbe organizzato un congresso, ma non prima del rimpatrio della salma del suo defunto Presidente Nazionale, Etienne Tshisekedi, e dei suoi funerali. Sono dunque previsti tre congressi per uno stesso partito. L’UDPS con sede a Limete ritiene di essere il partito lasciato da Etienne Tshisekedi e riconosciuto dal Ministero degli Interni. Bruno Tshibala afferma che, dopo il congresso, chiunque parli in nome dell’UDPS, senza averne il mandato o la qualità, sarà perseguito dalla giustizia. Da parte sua, Valentin Mubake si ritiene l’erede testamentario del defunto presidente Etienne Tshisekedi.[30]
[1] Cf Actualité.cd, 09.07.’17
[2] Cf Radio Okapi, 25.07.’17
[3] Cf Radio Okapi, 27.07.’17
[4] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 27.07.’17
[5] Cf Radio Okapi, 29.07.’17
[6] Cf Radio Okapi, 30.07.’17
[7] Cf Radio Okapi, 02.08.’17; Jeff Kaleb – 7sur7.cd, 02.08.’17
[8] Cf Radio Okapi, 02.08.’17
[9] Cf Radio Okapi, 05.08.’17
[10] Cf Le Phare – Kinshasa, 03.08.’17 http://www.lephareonline.net/memo-rassemblement-a-ceni-operation-kabila-degage-apres-30-septembre-2017/
[11] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 03.08.’17
[12] Cf Radio Okapi, 03.08.’17; Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 02.08.’17
[13] Cf Radio Okapi, 03.08.’17; Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 02.08.’17
[14] Cf Stella Abaya Kombe – 7sur7.cd, 21.07.’17
[15] Cf Rachel Kitsita – Actualité.cd, 22.07.’17
[16] Cf Rachel Kitsita – Actualité.cd, 22.07.’17
[17] Cf RFI, 23.07.’17
[18] Cf Le Phare – Kinshasa, 24.07.’17 http://www.lephareonline.net/cnsa-kamerhe-refuse-detre-ordres-dolenghankoy/; Radio Okapi, 23.07.’17; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 22.07.’17
[19] Cf Le Phare – Kinshasa. 25.07.’17 http://www.lephareonline.net/declaration-politique-front-national-respect-de-constitution-rapport-designation-president-cnsa/
[20] Cf Joseph Kazadi Mamba – 7sur7.cd, 27.07.’17
[21] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 24.07.’17
[22] Cf Le Phare – Kinshasa, 24.07.’17
[23] Cf Patrick Maki – Actualité.cd, 24.07.’17
[24] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 25.07.’17
[25] Cf Radio Okapi, 26.07.’17
[26] Cf Tchèques Bukasa – Actualité.cd, 26.07.’17; Stella Abaya Kombe – 7sur7.cd, 27.07.’17
[27] Cf Actualité.cd, 29.07.’17
[28] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 06.08.’17
[29] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 06.08.’17
[30] Cf mediacongo.net, 28.07.’17