Verso un secondo rinvio delle elezioni?

Editoriale Congo Attualità n.329 – a cura di Rete Pace per il Congo

 

L’annuncio del presidente della Commissione Elettorale

 

Il 7 luglio, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha annunciato che gli attuali parametri di cui è in possesso non consentono di organizzare le elezioni entro il mese di  dicembre 2017, com’era previsto nell’accordo del 31 dicembre 2016.

Si tratta di un annuncio senza grandi sorprese, in quanto ce lo si poteva aspettare. Secondo gli osservatori esterni e gli stessi firmatari dell’accordo del 31 dicembre 2016, la data di dicembre 2017 come data limite per l’organizzazione delle elezioni non era assolutamente realista. Era stata semplicemente imposta dal Raggruppamento dell’Opposizione come mezzo di pressione nei confronti della Maggioranza Presidenziale e, soprattutto, del Presidente della Repubblica Joseph Kabila, giunto alla fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale il 20 dicembre 2016.

Tuttavia, molte sono state le reazioni dell’Opposizione e della Società Civile che accusano il presidente della Commissione elettorale di essere complice del Presidente Kabila e della Maggioranza Presidenziale che, secondo loro, non vogliono assolutamente organizzare le elezioni, per restare al potere il più a lungo possibile.

Alcune cause

 

Tra le difficoltà segnalate, il presidente della Commissione elettorale ne indica soprattutto tre:

▪ l’attuale inadeguatezza di certe leggi, tra cui la legge elettorale, che dovrebbero essere modificate e aggiornate, per permettergli di continuare il lavoro di preparazione delle elezioni;

▪ la mancata creazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA), incaricato anche del monitoraggio del processo elettorale;

▪ la situazione di insicurezza in certe province, soprattutto nel Kasai dove,  a causa dei continui scontri tra esercito e miliziani Kamwina Napu, l’operazione di registrazione degli elettori non è ancora iniziata.

– Dal punto di vista legislativo, per esempio, l’attuale legge elettorale prevede la ripartizione dei seggi in Parlamento secondo la densità della popolazione, cioè a partire dai risultati di un censimento della popolazione che non è ancora stato effettuato o dai dati disponibili presso un ufficio di stato civile che ancora non esiste. È per questo che, in assenza di un censimento recente della popolazione e di un registro di stato civile, la Commissione elettorale propone di modificare gli articoli della legge elettorale relativi alla ripartizione dei seggi, per calcolarla non secondo il numero degli abitanti, ma secondo il numero degli elettori iscritti nelle varie circoscrizioni elettorali. È da gennaio 2015 che il Parlamento, il Governo e il Presidente della Repubblica sanno che devono procedere a tali emendamenti, ma non l’hanno ancora fatto. È un atto di somma negligenza e di grave irresponsabilità politica da parte loro. Ciò dimostra chiaramente che non hanno alcuna volontà di organizzare le elezioni.

– Un altro problema che complica l’organizzazione delle elezioni è l’alto numero dei partiti aventi diritto di presentare i loro candidati. Sono circa 500. Considerato che gran parte di essi sono molto piccoli, hanno una connotazione locale e, a livello nazionale, non sono affatto conosciuti, la Commissione elettorale ha suggerito una modalità per ridurne il numero. Secondo la Commissione elettorale, i vari partiti dovrebbero unirsi in coalizioni, come in Parlamento. Ci si potrebbe ispirare, per esempio, ai quattordici gruppi parlamentari per formare altrettante coalizioni o piattaforme elettorali. Secondo la Commissione elettorale, questa modalità potrebbe contribuire a ridurre le dimensioni delle schede di voto e delle urne e, quindi, a contenere anche i costi relativi alla loro distribuzione sul territorio nazionale.

– Inoltre, la legge sulla creazione e il funzionamento del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’applicazione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 e dello svolgimento del processo elettorale (CNSA) non è ancora stata discussa in Parlamento e, conseguentemente, nemmeno approvata, tanto meno promulgata dal Presidente della Repubblica.

Queste lacune contribuiscono a rendere incerto l’intero processo elettorale. La popolazione si sente frustrata e delusa per i ritardi accumulati e i continui rinvii che denotano la chiara volontà, da parte dei politici, di non organizzare le elezioni per mantenersi al potere. Essa si sente abbandonata e tradita proprio da quelle Istituzioni dello Stato che, costituzionalmente, dovrebbero tutelare e promuovere il suo diritto al voto: la Presidenza della Repubblica, il Governo, il Parlamento e la stessa Commissione elettorale. La popolazione sta perdendo, se non l’ha già persa del tutto, la sua fiducia in esse.

 

Per accelerare il processo elettorale

 

Per ricuperare questa fiducia, le Istituzioni dello Stato devono, ciascuna a suo livello, porre dei gesti concreti che dimostrino chiaramente la loro volontà di preparare le elezioni. Tra questi gesti:

* la pubblicazione, da parte della Commissione elettorale, di un calendario elettorale “tecnico” che comprenda tutte le operazioni preelettorali, elettorali e post elettorali relative alle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali, seguite dalle elezioni indirette dei senatori e dei governatori. Come istituzione di appoggio alla democrazia e incaricata dell’organizzazione delle elezioni, la Commissione elettorale dovrebbe dimostrare la sua indipendenza effettiva dalle vicissitudini politiche, pubblicando il cronogramma completo delle sue attività, includendovi esplicitamente le scadenze precise entro le quali il Governo, il Parlamento e la Presidenza della Repubblica le dovranno fornire i mezzi legislativi, finanziari e logistici necessari per l’attuazione del processo elettorale.  Dovrebbe essere la Commissione elettorale a marcare, sulla base della Costituzione, della legge elettorale e della legge sulla sua creazione e funzionamento, il ritmo alla classe politica, non viceversa.

* l’indizione di una sessione parlamentare straordinaria, prima della sessione ordinaria di settembre, per l’approvazione dei necessari emendamenti da apportare alle leggi relative al processo elettorale e l’approvazione della nuova legge sulla creazione e funzionamento del CNSA.

* l’approvazione, nel corso della sessione parlamentare ordinaria di settembre, di una legge finanziaria per l’anno 2018 che assicuri lo svolgimento delle elezioni del Presidente della Repubblica, dei deputati nazionali e dei deputati provinciali entro la prima metà dell’anno 2018.

* la convocazione immediata, dopo il recente incontro di “presa di contatto”, di un primo incontro ufficiale con i delegati delle varie parti politiche firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016, in vista della creazione effettiva del CNSA. L’incontro sarà convocato dai Presidenti delle due Camere del Parlamento che, su mandato del Presidente della Repubblica, avevano già presieduto l’atto della firma del documento relativo alle disposizioni di applicazione dell’accordo del 31 dicembre 2016.