FIRMATO L’ANNESSO AL TESTO DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE 2016, MA NON DA TUTTI

 

Editoriale Congo Attualità n.320 a cura di Rete Pace Congo

 

Il 27 aprile, presso la sede del Parlamento e alla presenza dei Presidenti delle due camere, si è proceduto alla firma dell’annesso all’accordo del 31 dicembre 2016.

Il documento è stato firmato dalla Maggioranza Presidenziale, dall’Opposizione politica firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016, dal Raggruppamento dell’Opposizione / ali di Joseph Olenghankoy e di Lisanga Bonganga, dall’Opposizione Repubblicana, dal Fronte per il Rispetto della Costituzione e dalla Società civile firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016, ma non dal Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi-Pierre Lumbi, il che rimette ancora una volta sul tavolo la famosa questione della non inclusività.

Il documento comprende essenzialmente due capitoli: il primo dedicato alla questione della designazione e nomina del Primo Ministro e la formazione del nuovo Governo, il secondo dedicato alla creazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’applicazione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA) e la questione della sua presidenza.

 

Evidenti differenze tra il testo dell’Accordo e quello dell’Annesso

 

Confrontando il testo dell’annesso con quello dell’accordo del 31 dicembre 2016 appaiono alcune evidenti differenze.

– Per quanto riguarda la questione della designazione e nomina del Primo Ministro, l’accordo prevede che “il Governo della Repubblica è diretto dal Primo ministro presentato dall’Opposizione politica non firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 / Raggruppamento e nominato dal Presidente della Repubblica, conformemente all’articolo 78 della Costituzione“.

Secondo l’annesso, “a) il Primo Ministro è presentato dall’opposizione politica non firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016  / Raggruppamento; b) la scelta del Primo Ministro … deve essere fatta sulla base della pluralità delle candidature presentate dal Raggruppamento; c) la nomina del Primo Ministro spetta al Presidente della Repubblica, secondo la sua discrezionalità e in conformità con le sue prerogative previste nell’articolo 78 della Costituzione“.

Come si può constatare, nell’annesso appaiono due nuovi criteri che sembrano assenti nel testo dell’accordo del 31 dicembre: la pluralità delle candidature presentate dal Raggruppamento e, conseguentemente, la discrezionalità (libertà) di scelta da parte del Presidente della Repubblica.

– Per quanto riguarda la presidenza del CNSA, l’accordo del 31 dicembre prevedeva che “il CNSA sarà presieduto dal presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione“.

Secondo l’annesso, invece, “ciascuna parte firmataria designa i suoi rappresentanti presso il CNSA … Entro 15 giorni a partire dalla data della consegna delle liste dei membri designati, il Presidente della Repubblica convoca i membri del CNSA per: 1. Convalidare i mandati dei membri; 2. Discutere sulla designazione, per consenso, del Presidente del CNSA; 3. Istituire il Comitato di presidenza definitivo del CNSA“.

Come si può notare, secondo l’annesso, il Presidente del CNSA non è più il presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento, com’era previsto nel testo dell’Accordo, ma sarà designato dai 28 membri del CNSA. Ne consegue che non necessariamente sarà un membro del Raggruppamento dell’Opposizione, ma potrà essere un membro di qualsiasi altra componente che abbia partecipato al dialogo del Centro interdiocesano. Il Fronte per il Rispetto della Costituzione e l’Opposizione politica firmataria dell’accordo del 18 ottobre avevano già espresso le loro rispettive ambizioni nei confronti di questo posto.

 

Una seconda “distorsione” dell’Accordo del 31 dicembre 2016?

 

Non si tratta solo di piccole sfumature, ma piuttosto di grandi differenze e ci si può legittimamente chiedere se la firma di questo annesso abbia rispettato almeno “la lettera” (per non parlare dello “spirito”) dell’accordo del 31 dicembre 2016. Sono molti a dubitarne. Se qualche giorno prima, a proposito della nomina del nuovo Primo Ministro, la CENCO  aveva parlato di una “distorsione dell’accordo del 31 dicembre 2016”, si potrebbe oggi ripetere la stessa cosa a proposito della firma di questo annesso.