Editoriale Congo Attualità n. 318– a cura della Rete Pace per il Congo
Dalla Strategia dell’astensione e del rifiuto …
– Il 3 e il 4 aprile, in vista della nomina di un nuovo primo ministro, il Presidente della Repubblica ha consultato ogni componente politica e sociale avente partecipato al dialogo svoltosi sotto la mediazione dei vescovi della Cenco. Infatti, secondo l’accordo del 31 dicembre 2016, il Presidente della Repubblica mantiene la facoltà di nominare il Primo ministro «conformemente all’articolo 78 della Costituzione».
Ma il RassOp / ala Tshisekedi-Lumbi non ha aderito a tali consultazioni. Il motivo addotto è che, conformemente all’Accordo del 31 dicembre 2016, secondo il quale «il Governo è diretto dal Primo Ministro presentato dal RassOp e nominato dal Presidente della Repubblica», spetta al RassOp designare il nome del futuro Primo Ministro e presentarlo al Presidente della Repubblica per la sua nomina ufficiale.
– Il 5 aprile, nel suo discorso pronunciato in Parlamento, il Presidente della Repubblica ha di nuovo invitato il “Raggruppamento” ad «armonizzare i punti di vista sulla lista dei candidati premier, … al fine di accelerare il processo di formazione del nuovo governo di unità nazionale».
Ancora una volta il RassOp / ala Tshisekedi-Lumbi se n’è astenuto, assolutamente deciso a presentare un solo nome e non una lista, come richiesto dal Presidente. La conseguenza di questa strategia dell’astensione è stata che il Presidente della Repubblica ha nominato il nuovo Primo Ministro sulla base della lista presentatagli dal RassOp / ala Olengankoyi che riportava ben cinque nomi, tra cui quello di Bruno Tshibala.
– L’11 aprile, il nuovo primo ministro, Bruno Tshibala, ha iniziato una serie di consultazioni per formare il nuovo governo. Se la Maggioranza Presidenziale, l’Opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 e il Raggruppamento dell’Opposizione (RassOp) / ala Joseph Olengankoyi hanno risposto positivamente, il RassOp / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi non vi ha aderito.
Il motivo addotto dal RassOp è che Bruno Tshibala sarebbe stato nominato in violazione dell’Accordo del 31 dicembre 2016.
Tale nomina è certamente avvenuta in circostanze poco chiare e molto ambigue poiché, benché l’accordo del 31 dicembre prevedesse che «le modalità pratiche dell’attuazione dei principi sopra enunciati (tra cui la nomina del Primo Ministro) saranno determinate da un ulteriore accordo tra le parti interessate e parte integrante del presente accordo», tale “ulteriore accordo” non è mai stato raggiunto, avendo i Vescovi della Cenco messo fine ai lavori del dialogo del Centro interdiocesano a causa della mancanza non solo di un consenso tra le diverse parti (Maggioranza e Opposizione), ma soprattutto per la mancanza di volontà politica che esse hanno manifestato, facendo prevalere i loro interessi particolari sull’interesse supremo della Nazione.
… alla strategia della partecipazione corresponsabile
Questa nomina è fonte di grande preoccupazione per tutti i Paesi della Comunità internazionale, perché sembra ignorare e violare certi principi dell’accordo del 31 dicembre. Tuttavia, l’UA, l’UE, la Monusco, gli Stati Uniti, la Francia e il Belgio, tutti ne hanno “preso atto”, constatando una situazione di fatto.
Il RassOp / ala Tshisekedi-Lumbi dovrà quindi trarne le conseguenze impegnandosi, in dialogo con tutte le altre forze politiche e sociali del Paese, nell’attuazione dell’Accordo del 31 dicembre, soprattutto per quanto riguarda la creazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo stesso e l’indicazione degli orientamenti necessari per la preparazione delle prossime elezioni, essendo queste ultime l’unico e vero obiettivo dell’accordo in questione.