Dialogo tra maggioranza e opposizione → il rischio di un clamoroso fallimento

Editoriale Congo Attualità n. 316– a cura della Rete Pace per il Congo

 

La fine dei lavori, ma senza alcun consenso o compromesso

Il 27 marzo, i Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) che, da dicembre 2016,  hanno assicurato la mediazione tra la maggioranza e l’opposizione per definire le modalità di co-gestione del paese durante la transizione, hanno annunciato la fine della loro missione di mediazione, senza essere tuttavia riusciti a conciliare le due parti. Nessun compromesso è stato raggiunto sulla modalità di nomina del Primo Ministro che deve essere membro dell’opposizione, come previsto dall’accordo firmato il 31 dicembre tra la maggioranza e l’opposizione. Nessun accordo nemmeno sulla designazione del presidente del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo (CNSA), un ruolo che era stato attribuito al leader dell’UDPS, Etienne Tshisekedi, ma deceduto a Bruxelles all’inizio di febbraio.

Il discorso di chiusura

Nel suo discorso di chiusura delle discussioni, il Presidente della CENCO, Mons. Marcel Utembi, ha dichiarato quanto segue: «Al termine di questo secondo ciclo di negoziati politici diretti, i risultati sono ben lungi dal soddisfare le aspettative della popolazione. In effetti, ci troviamo di fronte a due punti di divergenza che non sono stati risolti e per i quali la CENCO ha proposto una soluzione intermedia;

  1. a) la modalità della designazione e della nomina del Primo Ministro: il Raggruppamento della opposizione vuole presentare un unico nome e la Maggioranza Presidenziale propone invece che il Raggruppamento presenti una lista di tre nomi. La mediazione ha proposto: “Il Primo Ministro è nominato dal Presidente della Repubblica, previa consultazione con il Raggruppamento”. Chi dice consultazioni dice anche vari nomi.
  2. b) la presidenza del CNSA: per il Raggruppamento dell’opposizione, occorre attenersi scrupolosamente alla lettera dell’accordo, vale a dire, il Presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento è Presidente anche del CNSA. Secondo gli altri, è necessario attenersi allo spirito dell’accordo, vale a dire, il Presidente del CNSA deve essere oggetto di un consenso da parte di tutte le parti interessate. La mediazione propone di conciliare la lettera e lo spirito, cioè il presidente del CNSA sarà un membro del Raggruppamento, ma dovrà essere oggetto di un consenso, come era stato il caso per il defunto Etienne Tshisekedi.

Questa situazione di impasse riflette la mancanza di volontà politica e l’incapacità degli attori politici e sociali nel trovare un compromesso che esigerebbe di mettere in primo piano l’interesse superiore della nazione e il bene del nostro popolo.

Convinta che un compromesso è possibile grazie ad un sussulto di patriottismo da parte di tutti, la CENCO lancia un patetico appello ai negoziatori, affinché siano più responsabili e sensibili ai bisogni del popolo congolese e non perdano di vista che l’obiettivo principale di questi negoziati è l’organizzazione delle elezioni tra meno di un anno. I giorni passano in fretta e ogni giorno di ritardo è un tempo perso per la realizzazione di questo obiettivo.

La CENCO chiede quindi alle diverse parti di farsi violenza e di abbandonare i loro interessi egoistici, al fine di potere istituire il Governo e il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’accordo che permetteranno al Paese di organizzare le elezioni prima della fine dell’anno 2017.

La CENCO non intende portare avanti la sua missione di mediazione a tempo indeterminato. Per questo ella chiede l’implicazione personale del Capo dello Stato in quanto garante della nazione, per una rapida attuazione dell’accordo del 31 dicembre. Tuttavia, fedele alla sua missione profetica, la CENCO rimane determinata a sostenere il popolo congolese nell’attuazione di tale accordo».

La palla ormai nelle mani del Capo dello Stato

Dopo un incontro dei Vescovi della CENCO con il Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, il segretario generale della CENCO, P. Donatien Nshole,  ha dichiarato che il Presidente Kabila si è impegnato ad implicarsi personalmente, per raggiungere un consenso tra la Maggioranza Presidenziale e il Raggruppamento dell’Opposizione sui due punti di divergenza che rimangono ancora irrisolti e ha precisando che, in questa ricerca di consenso, «il Capo dello Stato si è impegnato a tener conto delle proposte già avanzate dai Vescovi della CENCO».

Il Presidente Kabila potrebbe riprendere a consultare tutte le parti implicate nel dialogo del Centro interdiocesano (ammesso che tutte, soprattutto il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi, rispondano positivamente) e riservarsi il diritto di decidere personalmente sulla nomina del prossimo Primo Ministro. Ma senza un consenso chiaro ed esplicito da parte delle varie componenti partecipanti al dialogo, non è affatto sicuro che questa via risolva l’attuale crisi politica. Il prossimo Primo Ministro rischierebbe di essere contestato dal Raggruppamento dell’Opposizione, così come lo è l’attuale Primo Ministro, Sammy Badibanga.

A questo punto, vari osservatori ritengono ormai indispensabile che il Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, legittimato come tale in virtù dei paragrafi 1 e 2 dell’articolo 70 della Costituzione citati all’articolo III.2.1. dell’Accordo del 31 dicembre e, dunque riconosciuto come tale da tutte le parti firmatarie di tale accordo, convochi un incontro diretto tra: Aubin Minaku e André Alain Atundu, rispettivamente segretario generale e portavoce della Maggioranza Presidenziale;  Félix Tshisekedi e Pierre Lumbi, rispettivamente presidente del Raggruppamento dell’Opposizione e presidente del Consiglio dei Saggi del Rassop; Vital Kamerhe e Eve Bazaiba, rispettivamente capo della delegazione dell’Opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre e coordinatrice del Movimento per il Rispetto della Costituzione. L’obiettivo: raggiungere un consenso sulle questioni rimaste ancora irrisolte. Ma per poter essere accettato come “arbitro” di tale incontro, il presidente Kabila dovrà dimostrare di essersi effettivamente spogliato del suo ruolo di “autorità morale” della Maggioranza Presidenziale e di essere, in tal modo, il Presidente di tutti i Congolesi.

Da parte sua, il Raggruppamento dovrebbe cambiare strategia, assumendo un atteggiamento un po’ più flessibile, se non vuole rischiare di perdere tutto: e il posto di Primo Ministro e la presidenza del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’applicazione dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA).