Congo Attualità n. 311

INDICE:

EDITORIALE: NOMINA DI UN NUOVO PRIMO MINISTRO → TRATTATIVE ANCORA BLOCCATE

  1. LE TRATTATIVE SULLE MODALITÀ DI APPLICAZIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE
    1. Il mistero di una lettera di Étienne Tshisekedi alla CENCO sulla designazione del nuovo Primo Ministro
    2. Il G7 si pronuncia sulla designazione del nuovo Premier e sulla presidenza del Raggruppamento
    3. La questione della designazione del nuovo Primo Ministro e del nuovo presidente del CNSA
    4. La Cenco consulta separatamente l’opposizione e la maggioranza
    5. L’incontro dei Vescovi della Cenco con il Presidente della Repubblica
    6. Il Raggruppamento si riunisce per designare il nuovo presidente del Comitato dei Saggi
    7. Il ritorno di Raphael Katebe Katoto a Kinshasa

 

EDITORIALE: NOMINA DI UN NUOVO PRIMO MINISTRO → TRATTATIVE ANCORA BLOCCATE

 

 

 

 

1. LE TRATTATIVE SULLE MODALITÀ DI APPLICAZIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE

 

a. Il mistero di una lettera di Étienne Tshisekedi alla CENCO sulla designazione del nuovo Primo Ministro

 

Il 3 febbraio, in un messaggio postato su Facebook, Raphaël Katebe Katoto, membro del Comitato dei Saggi del Raggruppamento, ha rivelato che il nome di Felix Tshisekedi, figlio di Étienne Tshisekedi, era stato presentato ai Vescovi della CENCO per il posto di Primo Ministro ancor prima della morte di suo padre.[1]

 

Il 3 febbraio, in un messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, il deputato nazionale Zacharie Bababaswe ha chiesto al Capo dello Stato, Joseph Kabila, di nominare Felix Tshisekedi Primo Ministro, per consentirgli di accogliere le spoglie di suo padre in quanto Primo Ministro in funzione.[2]

 

Il 5 febbraio, uno dei più stretti consiglieri di Étienne Tshisekedi, Peter Kazadi, ha affermato che Etienne Tshisekedi aveva designato il candidato Primo Ministro già prima della sua morte. Aveva addirittura comunicato il suo nome ai vescovi della Cenco. Prima di prendere questa decisione, aveva condotto delle consultazioni a livello del Raggruppamento dell’Opposizione. I Vescovi della Cenco potranno confermare tale informazione o smentirla. Peter Kazadi è stato.[3]

 

Il 7 febbraio, François Mwamba Tshishimbi, Presidente nazionale di Alleanza per lo Sviluppo e la Repubblica (ADR), un partito membro del Raggruppamento dell’Opposizione, ha dichiarato che il modo migliore per onorare la memoria di Etienne Tshisekedi è quello di eseguire il suo testamento politico, applicando l’accordo del 31 dicembre. Secondo lui, è dunque necessario nominare il Primo Ministro del prossimo governo di unità nazionale prima dei suoi funerali. Sempre secondo François Mwamba, la persona in questione era già stata designata da Etienne Tshisekedi ancor prima della sua morte. François Mwamba Tshishimbi ha dunque chiesto ai Vescovi della CENCO di riprendere immediatamente e di concludere rapidamente le negoziazioni sulle disposizioni di applicazione dell’accordo del 31 dicembre. Una di queste disposizioni riguarderebbe la presentazione del nome del Primo Ministro designato dal Raggruppamento dell’Opposizione quando Etienne Tshisekedi era ancora in vita, affinché il Presidente della Repubblica lo nomini ufficialmente.[4]

 

L’11 febbraio, il consigliere legale di Etienne Tshisekedi, Peter Kazadi, ha confermato che, prima di partire per Bruxelles per cure mediche, il presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento, Étienne Tshisekedi, aveva lasciato ai vescovi della Cenco una lettera con il nome del candidato premier, conformemente all’accordo del 31 dicembre. Peter Kazadi ha dichiarato che Étienne Tshisekedi ha proposto il nome di un membro dell’UDPS. Secondo lui, l’accordo del 31 dicembre concede al Raggruppamento il privilegio di presentare non un candidato, ma un primo ministro e obbliga, dunque, il presidente Joseph Kabila a nominare il Primo Ministro del Raggruppamento.[5]

 

L’11 febbraio, in un’intervista, il segretario generale della CENCO, P. Donatien Nshole, ha confermato che i vescovi hanno incontrato Etienne Tshisekedi prima della sua partenza per Bruxelles, ma ha affermato che, in tale occasione, non si è parlato del nome della persona che sarà nominata Primo Ministro.[6]

 

Il 17 febbraio, in un’intervista a Radio TOP CONGO, il fratello maggiore di Moïse Katumbi, Raphael Katebe Katoto, ha smentito l’informazione secondo la quale Étienne Tshisekedi avrebbe presentato il nome di suo figlio, Félix Tshisekedi, come candidato per il posto di Primo Ministro. «Quando ho parlato con il presidente Étienne Tshisekedi e gli ho detto che anch’io volevo candidarmi per portare il mio contributo al paese, egli mi ha risposto: “bene. Raccoglieremo l’opinione degli uni e degli altri, poi decideremo. Mi è molto utile che anche lei si candidi, perché me ne è stata presentata una che non condivido», ha affermato Raphael Katebe Katoto.

Da parte sua, il portavoce dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) e consigliere di Étienne Tshisekedi per le comunicazioni, Augustin Kabuya, l’ha subito smentito: «Confermo che Étienne Tshisekedi aveva fatto il nome di Felix non perché suo figlio, ma perché tutte le piattaforme membri del Raggruppamento avevano deciso che Felix [Tshisekedi] occupi il posto di Primo Ministro come membro dell’UDPS». In effetti, diversi membri dell’UDPS affermano che Etienne Tshisekedi avrebbe fatto il nome di suo figlio come candidato Premier, secondo l’accordo firmato il 31 dicembre.[7]

 

Il 17 febbraio, P. Donatien Nshole, segretario generale della CENCO, ha ancora una volta voluto informare l’opinione pubblica sulla questione del nome del Primo Ministro consegnato ai Vescovi da Etienne Tshisekedi. Egli ha affermato che, come segretario generale della CENCO, egli non ha ricevuto nulla personalmente. Tuttavia, egli ha lasciato trapelare la possibilità di un probabile documento che, se esistesse, sarebbe recapitato a chi di dovere: «Per quanto mi riguarda come segretario dei Vescovi, io non ho ricevuto nulla. Se un tale documento si trovasse nelle mani di un vescovo, se è un documento riservato ai Vescovi, sarà loro dato quando si incontreranno. Se è per qualcun altro, è a tale persona che sarà consegnato. Quindi non vi vedo alcun problema».[8]

 

Il 23 febbraio, di fronte alle molte speculazioni sulla lettera inviata alla CENCO da Étienne Tshisekedi prima di partire per Bruxelles, Pierre Lumbi, presidente del G7, ha affermato di essere testimone dell’esistenza di questa lettera. In un comunicato stampa, egli ha dichiarato che, «prima di partire per il Belgio, il Presidente Tshisekedi aveva lasciato una lettera; lettera firmata di suo pugno e del cui contenuto ne avevamo già parlato con lui. Étienne Tshisekedi mi ha consegnato questa lettera in presenza del P. Théo Tshilumba, suo segretario personale.

In questa lettera c’è il nome del Primo Ministro designato da tutte le componenti del Raggruppamento dell’Opposizione, da trasmettere a chi di dovere tramite la CENCO.

Questa lettera, l’abbiamo consegnata personalmente, il 17 gennaio 2017, a Mons. Utembi, Presidente della CENCO, alla presenza di P. Théo Tshilumba, contro ricevuta.

Avevamo un dovere di discrezione e di riservatezza, fino a quando la lettera non fosse pervenuta al destinatario. Capirete quindi perché finora non ho potuto fare questa dichiarazione. Essendo la verità ormai nota, non rimane che la nomina del primo ministro come presentato dal Raggruppamento dell’Opposizione, secondo l’articolo III.3.3. dell’accordo del 31 dicembre 2016». Contattato per telefono, P. Théo Tshilumba ha confermato le parole di Lumbi e ha dato addirittura la data in cui la lettera è stata scritta, il “12 gennaio” e l’ora in cui è stata consegnata alla Cenco, e più precisamente, a Mons. Utembi, alla presenza di P. Donatien Nshole.[9]

 

Il 23 febbraio, il segretario generale della maggioranza presidenziale, Aubin Minaku, ha formalmente smentito l’informazioni su qualsiasi tipo di corrispondenza indirizzata a Joseph Kabila dal Raggruppamento dell’Opposizione e di cui Etienne Tshisekedi sarebbe l’autore e il mittente. In un comunicato stampa, Aubin Minaku assicura che «il presidente Kabila non ha mai ricevuto questa corrispondenza, nemmeno il giorno in cui si è incontrato con i vescovi».[10]

 

Il 24 febbraio, il vice segretario generale della CENCO, P. Donatien Shole, ha tenuto una conferenza stampa per fornire alcune precisazioni sulla famosa lettera di Etienne Tshisekedi a proposito della designazione, da parte del Raggruppamento dell’Opposizione, del nome del suo candidato premier.

Secondo P. Donatien Shole, Pierre Lumbi, presidente del G7 e P. Théo Tshilumbu, allora segretario personale di Etienne Tshisekedi, avevano effettivamente consegnato la lettera ai vescovi della Cenco il 17 gennaio. Indirizzata al Presidente Joseph Kabila, la lettera aveva come oggetto la trasmissione del nome del nuovo Primo Ministro. Il mittente della lettera era lo stesso Etienne Tshisekedi. P. Donatien Shole ha sottolineato il fatto che, per trasmettere la lettera a Joseph Kabila, i due emissari del Raggruppamento avevano posto ai vescovi della Cenco tre condizioni:

  1. l’assoluta riservatezza, 2. la consegna della lettera nel momento più opportuno, cioè nel caso in cui le trattative in corso tra il RASSOP e la MP non fossero arrivate a buon porto e 3. la consegna della lettera al Presidente Joseph Kabila in forma personale, senza intermediari.
  2. Donatien Shole ha dichiarato che, avendo il Rassop ritenuto che era giunto il momento di consegnare la lettera, ha chiesto ai vescovi della CENCO di procedere alla consegna della lettera. I vescovi hanno approfittato del loro incontro con il Capo dello Stato, fissato per il 20 febbraio, per consegnargliela. Tuttavia, il Capo dello Stato non l’ha accettata, adducendo come motivo il fatto che sta aspettando che il futuro presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’opposizione gli comunichi una lista di tre candidati premier. I vescovi della CENCO stanno quindi aspettando che il RASSOP si dia un Presidente del Comitato dei Saggi, per restituirgli la lettera, affinché egli stesso la consegni al Capo dello Stato. Infine, i vescovi della CENCO hanno precisato che non hanno potuto, fino ad oggi, fornire informazioni sulla questione dell’esistenza di questa lettera, perché era stata loro affidata dal RASSOP in forma confidenziale.[11]

 

b. Il G7 si pronuncia sulla designazione del nuovo Premier e sulla presidenza del Raggruppamento

 

Il 15 febbraio, in una dichiarazione rilasciata a Kinshasa, il Gruppo dei 7 (G7) ha voluto informare l’opinione pubblica sulla sua posizione in merito relativa alla questione della presentazione del Primo Ministro da parte del Raggruppamento dell’Opposizione.

Focalizzandosi sul punto 3.3 del Capitolo 3 dell’accordo del 31 dicembre, il G7 ha ricordato che «l’iniziativa e la responsabilità di presentare il candidato premier per nomina da parte del Presidente della Repubblica spetta interamente al Raggruppamento e a lui solo. La nomina del Primo Ministro spetta al Capo dello Stato, ma egli non può né ignorare la scelta fatta dal Raggruppamento o imporgli la propria».

Inoltre, secondo la dichiarazione, «nell’ambito del consenso generale sulla legittimità degli animatori delle istituzioni della Repubblica anche dopo il 19 dicembre 2016, il Raggruppamento dell’opposizione ha consentito il mantenimento di Joseph Kabila alla guida dello Stato e ha rinunciato a contestarlo benché il suo mandato presidenziale sia terminato in quella data. Questo consenso si romperebbe qualora il Presidente della Repubblica nominasse il primo ministro sulla base del suo volere e a scapito delle disposizioni dell’accordo del 31 dicembre 2016. Non c’è alcun dubbio che un tale atteggiamento farebbe precipitare la RDCongo in una crisi politica ancor più grave».

Conseguentemente, il G7 propone al Raggruppamento dell’Opposizione ciò che segue: «– Confermare la consegna ai Vescovi della CENCO la lettera del presidente Étienne Tshisekedi sulla presentazione di Felix Tshisekedi come Primo Ministro della Repubblica;

– Prendendo in considerazione il rapido deterioramento della situazione economica e sociale, la riapparizione di sacche d’insicurezza e d’instabilità nel paese e l’attuale esacerbazione della tensione politica, soprattutto a causa dei ritardi accumulati nell’applicazione dell’accordo politico globale e inclusivo del 31 dicembre 2016, chiedere alla CENCO, nell’ambito della sua missione di   mediazione, di presentare tempestivamente al Presidente della Repubblica il dossier relativo alla presentazione del nuovo Primo Ministro, in vista della sua nomina».[12]

 

Il 16 febbraio, in una seconda dichiarazione, il Gruppo dei 7 (G7) presenta la sua posizione sull’accordo globale e inclusivo del 31 dicembre e sulla direzione del Raggruppamento dell’Opposizione di cui è membro.

Per quanto riguarda la crisi politica e istituzionale, «il G7 ricorda che l’accordo firmato lo scorso 31 dicembre è ormai l’unica fonte di legittimazione degli animatori delle Istituzioni della Repubblica incaricati di organizzare la gestione della transizione, in vista dell’organizzazione delle elezioni entro il 31 dicembre 2017. Inoltre, il G7 invita tutti gli attori politici a non rimettere in causa le disposizioni dell’accordo con lo scopo di continuare ad evitare, a tempo indeterminato, il verdetto del sovrano primario, che ha il diritto di scegliere liberamente i propri dirigenti».

Per quanto riguarda l’accordo globale e inclusivo del 31 dicembre 2016, «il G7 chiede la sua applicazione il più presto possibile. Esprimendo la sua profonda gratitudine alla CENCO per il suo lavoro di mediazione, il G7 sostiene pienamente la scelta del primo ministro da parte del Raggruppamento dell’Opposizione e presentato dal presidente Etienne Tshisekedi. Il G7 esorta dunque i Vescovi a trasmettere tale designazione al Presidente della Repubblica, per uscire dall’attuale impasse politica».

Per quanto riguarda il Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisita al cambiamento, «il G7 ribadisce la sua posizione sul posto di Primo Ministro che spetta all’UDPS per il suo peso politico all’interno del Paese. Ma per quanto riguarda la presidenza del Raggruppamento stesso, il G7 ritiene che, conformemente ai principi di equilibrio, di coesione e di unità, questa Presidenza spetti ad un’altra componente politica diversa dall’UDPS».[13]

 

c. La questione della designazione del nuovo Primo Ministro e del nuovo presidente del CNSA

 

L’8 febbraio, il segretario generale della CENCO, P. Donatien Nshole, ha affermato che il nuovo presidente del Consiglio Nazionale di Monitoraggio dell’accordo del 31 dicembre sarà chi sarà eletto nuovo presidente del Raggruppamento dell’Opposizione. «Se si legge il testo dell’accordo, non credo che vi si possa vedere il nome di Étienne Tshisekedi. Questo ruolo spetta al Presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento. Quindi, nel rispetto dell’accordo, se il Raggruppamento dell’opposizione avrà un nuovo presidente, egli sarà anche presidente del Consiglio Nazionale di Monitoraggio dell’accordo». Replicando a tale affermazione, Lambert Mende Omalanga, negoziatore per la Maggioranza Presidenziale, ha dichiarato: «È una questione di cui dobbiamo ancora dibattere, poiché il posto di presidente del Consiglio Nazionale di monitoraggio era stato affidato “ad personam”, formulazione ripresa dallo stesso presidente della CENCO, Mons. Utembi. Come rappresentante del facilitatore, il P. Nshole non può sostituirsi ai negoziatori».

Tra le cause che bloccano l’attuazione dell’accordo, vi è la questione relativa alla modalità della designazione del Primo Ministro. A questo proposito, P. Nshole ha fatto notare che «il Raggruppamento dell’Opposizione non vuole designare che una sola persona, il che non è in contrasto con l’accordo; la maggioranza presidenziale vuole invece che siano designate più persone, il che è conforme con la Costituzione».[14]

 

Secondo la Maggioranza Presidenziale (MP), la designazione del nuovo Presidente del CNSA dovrebbe essere fatta per consenso. La MP ritiene che, se si era trovato un consenso attorno alla persona di Etienne Tshisekedi come presidente del CNSA, si dovrebbe trovare un consenso anche sul candidato da proporre per la sua successione. Secondo la MP, fare diversamente equivarrebbe a “violare il principio di gestione consensuale delle Istituzioni durante il periodo pre-elettorale ed elettorale concordato nell’accordo del Centro interdiocesano”. Secondo il Ministro dell’informazione e dei media, Lambert Mende, «la MP non è contraria al fatto che sia un membro del Raggruppamento ad occupare la presidenza del CNSA, ma a condizione che egli ottenga il consenso di tutti, come era avvenuto con Étienne Tshisekedi». Inoltre, l’ex ministra del genere, Geneviève Inagosi, ha aggiunto: «Se il Raggruppamento dell’opposizione ci tiene al rispetto dell’accordo della Cenco, sa bene che non sarà possibile designare unilateralmente il successore di Étienne Tshisekedi».[15]

 

La questione relativa alla procedura della designazione del candidato premier continua ad essere un ostacolo per l’attuazione dell’accordo del 31 dicembre. La MP ha ricordato di aver già fatto molte concessioni, passando da 7 a 5 candidati, per poi accettare una lista di 3 candidati premier da proporre al presidente Kabila per la nomina. Secondo Adolphe Lumanu, delegato della MP al dialogo del Centro interdiocesano, «la designazione del Primo Ministro da parte del Raggruppamento deve rispettare l’ordine politico e istituzionale vigente e riconosciuto da tutte le parti. Concepire le cose in modo diverso equivarrebbe a voler trasformare la facoltà di libera decisione del Presidente della Repubblica in una semplice procedura d’insediamento del primo ministro, in violazione dell’articolo 78 della Costituzione».[16]

 

Il 22 febbraio, in un’intervista, Jean-Bertrand Ewanga, ex segretario generale dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e attuale candidato di Alternanza per la Repubblica (AR) alla successione di Etienne Tshisekedi come presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione, ha commentato la situazione di stallo per quanto riguarda la questione della presentazione di tre candidati al presidente Joseph Kabila, per la nomina di un nuovo Primo Ministro. Egli ha affermato che, ancor prima della sua morte, Etienne Tshisekedi aveva già trovato una soluzione a questo problema, espressa nella sua lettera relativa alla nomina del primo ministro: «Questa lettera è da considerarsi come un testamento. Occorre dunque rispettare la sua volontà e la sua memoria. La soluzione sta quindi nel mantenere il nome che Étienne Tshisekedi ha lasciato».

Egli ha aggiunto che, per la nomina del primo ministro, Joseph Kabila non può chiedere al Raggruppamento tre nomi, perché non ha alcun mandato: «Questa storia dei tre nomi è inaccettabile, perché alla guida del Paese non c’è alcuna persona che sia stata eletta. Joseph Kabila è rimasto alla guida del paese per un consenso derivante dall’accordo del 31 dicembre … Etienne Tshisekedi aveva accettato che, alla scadenza del suo mandato, il senatore Joseph Kabila rimanesse Presidente della Repubblica. Ritengo che il senatore Joseph Kabila non possa chiederci di presentare tre nomi, perché ora non ha alcun mandato che gli sia stato conferito elettoralmente».[17]

 

Il 23 febbraio, in una trasmissione radiofonica, Peter Kazadi, consigliere legale di Etienne Tshisekedi, è ritornato sul tema della situazione di stallo che blocca l’applicazione dell’accordo del 31 dicembre. Egli ha dichiarato che il Raggruppamento dell’opposizione non ha assolutamente intenzione di acconsentire alla violazione dello spirito dell’accordo, piegandosi alle richieste della maggioranza presidenziale: «se la maggioranza insiste sulla presentazione di tre candidati premier, noi metteremo in discussione l’intero accordo e si tornerà alla situazione anteriore al 19 dicembre». Sulla questione della nomina del primo ministro, che è oggi la causa principale della stagnazione delle discussioni, Peter Kazadi ha fatto notare che, «se si legge il testo dell’accordo, si capisce che non si tratta di presentare più di un candidato. L’accordo non parla nemmeno della presentazione di un candidato, ma piuttosto della presentazione del Primo Ministro». Peter Kazadi ha anche annunciato il rimpatrio delle spoglie di Etienne Tshisekedi nei prossimi giorni: «Dopo varie discussioni con il governatore della città-provincia di Kinshasa, è stato accettato il luogo di sepoltura da quest’ultimo proposto». Egli ha precisato che il corpo di Etienne Tshisekedi sarà rimpatriato alla fine dei lavori della costruzione della tomba dove sarà inumato.[18]

 

d. La Cenco consulta separatamente l’opposizione e la maggioranza

 

Il 16 febbraio, i Vescovi della CENCO hanno avviato delle consultazioni separate sia con il Raggruppamento dell’Opposizione che con la Maggioranza Presidenziale.

In seguito a tali consultazioni, il segretario generale della CENCO, il P. Donatien Nshole, ha dichiarato che, «purtroppo, le loro posizioni attuali rimangono le stesse. Sulla modalità di designazione del primo ministro, il Raggruppamento continua a dire che presenterà una sola persona e, invece, la Maggioranza insiste su una lista di almeno tre nomi».[19]

 

Il 16 febbraio, il Raggruppamento dell’opposizione (RASSOP) ha confermato il nome di Felix Tshisekedi come candidato premier del governo previsto dall’accordo politico del 31 dicembre. Secondo questa piattaforma politica, il nome è stato confermato ai vescovi della CENCO come “lasciato da Etienne Tshisekedi” prima del suo viaggio a Bruxelles. Secondo Delly Sesanga, presidente dell’Alleanza per la Repubblica (AR) e delegato del RASSOP per le trattative del Centro interdiocesano, entro 48 ore, il Raggruppamento dell’opposizione presenterà ai vescovi anche il nome del nuovo presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’accordo (CNSA) del 31 dicembre. Tuttavia, egli non ha confermato che il nuovo Presidente del CNSA sia anche presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento, in sostituzione di Etienne Tshisekedi.[20]

 

Il 17 febbraio, dopo un incontro con i Vescovi della CENCO, Christophe Lutundula, esponente del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, ha affermato che, proponendo alla mediazione il nome del prossimo Premier (Félix Tshisekedi), la loro piattaforma ha rispettato l’accordo del 31 dicembre. A questo proposito, Christophe Lutundula ha affermato che «non c’è altro modo per sbloccare la situazione che quello di rispettare la lettera e lo spirito dell’accordo. Ci sono due cose da fare. La prima è quella di presentare il primo ministro. Da parte nostra, abbiamo dunque compiuto il nostro dovere attraverso la lettera del Presidente Tshisekedi, che è di tre o quattro settimane fa. Questo è stato fatto su richiesta unanime da parte di tutte le componenti del Raggruppamento dell’opposizione. Abbiamo presentato il dossier alla mediazione e abbiamo chiesto alla CENCO di inoltrarlo al Presidente della Repubblica. La seconda cosa che rimane ancora da fare e che spetta al Presidente della Repubblica, è quella di nominare il Primo Ministro. Se la situazione continuerà a rimanere bloccata, allora è chiaro che il blocco si situa a questo secondo livello. Se è vero che, secondo le disposizioni dell’accordo, egli (il Presidente della Repubblica) ha l’autorità di nominare il Primo Ministro, è altrettanto vero che solo il Raggruppamento ha la prerogativa dell’iniziativa di presentare il primo ministro in vista della sua nomina. Se il presidente si rifiuta, perché la sua famiglia politica glielo chiede, contribuirà ad aggravare l’attuale crisi politica».[21]

 

e. L’incontro dei Vescovi della Cenco con il Presidente della Repubblica

 

Il 20 febbraio, a Palazzo della Nazione, il Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, ha ricevuto i vescovi della CENCO. Secondo P. Donatien N’Shole, segretario generale della CENCO, Joseph Kabila attende la lista dei nomi dei candidati al posto di Primo Ministro, una lista che deve essergli presentata dal nuovo presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento. P. Donatien N’shole ha dichiarato: «gli abbiamo consegnato il testo dell’accordo firmato e la bozza del testo relativo alle modalità di applicazione dell’accordo. Egli ha potuto constatare che il 95 % del lavoro è già stato fatto e che non resta che il 5%. Egli auspica che si progredisca in fretta, per evitare di dare un pretesto per non organizzare le elezioni. Per il resto, egli ritiene che, se il Raggruppamento dell’opposizione trova un Presidente per il suo Comitato dei Saggi, sarà lui a presentare una lista di candidati al posto di Primo Ministro». P. Donatien N’shole non ha però confermato che Étienne Tshisekedi abbia lasciato un nome del candidato al posto di Primo Ministro.

Joseph Kabila ha dunque messo fine alla polemica perché, secondo P. N’shole, il nuovo presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’opposizione sarà anche presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo (CNSA). «Il principio è ormai chiaro: il prossimo presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione sarà anche presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo e, come tale, sarà lui a presentare la lista dei candidati premier», ha detto P. N’shole, aggiungendo che «il presidente Kabila auspica che la nomina del presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento avvenga per consenso».

La settimana precedente, il Raggruppamento dell’opposizione cui, secondo le disposizioni dell’accordo politico del 31 dicembre, spetta di diritto il posto di Primo Ministro, aveva confermato che, prima della sua partenza per Bruxelles, Etienne Tshisekedi aveva lasciato alla CENCO il nome di Felix Tshisekedi come candidato al posto di primo ministro.[22]

 

Il 20 febbraio, reagendo alle dichiarazioni di Joseph Kabila come trasmesse dal P. Donatien N’shole (segretario della CENCO), secondo le quali egli attende una lista di tre nomi per il posto di Primo Ministro, Jean-Marc Kabund, segretario generale dell’UDPS, ha accusato Joseph Kabila e la Maggioranza Presidenziale di ritardare l’applicazione dell’accordo politico del 31 dicembre e ha dichiarato che «il Raggruppamento dell’opposizione mai presenterà a Kabila due o tre nomi». Se la situazione continua ad essere bloccata, Kabund ha affermato che il Raggruppamento dell’opposizione ne trarrà tutte le conseguenze.

In un’intervista, Jean-Marc Kabund ha dichiarato: «Personalmente, chiedo al Presidente Kabila di ritirare ciò che ha detto, perché il presidente Étienne Tshisekedi, prima della sua morte, aveva proposto un primo ministro. Se il presidente Kabila ritiene che non possa nominare un Primo Ministro che Etienne Tshisekedi ha presentato, si sbaglia. Il Raggruppamento dell’opposizione non gli offrirà mai più nomi, nemmeno due. Il Raggruppamento gli ha proposto un Primo Ministro che egli deve nominare. Su questa questione non accettiamo compromessi e non torneremo indietro. Il presidente Kabila conosce il nome di colui che è stato presentato da Etienne Tshisekedi. Anche i vescovi della Cenco lo sanno. Posso confermarlo. Ma non sta a me rivelare questo nome, perché la lettera non era indirizzata a me. Non siamo mai stati ingenui nell’accettare che Kabila continui alla guida del Paese, anche se non ha organizzato le elezioni. Dopo Tshisekedi è uguale a prima di Tshisekedi. Qualora si confermi che Kabila e la sua maggioranza presidenziale non vogliano attuare l’accordo del 31 dicembre, noi ne assumeremo tutte le conseguenze. Il punto 3 dell’accordo è chiaro: il Raggruppamento dell’opposizione deve presentare un primo ministro. Da dove viene questa storia di una lista di nomi?».[23]

 

George Kapiamba, uno dei delegati della società civile al dialogo del Centro Interdiocesano, si è detto contrario alla posizione del Presidente della Repubblica che, per la designazione del primo ministro, chiede al Raggruppamento dell’Opposizione di presentare una lista di più (tre) nomi. George Kapiamba ritiene che la posizione del Capo dello Stato sia in contrasto con l’accordo del 31 dicembre che, secondo lui, prevede che il Raggruppamento presenti un unico nome per l’incarico di primo ministro. Infine, Kapiamba ha invitato Joseph Kabila a rispettare lo spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016, al fine di superare l’attuale situazione d’impasse.[24]

 

Il leader dell’MPCR e membro della Dinamica dell’Opposizione, Jean Claude Vuemba, ha denunciato la violazione intenzionale dell’accordo del 31 dicembre da parte del presidente Kabila. Egli si è detto scioccato nel constatare che è la stessa autorità morale della maggioranza a bloccare il processo di dialogo. «La richiesta di tre nomi è semplicemente una grave violazione dell’accordo», ha dichiarato Jean Claude Vuemba, facendo notare che in nessun articolo l’accordo stipula che si debba presentare tre candidati per il posto di primo ministro. Secondo Jean Claude Vuemba, il Raggruppamento dell’opposizione deve presentare un solo nome. In questo senso, egli ha affermato: «Noi abbiamo designato il primo ministro e Kabila deve solo approvare questa nostra decisione». Inoltre, Vuemba ha condannato la tendenza di Kabila a voler interferire nella gestione interna del Raggruppamento dell’opposizione: «Perché vuole che la scelta del Presidente del CNSA sia oggetto di consenso?». Se il presidente Kabila non cessa di esigere tre nomi per la nomina del nuovo primo ministro e il consenso per la nomina del successore di Etienne Tshisekedi nel Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo, l’MPCR chiederà al Raggruppamento dell’opposizione di mettere fine alla sua partecipazione ai negoziati attualmente in corso sotto l’egida dei vescovi cattolici.[25]

 

Il 20 febbraio, a proposito della volontà del Raggruppamento dell’Opposizione di presentare un unico nome per il posto di Primo Ministro, Lambert Mende, uno dei negoziatori della MP al dialogo del Centro Interdiocesano, ha dichiarato: «non so quale sia quella disposizione dell’accordo che stipuli che il Raggruppamento dell’Opposizione presenti un unico nome. L’accordo dice che il primo ministro è designato dal Raggruppamento dell’opposizione e nominato dal Presidente della Repubblica secondo l’articolo 78 della Costituzione. L’accordo prevede che le modalità pratiche siano oggetto di un annesso. Se si rispetta alla lettera l’articolo 78, il presidente nomina il primo ministro all’interno di una maggioranza parlamentare (da non confondersi con la maggioranza presidenziale) che si allargherà con l’entrata in essa del Raggruppamento dell’opposizione. Non capisco dunque come il Raggruppamento possa dire che il Presidente viola l’accordo quando gli chiede che presenti una lista di tre nomi».

Per quanto riguarda il futuro Presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento dell’opposizione, che sarà anche Presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo (CNSA), Lambert Mende ha dichiarato che «poco importa chi dirigerà il CNSA, a condizione che ottenga lo stesso consenso di cui ha beneficiato Etienne Tshisekedi. Etienne Tshisekedi era stato nominato presidente del CNSA con un ampio consenso sulla sua personalità. Noi non siamo contro l’idea che il Raggruppamento dell’opposizione possa trovare qualcuno che lo sostituisca, ma a condizione che sia oggetto di un ampio consenso com’era stato il caso di Etienne Tshisekedi».[26]

 

f. Il Raggruppamento si riunisce per designare il nuovo presidente del Comitato dei Saggi

 

Il 20 febbraio, una Commissione del Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP) si è incontrata al Faden House, per designare un successore di Etienne Tshisekedi alla presidenza del Comitato dei Saggi di questa piattaforma politica. Fanno parte del RASSOP: l’UDPS, il Gruppo dei 7 (G7), la Dinamica dell’Opposizione, l’Alleanza per la Repubblica (AR) e la Coalizione degli Alleati di Tshisekedi (CAT). I membri di questa commissione sono: Endundu Bononge (G7), Matthieu Kalele (Dinamica), Kalala Tshibangu (AR), Tshiela (MPP di Diomi Dongala), Bwassa e Bruno Tshibala (UDPS). Anche Laurent Batumona (CAT) e Olivier Kamitatu (G7) sarebbero membri della Commissione. La modalità di designazione è il consenso. In caso contrario, i delegati passeranno al voto.[27]

 

Il 21 febbraio, il Raggruppamento dell’Opposizione si è riunito in seduta plenaria per esaminare il rapporto della commissione sulla successione di Etienne Tshisekedi alla presidenza del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento stesso.

Sono state registrate quattro candidature: quella di Pierre Lumbi presentato dal G7, di Jean Bertrand Ewanga presentato dall’Alternanza per la Repubblica, di Joseph Olenga Nkoy per conto della Dinamica dell’opposizione (ala Kiakwama) e quella di Martin per Fayulu ancora a nome della Dynamica dell’opposizione (ala Lubaya).

La Commissione dovrà determinare le modalità di designazione del prossimo presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento che sarà anche presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accodo del 31 dicembre. La settimana precedente, il presidente dell’Alternanza per la Repubblica, Delly Sessanga, aveva proposto che il Raggruppamento dell’Opposizione fosse presieduto da un presidio. Questa proposta potrebbe essere ripresa, in caso di mancanza di consenso su una delle varie candidature.

Tuttavia, negli ambienti dell’UDPS, alcuni esponenti che hanno chiesto l’anonimato, hanno proposto che sia un membro del loro partito a sostituire Etienne Tshisekedi in questa funzione, dato il peso del partito in ambito nazionale e il suo impegno nella lotta. A questo proposito, il segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, ha dichiarato che «l’UDPS si pronuncerà per ultimo, dopo tutte le proposte avanzate dalle altre piattaforme».

Il Presidente della Repubblica, iniziatore delle discussioni in corso presso il Centro Interdiocesano e la Maggioranza Presidenziale continuano a insistere sul fatto che la designazione del prossimo presidente del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo (il presidente del Consiglio dei Saggi del Raggruppamento), debba essere oggetto di un consenso.[28]

 

Presente alla riunione, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean Marc Kabund, non ha presentato alcun candidato, ma ha chiesto per il suo partito sia la presidenza del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’opposizione, sia quella del Consiglio Nazionale di Sorveglianza dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA).

Peter Kazadi, consigliere giuridico di Etienne Tshisekedi, ne ha rivelato i motivi in un’intervista. Alla domanda sul perché l’UDPS chiede entrambi le presidenze, Peter Kazadi ha risposto: «perché pensiamo che sia un diritto acquisito per l’UDPS. È il presidente dell’UDPS che ha svolto entrambe le funzioni. È normale che, dopo la sua morte, un altro membro del partito possa sostituirlo. È lo stesso Raggruppamento dell’opposizione che aveva consentito che il presidente dell’UDPS fosse anche il suo presidente. È ancora lo stesso Raggruppamento dell’opposizione che aveva consentito che il presidente dell’UDPS guidasse il CNSA. Quindi non vediamo alcun inconveniente a che qualcuno dell’UDPS continui a svolgere le due funzioni. Non si può rifiutare all’UDPS le funzioni che il suo fondatore aveva svolto. Anche se il suo presidente è deceduto, l’UDPS non ha cessato di esistere. È difficile oggi togliere la leadership dell’UDPS all’interno del Raggruppamento per affidarla ad un altro partito».[29]

 

Il 23 febbraio, in seguito alle rivendicazioni dell’UDPS che vuole mantenere a tutti i costi il comando e la guida del Raggruppamento dell’Opposizione, sembra sia emersa una proposta che potrebbe porre fine alla crisi emersa all’interno di tale piattaforma politica. Invece di eleggere una sola persona per la presidenza del Comitato dei Saggi, si potrebbe suddividere in tre le prerogative detenute, fino a poco tempo, da Etienne Tshisekedi. Le tre strutture potrebbero essere: la presidenza politica, il Comitato dei Saggi e il coordinamento delle azioni.

Oltre al posto di primo ministro che le è stato concesso, l’UDPS potrebbe occupare la presidenza politica del Raggruppamento, superiore al Comitato dei Saggi, la cui presidenza potrebbe essere affidata al G7 o ad un’altra componente. Per quanto riguarda il coordinamento delle azioni, potrebbe essere affidato a un membro della Dinamica dell’opposizione e sarà responsabile del settore attività. La questione è che non si sa ancora chi degli animatori di queste tre strutture possa essere considerato come interlocutore ufficiale o rappresentante legale.[30]

 

g. Il ritorno di Raphael Katebe Katoto a Kinshasa

 

Il 17 febbraio, Raphael Katebe Katoto, membro del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione, è stato sospeso da ogni attività all’interno dell’Alleanza per la Repubblica (AR). Il segretario esecutivo dell’AR e Presidente nazionale del Fronte cittadino per la Repubblica, Jean Bertrand Ewanga, ha dichiarato: «Abbiamo preso la decisione di sospendere il presidente Raphael Katebe Katoto a causa delle sue ripetute dichiarazioni contrarie alla linea dell’Alleanza per la Repubblica e del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento».

Delly Sesanga, presidente dell’AR che sostiene la candidatura di Moïse Katumbi alle prossime presidenziali, ha precisato che «tutte le piattaforme del Raggruppamento dell’opposizione sono d’accordo per la designazione di Felix Tshisekedi come prossimo Primo Ministro. Per questo, abbiamo confermato ai vescovi della Cenco questa scelta fatta dal Presidente Étienne Tshisekedi. Nessun membro della piattaforma può rimettere in causa questa decisione».

Secondo il Raggruppamento dell’Opposizione, prima di partire per Bruxelles, Étienne Tshisekedi avrebbe lasciato alla CENCO il nome del candidato premier. Tale informazione non è ancora stata confermata dai vescovi. Da parte sua, invece, Raphael Katebe Katoto si oppone alla candidatura di Felix Tshisekedi per il posto di Primo Ministro, come proposto dal Raggruppamento e propone la propria candidatura.[31]

 

Il 21 febbraio, Raphael Katebe Katoto, fratello maggiore di Moïse Katumbi e presidente dell’Unione dei liberaldemocratici (ULD), è arrivato in serata a Kinshasa, proveniente da Bruxelles. Già il 17 febbraio, aveva annunciato il suo ritorno, per rispondere all’invito della Commissione Disciplinare istituita in seno all’Alternanza per la Repubblica (AR) che lo ha sospeso per le sue posizioni ritenute contrarie a quella della piattaforma di cui è membro.

Uomo d’affari, non nasconde le sue ambizioni politiche e dichiara apertamente di candidarsi per essere Primo Ministro, in contrasto con il Raggruppamento dell’opposizione di cui fa tuttavia parte. Secondo informazioni affidabili, avrebbe già costituendo un suo gruppo politico.

Sarebbe in gestazione una seconda ala del Raggruppamento dell’opposizione. Con la sua ricchezza, potrebbe spaccare l’opposizione che è già divisa per interessi diversi.

I discorsi intolleranti uditi gli ultimi giorni all’interno del Raggruppamento e la grande varietà di candidati per la direzione di questa piattaforma, sono segni che possono annunciare una tempesta politica in seno ad un’opposizione in piena riconfigurazione dopo la morte di Etienne Tshisekedi.[32]

[1] Cf Pierre Boisselet – Jeune Afrique, 07.02.’17

[2] Cf Joseph Kazadi Mamba – 7sur7.cd, 04.02.’17

[3] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 06.02.’17

[4] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 07.02.’17

[5] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 11.02.’17

[6] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 11.02.’17

[7] Cf Politico.cd, 17.02.’17; Actualité.cd, 17.02.’17; Radio Okapi, 18.02.’17

[8] Cf Rachel Kitsita – Actualité.cd, 17.02.’17

[9] Cf Actualité.cd, 23.02.’17 https://actualite.cd/2017/02/23/lumbi-persiste-signe-tshisekedi-a-laisse-lettre-signee-de-main-designant-felix-a-primature/ ; Élysée Odia – 7sur7.cd, 23.02.’17

[10] Cf Jacques Kini – Actualité.cd, 23.02.’17

[11] Cf Fiston Mahamba – Politico.cd, 24.02.’17 http://www.politico.cd/desintox/2017/02/24/cenco-confirme-recu-transmis-lettre-de-tshisekedi-a-joseph-kabila.html ;   Actualité.cd, 24.02.’17 https://actualite.cd/2017/02/24/cenco-confirme-lexistence-de-fameuse-lettre-de-tshisekedi-audio/ ;  7sur7.cd, 24.02.’17 http://7sur7.cd/new/polemique-autour-de-la-lettre-de-tshisekedi-les-eveques-confirment-lexistence-la-lettre-et-disent-pourquoi-le-president-kabila-ne-la-pas-receptionnee-document/

[12] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 16.02.’17

[13] Cf Forum des As – Kinshasa, 17.02.’17   http://www.forumdesas.org/spip.php?article10458

[14] Cf Top congo fm, via www.congosynthese.com, 08.02.’17

[15] Cf Didier Kebongo – Forum des As – Kinshasa, 20.02.’17

[16] Cf Didier Kebongo – Forum des As – Kinshasa, 20.02.’17

[17] Cf Fiston Mahamba – Politico.cd, 23.02.’17

[18] Cf Fiston Mahamba – Politico.cd, 23.02.’17

[19] Cf Radio Okapi, 16.02.’17

[20] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 16.02.’17

[21] Cf Rachel Kitista et Patrick Maki – Actualité.cd, 18.02.’17

[22] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 20.02.’17

[23] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 20.02.’17

[24] Cf Franck Ngonga – Actualité.cd, 20.02.’17

[25] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 20.02.’17

[26] Cf Actualité.cd, 20.02.’17

[27] Cf Zabulon Kafubu – 7sur7.cd, 20.02.’17

[28] Cf Stanys Bujakera – Actualité. cd, 21.02.’17

[29] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 22.02.’17

[30] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 23.02.’17; Danny Ngubaa – La Prospérité, via www.congosynthese.com, 24.02.’17

[31] Cf Politico.cd, 17.02.’17; Actualité.cd, 17.02.’17; Radio Okapi, 18.02.’17

[32] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 21.02.’17; Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 21.02.’17