L’improvvisa morte di Etienne Tshisekedi aggrava ancor di più l’attuale crisi politica

Editoriale Congo Attualità n. 310– a cura della Rete Pace per il Congo

Il 1° febbraio, il presidente dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Étienne Tshiskedi wa Mulumba, è deceduto alle 17h22, all’ospedale Santa Elisabetta di Bruxelles, in Belgio, in seguito a un’embolia polmonare. Aveva 84 anni. Era arrivato il 24 gennaio da Kinshasa, per sottoporsi a una “visita medica” di controllo.

Si è detto che la sua morte è arrivata improvvisa e inaspettata. In realtà, già da molti mesi Étienne Tshiskedi sentiva il peso di un’età già avanzata: camminava lentamente e parlava con difficoltà.

Ciò nonostante, continuava ad essere il presidente dell’Unione per la Democrazie e il Progresso Sociale (UDPS), uno dei principali partiti dell’opposizione. Come presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP), una coalizione di varie piattaforme dell’opposizione politica era destinato ad essere anche presidente del prossimo Consiglio Nazionale di Supervisione dell’applicazione dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA).

Una successione preannunciata difficile

La sua morte apre il dibattito sulla sua successione e sulle sue conseguenze nella vita politica del Paese.

– Per quanto riguarda la sua successione alla direzione del partito, gli statuti prevedono che, in caso di impedimento, di decesso o di dimissioni del Presidente, il partito sia gestito collegialmente dal segretario generale del partito, dal presidente della Convenzione democratica (il parlamento del partito) e dal presidente della commissione elettorale permanente del partito fino alla convocazione, entro 30 giorni, di un Congresso che designi il suo successore. Purtroppo, il presidente Etienne Tshisekedi, aveva nominato solo il Segretario del partito, senza aver istituito le altre due strutture, la Convenzione democratica e la commissione elettorale permanente. In assenza di queste due strutture e dei loro animatori, non è quindi possibile parlare di gestione collegiale. Solo l’attuale segretario generale, Jean-Marc Kabund, può sostituire Etienne Tshisekedi fino alla convocazione del Congresso.

– A proposito del RASSOP, esso è stato creato nel mese di maggio 2016, in seguito ad un incontro organizzato a Genval, nei pressi di Bruxelles, da esponenti dell’opposizione congolese e si è mosso sempre sotto l’ombrello della forte personalità di Étienne Tshisekedi, la cui autorità morale non è mai stata contestata da nessuno. Per conseguenza, nessuno si è preoccupato di redigere un regolamento che potesse garantire il funzionamento interno della nuova coalizione. Inoltre, Vice presidente del RASSOP era il presidente del G7, Charles Mwando Nsimba, anch’egli deceduto in Belgio lo scorso dicembre. Attualmente, il RASSOP si trova dunque, con due posti vacanti: la presidenza e la vice presidenza. Senza alcun statuto, senza alcun regolamento, non sarà facile trovare una soluzione alla questione legata alla successione di Étienne Tshisekedi alla presidenza del Comitato dei Saggi del Raggruppamento. Già il G7 ha annunciato che, se è d’accordo di presentare un membro dell’UDPS come candidato al posto di Primo Ministro, proprio per il peso politico che l’UDPS rappresenta, tuttavia, per quanto riguarda la presidenza del RASSOP, il G7 ritiene che si debba tener conto dei principi di equilibrio, di coesione e di unità e propone che la presidenza sia affidata ad un’altra componente che non sia l’UDPS.

– L’assenza di un presidente alla testa del Raggruppamento rischia di far ritardare l’applicazione dell’accordo del 31 dicembre. Infatti, secondo tale accordo, il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’applicazione dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA) dovrebbe essere presieduto proprio dal presidente del Comitato dei Saggi del RASSOP. Lambert Mende Omalanga, negoziatore per la Maggioranza Presidenziale, ha già dichiarato: «È una questione che dobbiamo ancora dibattere, poiché il posto di presidente del Consiglio Nazionale di monitoraggio era stato affidato a Étienne Tshisekedi personalmente (“ad personam”)». Su questo punto, la maggioranza potrebbe accettare il fatto che il prossimo presidente del CNSA sia un membro del Raggruppamento, ma auspica un consenso sulla persona interessata.

 

Funerali politicamente strumentalizzati

– Con la scomparsa di Étienne Tshisekedi, l’UDPS e il Raggruppamento dell’Opposizione hanno perso la loro principale leva di pressione sul potere. Ora, vari membri dell’opposizione temono che il potere non si senta più costretto a una rapida applicazione dell’accordo del 31 dicembre che include, tra l’altro, la nomina del Primo Ministro presentato dal Raggruppamento e la creazione di un nuovo governo di unità nazionale.

Pensano quindi che si debba arrivare ad una rapida conclusione delle attuali trattative in corso sulle modalità concrete di applicazione dell’accordo, per permettere al prossimo Primo Ministro (quasi sicuramente dell’UDPS e molto probabilmente membro della famiglia stessa del defunto) e al nuovo Governo di unità nazionale di organizzare, finalmente, i funerali di Étienne Tshisekedi, in maniera degna e, soprattutto, pacifica. Detto in altre parole: prima la spartizione dell’appetitosa torta del potere, poi il dovere dei funerali.

– Anche il presidente Kabila e la maggioranza presidenziale hanno fatto i loro calcoli. Per loro, la logica è diversa: prima i funerali perché, secondo la tradizione bantu, il lutto è qualcosa di sacro, poi si riprenderanno le trattative con l’opposizione, in vista dell’applicazione dell’accordo del 31 dicembre. Intanto il tempo passa … ma nel frattempo la Maggioranza ha continuato a mangiarsi la torta del potere da sola. Che buona la torta!!! Meglio dunque rinviare i funerali il più possibile e prolungare il lutto. É la strategia del rinvio. Rinviare a dopo i funerali la nomina del nuovo Primo Ministro e la formazione del governo di unità nazionale, previsti dall’accordo del 31 dicembre 2016, permetterà di rinviare anche le elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali previste, secondo l’accordo, entro la fine del mese di dicembre 2017.

Inoltre, ben sapendo che ai funerali di Étienne Tshisekedi parteciperanno centinaia di migliaia di persone, il presidente Kabila e il governo Badibanga stanno tentando di appropriarsi della loro organizzazione. Ciò permetterà loro di apparire come “garanti della democrazia”, riservando gli onori di un funerale di stato a un membro eminente dell’opposizione e di “assicurare la sicurezza” della folla, in caso di eventuali violenze provenienti da “qualche estremista”.