Editoriale Congo Attualità n. 297– a cura della Rete Pace per il Congo
Il congresso del Raggruppamento dell’opposizione per il cambiamento
Il 4 ottobre, i delegati dei partiti e coalizioni politiche membri del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento si sono riuniti in congresso, a Kinshasa, per proporre piste di soluzione all’attuale crisi politica, causata dall’ormai evidente impossibilità di organizzare le elezioni presidenziali entro i tempi previsti dalla costituzione.
* Due sono le circostanze in cui si è svolto questo congresso.
– L’assenza del Raggruppamento dal dialogo convocato dal Presidente Kabila, attualmente in corso con la mediazione di un facilitatore internazionale designato dall’UA.
– L’avvicinarsi della data del 19 dicembre, data che segna la fine del secondo ed ultimo mandato del presidente Kabila, secondo le disposizioni costituzionali.
* Due sono pure le proposte fondamentali emerse dal congresso: la convocazione di un vero dialogo inclusivo e l’instaurazione, a partire dal 20 dicembre, di un regime politico speciale.
– Secondo il Raggruppamento, poiché non tutte le componenti dell’opposizione hanno aderito all’attuale dialogo in corso, è necessario arrivare ad un nuovo dialogo che sia veramente inclusivo.
Sempre secondo il Raggruppamento, due sarebbero le parti implicate in questo nuovo dialogo:
i partecipanti all’attuale dialogo, considerati globalmente come “kabilisti”, e le componenti del Raggruppamento, considerate globalmente come tshisekediste, dall’altra.
– Per quanto riguarda l’instaurazione, a partire dal 20 dicembre, di un regime politico speciale (senza Kabila), il Raggruppamento lo giustifica sulla base del 1° paragrafo dell’articolo 70 della Costituzione, secondo cui il Presidente è eletto per un mandato di cinque anni rinnovabile una sola volta. In questo senso, il secondo ed ultimo mandato presidenziale di Kabila arriva al suo termine il 19 dicembre prossimo.
* Di fronte a tali proposte, è facile prevedere eventuali resistenze da parte della maggioranza.
– Per quanto riguarda la convocazione di un vero dialogo inclusivo, è difficile pensare che la Maggioranza Presidenziale, impegnata nel dialogo attualmente in corso presso la Cittadella dell’UA a Kinshasa, insieme a parte dell’opposizione e della società civile, accetti di partecipare a questa seconda forma di dialogo, tanto più che il Raggruppamento non solo ha riconfermato le condizioni poste per la sua partecipazione (liberazione dei prigionieri politici e di opinione, riaperture dei media dell’opposizione impediti di funzionamento, sostituzione del facilitatore internazionale, …), ma le ha addirittura intensificate.
– Anche la seconda proposta del Raggruppamento si scontra con la visione della maggioranza che difende il prolungamento del secondo ed ultimo mandato presidenziale di Kabila sulla base del 2° paragrafo dell’articolo 70 delle Costituzione, secondo cui, alla fine del suo mandato, il presidente rimane in funzione fino all’effettivo insediamento del nuovo presidente eletto.
L’attuale dialogo: le grandi difficoltà che continuano ad impedire la firma di un accordo
Oltre alla difficoltà di potere organizzare questa seconda forma di dialogo, si constata che anche l’attuale dialogo in corso rischia di concludersi con un clamoroso fallimento. Infatti, la maggioranza presidenziale non offre sufficienti garanzie sulla disponibilità di Kabila a rispettare le disposizioni della costituzione, secondo le quali egli non potrà ripresentarsi come candidato per un terzo mandato presidenziale. Inoltre, l’aver deciso di organizzare le prossime elezioni presidenziali in concomitanza con le legislative nazionali e provinciali ha indotto la Ceni a rinviare la data di tali elezioni fino al mese di novembre 2018, una data assolutamente inaccettabile, né da parte dell’opposizione, né da parte della Società Civile e del popolo. In effetti, la data del mese di novembre 2018, indicata dalla Ceni, rivela che la maggioranza vuole ritardare l’organizzazione delle elezioni presidenziali il più possibile. Questo atteggiamento della Maggioranza presidenziale fa nascere il sospetto che essa voglia approfittare del rinvio delle elezioni presidenziali per mettere a punto un’eventuale revisione costituzionale o una nuova strategia che permetterebbero al presidente Kabila di ricandidarsi ancora.
Verso un dialogo più ristretto e più inclusivo
Per sbloccare l’attuale impasse, è necessario che la maggioranza e l’opposizione presente al dialogo possano concludere, entro breve tempo, i lavori del dialogo in corso. Tale conclusione dovrebbe essere sancita mediante una dichiarazione finale che includa indicazioni e proposte precise.
Dato il carattere non sufficientemente inclusivo del dialogo in corso, dovuto soprattutto all’assenza del Raggruppamento dell’opposizione, la dichiarazione finale del dialogo in corso non risolverà, probabilmente, l’attuale crisi politica incarnata essenzialmente dal Raggruppamento stesso.
Tuttavia, la conclusione dell’attuale dialogo potrebbe permettere alla Comunità internazionale di convocare un secondo dialogo più ristretto ma più inclusivo, in vista di un accordo politico definitivo, a partire dal Rapporto finale del congresso del Raggruppamento e dalla dichiarazione finale del dialogo svoltosi presso la Cittadella dell’Unione Africana. Sarà dunque necessario che la Comunità internazionale possa convincere la Maggioranza Presidenziale a parteciparvi.