Ormai verso la conclusione del dialogo in corso?

Editoriale Congo Attualità n. 296– a cura della Rete Pace per il Congo

 

Il dialogo tra Maggioranza Presidenziale (MP) e parte dell’Opposizione e della Società civile sta probabilmente avviandosi verso la conclusione. Una delle principali opzioni è quella di organizzare le prossime elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali in una sola data.

Questa opzione ha due vantaggi. Il primo è di tipo economico e permetterebbe, probabilmente, di risparmiare delle risorse finanziarie. Il secondo è di tipo politico e permetterebbe di rinnovare gli animatori di tutte le Istituzioni dello Stato: Presidenza della Repubblica, Camera dei deputati, Senato, Governo centrale, Camere dei deputati provinciali e Governatori delle Province.

NO ad elezioni presidenziali nel 2018

Ma sulla bilancia di una valutazione oggettiva c’è anche il contrappeso degli inevitabili svantaggi.

Primo fra tutti, lo svolgimento simultaneo delle tre elezioni può creare disguidi di tipo logistico e creare confusione, agevolando brogli elettorali di qualsiasi tipo.

Un secondo svantaggio si riferisce alla data del giorno elettorale. Secondo la Commissione elettorale, l’operazione di rielaborazione del registro elettorale (liste degli elettori) si concluderà alla fine del mese di luglio 2017. Ne seguirà una serie di operazioni pre-elettorali (la ripartizione dei seggi secondo le diverse circoscrizioni elettorali, approvazione in Parlamento del relativo annesso alla legge elettorale, l’operazione di presentazione delle candidature, l’ordine dei materiali elettorali ritenuti sensibili (schede elettorali, i fogli per i verbali di constatazione degli elettori che avranno votato, i fogli per i verbali del conteggio dei voti, le schede dei risultati, le urne, …) e la loro distribuzione sul territorio, assunzione di agenti elettorali e loro formazione.

Secondo la Commissione elettorale, l’insieme di queste operazioni pre-elettorali richiederà un periodo di tempo corrispondente a 504 giorni a partire dalla fine del mese di luglio 2017, il che vuol dire che le elezioni si terranno nel mese di dicembre 2018.

Ancora una volta, l’opzione di abbinare le elezioni presidenziali alle legislative nazionali e provinciali si sta rivelando come un’ennesima strategia orchestrata dal Presidente Kabila e dalla sua Maggioranza Presidenziale per non organizzare le elezioni presidenziali o, almeno, per ritardarle il più possibile, al fine di rimanere al potere.

Si tratta però di una strategia che incontrerà la tenace resistenza del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, una piattaforma dell’opposizione che non partecipa al dialogo in corso che, quindi, rischia di arrivare a conclusione senza avere risolto la crisi politica per la quale era stato convocato. Il Raggruppamento dell’opposizione continuerà a indire manifestazioni di piazza. Il Governo incrementerà le misure di repressione e restringerà ancor più le libertà democratiche. La violenza continuerà a mietere vittime, come già accaduto il 19 e 20 settembre scorsi, con un bilancio di oltre 50 morti, 127 feriti e 368 arresti.

SÌ ad elezioni presidenziali nel 2017

Il nodo centrale di questa crisi riguarda soprattutto il numero e la durata dei mandati del Presidente della Repubblica e oppone, fondamentalmente, la Maggioranza Presidenziale e il Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento. Secondo la maggioranza, il Presidente Kabila resterà in funzione fino all’insediamento effettivo del nuovo Presidente eletto, secondo il 2° paragrafo dell’articolo 70 della Costituzione. Secondo il Raggruppamento dell’opposizione, invece, al termine del suo secondo ed ultimo mandato (19 dicembre), il Presidente Kabila dovrà lasciare il potere, secondo il 1° paragrafo dello stesso articolo 70 della costituzione.

La soluzione a tale crisi potrebbe passare attraverso la ricerca di un compromesso, tra le due posizioni (maggioranza e raggruppamento), sulla questione della data delle prossime elezioni presidenziali, che dovrebbero essere organizzate in una data che si avvicini il più possibile a quella costituzionale, ormai impossibile da rispettare. Affinché esse possano avere luogo il più presto possibile, sarebbe quindi necessario organizzarle con priorità, disgiungendole da tutte le altre. Inoltre, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di abbreviare, nella misura del possibile, il tempo necessario per la rielaborazione del registro elettorale.

In tal modo, sarebbe possibile organizzare le elezioni presidenziali nel corso dell’anno 2017, in una data che non superi i mesi di ottobre o novembre. Si tratta di una possibilità realista, poiché il registro elettorale sarebbe già disponibile a partire da giugno-luglio, la circoscrizione elettorale sarebbe una sola (l’intero territorio nazionale) e non richiederebbe, quindi, l’operazione di ripartizione dei seggi secondo le varie circoscrizioni, la quantità del materiale elettorale necessario (schede elettorali, verbali vari, urne) sarebbe ridotta alle sole presidenziali e richiederebbe un tempo relativamente breve sia par la sua produzione che per la sua distribuzione sul territorio. La formazione degli agenti elettorali potrebbe essere organizzata in contemporanea con altre operazioni di tipo logistico.

Non è certo questa la via intrapresa dai partecipanti al dialogo attualmente in corso che, anzi, prevedendo le prossime elezioni presidenziali abbinate alle legislative nazionali e legislative provinciali non prima del mese di novembre 2018, non hanno fatto altro che aggravare la crisi.

Necessità di un ambito di dialogo più inclusivo

Per questo, sarebbe auspicabile che, alla fine dei loro lavori, essi prevedessero la creazione di un ambito – meccanismo – gruppo di dialogo molto più ristretto ma più inclusivo, cui partecipino anche i delegati del Raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, ora assenti dal dialogo in corso. Questo gruppo di dialogo potrebbe continuare i lavori con l’assistenza dell’attuale gruppo di appoggio alla facilitazione e con un facilitatore diverso dall’attuale. Ciò permetterebbe di continuare a ricercare un consenso più ampio, in vista di una soluzione pacifica e definitiva dell’attuale crisi politica, prima dell’approssimarsi di altre due date molto critiche: il 27 novembre, giorni fissato nel vecchio calendario elettorale per l’organizzazione delle elezioni presidenziali secondo i tempi previsti dalla Costituzione e il 20 dicembre, giorno corrispondente alla fine del secondo ed ultimo mandato dell’attuale Presidente della Repubblica.