Processo elettorale e dialogo

Editoriale Congo Attualità n. 263– a cura della Rete Pace per il Congo

Sia il processo elettorale che la convocazione di un dialogo politico a livello nazionale si trovano ancora in una fase di stallo, mettendo a rischio l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali entro i tempi previsti dalla Costituzione.

Un dialogo permanente all’interno delle Istituzioni

Quattro sono i grandi problemi ancora irrisolti:

  1. il finanziamento delle elezioni,
  2. l’aggiornamento delle liste degli elettori (a. iscrizione dei nuovi maggiorenni, dei residenti all’estero e dei non ancora registrati; b. eliminazione dei doppioni e dei deceduti),
  3. l’adattamento di alcune disposizioni legislative e
  4. la pubblicazione di un nuovo calendario elettorale realista e realizzabile.

Si tratta di problemi per la cui soluzione il Presidente Joseph Kabila ha annunciato l’organizzazione di un dialogo tra le diverse parti politiche. Tuttavia, in democrazia, il dialogo non è un’iniziativa particolare o un evento speciale, ma una dimensione essenziale e permanente delle Istituzioni politiche di un Paese (Presidenza, Governo, Parlamento, Commissione elettorale) al loro interno e tra di loro. In questo senso, l’organizzazione del cosiddetto “dialogo politico nazionale inclusivo” voluto dal presidente Kabila rischia di diventare superflua e inutile, se non dannosa, in quanto non farà che ritardare l’organizzazione delle elezioni. Ma forse è proprio questo che la Maggioranza sta cercando di ottenere.

I problemi sopra citati avrebbero potuto essere risolti già da molto tempo, attraverso il dialogo in seno alle Istituzioni competenti, senza creare alcuna nuova struttura parallela, tanto più che già esiste una piattaforma di concertazione “Commissione elettorale – Maggioranza – Opposizione – Società civile” in seno alla quale è ancora possibile prendere delle decisioni che permettano di non perdere altro tempo utile.

Per organizzare urgentemente le elezioni in modo efficace

Per quanto riguarda il calendario elettorale, la Costituzione dà alcune indicazioni circa il mandato del Presidente della Repubblica, dei Deputati nazionali e provinciali, dei Senatori e dei Governatori delle Province. Nello stesso tempo, non dà alcuna indicazione sul mandato dei consiglieri comunali e dei sindaci. È la Costituzione stessa, dunque, che stabilisce quali sono le elezioni prioritarie al momento di stabilire il calendario elettorale. Organizzando dapprima le elezioni presidenziali e legislative (nazionali e provinciali), rinviando a più tardi le elezioni locali, queste ultime potrebbero segnare l’inizio del seguente ciclo elettorale.

Per quanto riguarda l’aggiornamento delle liste degli elettori, la Commissione elettorale sarebbe facilitata se potesse disporre delle statistiche fornite da un censimento generale della popolazione e da un conseguente aggiornamento del registro della stato civile (nascite, decessi, cambi di domicilio, ecc.). Tuttavia queste due operazioni (censimento e registro dello stato civile) potrebbero richiedere molti anni di lavoro, rendendo impossibile l’organizzazione delle elezioni nei tempi previsti dalla Costituzione. Fino a quando il Governo non riesca ad assicurare la stabilizzazione di queste due operazioni, all’inizio di ogni ciclo elettorale, la Commissione elettorale dovrebbe, quindi, procedere all’aggiornamento totale delle liste elettorali mediante l’identificazione e l’iscrizione degli elettori.

Per quanto riguarda la legislazione in materia elettorale, il Parlamento dovrebbe procedere immediatamente ad alcune modifiche della legge sull’identificazione e registrazione degli elettori e della legge elettorale.

La prima sancisce che hanno diritto di voto solo i Congolesi presenti sul territorio nazionale, mentre la legge elettorale modificata nel mese di gennaio 2015, riconosce tale diritto anche ai cittadini congolesi residenti all’estero.

La seconda legge, negli articoli 115, 145, 146, 192 e 207 stabilisce che la ripartizione dei seggi per circoscrizione sia fatta in base al numero degli abitanti. Dunque, la Commissione elettorale avrebbe bisogno delle statistiche relative al numero degli abitanti del paese, ciò che è possibile ottenere solo attraverso un censimento generale della popolazione, il che, per il momento, è impossibile. Il Parlamento dovrebbe quindi modificare questa legge, affinché la Commissione elettorale possa procedere alla ripartizione dei seggi secondo il numero degli elettori iscritti sulle liste elettorali e non sul numero degli abitanti.

Circa il finanziamento del processo elettorale, esponenti della Comunità internazionale e organizzazioni di osservazione elettorale non cessano di raccomandare al Governo di mettere a disposizione della Commissione elettorale tutti i mezzi necessari per organizzare le elezioni nei tempi previsti dalla Costituzione.

È ormai evidente che l’organizzazione delle elezioni del Presidente della Repubblica, dei Deputati nazionali e provinciali, dei Senatori e dei Governatori entro i limiti prescritti dalla Costituzione, o in tempi abbastanza vicini alle scadenze costituzionali, dipende dalle decisioni politiche che saranno prese. Il secondo paragrafo dell’articolo 70 della Costituzione: “Alla fine del suo mandato, il Presidente della Repubblica resta in funzione fino all’installazione effettiva del nuovo presidente eletto” non può essere strumentalizzato per prolungare, anticostituzionalmente, il mandato del Presidente della Repubblica che, secondo il primo paragrafo dello stesso articolo, “è eletto a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni rinnovabile una sola volta“.