Editoriale Congo Attualità n. 260 – a cura della Rete Pace per il Congo
Il presidente della Repubblica ha reso pubblico il decreto relativo alla convocazione del “dialogo politico nazionale inclusivo”.
In un suo messaggio precedente, egli aveva presentato alcuni temi che dovrebbero essere discussi durante il dialogo, tra cui:
– l’aggiornamento del database elettorale, includendovi i giovani diventati maggiorenni dopo le ultime elezioni del 2011 e i Congolesi residenti all’estero; registrando i cambi di residenza ed eliminando i doppioni e i deceduti.
– la formulazione di un nuovo calendario elettorale, poiché quello pubblicato dalla Commissione elettorale nel mese di febbraio scorso risulta ormai obsoleto, dal momento in cui le elezioni previste per il mese di ottobre 2015 (elezioni locali e provinciali) non sono state organizzate.
– la ricerca di una via che renda possibile il finanziamento delle elezioni, dal momento che la Commissione elettorale aveva presentato un preventivo globale di un miliardo e duecento milioni di dollari e che la legge finanziaria 2016 prevede lo stanziamento di soli cinquecento milioni di dollari.
– il ruolo dei partner internazionali nel processo elettorale, partendo dall’idea che le elezioni sono principalmente una questione di politica interna e, quindi, una questione di sovranità nazionale.
Secondo il Presidente, si tratta di problemi su cui “appaiono profonde divergenze di opinione, al punto da minacciare l’unità e la stabilità del Paese”. Per questo, egli si dice convinto che solo il dialogo potrà permettere di evitare un’eventuale crisi che potrebbe sorgere a causa della mancata risoluzione di questi problemi. Infatti, per lui, il dialogo è la via per arrivare ad un consenso responsabile che possa rendere possibile il rilancio del processo elettorale. Il messaggio del Presidente è stato ampiamente commentato. Occorre dapprima interrogarsi sulle cause che hanno dato origine a tali problemi.
Il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale fu subito ritenuto irrealistico e irrealizzabile, perché prevedeva l’organizzazione di tutte le elezioni in un periodo di tempo troppo ristretto e cominciando, in primo luogo, dalle elezioni locali. La complessità di queste ultime elezioni ha impedito la loro organizzazione entro i tempi previsti. Nell’ipotesi che la Maggioranza Presidenziale persista nel volere mantenere lo stesso ordine cronologico (dapprima le elezioni locali / provinciali e, in seguito, le elezioni presidenziali / legislative), è ormai inevitabile che il ritardo accumulato nell’organizzazione delle prime avrà delle ripercussioni anche sull’organizzazione delle seconde, previste per il 2016. In questo caso, il problema è quello di come superare l’impasse tra un secondo e ultimo mandato presidenziale (secondo le disposizioni costituzionali che prevedono un massimo di due mandati di cinque anni) e un inevitabile rinvio (anticostituzionale) delle elezioni presidenziali.
L’alternativa che permette di superare questo impasse è quella di dare la priorità alle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali, il che permetterebbe di rispettare, nella misura del possibile, le disposizioni costituzionali.
Una seconda difficoltà riguarda il finanziamento delle elezioni: il Governo ammette di non avere i mezzi sufficienti per finanziare l’insieme delle elezioni. Si tratta di un’affermazione verosimile, dato che la legge finanziaria si aggira intorno ai nove miliardi di dollari e che il preventivo finanziario del ciclo elettorale completo ammonta a più di un miliardo di dollari.
La classe politica, soprattutto l’opposizione, si è particolarmente indignata nel sentire Joseph Kabila proporre una riflessione su una modalità di voto meno costosa per lo Stato congolese. Alcuni si chiedono se non si tratta di un’implicita esortazione a una revisione costituzionale, in vista di una revisione della modalità di voto delle elezioni presidenziali, sostituendo l’elezione diretta, attualmente in vigore, con una elezione indiretta. Da notare che, nel 2011, il doppio turno delle elezioni presidenziali previsto dalla Costituzione del 2006, era già stato ridotto a un solo turno a maggioranza relativa. Se oggi si adottasse un sistema elettorale con elezioni presidenziali indirette, il Presidente della Repubblica sarebbe eletto in secondo grado, come i Senatori e i Governatori delle Province. Se si pensa alla facilità con cui si sono comprati i voti dei Deputati provinciali che costituiscono l’elettorato degli uni e degli altri, il popolo congolese non può che preoccuparsi per il futuro della democrazia del suo Paese. Tuttavia, con i 500 milioni $ che la legge finanziaria del 2016 assegna al processo elettorale, nel 2016 si potrebbero organizzare le elezioni più urgenti, le presidenziali e le legislative nazionali, perché costituzionalmente vincolate, e rimarrebbe anche qualcosa per le elezioni legislative provinciali.
Un altro problema riguarda l’aggiornamento delle liste degli elettori. A questo proposito, la Commissione elettorale aveva rinviato questa attività a dopo le elezioni locali e provinciali, perché considerate come arretrati elettorali dei cicli elettorali anteriori, il cui periodo di iscrizione degli elettori era considerato già concluso in occasione delle ultime elezioni del 2011. È questa idea che ha tratto in inganno e che ha causato una profonda contraddizione: anche se le elezioni locali e provinciali fossero state organizzate nel mese di ottobre scorso, come era previsto, ne sarebbero rimasti esclusi i giovani diventati maggiorenni dopo il 2011, pur avendo il diritto di voto. Questa confusione è stata creata dal fatto che la Maggioranza Presidenziale ha voluto dare la priorità alle elezioni locali e ha imposto questa sua visione alla Commissione elettorale. Se la MP avesse fatto un’altra scelta, forse oggi il problema dell’aggiornamento delle liste degli elettori non si porrebbe.
In ogni modo, il calendario elettorale pubblicato nel mese di febbraio scorso prevede l’apertura dei centri di iscrizione degli elettori durante il mese di gennaio 2016, l’operazione di verifica (audit) delle liste elettorali dal 12 giugno all’11 luglio 2016 e la pubblicazione delle liste definitive degli elettori il 27 settembre 2016. Quindi, anche in questo caso, potrebbe essere possibile organizzare, nel 2016, almeno le elezioni presidenziali e legislative nazionali a suffragio universale diretto.
Infine, è facile constatare che lo schema 1) elezioni locali e legislative provinciali – 2) elezioni dei senatori e dei governatori – 3) elezioni presidenziali e legislative nazionali è fallito, soprattutto perché il Governo e il Parlamento non sono stati in grado di fornire alla Commissione elettorale i mezzi finanziari e gli strumenti giuridici e anagrafici ad essa necessari per svolgere le sue attività tra cui, appunto, l’organizzazione delle elezioni locali. La Maggioranza Presidenziale non può, quindi, continuare a insistere sul dare la priorità alle elezioni locali rispetto alle presidenziali e legislative nazionali, sotto pena di essere sospettata di voler ritardare l’intero processo elettorale e prolungare, anticostituzionalmente, il mandato dell’attuale presidente della Repubblica.