INDICE
EDITORIALE: PER SALVARE IL SALVABILE
- UNA SESSIONE PARLAMENTARE STRAORDINARIA
- Oggetto della sessione: la legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali
- Il Governo presenta il testo in ritardo
- L’Assemblea Nazionale approva
- Il Senato non approva
- CREAZIONE DELLE NUOVE PROVINCE
- Lo smembramento delle vecchie province
- Raggiustamenti
- Mancanza di infrastrutture e debiti
- Le sessioni straordinarie delle Assemblee Provinciali delle nuove Province
- Calendario delle elezioni dei nuovi governatori
- CONTROLLO DEL DATABASE ELETTORALE DA PARTE DELL’OIF
EDITORIALE: PER SALVARE IL SALVABILE
1. UNA SESSIONE PARLAMENTARE STRAORDINARIA
a. Oggetto della sessione: la legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali
Il 4 luglio, a Kinshasa è iniziata una sessione speciale del Parlamento. Secondo il presidente dell’Assemblea Nazionale, Aubin Minaku, capo della maggioranza presidenziale, la convocazione di questa sessione speciale è stata richiesta dallo stesso Capo dello Stato, al fine di approvare la legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali.
Il disegno di legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni municipali e locali era stato rinviato al Governo, il 13 giugno, per una serie di incongruenze constatate nei dati, incongruenze che avrebbero falsato, si dice, la ripartizione dei seggi secondo le circoscrizioni.
Non avendo ancora a sua disposizione la legge sulla ripartizione dei seggi, la Commissione elettorale aveva dovuto rimandare l’operazione di iscrizione delle candidature alle elezioni municipali e locali, prevista dal 26 maggio al 15 giugno. Secondo l’opposizione, l’insistenza nel volere organizzare dapprima, costi quel che costi, le elezioni locali, complicate nella loro realizzazione e mai organizzate sin dal tempo dell’indipendenza nel 1960, è una strategia della Maggioranza Presidenziale per ritardare la data delle prossime elezioni presidenziali.[1]
I gruppi parlamentari dell’opposizione hanno chiesto che la legge sulla ripartizione dei seggi sia eliminata dall’ordine del giorno della sessione parlamentare speciale. In una mozione, il deputato Jean-Marie Bamporiki, presidente del gruppo parlamentare dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e alleati, ha sostenuto che questa materia appartiene al dominio normativo e che, quindi, non può essere oggetto di alcuna legge. «Interpretati insieme, gli articoli 15 e 208 della legge elettorale suggeriscono che le questioni relative alle ripartizioni dei seggi appartengono al settore normativo. In questo senso, la Commissione elettorale, organo tecnico responsabile dell’organizzazione delle elezioni, non deve che presentare degli allegati che l’Assemblea nazionale e il Senato esamineranno ed approveranno», ha dichiarato Alonga Toussaint, deputato dell’opposizione. I gruppi parlamentari dell’opposizione hanno quindi minacciato di boicottare la seduta plenaria della sessione parlamentare speciale, se la legge sulla ripartizione dei seggi non fosse ritirata dall’ordine del giorno.
Da parte sua, il deputato della maggioranza presidenziale, Gaston Musemena, ha affermato che la legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali permetterà al Paese di completare il processo elettorale. «È auspicabile che la maggioranza e l’opposizione trovino un accordo su ciò che è essenziale», ha raccomandato questo deputato della maggioranza.[2]
b. Il Governo ritarda a presentare il testo
Fino al 14 luglio, l’Assemblea Nazionale non ha ancora cominciato ad esaminare il progetto di legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni comunali, urbane e locali, perché il Governo non le ha ancora trasmesso il testo relativo. La discussione su questo disegno di legge è, quindi, bloccata.
Inoltre, la Commissione Elettorale pone una condizione preliminare a qualsiasi esame del disegno di legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali. Si tratta delle correzioni che, prima di tutto, devono essere apportate alle liste dei raggruppamenti di villaggi inviate alla Commissione elettorale dal Ministero degli Interni. Nelle liste dei raggruppamenti, la Commissione elettorale ha infatti constatato molte incongruenze. Per esempio, certi raggruppamenti di villaggi menzionati sulle liste, in realtà non esisterebbero. Altri che esisterebbero realmente, non sono stati ripresi sulle liste del ministero dell’Interno. Secondo la Commissione elettorale e in seguito a tali constatazioni, risulta impossibile procedere alla ripartizione dei seggi delle elezioni locali, le cui circoscrizioni elettorali sono proprio i raggruppamenti dei villaggi. In seguito ai gravi errori constatati nelle loro liste, la ripartizione dei seggi ne risulterebbe falsata. Perciò, la Commissione elettorale ha chiesto di risolvere dapprima gli errori contenuti nelle liste dei raggruppamenti, prima di procedere alla ripartizione dei seggi necessaria per organizzare le elezioni locali.[3]
Il 22 luglio, il governo ha deciso di rinviare l’applicazione di alcune disposizioni dei decreti n. 13/020, 13/021, 13/022, 13/023, 13/024, 13/025, 13/026, 13 / 027, 13/028, 13/029 e 13/030 del 13 giugno 2013 che conferiscono lo statuto di città e di comuni a determinate agglomerazioni urbane delle province del Katanga, Kasai Occidentale, Kasai Orientale, Equateur, Bandundu, Bas -Congo, Nord Kivu, Kasai Orientale, Sud Kivu e Maniema.
Secondo il verbale della riunione del Consiglio dei Ministri letto alla televisione nazionale dal portavoce del governo, Lambert Mende Omalanga, «considerando il fatto che il contenzioso relativo allo statuto di queste nuove città e comuni potrebbe essere efficacemente risolto dalle prossime assemblee provinciali elette in occasione delle elezioni provinciali del mese di ottobre 2015, il governo ha deciso il differimento temporaneo dell’attuazione di questi decreti del 13 Giugno 2013, nelle disposizioni che hanno un impatto sull’attuale database elettorale, al fine di permettere una facile organizzazione delle elezioni locali sulla base della sua configurazione del 2006».
Il governo ha fatto notare che «l’opzione adottata dal Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2015 fa seguito al rifiuto, da parte dell’Assemblea nazionale, durante la sessione parlamentare di marzo, del progetto di legge sulla ripartizione dei seggi, a causa di vari motivi, tra cui l’incorporazione di certi raggruppamenti in comuni e città create dai decreti n.n. 13/020 a 13/030 del 13 giugno 2013, l’esistenza di circoscrizioni elettorali con zero elettori, la questione dei limiti non specificati e contestati di alcune città e comuni di nuova creazione».
Tra l’altro, il Governo ha ricordato che «i 2.552.733 elettori situati nelle 310 agglomerazioni interessate dalla decisione di differimento temporaneo sono così localizzati e associati alle precedenti entità nelle quali erano stati identificati dalla Commissione elettorale». Concretamente, le prossime elezioni locali e comunali saranno organizzate in base alla configurazione del 2006.
Pertanto, la Commissione elettorale potrà finalmente procedere a suddividere i seggi nelle varie circoscrizione, mediante semplici allegati alla legge elettorale.[4]
Come si può constatare, le elezioni comunali, urbane e locali sono molto problematiche. Esse sono organizzate sulla base di circoscrizioni elettorali, i raggruppamenti dei villaggi, molti dei quali sono oggetto di contestazione. Non è quindi sicuro che le cose possano risolversi entro il 25 ottobre, data finora fissata per le elezioni comunali, urbane e locali. La ripartizione dei seggi che qualcuno aveva creduto, sbagliando, rapida, comincia a essere complicata. Ogni giorno appare una nuova difficoltà sulla strada delle elezioni locali. L’ultima è proprio questa dei “falsi” raggruppamenti registrati e dei “veri” raggruppamenti omessi.
Di conseguenza, la data delle elezioni comunali, urbane e locali sarà certamente rinviata. Sarà inevitabile. Non si vede con quale miracolo la Commissione elettorale possa superare tutti questi ostacoli in soli due mesi e rispettare la data prevista dal calendario elettorale. A ciò si dovrà aggiungere anche la questione relativa alla registrazione dei nuovi maggiorenni nel database degli elettori, come richiesto dall’opposizione e dallo stesso Capo dello Stato.
Ciò significa che il calendario elettorale dovrà essere modificato per includervi anche l’operazione d’iscrizione dei nuovi maggiorenni. Significa anche che la data del 25 ottobre non è più realistica, dato che la stessa Commissione elettorale ha calcolato che ci vorranno almeno 3 mesi per questo tipo di operazione che interesserà circa 10 milioni di nuovi elettori.
Com’è noto, le elezioni locali continuano a dividere la classe politica congolese. L’opposizione chiede il loro rinvio sine die a dopo il 2016, mentre la maggioranza scommette per lo scrupoloso rispetto della data fissata nel calendario elettorale e continua a volerle organizzare prima delle elezioni legislative e presidenziali. Ma a tutt’oggi sembra che le elezioni locali non siano così semplici come qualcuno vorrebbe far credere. Esse continuano ad essere ipotetiche in tutti i sensi.[5]
c. L’Assemblea Nazionale approva
Il 25 luglio, l’Assemblea Nazionale ha adottato il progetto di legge sulla distribuzione dei seggi secondo le varie circoscrizioni e relativo alle elezioni municipali e locali. Questo testo è stato presentato alla Camera dal Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni, Evariste Boshab, accompagnato dal relatore della Commissione elettorale, Jean-Pierre Kalamba. Questo disegno di legge è stato adottato dai deputati dopo alcuni emendamenti e in assenza di molti deputati dell’opposizione. Il principale emendamento apportato riguarda il titolo stesso del documento, soprattutto perché si tratta, in realtà, di un allegato alla legge elettorale. Il testo è ora denominato “legge di approvazione degli allegati alla legge elettorale per quanto riguarda la ripartizione dei seggi secondo le circoscrizioni elettorali nelle elezioni locali, municipali e urbane”.[6]
Dopo l’adozione del disegno di legge da parte dell’Assemblea nazionale, non sono mancate le reazioni dell’opposizione. Da parte sua, Baudouin Mayo, dell’Unione per la Nazione Congolese (Unc), ha deplorato il fatto che l’adozione di questa normativa non abbia tenuto conto della problematica dei nuovi maggiorenni, secondo le esigenze dell’articolo 5 della Costituzione.
Secondo il deputato Vincent Ngedeza, del gruppo parlamentare del MLC e alleati, l’attuale ripartizione dei seggi dovrà essere modificata in seguito all’iscrizione dei nuovi maggiorenni sulle liste degli elettori: «Tenendo conto della necessità e dell’obbligo costituzionale di iscrivere sulle liste degli elettori anche i nuovi maggiorenni, il MLC e alleati ritengono inutile la plenaria di questo giorno, poiché le cifre oggi adottate diventeranno obsolete dopo l’iscrizione dei nuovi maggiorenni sulle liste elettorali».
Per il gruppo parlamentare dei liberali cristiano democratici, la legge adottata consacra l’esclusione di un gran numero di congolesi aventi diritto di voto in quanto maggiorenni. In tal senso, Grégoire Lusenge ha dichiarato che «Non si possono privare certi Congolesi dei loro diritti costituzionali e politici. I diritti politici devono essere garantiti. Per questo non siamo d’accordo con un disegno di legge che viola la Costituzione della Repubblica. Un Congolese che ha compiuto i 18 anni di età dispone del diritto di voto a tutti i livelli, dal Presidente della Repubblica fino ai consiglieri locali».
Il leader dell’Ecide, Martin Fayulu, ha ricordato che «la legge approvata si fonda su un database elettorale corrotto e superato» e ha promesso di intensificare la campagna per esigere una nuova operazione di iscrizione generale della popolazione sulle liste degli elettori, prima di organizzare altre elezioni.[7]
Il 26 luglio, il deputato della maggioranza presidenziale (MP) Christophe Lutundula si è detto contrario alla ripartizione dei seggi prima di aggiornare il database elettorale. In un’intervista, egli ha dichiarato che c’è il rischio di una situazione di stallo se nel processo elettorale in corso ci si ostina ad organizzare a qualsiasi costo le elezioni locali, urbane e comunali senza includere i nuovi maggiorenni e senza eliminare i nomi delle persone decedute dalle attuali liste degli elettori. Egli si chiede in base a quale legge i giovani congolesi che sono diventati maggiorenni potrebbero essere privati del loro diritto di voto. «Con quale diritto si possono privare dei Congolesi di 18 anni del loro diritto di voto? Si tratta di un diritto costituzionale», ha insistito il deputato della MP, Christophe Lutundula. Egli ha proposto che le elezioni locali, municipali e urbane siano quindi rinviate. «Occorre posticipare le elezioni locali, comunali e urbane, per meglio organizzarle, come hanno recentemente sostenuto i Vescovi membri della Conferenza Episcopale», ha insistito Christophe Lutundula. «Non si possono considerare le elezioni locali, municipali e urbane come degli arretrati elettorali perché, in realtà, non sono mai state concretamente programmate in passato. Se n’era parlato, è vero, ma è solo ultimamente che le si è messe in calendario», ha detto Christophe Lutundula.[8]
d. Il Senato non approva
Il 31 luglio, ultimo giorno della sessione parlamentare straordinaria del mese di luglio 2015, il Senato non è riuscito ad approvare la legge sulla ripartizione dei seggi nelle circoscrizioni per le elezioni locali e comunali. Secondo il presidente della Commissione politica, amministrativa e giuridica del Senato, Sébastien Adambu, il testo presentato come allegato alla legge elettorale non è stato approvato per non avere ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (55), su un totale dei 108 senatori. Infatti, su 108 membri che compongono il Senato, solo 62 hanno partecipato alla votazione. Solo 48 hanno votato sì, uno ha votato no e tredici si sono astenuti. Secondo il senatore Sébastien Adambu, il Senato ha proceduto alla votazione senza apportare alcuna modifica al testo trasmessogli dalla Camera dei Deputati. Ciò significa che non c’è stata alcuna divergenza tra le due camere. Il Senatore Sébastien Adambu ha affermato la necessità di «lasciare ai parlamentari un certo tempo per vedere cosa fare. Forse dovranno rivolgersi alla Corte Costituzionale».
Questa situazione blocca ulteriormente l’organizzazione delle elezioni locali da parte della Commissione elettorale che aveva bisogno di un quadro normativo per potere procedere.
Secondo i senatori, la legge presentata dal governo non ha alcun fondamento costituzionale. I parlamentari hanno affermato che gli allegati alla legge elettorale dovevano essere presentati al Parlamento dalla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) per approvazione e non dal Governo. Essi hanno aggiunto che il disegno di legge non ha tenuto conto del fatto che la Costituzione riconosce ad ogni Congolese maggiorenne, quindi con diritto di voto, anche il diritto di farsi registrare sulle liste degli elettori. Per cui hanno insistito sull’obbligo, da parte della Commissione elettorale, di aggiornare ogni anno le liste degli elettori, includendo i nuovi maggiorenni, registrando i cambi di indirizzo ed eliminando i nomi delle persone decedute, ciò che, secondo i senatori, non è stato fatto.[9]
3. CREAZIONE DELLE NUOVE PROVINCE
a. Lo smembramento delle vecchie province
L’11 luglio, la provincia dell’Equateur è stata suddivisa in cinque nuove province: Equateur, Mongala, Tshuapa, Nord Ubangi e Sud Ubangi. I deputati provinciali dell’Equateur hanno preso atto del rapporto della commissione per lo smembramento di quella provincia in occasione della sessione straordinaria dell’11 luglio a Mbandaka.
Da parte sua, la Provincia Orientale è stata smembrata in quattro nuove province: Tshopo, Ituri, Bas-Uele e Sud-Uele. L’Assemblea dei deputati della Provincia Orientale ne hanno preso atto nel corso di una sessione speciale svoltasi a Kisangani.[10]
Il 15 luglio, il Kasai Orientale è stato suddiviso in tre nuove province: Sankuru, Kasai Orientale e Lomani. La suddivisione di questa provincia è stata resa ufficiale in seguito alla presentazione del rapporto della Commissione per lo smembramento nel corso di una seduta plenaria dell’assemblea provinciale convocata in sessione straordinaria.[11]
Il 16 luglio, il Katanga è stato ufficialmente smembrato in quattro nuove province: Tanganica, Alto Lomani, Lualaba e Alto Katanga. L’Assemblea Provinciale ha preso atto del rapporto presentato dalla commissione per lo smembramento della provincia nel corso di una sessione speciale tenutasi a Lubumbashi nello stesso giorno.[12]
Il 18 luglio, la Provincia del Kasai Occidentale si è sciolta in due nuove entità politico-amministrative: il Kasai Centrale e il Kasai. L’Assemblea Provinciale ha preso atto dello smembramento della provincia in seguito al rapporto della Commissione per l’installazione delle nuove province. Le sessioni speciali di queste due nuove province avranno luogo tra il 05 e il 13 agosto 2015.[13]
Il 19 luglio, la Provincia del Bandundu è stata formalmente smembrata in tre nuove province: il Kwango, il Kwilu e il Mai-Ndombe. Questa suddivisione è avvenuta dopo che l’Assemblea Provinciale del Bandundu abbia preso atto del rapporto della Commissione responsabile dello smembramento di questa provincia. In tale occasione, il Presidente dell’Assemblea Provinciale del Bandundu, Boniface Ntwa, ha informato sul fatto che la maggior parte dei veicoli in dotazione della provincia sono da riparare e che altri sono irrecuperabili, il che renderà difficile il funzionamento delle nuove province provenienti dallo smembramento del Bandundu.[14]
b. Aggiustamenti
Il 14 luglio, il Capo dello Stato ha firmato due ordinanze, per riorganizzare la polizia nazionale e la Direzione Generale delle Migrazioni (DGM). La suddivisione amministrativa nelle nuove province richiede, infatti, un aggiustamento in diversi settori, tra cui quelli della giustizia, dei servizi finanziari e delle forze di sicurezza. Le ventisei province sono state dotate di commissari provinciali di Polizia e alla DGM sono stati nominati dei direttori provinciali e i loro supplenti. Ulteriori cambiamenti saranno richiesti anche in tutti gli altri settori della vita pubblica, come nel settore della giustizia, con l’installazione delle corti e tribunali nei capoluoghi delle nuove province. Sarà anche necessario riadattare le direzioni provinciali dei servizi finanziari a livello nazionale: la Direzione Generale delle Dogane e delle Accise (DGDA), la Direzione generale delle imposte (DGI), la Direzione Generale delle Entrate Amministrative e Demaniali (DGRAD). A livello locale, i servizi finanziari provinciali dovranno passare da 11 a 26. L’aggiustamento dovrà estendersi anche all’esercito.[15]
c. Mancanza di infrastrutture e debiti
Sorte dall’ex provincia dell’Equateur, le nuove province di Tshuapa e Mongala non dispongono di infrastrutture capaci d’accogliere le loro future istituzioni. La Tshuapa, la meno ricca delle nuove province, utilizzerà l’edificio dell’ex distretto come sede del governatorato provinciale, ma non sa ancora dove installare l’Assemblea Provinciale dei deputati. L’autorità locale della Tshuapa pensa di utilizzare l’edificio assegnato al vice commissario di polizia di Boende, attualmente fatiscente. Le attuali residenze dei capi dei vari servizi della pubblica amministrazione saranno trasformate in uffici dei ministeri provinciali della Tshuapa. L’autorità locale ha già ordinato ai capi dei vari servizi amministrativi di lasciare immediatamente queste case, sotto pena di esserne cacciati via con la forza. Stessa situazione a Mongala. Le autorità locali pensano di installare l’Assemblea provinciale nell’edificio delle poste, attualmente occupato dal segretariato esecutivo della Commissione elettorale. I locali dell’ex distretto serviranno come sede del governatorato di questa nuova provincia. Le autorità locali propongono di mettere gli edifici di proprietà dello Stato a disposizione dei ministeri provinciali e di altri uffici.
Tuttavia, la situazione è abbastanza diversa nelle altre tre province dell’ex Equateur smembrato: Equateur, Nord Ubangi e Sud Ubangi.
La nuova provincia dell’Equateur, per esempio, eredita gli edifici dell’Assemblea Provinciale e del governo provinciale uscenti. Nemmeno la nuova provincia del Nord Ubangi manca di infrastrutture. Il comune di Gbadolite ha già deciso di assegnare al futuro governatorato della provincia l’ex residenza ufficiale del defunto maresciallo Mobutu. La futura Assemblea Provinciale del Nord Ubangi si riunirà provvisoriamente presso il Motel Nzekele, mentre i ministeri provinciali si insedieranno in alcuni edifici vuoti che dovranno essere riabilitati.
Sempre per quanto riguarda le infrastrutture e secondo fonti concordanti, anche la nuova provincia del Sud-Ubangi non dovrebbe avere gravi problemi.[16]
In occasione dello smembramento del Bandundu in tre nuove province (il Kwango, il Kwilu e il Maindombe), il governatore uscente, Jean Kamisendu, ha dichiarato che l’ormai ex provincia deve ancora pagare gli stipendi arretrati di diversi mesi ai suoi ministri e parlamentari rimasti in carica, gli stipendi arretrati e le indennità di uscita ad ex ministri e ai loro segretari di gabinetto. In breve, l’ex Bandundu deve ancora pagare centinaia di migliaia di dollari al personale che l’ha servito dal 2006 in avanti.
La situazione è analoga nell’ex provincia dell’Equateur, dove ministri e deputati provinciali non pagati da vari anni si chiedono quale sorte sarà riservata ai “diritti” e “benefici” legati alle loro funzioni. Salari ed emolumenti non pagati da diversi anni sono constatati anche nell’ex Provincia Orientale, nell’ex Kasaï Orientale e nell’ex Kasaï Occidentale.
La domanda che ministri provinciali, deputati provinciali, segretari di gabinetto e funzionari provinciali si pongono è di sapere chi risolverà il contenzioso delle loro retribuzioni ancora non pagate, dopo la suddivisione delle ex province in nuove entità territoriali decentrate.
Oltre ai ministri, deputati e funzionati provinciali, ormai convinti che la questione dei loro salari arretrati sarà presto gettata nel cestino, si nota una grande preoccupazione anche tra i “fornitori” di beni e servizi alle ex province ormai cancellate dalla mappa geografica nazionale. A che porta dovranno bussare per potere ottenere il pagamento delle fatture di materiali finora forniti alle amministrazioni provinciali, un pagamento che oggi sembra diventato ipotetico o impossibile? Chi dovrebbero contattare le strutture mediche, le farmacie, le aziende agricole, gli alberghi, i ristoranti, le compagnie aeree, le compagnie di telefonia mobile, le banche, le agenzie di trasporto, … che hanno fornito dei servizi, a credito e a nome delle amministrazioni provinciali, a ministri e deputati provinciali, a membri delle loro famiglie e al personale impiegato nei loro uffici?
I debiti delle ex province attualmente smembrate, entreranno a far parte del debito interno nazionale o saranno contabilizzati nel bilancio economico (attivo e passivo) delle nuove entità provinciali decentrate? Secondo alcune voci, ogni debito dovrebbe essere assegnato alla nuova entità per la quale è stato contratto. Ma in nome di quale principio la nuova provincia dell’Equateur, del Kwango, del Lomami o dell’Ituri sarebbe obbligata a farsi carico di fatture emesse per lavori di infrastrutture, cure mediche, servizi di catering, viaggi, sistemazione in alberghi e intestate a province che non esistono più? Sarebbe forse meglio che, in questo caso, si ricorresse al famoso fondo perequativo, affinché il Governo centrale possa procedere lui stesso al pagamento del debito lasciato in sospeso dalla ex entità territoriali.[17]
d. Le sessioni straordinarie delle Assemblee Provinciali delle nuove Province
Il 27 luglio, sono iniziate le sessioni speciali delle assemblee provinciali delle nuove province sorte dallo smembramento dell’Equateur, Bandundu, Katanga, Kasai orientale e Provincia Orientale. Per quanto riguarda le nuove province sorte dallo smembramento dell’ex Provincia Orientale, a Buta Bas-Uélé, a Bunia in Ituri, a Isiro nell’Alto Uele e a Kisangani nella Tshopo, si sono già istituiti i comitati centrali provvisori di tali Assemblee. Il governo ha messo a disposizione di ciascuna nuova provincia cinquemila dollari per l’organizzazione di queste sessioni speciali.
Nella provincia del Bas Uélé, tutti i 18 deputati provinciali si trovano già a Buta. La cerimonia di apertura della sessione parlamentare si è tenuta nella sala d’udienza del Tribunale di grande istanza di Buta. Le sessioni plenarie si svolgono in un’aula di una scuola situata a 4 km dal centro della città di Buta.
Nell’Alto Uélé, non era ancora disponibile alcuna informazione precisa sul luogo esatto dello svolgimento di questa sessione. Tuttavia, a Isiro, si era già pensato a due possibilità: la Cattedrale e l’Istituto Superiore di Tecnologie Mediche (ISTM). Tutti i ventiquattro deputati provinciali erano già arrivati a Isiro per attendere l’apertura della sessione parlamentare.
Sia a Buta che a Isiro, le sale non sono però adeguatamente attrezzate di materiale informatico.
A Kisangani, nella provincia della Tshopo, il problema non si pone. La sessione si terrà nell’edificio dell’ ex Assemblea provinciale della Provincia Orientale. Ventidue deputati su ventiquattro sono già presenti a Kisangani.
Nell’Ituri, la sessione si svolgerà in una sala multiuso di Bunia che ora sarà la sede della nuova assemblea provinciale.
Il 27 luglio, sono iniziate anche le sessioni speciali delle Assemblee provinciali delle nuove province dell’Equateur, del Nord Ubangi e del Sud Ubangi, sorte dallo smembramento dell’ex provincia dell’Equateur. Quelle della Mongala e della Tshuapa erano iniziate il 23 luglio. È nella sala polivalente della diocesi di Lisala che si svolge la sessione speciale dell’Assemblea della nuova provincia di Mongala.
La sessione speciale del Sud-Ubangi è iniziata nel tempio protestante della CEUM che sarà la sede dell’Assemblea provinciale.
La sessione speciale dell’Assemblea provinciale di Mai-Ndombe doveva iniziare il 27 luglio, ma i deputati di questa nuova provincia non erano ancora arrivati, per mancanza di mezzi di trasporto, secondo quanto riferito. Il viaggio di ciascuno di loro costerebbe 300 dollari.
Nell’ex Katanga, la sessione straordinaria delle assemblee delle nuove province era prevista per il 29 luglio.
A Kolwezi, capoluogo del Lualaba, alcuni deputati hanno affermato che la sessione si svolge nella sala grande del circolo Manika della Gécamines.
Nell’Alto Lomani, si svolge presso il circolo privato della SNCC a Kamina.
Nell’ex provincia del Kasai Orientale, l’inizio della sessione straordinaria delle Assemblee delle nuove province era prevista per il 28 luglio.[18]
Il 29 luglio, nelle quattro province (Lwalaba, Alto Lomami, Tanganika e Alto Katanga) sorte dall’ex Katanga sono stati installati i Comitati provvisori delle Assemblee provinciali.[19]
Il 30 luglio, nelle tre nuove province (Kasai orientale, Lomani e Sankuru) create dallo smembramento dell’ex Kasai orientale sono stati installati i comitati provvisori delle loro Assemblee provinciali. I compiti di questi comitati temporanei sono la convalida dei mandati dei deputati, la redazione del regolamento interno e l’elezione dei membri dei comitati definitivi delle Assemblee provinciali.[20]
Il 1° agosto, i membri del Comitato definitivo dell’Assemblea Provinciale del Bas-Uélé sono stati eletti nel corso di una seduta plenaria svoltasi a Buta, capoluogo della nuova provincia.[21]
Il 3 agosto, le Assemblee provinciali delle province sorte dall’ex Kasai orientale hanno convalidato i mandati dei loro deputati: ventiquattro nella nuova provincia del Kasai Orientale, sedici su diciotto nella provincia di Sankuru e 23 su 24 nella provincia di Lomani. I deputati provinciali del Kasai Orientale, del Sankuru e del Lomani e dovranno, durante questa sessione speciale, convalidare i loro regolamenti interni ed eleggere i membri dei loro comitati definitivi.[22]
e. Calendario delle elezioni dei nuovi governatori
Il 23 luglio, la Commissione elettorale ha pubblicato il calendario delle elezioni dei governatori e vice governatori delle 21 nuove province. Le province interessate da queste elezioni sono: Bas-Uélé; Equateur; Alto Katanga; Alto Lomami; Alto-Uele; Ituri; Kasai; Kasai centrale; Kasai orientale; Kwango; Kwilu; Lomani; Lualaba; Mai-Ndombe; Mongala; Nord-Ubangi; Sankuru; Sud-Ubangi; Tanganica; Tshopo e Tshuapa.
Il calendario pubblicato dalla CENI è il seguente:
Dal 24 al 28 luglio: presentazione delle candidature;
6 agosto: pubblicazione delle liste delle candidature idonee e di quelle non ammissibili;
Dal 7 all’8 agosto: presentazione dei ricorsi di contestazione delle liste dei candidati;
Dal 10 al 17 agosto: trattamento dei contenziosi delle candidature da parte delle varie corti d’appello delle ex province;
17 agosto: pubblicazione della lista definitiva dei candidati da parte della Commissione elettorale;
31 agosto: elezioni dei governatori e vice governatori e pubblicazione dei risultati provvisori da parte della Commissione elettorale;
Dal 1° all’8 settembre: ricorso in contestazione dei risultati;
Dal 9 al 16settembre: trattamento dei contenziosi dei risultati elettorali da parte della Corte d’appello di ogni ex provincia;
17 settembre: pubblicazione dei risultati elettorali finali da parte di ogni corte d’appello.[23]
Al 28 luglio, ultimo giorno di presentazione delle candidature per i posti di governatori e vice-governatori delle ventuno nuove province, pochi potenziali candidati avevano presentato le loro richieste di candidatura presso gli uffici provinciali della Commissione elettorale.
Il relatore della Commissione elettorale, Jean-Pierre Kalamba, ha dichiarato che erano stati ritirati solo 136 formulari e che in otto nuove province (Tshopo, Bas-Uele, Haut-Uele, Lualaba, Lomami, Sankuru, Kasai e Kasai centrale) non era ancora stata presentata alcuna candidatura. Nella provincia del Tanganica, erano stati ritirati solo due formulari e una sola richiesta era stata presentata. Nella provincia del Kwango, la Commissione elettorale aveva registrato cinque ritiri di formulari e nessuna richiesta di candidatura. Nel Kwilu, erano stati ritirati tre formulari e presentata una sola richiesta. Nella provincia di Mai Ndombe, erano stati ritirati cinque formulari e un’unica candidatura presentata. Nella provincia della Tshopo, erano stati ritirati otto formulari, ma non era ancora stata presentata alcuna richiesta di candidatura. La stessa situazione si ripete in tutte le altre province.[24]
Il 28 luglio, il relatore della Commissione elettorale, Jean-Pierre Kalamba, ha annunciato che l’operazione di presentazione delle candidature ai posti di governatori è prolungata fino al 21 agosto. Jean-Pierre Kalamba ha spiegato che «questo prolungamento è dovuto alle difficoltà logistiche incontrate dai candidati nel raggiungere i loro collegi elettorali». Egli ha aggiunto che, quindi, le elezioni dei Governatori delle ventuno nuove province si terranno il 6 ottobre 2015 e non il 31 agosto, come pubblicato inizialmente. Pertanto, il nuovo calendario per le elezioni dei governatori delle nuove province è il seguente:
dal 24 luglio al 21 agosto: presentazione delle candidature;
11 settembre: pubblicazione della lista delle candidature ricevibili e di quelle non ammissibili;
dal 12 al 14 settembre: Presentazione di eventuali ricorsi in Corte d’Appello
dal 15 al 21 settembre: esame dei contenziosi da parte della Corte d’Appello
22 settembre: pubblicazione della lista finale dei candidati da parte della Commissione elettorale
6 ottobre: elezioni dei governatori e vice-governatori da parte dei deputati provinciali e pubblicazione dei risultati provvisori da parte della Commissione elettorale
dal 7 al 14 ottobre: Presentazione di eventuali ricorsi di contestazione dei risultati davanti alla Corte d’Appello dal 15 al 21 ottobre: esame dei contenziosi da parte della Corte d’Appello
22 ottobre: pubblicazione dei risultati definitivi da parte della Corte d’Appello.[25]
La “Dinamica dei Parlamentari acquisiti al buon senso comune” si è opposta all’organizzazione delle elezioni dei governatori delle nuove province il prossimo 6 ottobre, come programmato dalla commissione elettorale. Secondo i membri di questa struttura composta da una cinquantina di deputati dell’opposizione e della Maggioranza, queste elezioni non hanno alcun senso in questo momento, semplicemente perché gli attuali deputati provinciali che li devono eleggere sono già fuori mandato e perché i nuovi deputati provinciali dovrebbero essere eletti proprio pochi giorni dopo, il 25 ottobre, secondo il calendario elettorale globale pubblicato dalla Commissione elettorale. Se gli attuali deputati provinciali non hanno potuto eleggere i senatori nazionali, perché hanno di gran lunga già oltrepassato i limiti del loro mandato, logicamente non possono eleggere nemmeno i governatori delle nuove province.
Sapendo che, secondo il calendario elettorale globale della Commissione elettorale, i nuovi deputati provinciali dovrebbero essere eletti il 25 ottobre di quest’anno, non c’è alcun motivo per affidare a dei deputati fuori mandato la responsabili di eleggere i governatori delle nuove province. Di fronte a questa realtà, i “parlamentari acquisiti il buon senso comune” hanno invitato la Commissione elettorale a risparmiare energie e risorse, per organizzare dapprima le elezioni dirette dei deputati provinciali, seguite poi da quelle indirette dei senatori nazionali e dei governatori delle province. Hanno quindi proposto alla Commissione elettorale di rinviare le elezioni dei governatori delle nuove province a dopo quelle dei deputati provinciali, al fine di evitare spese inutili.
In ogni caso, per quanto riguarda la durata del mandato dei primi governatori delle nuove province, l’articolo 241 della legge elettorale del 2011 afferma che «fatte salve le disposizioni di cui all’articolo 198 della Costituzione e all’articolo 158 della presente legge, il mandato dei membri dell’esecutivo delle province da suddividere termina con l’installazione delle istituzioni delle nuove province citate all’articolo 2 della Costituzione. La Commissione elettorale nazionale indipendente organizza le elezioni dei governatori e dei vice governatori delle nuove province. Questi ultimi portano a termine i mandati della legislatura in corso».[26]
Il 29 luglio, in una conferenza stampa, il relatore della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), Jean-Pierre Kalamba, ha dichiarato che il rinvio delle elezioni dei governatori delle nuove province, fissate per il 6 ottobre, non intralcerà il calendario globale delle elezioni previste nel 2015 e nel 2016. Tali elezioni non erano previste nel calendario elettorale globale pubblicato dalla Commissione elettorale nel mese di febbraio 2015.
L’Unione per la Nazione Congolese (UNC) ha accusato la Commissione elettorale di fare il gioco della maggioranza al potere e si è detta “né implicata, né interessata alle elezioni dei governatori delle nuove province”. Il Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), il partito al governo, si è detto pronto a presentare dei candidati in tutte le nuove province, anche se cita alcuni “problemi organizzativi”.[27]
3. CONTROLLO DEL DATABASE ELETTORALE DA PARTE DELL’OIF
Il 17 luglio, a Kinshasa, un team di esperti dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF) ha iniziato un’operazione di controllo e di verifica del database elettorale che riguarda 30.682.599 elettori. Secondo il calendario elettorale globale della Commissione elettorale, tale operazione avrebbe dovuto svolgersi dal 24 marzo al 12 aprile 2015.[28]
Il Coordinatore della Forze Acquisite al Cambiamento (FAC), Martin Fayulu, non accorda alcun credito all’operazione di controllo (audit) del database elettorale intrapresa dagli esperti dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia. Martin Fayulu mette in dubbio questa operazione che durerà solo 15 giorni per controllare un database di più di 30 milioni di elettori. In Senegal, la stessa operazione, effettuata da delegati della stessa istituzione per circa 4 milioni di elettori, era durata sei mesi e aveva prodotto 198 raccomandazioni.
In un’intervista con la stampa, il presidente dell’Ecide ha affermato che l’attuale database elettorale non è credibile perché ignora la questione dei giovani diventati maggiorenni dopo marzo 2011, di quelli che sono ritornati in patria dopo marzo 2011 e di quelli che sono stati espulsi da paesi stranieri. L’attuale database mantiene ancora i nominativi dei deceduti e non si tiene conto dei cambiamenti di indirizzo. Mai stato oggetto di verifica da parte di esperti indipendenti, esso contiene ancora molti iscritti fittizi e i nomi di persone che non soddisfano i criteri stabiliti dalla legge. Milioni di certificati elettorali falsi sono ancora in circolazione.
Fayulu ritiene che, per porvi rimedio, è necessario procedere ad una nuova operazione d’iscrizione di tutti gli elettori che consenta di arrivare a delle liste degli elettori realistiche e trasparenti, condizione indispensabile per avere delle elezioni pacifiche e trasparenti. A questo proposito, egli ha confermato la continuazione della campagna dell’opposizione per esigere una nuova iscrizione di tutti gli elettori. Alla luce di quanto precede, Martin Fayulu ritiene che l’attuale operazione di controllo delle liste degli elettori da parte degli esperti dell’OIF sia uno spreco di tempo e di denaro. Dal suo punto di vista, si tratta di una mascherata per coprire i prossimi brogli elettorali.[29]
Secondo l’opposizione parlamentare, i dati resi disponibili non possono garantire risultati oggettivi. Inoltre, il poco tempo a disposizione non permetterebbe di completare materialmente il lavoro di controllo del database elettorale. I dati del 2006, del 2011 e quelli resi attendibili nel 2015 non sono pienamente disponibili. Sono stati resi disponibili solo i dati resi attendibili nel 2015, ciò che impedisce di fare un lavoro di confronto oggettivo. I dati di Zetes e di Hologram non sono stati messi a disposizione degli esperti. Secondo una fonte prossima al deputato Samy Badibanga, «il presidente del gruppo parlamentare UDPS e delegato dell’opposizione ha preso atto dell’impossibilità di portare avanti l’attività di audit, senza mettere a disposizione i dati biometrici del database elettorale».[30]
Il 1° agosto, la commissione di controllo del database della Commissione elettorale ha pubblicato un suo rapporto intermedio, in cui ha rilevato alcune “anomalie”, tra cui dei doppioni e delle persone registrate senza foto o senza impronte digitali. Sake Sangaré, presidente della commissione di controllo, non ha però fornito indicazioni quantitative su queste anomalie. «Se le anomalie sono limitate, ciò è dovuto in gran parte al lavoro svolto dalla Commissione elettorale», ha affermato Sake Sangaré, aggiungendo con cautela: «Attualmente, finché non abbiamo completato le operazioni di controllo (di audit), non posso dire che il database sia del tutto corretto. Sarà alla fine delle operazioni di controllo che potremo dare un giudizio definitivo. I lavori dovrebbe riprendere nel mese di settembre e sarà il momento di approfondire le indagini analizzando le diverse basi, inclusi i dati digitali, per identificare eventuali punti deboli del database e trovare le soluzioni appropriate».[31]
[1] Cf AFP – Africatime, 03.07.’15; RFI, 04.07.’15; Radio Okapi, 04.07.’15 [2] Cf Radio Okapi, 06.07.’15 [3] Cf Kandolo M. – Forum des As – Kinshasa, 14.07.’15 [4] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 23.07.’15 [5] Cf Kandolo M. – Forum des As – Kinshasa, 14.07.’15 [6] Cf Radio Okapi, 25.07.’15 [7] Cf Radio Okapi, 25.07.’15 [8] Cf Radio Okapi, 26.07.’15 [9] Cf Radio Okapi, 01.08.’15; RFI, 02.08.’15 [10] Cf Radio Okapi, 11.07.’15 [11] Cf Radio Okapi, 16.07.’15 [12] Cf Radio Okapi, 16.07.’15 [13] Cf Radio Okapi, 18.07.’15 [14] Cf Radio Okapi, 19.07.’15 [15] Cf Radio Okapi, 20.07.’15 [16] Cf Radio Okapi, 18.07.’15 [17] Cf Kimp – Le Phare – Kinshasa, 21.07.’15 [18] Cf Radio Okapi, 27.07.’15 [19] Cf Radio Okapi, 30.07.’15 [20] Cf Radio Okapi, 30.07.’15 [21] Cf Radio Okapi, 02.08.’15 [22] Cf Radio Okapi, 03.08.’15 [23] Cf Radio Okapi, 23.07.’15 [24] Cf Radio Okapi, 28.07.’15 [25] Cf Radio Okapi, 28.07.’15 [26] Cf Mamou – Forum des As – Kinshasa, 30.07.’15 [27] Cf Radio Okapi, 30.07.’15 [28] Cf Radio Okapi, 17.07.’15 [29] Cf Eric Wemba – Le Phare – Kinshasa, 28.07.’15 [30] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 28.07.’15 [31] Cf Radio Okapi, 03.08.’15