Sono migliaia i bambini sfollati e soli, separati dalle loro famiglie, che vivono in campi e rifugi improvvisati nell’area orientale della Repubblica Democratica del Congo, completamente esposti al rischio di violenze sessuali e stupri, o a quello del rapimento per essere arruolati come bambini soldato nelle milizie armate.
L’arruolamento nelle milizie in questa zona è molto più di una possibilità, come è avvenuto in Sud Sudan dove risultano arruolati almeno 2.000 bambini soldato, e bisogna ricordare che nel 2012 sono ancora almeno 14 (1) in tutto il mondo i paesi dove i bambini vengono coinvolti attivamente nei sanguinosi conflitti in corso.
Questa la denuncia di Save the Children, che in collaborazione con alcune organizzazioni partner locali sta lavorando con successo nella provincia del Nord Kivu (RDC) nell’identificazione di alcuni dei minori tra i più piccoli e dei loro genitori con l’obiettivo di riunificare le famiglie disperse allontanando i bambini dai rischi più gravi.
Sono ormai circa 1 milione gli sfollati nella provincia a seguito della recente escalation di violenza tra l’esercito dei ribelli e quello congolese, e migliaia di bambini che si ritrovano soli hanno perso completamente ogni tipo di notizia sui loro cari, come Beatrice, di 14 anni: “Ero a casa sola con la mia sorellina quando abbiamo sentito gli spari e le urla dei soldati che entravano nel villaggio, tutti scappavano verso la foresta, ero terrorizzata, non sapevo cosa fare, ho preso mia sorella per mano e ho seguito gli altri camminando per un giorno intero, lei che continuava a piangere chiamando la nostra mamma.”
Lillian, che ha 14 anni, al ritorno dalla scuola ha trovato il suo villaggio invaso dai gruppi armati mentre i suoi familiari erano scappati. Quando ha visto con i suoi occhi quattro sue amiche violentate dai miliziani, due delle quali sono poi morte a seguito dello stupro, ha cercato di scappare lontano dal villaggio. Non aveva ne vestiti ne denaro ma è riuscita a raggiungere un campo profughi dove è rimasta per 4 mesi, fino a Novembre, quando è dovuta scappare di nuovo perché i ribelli si stavano avvicinando e ha raggiunto Goma camminando da sola per ore terrorizzata dal timore di poter essere aggredita.
Con l’aggravarsi dell’emergenza minori nell’area, Save the Children ha intensificato gli interventi di protezione in loro favore. “Abbiamo trovato bambini soli che ci hanno raccontato storie drammatiche sulla fuga dai combattimenti nella quale hanno smarrito i loro genitori. Spesso non hanno alcuna idea di dove possano essere i loro familiari e non sanno se sono sopravvissuti. Stiamo facendo ogni sforzo per aiutare questi bambini a ritrovare le loro famiglie,” ha dichiarato MacGillivray, Direttore di Save the Children nella Repubblica Democratica del Congo.
Nelle zone interessate dal conflitto, Save the Children ha per ora già identificato con sicurezza 923 minori soli ma si stima che ne siano migliaia sparsi nel Nord Kivu.
Anicet, 10 anni, è uno dei bambini che è stato aiutato da Save the Children a ritrovare i propri genitori con i quali ha potuto riunirsi dopo esser stato per mesi da solo, convinto che fossero morti nei combattimenti dai quali era fuggito nella regione Nord del Kivu: “Non credevo ai miei occhi quando ho rivisto mio padre, spero che si possano aiutare subito anche gli altri bambini che erano con me a ritrovare i loro genitori.”
NOTE:
1) Afghanistan, Myanmar, Repubblica Centrafricana, Chad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, India, Iraq, Filippine, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tailandia e Yemen
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