Agenzia Fides – 10 luglio 2012
“No alla balcanizzazione del Congo. No alla divisione del Paese” affermano i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo, in un messaggio reso pubblico al termine della loro Assemblea Plenaria che si è tenuta a Kinshasa dal 2 al 6 luglio.
Si tratta di un riferimento esplicito alla situazione dei due Kivu, nell’est del Paese, dove l’M23, movimento ribelle formato da soldati disertori ed appoggiato dal Rwanda, come afferma un rapporto dell’ONU (vedi Fides 27/6/2012), sta seminando morte e distruzione, costringendo la popolazione alla fuga. Secondo l’agenzia IRIN, legata all’ONU, nel solo campo di accoglienza di Nyakaband, in Uganda, sono stati registrati nell’ultima settimana 16.270 rifugiati congolesi.
Fonti locali affermano inoltre che truppe congolesi e dell’ONU si stanno dirigendo a Goma, capoluogo del Nord Kivu, che è direttamente minacciata dalle forze dell’M23.
Di fronte a questo ennesimo tentativo di dividere la RDC, che come affermano i missioni della Rete Pace per il Congo, mira a impossessarsi delle sue ricchezze naturali, i Vescovi congolesi denunciano “l’occupazione irregolare del nostro territorio”, e riaffermano l’unità del Paese secondo le frontiere stabilite nel 1960, anno dell’indipendenza nazionale. “L’integrità del territorio nazionale non è negoziabile” affermano i presuli. I Vescovi invitano i responsabili politici e i cittadini congolesi ad un “sussulto patriottico per non essere complici di questo macabro piano di disintegrazione e di occupazione territoriale del nostro Paese”.
La Conferenza Episcopale Congolese (CENCO) si rivolge a tutti i congolesi in patria e all’estero, perché si mobilitino per bloccare il piano di divisione del Paese. A questo fine la CENCO intende promuovere “azioni concomitanti in tutte le parrocchie della RDC e nelle cappellanie dei congolesi all’estero, per esprimere il nostro rifiuto categorico a questo piano e implorare la grazia della pace”. (L.M.) (Agenzia Fides 10/7/2012)