Agenzia Fides – 10 maggio 2012
Kinshasa (Agenzia Fides) – Nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, la situazione è ancora precaria per la presenza di centinaia di militari disertori che sono rimasti fedeli a Bosco Ntaganda, ex Capo di Stato Maggiore del CNDP (Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo), un movimento ribelle che ha formalmente sottoscritto un accordo di pace con Kinshasa ma che in realtà prosegue l’azione di destabilizzare queste parte del Paese.
Secondo un’analisi inviata all’Agenzia Fides da “Rete Pace per il Congo”, un gruppo di militari disertori fedeli al generale Bosco Ntaganda ha costituito un nuovo movimento ribelle, chiamato M23, in riferimento all’accordo di pace firmato il 23 marzo 2009, un accordo che aveva permesso ai ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP) di integrare le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC). L’ala militare di questo nuovo movimento sarebbe l’Esercito Nazionale Congolese/CNDP (ANC/CNDP). Il suo capo sarebbe il colonnello Sultani Makenga, che ha disertato il 4 maggio.
Secondo i suoi fondatori, l’obiettivo del movimento M23 è quello di rinforzare l’accordo di pace firmato nel 2009 tra il governo congolese e il CNDP. Secondo loro, l’accordo di pace negoziato con il governo il 23 marzo 2009, non è stato ben applicato, quindi, in un comunicato del 6 maggio, sostengono che occorra “rivitalizzarne l’applicazione”.
Alcuni membri della società civile del Nord Kivu ritengono che il nuovo movimento ribelle sia stato creato da Ntaganda e dai suoi collaboratori più stretti, con l’obiettivo di riposizionarsi sulla scena politica, in un momento in cui le istituzioni sorte dalle ultime elezioni stanno prendendo forma.
Secondo il parere di molti osservatori, il generale Bosco Ntaganda, perseguito dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, sta preparando un nuovo scenario che gli potrebbe permettere di tornare con forza alla ribalta politica congolese.
Con la creazione di questo movimento, il generale Bosco Ntaganda vuole probabilmente dimostrare che è ancora una personalità importante con cui il governo congolese deve negoziare e collaborare. Pertanto le autorità congolesi si vedranno costrette a non consegnarlo alla CPI.
I calcoli del numero due dell’ex CNDP sono rafforzati anche dai legami che egli mantiene da diversi anni con molti politici e militari congolesi. Bosco Ntaganda e molti suoi collaboratori sono diventati potenti perché coinvolti anche nello sfruttamento illegale delle ricchezze minerarie dell’Est della RDC. È questo commercio illegale dei minerali che alimenta i diversi gruppi armati e i signori della guerra che dettano legge all’Est. (L.M.) (Agenzia Fides 10/5/2012)