Solidarietà e preghiera
La gente, dopo tanti anni di guerra e sofferenza legate soprattutto allo sfruttamento delle ricchezze del paese, sta vivendo giorni difficili.
Esodo di popolazioni, insicurezza, sofferenze, militari ribelli e governativi schierati fanno temere la ripresa della guerra nel Nord e Sud Kivu.
241 mila, in soli tre mesi – da gennaio a marzo 2012 – , sono gli sfollati che abbandonano abitazioni e terre in cerca di rifugio in qualche altro angolo del Paese. Lo fanno per scappare dalle violenze che devastano i loro villaggi.
Questi deportati rappresentano un aumento degli sfollati nel Paese, che, secondo il Bureau di Coordinamento degli Affari Umanitari dell’Onu, oggi oltrepassano i 2 milioni.
La situazione umanitaria si è aggravata a causa degli scontri militari.
I prezzi dei prodotti alimentari sono raddoppiati: un sacco (100 kg) di patate da 30$ è passato a 50$, un sacco di fagioli da 50 a 90$, un sacco di manioca da 30 a 50$.
E i salari che ci sono vanno da 50 a 130 $ al mese … la vita è durissima!
Sì, è necessaria la solidarietà anche attraverso il sostegno ai piccoli progetti che già esistono.
Le persone, le comunità, la gente, sono parte della nostra famiglia. Si può fare di più!
Quanti di noi hanno avuto il dono di condividere, in qualche modo, le ansie e le speranze del popolo congolese, sentono il bisogno di essere oggi vicini agli amici, alle comunità, alle popolazioni inermi e innocenti.
Per questo proponiamo di rinnovare la nostra solidarietà e il nostro impegno per l’affermazione dei diritti umani fondamentali nel Nord e Sud Kivu e perché cessino le violenze sulle popolazioni, sui bambini e sulle donne in particolare; per portare – per quanti credono – anche nella preghiera le sofferenze della gente unendoci a Maria, Donna coraggiosa.
“Santa Maria… da quando sul Calvario ti trafissero l’anima,
non c’è pianto di madre che ti sia estraneo, non c’è solitudine di vedova che tu non abbia sperimentato, non c’è avvilimento di donna di cui non senta l’umiliazione. […]
Tu che rimanesti in piedi sotto la croce, statua vivente della libertà, fa’ che tutte le donne, ispirandosi alla tua fierezza femminile, sotto il diluvio delle sofferenze di ogni specie, al massimo pieghino il capo ma non curvino mai la schiena”.
(Don Tonino Bello)
Già tante donne, in particolare, in Congo come in Italia, pregano “il mese di maggio”. Possiamo unirci a loro!
Siamo grati a quanti comunicheranno la loro adesione all’indirizzo info@paceperilcongo.it .
Gli amici della “Rete Pace per il Congo”