Congo Attualità n. 142 – Editoriale a cura della Rete Pace per il Congo
A conclusione del loro congresso, le forze politiche dell’opposizione “acquisite al cambiamento” hanno optato per la partecipazione dei loro membri, eletti deputati nelle ultime elezioni legislative, ai lavori dell’Assemblea Nazionale. Anche alcuni deputati dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) di Etienne Tsihisekedi hanno fatto la stessa scelta, nonostante la posizione nettamente contraria del loro partito.
Il Primo Ministro uscente, e con lui l’intero suo governo, ha rassegnato le dimissioni, lasciando il posto ad un governo ad interim. Incaricato dal Presidente Kabila, Charles Mwando Nsimba ha iniziato le consultazioni dei vari partiti, della maggioranza e dell’opposizione, per individuare una maggioranza parlamentare che possa permettere la formazione di un nuovo governo. Sembra che ci si stia avviando verso una “normalizzazione” della vita politica del Paese. Ma forse si tratta solo di apparenza.
Le numerose irregolarità e i gravi brogli che hanno caratterizzato le ultime elezioni presidenziali e legislative sono ancora, giustamente, un ricordo amaro nella memoria del popolo congolese e rimangono, quindi, un’ombra, un peso, una cappa di piombo, un’ipoteca sull’attuale panorama politico. Anche se è difficile, forse impossibile, determinare il margine di errore in un quadro complessivo e a livello nazionale, è tuttavia certo che i risultati elettorali pubblicati dalla Ceni non corrispondono alla realtà. Ne derivano, quindi, una maggioranza e un’opposizione “ipotetiche”, “artificiali” e “fittizie”. Ciò che rischia di portare l’intero Paese verso l’instabilità e l’ingovernabilità.
Per evitare il peggio, è ormai necessario che, sebbene “irreali”, maggioranza e opposizione si incontrino e dialoghino per trovare, anche a costo di alcune concessioni da una parte e dall’altra, dei punti di accordo, di convergenza e di collaborazione, in vista del bene comune dell’intero Paese.