Il popolo congolese ha fame e sete di giustizia e di pace

Il coraggio della verità
(cfr 2Cor7, 14)

Messaggio della Assemblea Plenaria Straordinaria CENCO per i fedeli cattolici e a tutto il popolo congolese

Traduzione a cura di p. Giovanni Lanaro, missionario in R.d.Congo

 

Introduzione

Nei primi mesi del 2012, che Dio benedica il popolo congolese e che continui a benedirlo! Lui si presenta con un volto pieno di grazia e gentilezza! Che Dio manifesti la sua bontà e gli doni la pace! (Vedi n. 6, 24-26).

Riunione straordinaria plenaria a Kinshasa dal 9 all’11 gennaio 2012: Noi, Cardinale, Arcivescovi e Vescovi, membri della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) abbiamo, in modo condiviso, analizzato il rapporto di verifica elettorale condotta dalla nostra Chiesa. Nella preghiera, nella fede e nel futuro felice del nostro paese, indirizziamo questo messaggio ai nostri fedeli e a tutto il popolo congolese per riflettere sul processo elettorale in corso.

Risultati del processo elettorale

Accogliamo con favore la determinazione del nostro popolo che,il 28 novembre 2011, ha mostrato maturità e desiderio di buona cittadinanza andando alle urne e molte volte in condizioni difficili imposte dai suoi governanti. Ci congratuliamo con il nostro Governo che è riuscito a finanziare in gran parte queste elezioni. Questo dimostra che siamo in grado di riuscire alla costruzione del nostro paese, se vi mettiamo le risorse e la buona volontà. Non possiamo tacere su gli sforzi di CENI per avere successo, sia dal punto di vista logistico, che nella distribuzione del materiale elettorale, affrontando molte sfide in questo vasto paese dalle infrastrutture comunicazioni difettose. Accogliamo inoltre con favore tutti gli osservatori e i testimoni delle elezioni che hanno fatto tanti sacrifici nei loro compiti.

 

Fallimenti

Tuttavia, l’analisi dei frutti di questo lavoro ha deluso più di un congolese. Nel nostro Messaggio del 25 febbraio 2011, dal titolo “Anno delle elezioni: cosa dobbiamo fare? (Atti 2,37) “, abbiamo voluto fortemente che queste elezioni si svolgessero in trasparenza, verità e pace al fine di far entrare il nostro paese nel registro delle nazioni rispettabili e degne.

Nell’appello del 3 Dicembre 2011, la CENCO, ricordava che non aveva il compito di pubblicare i risultati delle elezioni. Inoltre, per mandato di osservatore elettorale, ha invitato il popolo congolese, i politici e la CENI ad attenersi assolutamente alla verità delle urne.

Nella messa a punto del suo Segretariato generale, 8 Dicembre 2011, la CENCO aveva notato aspetti positivi della fase elettorale, ma ha anche rilevato irregolarità e preoccupanti debolezze.

E’ in questa stessa logica, che il12 Dicembre 2011, si inseriva: La dichiarazione del Cardinale, Arcivescovo di Kinshasa, in vista di queste irregolarità e di debolezze, ha denunciato la non conformità alla verità e alla giustizia dei risultati provvisori rilasciati da CENI.

Oggi risulta, dalla relazione finale della missione di osservazione elettorale della CENCO e dalle prove raccolte da varie diocesi e altre fonti, che il processo elettorale ha avuto luogo in molti posti in un ambiente caotico. Sono stati rilevati diversi incidenti, i casi di truffa comprovata e probabilmente sono stati pianificati molti sfortunati incidenti che hanno causato la morte di persone, gli imbrogli e, in alcuni luoghi, un clima di terrore volutamente mantenuto e gestito per riempire le urne. Ma non è tutto. Quanto sta avvenendo nella compilazione dei risultati delle elezioni legislative è inaccettabile. E’ una vergogna per il nostro paese.

Stante quanto sopra esposto, riteniamo che il processo elettorale siastato segnato da gravi carenze che mettono in discussione la credibilità dei risultati pubblicati. Noi chiediamo agli organizzatori di avere il coraggio e l’onestà di definire le conclusioni che si impongono. Perché, ammettere i propri errori è una prova di grandezza. Ma se prendiamo il rischio di governare ulteriormente il Paese, nascondendo le tensioni interne più o meno controllate, a breve termine esploderanno, prima o poi, in una crisi grave e difficile da risolvere. È stato appurato che in una strategia globale,abbiamo favorito la via del dialogo per l’interesse superiore della nazione congolese. E’ tempo del coraggio della verità.

 

La nostra missione profetica

Fedeli alla nostra missione di sentinelle per il popolo di Dio (cfr Ez 3, 17), riteniamo che questo processo sia volto alle diverse sfide per il futuro, per l’avvento dello stato di diritto nella Repubblica Democratica del Congo e per il benessere della sua gente. In tal modo, noi intendiamo usare la battaglia politica per realizzare una società più giusta possibile. Noi non parteggiamo per alcun partito politico. Come raccomandato dal Papa, “la Chiesa non può, né deve, essere nei panni dello stato, ma non può e non deve stare asssente dalla lotta per la giustizia “

Pertanto, nel suo ruolo profetico, ogni volta che il popolo gridò verso essa: “vegliate dove è la notte “? (Is 21, 11), la Chiesa vuole essere pronta a rendere ragione della speranza che porta (cf. 1 Pt 3, 15) come una nuova alba all’orizzonte (Ap 22, 5) ” E noi facciamo nostro l’appello di Papa Benedetto XVI: “A causa di Cristo e di fedeltà alla propria scelta di vita, la nostra Chiesa sente l’impegno di essere presente dove l’umanità conosce la sofferenza, e rispondere al grido silenzioso degli innocenti perseguitati, o dei popoli i cui governi stanno ipotecando il presente e il futuro in nome di interessi privati”

A tal fine, non ci stancheremo mai di denunciare tutto ciò che mette in pericolo l’edificazione di uno Stato democratico, né intendiamo costruire uno Stato con una cultura di frode, di menzogna e di terrore, di militarizzazione e di attentati alla libertà di espressione. Se la democrazia è un potere del popolo da parte del popolo e per il popolo, dobbiamo rispettare questo popolo. Nel contesto attuale, il popolo ferito e frustrato, assiste impotente ad un processo che non riflette sempre la sua volontà e che è simile a un arrangiamento tra certi attori politici.

 

La pace nella verità

“La Chiesa ha una missione di verità da compiere, una missione vitale, è un servizio reso alla verità che libera “[5]. Il processo elettorale dovrebbe consentire il consolidamento della cultura democratica e la pacificazione del paese. Vogliamo la pace, ma questa ha esigenze che non possono essere annullate, specialmente la verità, la giustizia e il rispetto della gente.

E’ in nome della pace che la Chiesa continua ad invitare i leader congolesi alla giustizia e all’amore per la verità. Quali valori, così proposti quotidianamente, avranno effetto nei nostri giovani se viene offerto solamente lo spettacolo di anti-valori?

 

Attentato all’integrità e alla dignità delle persone

In questo contesto, noi condanniamo la campagna orchestrata pubblicamente contro il Cardinale. Questo diluvio di insulti ha scioccato i fedeli cattolici, così come altre persone. Si attesta l’emergere di un pensiero unico che tende a soffocare qualsiasi opinione contraria. Allo stesso modo, condanniamo gli insulti e le minacce contro il Presidente della CENCO. Ricordiamo che il dibattito delle idee in una democrazia non consente attacchi personali.

Non possiamo tacere di fronte ad abusi e ben altro che disapproviamo: le minacce fisiche, le violazioni dei diritti umani, i rapimenti e l’intimidazione, la confisca dei mezzi di comunicazione da parte di un partito politico. A causa delle loro opinioni, i Vescovi, il clero e tanti cittadini pacifici erano e sono tuttora vittime di queste minacce.

Invitiamo i nostri fedeli cattolici e il popolo congolese nel suo insieme alla non-violenza perché la violenza genera violenza. Essa provoca la distruzione e la miseria. In tal senso, chiediamo ai nostri connazionali che vivono all’estero, con i quali condividiamo la preoccupazione per un Congo nuovo, e di cui riconosciamo i sacrifici per venirci in aiuto, a non ricorrere alla violenza e

di trovare mezzi pacifici per contribuire alla costruzione di un Congo veramente democratico. Seguendo l’esempio del nostro Divino Maestro, dobbiamo rispondere alla violenza con l’amore (cfr Mt 5, 43-44).

 

Raccomandazioni

Noi raccomandiamo:

Al popolo congolese tutto: di non cedere al pessimismo o alla disperazione, alla violenza, o al tribalismo, o alla xenofobia, ma di unirsi intorno ai valori cristiani e democratici della giustizia e della verità, di crescere in una coscienza di unità nazionale e rivendicare il suo potere primario sovrano di esercitare la vigilanza e lo stato di diritto;

Agli uomini politici: dimostrare maturità politica, e avere la capacità di organizzarsi in modo da assumersi la piena responsabilità per sollevare il dibattito politico, ponendo fine insulti e menzogne e tenendo in debito conto l’educazione civica della popolazione e il suo benessere;

Alla squadra attuale di CENI: ad avere il coraggio di mettersi in discussione, a correggere assolutamente gli errori gravi che ha allontanato la fiducia dei popolazione in questa istituzione, se non a rassegnare le dimissioni.

Al Parlamento: di rivedere urgentemente la composizione della CENI, che non gode più della fiducia del pubblico e di integrare la rappresentanza della Società civile per una maggiore indipendenza, inoltre, a rendersi conto che la gente non accetterà alcun tentativo di modificare gli articoli bloccati della Costituzione.

Al Governo: di trarre lezioni da questa debacle elettorale, per prevedere i mezzi per le prossime elezioni e di liberarli in tempo per un migliore sviluppo; smettere di attingere al tesoro pubblico per interessi personali e di prendere coscienza che la gente vuole cambiare.

Alla Polizia di Stato e Forze Armate: diano prova di professionalità, proteggano la popolazione e soprattutto si astengano di obbedire agli ordini ingiusti;

Alla Corte Suprema di Giustizia: di affermare il diritto di coscienza e in tutta indipendenza affrontare il trattamento delle controversie elettorali. Perché così è la credibilità della magistratura nel nostro paese;

Alla comunità internazionale: a privilegiare l’interesse del popolo congolese, di non essere solo compiacente, ma sostenere il popolo congolese nella sua ricerca della giustizia e della pace e del rispetto della sua autodeterminazione.

 

Conclusione

Il nostro Paese è attualmente in un momento di incertezza e ansia. La nostra fede in Dio e la nostra fiducia nell’uomo, creato a immagine di Dio, ci convincono che queste incertezza ed ansia possono essere superate attraverso un cambiamento del cuore, degli atteggiamenti e delle pratiche.

Ci vuole l’amore di patria, la volontà di rinunciare a interessi egoistici di trovare, nel dialogo, i modi per costruire la pace in Congo. Ma la pace che vogliamo è quella radicata nella giustizia e nell’amore della verità. Perché la Pace degli uomini che si ottiene senza la giustizia è illusoria ed effimera

La giustizia umana che non ha origine nella riconciliazione con la verità dell’amore è ancora incompleta. È l’amore e il coraggio della verità che traccia il percorso della giustizia e della vera pace, che vogliamo per la RD del Congo.

Che la preghiera alla Beata Vergine Maria, Regina della Pace e Nostra Signora del Congo, il cui cuore è sempre orientato verso la volontà di Dio, sostenga ogni volontà di conversione, consolidi tutte le iniziative per la riconciliazione, il dialogo e rafforzi ogni sforzo per un Congo che ha fame e sete di giustizia e di pace.

Kinshasa, 11 gennaio 2012