Riconoscere e valorizzare il ruolo delle donne in Africa e dare loro il Premio Nobel per la Pace 2011. Questa la proposta promossa dal CIPSI, coordinamento di 48 associazioni di solidarietà internazionale, e da ChiAma l’Africa, nata in Senegal, a Dakar, durante il seminario internazionale per un Nuovo patto di solidarietà tra Europa e Africa svoltosi dal 28 al 30 dicembre 2008.
La motivazione
La proposta nasce a partire dalla constatazione del ruolo crescente che le donne africane hanno acquisito nella vita quotidiana dell’Africa. Le donne sono protagoniste e trainanti sia nei settori della vita quotidiana che nell’attività politica e sociale. Sono le donne in Africa che reggono l’economia familiare nello svolgimento di quell’attività, soprattutto di economia informale, che permette ogni giorno, anche in situazioni di emergenza, il riprodursi del miracolo della sopravvivenza.
Le donne da decenni sono protagoniste nella microfinanza: dalle storiche tontine dell’Africa occidentale, fino alle forme più elaborate di microcredito in tutte le parti dell’Africa. Microcredito che ha permesso la nascita di migliaia di piccole imprese. Le donne africane sono capaci nell’organizzazione della gestione dell’economia: esistono in Africa migliaia di cooperative che mettono insieme donne impegnate nell’agricoltura, nel commercio, nella formazione, nella lavorazione di prodotti agricoli. Le donne africane stanno svolgendo un ruolo sempre crescente nella definizione e nella ricerca di forme autoctone di sviluppo economico e sociale, attraverso l’organizzazione capillare delle attività economiche e sociali nei villaggi. Le donne in Africa stanno svolgendo un ruolo sempre crescente nella difesa della salute, soprattutto contro il morbo dell’HIV e della malaria. Sono loro che svolgono spesso formazione sanitaria nei villaggi. Sono i gruppi organizzati di donne che si stanno impegnando contro pratiche tradizionali dell’infibulazione e della mutilazione genitale. Sono le donne africane, infine, che riescono a organizzarsi per lottare per la pace e a mantenere la vita anche nelle situazioni più tragiche, in un impegno politico spesso capillare e non riconosciuto. Molto spesso con il rischio di subire violenza e sopraffazione. L’Africa oggi può sperare nel proprio futuro soprattutto a partire dalle donne comuni, quelle che vivono nei villaggi o nelle grandi città, in situazioni spesso di emergenza, e di cui le donne che sono emerse, sia nella politica, sia nella cultura, sia nell’attività imprenditoriale, non sono che un’espressione visibile.
La proposta
Lanciare una campagna internazionale per l’attribuzione del premio Nobel per la Pace nel 2011 alle donne africane nel loro insieme.Non una campagna per l’attribuzione del Nobel a una singola persona o a un’associazione, ma una sorta di Nobel collettivo. Si tratta, lo capiamo, di una proposta atipica, ma questa proposta che vogliamo perseguire, conoscendone le difficoltà, ci serve per lanciare una campagna internazionale tendente a far conoscere il protagonismo delle donne africane e per privilegiare nei rapporti di cooperazione proprio le donne e le loro organizzazioni.
Modalità
•Lancio di un manifesto- appello firmato da personalità che hanno un ruolo internazionale riconosciuto.
•Creazione di un comitato nazionale e internazionale in Africa e negli altri continenti;
•Lancio capillare della campagna attraverso iniziative diffuse sul territorio per raccogliere firme all’appello: convegni, iniziative di movimento, incontri organizzati con donne africane, proposte di viaggi in Africa per incontrare realtà di donne organizzate, e altre ancora.
•Aggiornamento del sito web multilingue www.noppaw.org, luogo ufficiale per conoscere le attività della campagna, per presentare storie di donne organizzate in Africa e per consultare le pubblicazioni e i dossier sulle tematiche di gender.
Obiettivo
Raggiungere almeno 2 milioni di firme da inviare al comitato che attribuisce il Nobel.
Comitato Candidatura
La candidatura al premio Nobel segue un iter regolamentato. Per presentare una candidatura sono abilitati i membri dei parlamenti nazionali, i ministri, i precedenti vincitori del Nobel, i responsabili di importanti organizzazioni internazionali e personaggi di spicco del mondo della cultura e della politica, nonché naturalmente, gli stessi membri del Comitato per il Nobel.