30.05.2011
Ha suscitato sgomento e paura tra gli abitanti l’attacco nel quale sono rimasti uccisi sabato sera quattro civili nell’area di Kanyosha, nel sud della provincia della capitale, Bujumbura. Secondo l’amministratore di Kanyosha, un gruppo composto da decine di uomini armati ha investito i quartieri di Nkenga e Busoro e ha aperto il fuoco in un ristorante, uccidendo le quattro vittime e ferendo altre tre persone. Secondo alcune fonti il locale, che trasmetteva quella sera una partita di calcio, è solitamente frequentato da membri del partito presidenziale, il Cndd-Fdd, i cui uffici si trovano nelle vicinanze. Voci di un nuovo attacco sono circolate in queste ore, ma si attendono conferme indipendenti.
“L’episodio s’inserisce in una serie di fatti violenti e in un clima di deterioramento generalizzato della sicurezza sin dalle elezioni generali dell’anno scorso, vinte dal partito presidenziale e contestate dall’opposizione” ricorda alla MISNA Pacifique Niminahaze, delegato generale del Forum per il rafforzamento della società civile (Forsc), aggiungendo che un altro attacco avvenuto la scorsa settimana su una strada della provincia della Bubanzam è costato la vita a due civili e un poliziotto.
“Il governo aveva sempre attribuito le violenze a non meglio precisati ‘banditi’, ma altre voci parlano della possibilità di una nuova ribellione. La paura cresce tra la gente, che tende piuttosto a credere nella seconda ipotesi” aggiunge l’esponente del Forsc. In recenti dichiarazioni del ministro della Difesa, sono emersi accenni agli ex capi delle storiche ribellioni, Agathon Rwasa delle Fnl (Forze nazionali di liberazione) e Leonard Nyangoma del Cndd (Consiglio nazionale per la difesa della democrazia).
“La società civile tiene a ricordare al governo il suo dovere di protezione dei civili e a tutte le parti ricorda che la vita umana di civili innocenti non deve mai essere calpestata” ha detto alla MISNA il rappresentante della società civile burundese, che rivolge un appello al dialogo politico, tra maggioranza e opposizione, per evitare che dissensi politici finiscano in un’escalation armata che potrebbe far ripiombare il paese nel clima degli anni bui del conflitto.
Teatro nel 1972-73 di massicce uccisioni, prevalentemente di burundesi di etnia hutu, poi di una guerra civile durata dal 1993 fino agli accordi di pace del 2005, il Burundi ha eletto democraticamente lo stesso anno l’ex capo ribelle Pierre Nkurunziza. La sua rielezione, nel 2010, e la vittoria del suo schieramento alle successive elezioni legislative e locali sono state contestate dall’opposizione.
( MISNA)