ALTO COMMISARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I DIRITTI DELL’UOMO
Repubblica Democratica del Congo, 1993-2003.
RAPPORTO DEL PROGETTO MAPPING SULLE PIÙ GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO COMMESSE TRA MARZO 1993 E GIUGNO 2003 SUL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.
Agosto 2010.
SOMMARIO:
SEZIONE 1 – CAPITOLO II:
LUGLIO 1996 – LUGLIO 1998: PRIMA GUERRA E REGIME DELL’AFDL
B. ATTACCHI CONTRO I RIFUGIATI HUTU
1. Sud Kivu
Dopo la loro installazione nel Nord-Kivu e Sud-Kivu, nel luglio 1994, gli ex-FAR/Interahamwe hanno spesso utilizzato i campi dei rifugiati situati lungo la frontiera con il Ruanda e il Burundi come basi logistiche e campi di addestramento, in vista di un eventuale loro ritorno in Ruanda.
La proposta di inviare una forza internazionale per separare i combattenti armati dai rifugiati civili e allontanare i campi dei rifugiati dalla frontiera è caduta nel vuoto, per mancanza di finanziamenti e di volontà politica.
A partire dal mese di agosto 1996, elementi armati banyamulenge/tutsi (membri dell’AFDL), militari dell’APR e delle FAB, hanno iniziato l’attacco ai campi dei rifugiati, con il pretesto di disarmare gli ex-FAR/Interahamwe. È così iniziato uno spietato inseguimento dei rifugiati hutu ruandesi che hanno allora intrapreso un lungo e disperato cammino attraverso tutto il paese, che hanno attraversato da est a ovest in direzione dell’Angola, del Repubblica Centrafricana o della Repubblica del Congo.
SEZIONE I.
INVENTARIO DELLE PIÙ GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO COMMESSE SUL TERRITORIO DELLA RDC TRA MARZO 1993 E GIUGNO 2003.
CAPITOLO II.
LUGLIO 1996 – LUGLIO 1998: PRIMA GUERRA E REGIME DELL’AFDL
B. ATTACCHI CONTRO I RIFUGIATI HUTU
191. Dopo la loro installazione nel Nord-Kivu e Sud-Kivu, nel luglio 1994, gli ex-FAR/Interahamwe hanno utilizzato i campi dei rifugiati situati lungo la frontiera con il Ruanda e il Burundi come basi logistiche e campi di addestramento. Approfittando della strategica alleanza conclusa da vari decenni col Presidente Mobutu e del livello di corruzione in seno alle FAZ, gli ex-FAR hanno ricomprato o ricuperato il materiale militare confiscato al loro arrivo in Zaire.
192. Di fronte all’aumento delle tensioni tra lo Zaire e il Ruanda, vari Stati hanno proposto di allontanare i campi dei rifugiati dalla frontiera. Alcuni hanno addirittura raccomandato il spiegamento di una forza internazionale di mantenimento della pace e l’apertura di negoziati a livello regionale. Ma, per mancanza di finanziamento sufficiente, di volontà politica e di strategia appropriata per separare i combattenti dai civili rifugiati, i campi non sono stati spostati e gli elementi ex-FAR e Interahamwe hanno continuato ad armarsi, in vista di una ripresa del potere a Kigali con la forza. Per il fatto della presenza di numerosi genocidari tra gli ex-FAR, del crescente isolamento diplomatico del Presidente Mobutu e del rifiuto delle nuove autorità ruandesi di aprire dei negoziati, non si è potuto arrivare a nessuna soluzione politica e gli attacchi degli ex-FAR/Interahamwe in Ruanda si sono moltiplicati, come pure le incursioni dell’APR sul territorio zaïrese. A partire dal mese di agosto 1996, degli elementi armati banyamulenge/tutsi, ma anche dei militari dell’APR e delle FAB, si sono infiltrati nel Sud-Kivu. Hanno attaccato le FAZ e gli ex-FAR/Interahamwe, ma anche e soprattutto i campi dei rifugiati, alcuni dei quali servivano da campi base per gli ex-FAR/Interahamwe e per i gruppi armati hutu burundesi (CNDD-FDD e PALIPEHUTU-FNL).
193. Tutto questo periodo è stato caratterizzato da uno spietato inseguimento dei rifugiati hutu e degli ex-FAR/Interahamwe da parte delle forze dell’AFDL/APR in tutto il territorio congolese. I rifugiati, che gli ex-FAR/Interahamwe hanno talvolta inquadrato e utilizzato come scudi umani durante la loro fuga, hanno allora intrapreso un lungo periplo attraverso il paese, che hanno attraversato da est a ovest in direzione dell’Angola, del Repubblica Centrafricana o della Repubblica del Congo.
1. Sud Kivu
194. Dopo i massacri avvenuti in Burundi verso la fine del 1993 e la presa di potere da parte del FPR in Ruanda nel 1994, molte centinaia di migliaia di rifugiati hutu burundesi e ruandesi, come pure degli elementi ex-FAR/Interahamwe e dei ribelli burundesi del CNDD-FDD, avevano trovato rifugio nella provincia del Sud-Kivu. Alla fine del 1994, gli elementi ex-FAR/Interahamwe hanno moltiplicato le incursioni, talvolta cruente, in Ruanda, per riprendere il potere con la forza. A partire dal 1995, l’Esercito Patriottico Ruandese (APR) ha condotto almeno due raid in Zaire, per neutralizzarli. Si segnala il seguente incidente:
– L’11 aprile 1995, una cinquantina di militari dell’APR ha attaccato, con artiglieria pesante, il campo di Birava, nel territorio di Kabare, uccidendo una trentina di persone e ferendone gravemente un numero indeterminato. Durante l’attacco, gli ex-FAR/Interahamwe e i rifugiati non hanno risposto.
Territorio di Uvira
196. Nel 1996, l’UNHCR stimava a 219 466 il numero dei rifugiati nel territorio di Uvira, fra cui due terzi di nazionalità burundese. Questi rifugiati erano ripartiti in undici campi situati lungo il fiume Ruzizi: Runingu, Rwenena, Lubarika, Kanganiro, Luvungi, Luberizi (campo situato tra Mutarule e Luberizi), Biriba, Kibogoye, Kajembo, Kagunga e Kahanda. Sebbene in certi campi, i rifugiati civili coabitavano con elementi ex-FAR/Interahamwe (per esempio, nel campo di Kanganiro) o del CNDD-FDD (per esempio, nel campo di Kibogoye), l’immensa maggioranza dei rifugiati erano dei civili non armati.
Si segnala il seguente incidente:
– Nella notte dal 13 al 14 ottobre 1996, elementi armati banyamulenge/tutsi hanno attaccato il campo di Runingu con artiglieria pesante, uccidendo quattro rifugiati e ferendone sette altri.
197. Dopo la creazione ufficiale dell’AFDL il 18 ottobre 1996, le truppe dell’alleanza, sostenute da quelle dell’APR e delle FAB (Forze Armate Burundesi), hanno attaccato il villaggio di Bwegera. Dopo avere preso il controllo del villaggio, il 20 ottobre, i militari si sono divisi in due colonne, la prima verso Luvungi in direzione del nord e la seconda verso Luberizi in direzione del sud. Durante la loro progressione, i militari dell’AFDL/APR/FAB avrebbero condotto degli attacchi generalizzati e sistematici contro gli undici campi dei rifugiati ruandesi e burundesi installati nel territorio. In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 20 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno attaccato i campi dei rifugiati di Itara I e II, situati vicino al villaggio di Luvungi, uccidendo almeno 100 rifugiati burundesi e ruandesi. Nel vicino villaggio di Katala, hanno catturato e ucciso a bruciapelo dei rifugiati che tentavano di fuggire. I militari hanno costretto poi la popolazione locale a seppellire i cadaveri in fosse comuni.
– Il 20 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno attaccato con artiglieria pesante il campo di Kanganiro, situato a Luvungi, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati, fra cui una ventina che si trovavano nell’ospedale del campo. Durante la stessa giornata, hanno ucciso anche un numero indeterminato di rifugiati che si nascondevano a Luvungi, nelle case di civili zaïresi. I militari hanno costretto poi la popolazione locale a seppellire i cadaveri in fosse comuni.
– Il 20 ottobre 1996, entrando nel villaggio di Rubenga, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati e di civili zaïresi che fuggivano in direzione del Burundi. I corpi delle vittime sono stati poi gettati nel fiume Ruzizi.
– Il 21 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno attaccato il campo e il villaggio di Lubarika, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati ruandesi e burundesi e dei civili zaïresi che tentavano di fuggire dal villaggio dopo la partenza delle FAZ. I militari hanno obbligato la popolazione locale a seppellire i corpi in quattro grandi fosse comuni. Lo stesso giorno, i militari hanno bruciato vivi trenta rifugiati in una casa del villaggio di Kakumbukumbu, situato a 5 chilometri dal campo di Lubarika.
– Il 21 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno attaccato con artiglieria pesante il campo dei rifugiati di Luberizi, situato tra Luberizi e Mutarule, uccidendo circa 370 rifugiati. I militari hanno gettato i corpi delle vittime nelle latrine. Hanno ucciso anche parecchie decine di persone, rifugiati e zaïresi, nelle vicinanze dei villaggi di Luberizi e Mutarule. Dopo i massacri, i corpi di oltre 60 vittime sono stati ritrovati nelle case dei due villaggi.
– Il 24 ottobre 1996, truppe dell’AFDL/APR/FAB hanno attaccato il campo di Kagunga e hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati. Un testimone oculare dell’attacco ha affermato di avere visto otto cadaveri. I militari hanno ucciso anche un numero indeterminato di rifugiati che tentavano di fuggire con dei Zaïresi a livello del villaggio di Hongero, situato a un chilometro da Kagunga.
198. Dopo la presa della città di Uvira nella notte dal 24 al 25 ottobre 1996 e la sconfitta delle FAZ, praticamente in tutto il territorio di Uvira, i rifugiati burundesi e ruandesi sono fuggito in varie direzioni. Alcuni sono partiti verso il territorio da Fizi, poi hanno raggiunto il Nord-Katanga, la Tanzania o la Zambia. Altri hanno tentato di fuggire verso il nord, passando attraverso i territori di Kabare e Walungu. Numerosi rifugiati burundesi sono fuggiti in direzione del Burundi. Non potendo attraversare il fiume Ruzizi, sono stati spesso attaccati nei dintorni dello zuccherificio di Kiliba e dei villaggi di Ndunda, Ngendo e Mwaba.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 25 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati che si erano nascosti nelle case abbandonate dei settori 3 e 4 dello zuccherificio di Kiliba.
– Tra l’1 e il 2 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso in modo indiscriminato circa 250 civili, tra cui oltre 200 rifugiati e una trentina di Zaïresi, nel villaggio di Ndunda, situato vicino alla frontiera col Burundi. Durante l’attacco, vari rifugiati sono annegati nel fiume Ruzizi quando tentavano di fuggire.
– Il 24 novembre 1996, nel villaggio di Mwaba, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno bruciato vivi 24 rifugiati hutu burundesi provenienti dal campo di Biriba. Al loro arrivo a Mwaba, i militari hanno arrestato le persone presenti nel villaggio. Dopo averle interrogate, hanno liberato i civili zaïresi e hanno rinchiuso i rifugiati burundesi in una casa che hanno poi incendiato.
199. Nella pianura del fiume Ruzizi, i militari dell’AFDL/APR/FAB hanno eretto numerose barriere di controllo nei pressi dei villaggi di Bwegera, Sange, Luberizi, Kiliba, all’entrata di Uvira città (porto di Kalundu), a Makobola II (nel territorio di Fizi) e nella valle di Rushima (territorio di Uvira). In tali posti di controllo, i militari avrebbero separato le persone intercettate secondo la loro nazionalità, con il pretesto di organizzare il loro ritorno al loro paese di origine. Le persone identificate come Hutu burundesi e ruandesi, secondo il loro accento, le loro caratteristiche morfologiche o il loro modo di vestire, sono state sistematicamente separate dalle altre persone intercettate e poi uccise nei dintorni.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 22 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso nella valle di Rushima, tra Bwegera e Luberizi, un gruppo di circa 550 rifugiati hutu ruandesi che erano fuggiti dai campi di Luberizi e Rwenena alcuni giorni prima. I militari avevano intercettato le vittime a livello delle barriere erette nelle vicinanze. Tra il 27 ottobre e il 1° novembre 1996, con il pretesto di rimpatriarli in Ruanda, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno condotto un altro numero indeterminato di rifugiati nella valle di Rushima e li hanno uccisi.
– Nei giorni e settimane dopo il 25 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati in un luogo chiamato Kahororo, situato nel settore 7 dello zuccherificio di Kiliba. Le vittime erano state catturate nei villaggi circostanti.
– Il 29 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso circa 220 rifugiati di sesso maschile nei dintorni della chiesa dell’8ª CEPZA [Comunità delle chiese pentecostali in Zaire], attualmente CEPAC [Comunità delle chiese pentecostali in Africa centrale], nel villaggio di Luberizi. Le vittime facevano parte di un gruppo di rifugiati a cui i militari avevano fatto credere che dovevano raggrupparsi in vista di essere rimpatriati in Ruanda. I militari hanno separati gli uomini dal resto del gruppo e li hanno uccisi con baionette o fucili. I corpi delle vittime sono stati sepolti in fosse comuni situate vicino alla chiesa.
– Il 3 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno bruciato vivi 72 rifugiati ruandesi nella casa della COTONCO, situata a un chilometro dal villaggio di Bwegera. Le vittime erano state catturate nei villaggi vicini. Gli elementi dell’AFDL/APR/FAB avevano riunito le vittime nella casa della COTONCO, facendo loro credere di essere rimpatriate poi in Ruanda.
– Il 13 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso circa 100 rifugiati burundesi nel villaggio di Ngendo, situato a 7 chilometri da Sange, nel territorio di Uvira.
– L’8 dicembre 1996, militari dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso 13 rifugiati di sesso maschile, nel villaggio di Rukogero, situato a 9 chilometri da Sange nel territorio di Uvira. Le vittime facevano parte di un gruppo di 200 – 300 rifugiati che erano fuggiti dal campo di Kibogoye. Una volta arrestati, i rifugiati sono stati rinchiusi nella chiesa dell’8ª CEPZA. I militari hanno lasciato partire le donne e le ragazze, ma hanno ucciso gli uomini e i ragazzi. I cadaveri delle vittime sono stati gettati nelle latrine accanto alla chiesa.
– Il 12 dicembre 1996, elementi dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso quindici civili nel villaggio di Ruzia, tra cui dei rifugiati che erano fuggiti dal campo di Luberizi/Mutarule e dei civili zaïresi. Le vittime sono state catturate durante un’operazione di rastrellamento condotta dai militari per fare uscire allo scoperto i rifugiati che si nascondevano tra la popolazione zaïrese. Alcune vittime sono state bruciate vive in una casa e altre sono state fucilate. I corpi delle vittime sono stati sepolti poi in tre fosse comuni.
– Il 22 dicembre 1996, a Ruzia, sulle rive del fiume Ruzizi, dei militari dell’AFDL/APR/FAB hanno ucciso almeno 150 persone, fra cui una maggioranza di rifugiati scampati dall’attacco sul campo di Runingu. Le vittime si erano nascoste nella foresta, quando i militari li hanno avvistati. I loro corpi sono stati bruciati dai militari due giorni dopo l’incidente. Un’altra fonte ha avanzato l’ipotesi di 600 vittime.
Territori di Walungu e Kabare.
200. Nel 1996, il HCR aveva calcolato che il numero dei rifugiati presenti nei campi dei territori di Walungu, Kabare e Kalehe, comunemente chiamati i campi di Bukavu, fossero 307 499 persone, distribuiti in 26 campi: Kamanyola, Izirangabo, Karabangira, Nyangezi (Mulwa), Nyantende, Muku e Mushweshwe al sud di Bukavu; Bideka, Chimanga (Burhale), Bulonge (un campo non riconosciuto dall’HCR), Nyamirangwe e Chabarhabe all’ovest della città; Panzi, Nyakavogo, Mudaka/Murhala, INERA [Istituto nazionale per lo studio e la ricerca agronomica], ADI-Kivu [Azione per lo sviluppo integrato del Kivu], Kashusha, Katana, Kalehe, Kabira, a nord di Bukavu; Chondo, Chayo, Bugarula, Maugwere e Karama, sull’isola di Idjwi.
201. Durante la loro progressione verso Bukavu, le truppe dell’AFDL/APR hanno distrutto i campi di fortuna costruiti dai rifugiati scampati ai massacri commessi nella pianura del fiume Ruzizi (territorio di Uvira) e quelli situati all’ovest della città di Bukavu. A partire dal villaggio di Nyantende, le truppe dell’AFDL/APR si sono divise in due gruppi. Un primo gruppo ha proseguito in direzione di Bukavu, passando per Buhanga, Mushweshwe, Comuhini, Chabarhabe, Ciriri e Lwakabirhi; l’altro ha preso la direzione di Walungu-centro, passando per Muku, Cidaho e Cidodobo.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 20 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR provenienti da Bwegera e dalla città ruandese di Bugarama, hanno attaccato il campo de rifugiati di Kamanyola, nel territorio di Walungu, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati e di civili zaïresi. I militari hanno poi gettato i corpi delle vittime nelle latrine del campo.
– Il 21 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati nei pressi di Nyarubale, nelle colline di Kalunga, a 2 chilometri da Kamanyola. Fuggendo dall’attacco contro il loro campo di Kamanyola, questi rifugiati hanno tentato di raggiungere Bukavu. Alcuni sono stati sorpresi mentre si riposavano e altri sono stati intercettati dai militari alle barriere di controllo erette lungo le strade. Le persone che rispondevano al saluto dei militari in swahili con un accento ruandese o burundese venivano sistematicamente uccise. I corpi delle vittime sono stati poi sepolti dalla popolazione locale.
202. A partire dal 22 ottobre 1996, davanti all’avanzata delle truppe dell’AFDL/APR, i rifugiati dei campi di Nyangezi e Nyantende hanno cominciato a fuggire in direzione di Bukavu. A partire dal 26 ottobre 1996, i militari hanno lanciato degli attacchi contro i campi localizzati a sud e a ovest della città di Bukavu. Nella maggior parte dei casi, i rifugiati avevano già abbandonato i campi prima dell’arrivo dei militari, per fuggire in direzione dei campi di Kashusha, INERA e ADI-Kivu, a nord di Bukavu, e Chimanga, a ovest di Bukavu, in direzione di Shabunda. Il 26 ottobre, dei militari dell’AFDL/APR hanno incendiato il campo già abbandonato di Muku, a 10 chilometri da Bukavu, nel territorio di Walungu.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 26 ottobre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati in fuga lungo le strade che collegano Nyantende a Walungu-centro e Nyantende a Bukavu. Le vittime venivano per la maggior parte dal territorio di Uvira e dalla pianura del Ruzizi. Sono state uccise con fucili, baionette e bombe. I militari hanno incendiato la maggior parte dei siti dove si trovavano i rifugiati. La maggioranza delle vittime erano donne, bambini e anziani. Secondo le testimonianze raccolte, i militari hanno ucciso tra 200 e 600 persone. I corpi delle vittime sono stati sepolti sul posto dalla popolazione locale.
203. Il 29 ottobre 1996, dopo la presa di Bukavu, le truppe dell’AFDL/APR hanno continuato le loro operazioni contro i campi localizzati a nord della città.
In questo contesto, il grupp Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 2 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno attaccato con l’artiglieria il campo di Kashusha/INERA, nel territorio di Kabare, uccidendo centinaia di rifugiati. Durante l’attacco, i militari dell’AFDL/APR hanno sparato in modo indiscriminato sulle FAZ, gli ex-FAR/Interahamwe e i rifugiati.
– Il 22 novembre 1996 circa, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati nel campo di Chimanga, situato a 71 chilometri a ovest di Bukavu. Al loro arrivo nel campo, i militari hanno chiesto ai rifugiati di radunarsi per assistere a una riunione. I militari hanno promesso loro di uccidere una mucca e di dar loro la carne, affinché potessero
riprendere le forze e rientrare in Ruanda in buone condizioni . Hanno poi cominciato a registrare i rifugiati, raggruppandoli per prefettura di origine. A un certo momento tuttavia, si è sentito un colpo di fischietto e i militari posizionati intorno al campo hanno aperto il fuoco sui rifugiati. Secondo le diverse fonti, sono stati così uccisi tra 500 e 800 rifugiati.
Territorio di Kalehe.
204. Dopo la presa di Bukavu da parte delle truppe dell’AFDL/APR e la distruzione dei campi dei rifugiati a nord della città, i superstiti sono fuggito in direzione del Nord-Kivu. Sono passati o per il parco nazionale di Kahuzi-Biega, in direzione di Bunyakiri/Hombo, o per Nyabibwe, sulla strada di Goma. Tuttavia, i rifugiati che sono arrivati a Nyabibwe non hanno potuto raggiungere la provincia del Nord-Kivu, perché sono stati presi in trappola dalle truppe dell’AFDL/APR che arrivavano da Goma e da Bukavu.
205. La maggioranza dei rifugiati che erano bloccati a Nyabibwe ha tentato di raggiungere Bunyakiri e Hombo, passando per gli Altopiani di Kalehe. Un gruppo si è installato in campi di fortuna presso Shanje e Numbi. Inseguiti dai militari dell’AFDL/APR, numerosi rifugiati sono stati uccisi in questi campi di fortuna e nei dintorni di Chebumba e Lumbishi, nel territorio di Kalehe.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Il 21 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati e ne hanno ferito altre centinaia nel loro campo di fortuna a Shanje e nella foresta di bambù di Rukiga e dintorni, nel territorio di Kalehe. Alcune vittime sono state uccise con fucili e bombe. Altre, fra cui mlti anziani, malati e bambini, sono state uccise lungo la strada. I militari, che avevano chiesto loro di radunarsi e di camminare in colonna in direzione del Ruanda, hanno aperto il fuoco su di lro mentre stavano camminando sulla strada.
– Il 22 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati scampati dal campo di Shanje, a livello di Lumbishi.
206. La maggior parte dei superstiti di Shanje sono fuggiti attraverso la foresta di bambù di Rukiga. A livello del villaggio di Hombo, hanno raggiunto i superstiti del campo di Kashusha/INERA che tentavano di raggiungere la provincia del Nord-Kivu, passando attraverso il parco nazionale di Kahuzi-Biega. Il gruppo Mapping ha docimentato il seguente incidente:
– Il 2 e 4 novembre 1996 circa, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati nel parco nazionale del Kahuzi-Biega.
Territorio di Shabunda.
207. Molti rifugiati scampati dai campi di Uvira e di Bukavu hanno tentato di fuggire passando per il territorio di Shabunda. Questi rifugiati avevano preso la vecchia strada che collega Bukavu a Kindu, passando rispettivamente per i villaggi di Chimanga, Kingulube, Katshungu e Shabunda, situati a 71, 181, 285 e 337 chilometri a est di Bukavu. Verso metà dicembre 1996, 38 000 rifugiati erano registrati in tre campi di fortuna nelle vicinanze di Shabunda: Makese I, Makese II e Kabakita, conosciuti anche sotto il nome di Kabakita I, Kabakita II e Kabakita III. Un numero indeterminato di questi rifugiati, spesso i ritardatari, sono stati uccisi dai militari dell’AFDL/APR sulla strada di Shabunda. Alcuni massacri sono avvenuti nei villaggi di Mukenge, Baliga e Kigulube nel gennaio 1997. Le vittime degli elementi dell’AFDL/APR erano, per la maggior parte, dei civili non armati. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:
– Il 5 febbraio 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso circa 500 rifugiati presso il ponte metallico sul fiume Ulindi, a Shabunda, a 9 chilometri da Shabunda-centro. La maggior parte delle vittime erano dei rifugiati che erano fuggiti dai campi di Kabakita I, II e III, all’avvicinarsi dei militari. Dopo il massacro, gli abitanti sono stati costretti a gettare i corpi nel fiume e a pulire il ponte. I militari hanno poi condotto i superstiti in direzione di Kabatika e li hanno uccisi l’indomani.
208. I rifugiati che hanno potuto fuggire in tempo hanno preso la direzione di Kindu. Altri hanno cercato di partire in direzione di Bukavu, perchè avevano saputo che il HCR aveva aperto un’antenna a Kigulube. Varie migliaia di rifugiati hanno preso questa direzione, camminando nella foresta per piccoli gruppi da 50 a 100 persone. Da gennaio 1997, i militari dell’AFDL/APR controllavano la zona e avevano eretto numerose barriere di controllo lungo i principali assi stradali. Tra i mesi di febbraio e aprile 1997, elementi dell’AFDL/APR avrebbero ucciso sistematicamente i rifugiati che passano per il villaggio di Kigulube, le foreste circostanti e sui 156 chilometri di strada che separano Kigulube dalla città da Shabunda.
209. Quando intercettavano dei rifugiati a Kigulube, generalmente i militari dell’AFDL/APR chiedevano loro di seguirli con diversi pretesti, in modo particolare per aiutarli a spingere il loro veicolo fino a Mpwe. Lungo la strada, li avrebbero uccisi con machete o coltelli. E’ difficile stabilire il numero totale delle vittime, ma si parla di parecchie centinaia, addirittura oltre un migliaio.
In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Nella serata del 13 febbraio 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso, con dei machete, tra 70 e 180 rifugiati nella località di Mpwe, sulla strada che conduce al villaggio di Kigulube. Dopo avere riunito i rifugiati, i militari hanno detto loro che erano venuti per risolvere il “problema” esistente tra gli Hutu e i Tutsi in Ruanda. Hanno poi proposto ai rifugiati di riposarsi e di mangiare qualcosa per riprendere le forze e proseguire la strada per Kigulube. Infine, li hanno condotti per piccoli gruppi in una casa, dove li hanno uccisi. Quelli che hanno tentato di fuggire prima di essere rinchiusi nella casa sono stati uccisi da spari di fucile. I corpi delle vittime sono, per la maggior parte, stati sepolti in una fossa comune situata dietro questa casa.
– Il 15 febbraio 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso circa 200 rifugiati in due siti situati rispettivamente a quattro e a sette chilometri da Kigulube. Un gruppo di una sessantina di rifugiati è stato rinchiuso in una casa che i militari hanno poi incendiato. I corpi delle vittime sono stati gettati in fosse comuni.
– Il 30 marzo 1997 e durante i giorni seguenti, tra Katshungu e Shabunda,elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso, in presenza di vari alti responsabili dell’APR, molte centinaia di rifugiati, soprattutto nelle località di Ivela, Balika, Lulingu, Keisha e al livello del ponte Ulindi. Le vittime, tra cui c’era un gran numero di donne e bambini, erano per la maggior parte dei superstiti del campo di Chimanga che aveva trovato rifugio a Katshungu, una località situata a 54 chilometri a nord-ovest di Shabunda.
– Nel primo trimestre 1997, numerosi rifugiati sono morti di sfinimento e di fame, durante il loro tragitto tra Kigulube e Shabunda. Minacciati di sterminio in ogni momento, sottoalimentati in un ambiente sconosciuto, questi gruppi non hanno potuto ricevere alcun aiuto umanitario. Dopo avere vietato alle organizzazioni umanitarie di andare oltre un perimetro di 30 chilometri intorno a Bukavu, i responsabili dell’AFDL/APR hanno loro imposto la presenza di facilitatori appartenenti all’AFDL in ogni loro missione. Secondo parecchi testimoni, questi facilitatori hanno approfittato delle missioni degli umanitari per fornire ai militari dell’AFDL/APR delle informazioni sulla localizzazione e i movimenti dei rifugiati. I militari dell’AFDL/APR hanno così potuto uccidere i rifugiati prima che potessero essere ricuperati e rimpatriati. Durante lo stesso periodo, i militari dell’AFDL/APR hanno formalmente vietato ai civili zaïresi del posto di portare soccorso ai rifugiati. I militari hanno così ucciso un numero indeterminato di Zaïresi che avevano aiutato direttamente i rifugiati o che avevano collaborato con le ONG internazionali e gli organismi delle Nazioni Unite per localizzarli e poter portare loro un’assistenza. Il numero totale di rifugiati morti di fame, di sfinimento o di malattia in questa parte del Sud-Kivu è impossibile da determinare, ma si parla di varie centinaia o, addirittura, di parecchie migliaia.
210. I massacri e le gravi violazioni dei diritti dell’uomo contro rifugiati ruandesi e burundesi hanno proseguito molto dopo la conquista militare della provincia da parte delle truppe dell’AFDL/APR/FAB. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente:
– Tra il 26 e il 29 aprile 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno sequestrato, detenuto arbitrariamente e torturato una cinquantina di minori hutu ruandesi e nove rifugiati adulti nelle vicinanze dell’aeroporto di Kavumu, nel territorio di Kabare. Le vittime si trovavano al centro per bambini rifugiati di Lwiro, quando sono stati sequestrati il 26 aprile, tra le 4h00 e le 5h00 del mattino. Sono stati torturati, poi trasferiti in bus verso l’aeroporto di Kavumu, dove sono stati rinchiusi in un container e sono stati di nuovo torturati e sottomesse ad atti crudeli, disumani e degradanti. I militari hanno picchiato anche il personale medico del centro di Lwiro, perché aveva accettato di curare dei rifugiati. Il 29 aprile, in seguito alle forti pressioni internazionali, le vittime sono state consegnate al HCR. Le vittime hanno segnalato che all’aeroporto c’erano numerosi altri containers, utilizzati dai militari per torturare i rifugiati.
Di seguto riportiamo la la mappa degli itinerari seguiti dai rifugiati nella loro fuga davanti alle truppu ruandesi e dell’AFDL.