«Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan».
Papa Francesco
Avvertendo il bisogno di sensibilizzare la comunità internazionale sui drammi silenziosi, che necessitano dell’impegno di tutti per giungere a una soluzione che ponga fine al conflitto in corso nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, Papa Francesco continua a lanciare numerosi appelli di pace, in modo particolare, per questi due Paesi dell’Africa.
Convinto che disinteressarsi dei problemi dell’umanità in un contesto come quello che affligge il Sud Sudan da molto anni, significherebbe dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso;
Sentendo forte il dolore per le popolazioni congolesi sconvolte dalle violenze atroci e dalle guerre, e rinnovando un accorato appello alla coscienza e alla responsabilità delle autorità nazionali e della comunità internazionale, affinché si prendano decisioni adeguate e tempestive per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle,
il Papa aveva presieduto una celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella repubblica Democratica del Congo il giovedì 23 novembre 2017.
Per approfondire l’appello del Papa a “Costruire la pace insieme” in questi due paesi, il 18 gennaio 2018, una tavola rotonda fu organizzata all’Università pontificale dell’Urbaniana a Roma. I partecipanti avevano condiviso le riflessioni su come impegnarsi individualmente e collettivamente per la pace, come viverla e come promuoverla con azioni concreti.
Dinanzi alle sfide esplorate in questi due paesi immersi in un ciclo di violenze a ripetizione, il 04 febbraio 2018, papa Francesco ha convocato una speciale Giornata di preghiera e digiuno per le popolazioni colpite dalla guerra, in particolare per quelle della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan.
Fissando questa giornata per la pace al 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima, come già fece per la Siria, il Papa ha sottolineato che non basta la preghiera. Questa volta, invita anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa, e chiede a tutti di dire no alla logica della violenza.
Interpellati dalla sofferenza di tutte le popolazioni colpite dalle guerre, accogliamo l’appello del Papa a pregare, digiunare e rinunciare ad ogni forma di violenza nel mondo.
Passeremo la giornata del 23 febbraio con il popolo della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan accanto alle loro sofferenze, alle loro lotte non violente, alle loro speranze; per conoscerle, accoglierle in noi e sostenere il suo cammino con l’empatia umana e la preghiera; per impegnarci a costruire insieme la pace nel mondo.
Ricchi nel suolo, nel sottosuolo, e soprattutto nella calda umanità dei loro abitanti, la Repubblica democratica del Congo e il Sud Sudan sono divenuti il teatro delle lotte e guerre per le ricchezze e per il potere.
Nella Repubblica democratica del Congo, i continui rinvii della tenuta delle elezioni presidenziali sono una delle maggiori cause delle attuali violenze. Le autorità hanno recentemente posto il 23 dicembre 2018 come data delle votazioni. Ma è da fine 2016 che il leader congolese, Joseph Kabila, 46 anni, dimostra di voler ritardare il più possibile l’inizio del processo elettorale e mantenersi al potere quando la Costituzione del paese gli impedisce di candidarsi per un terzo mandato. Le attuali ostilità hanno provocato circa 4 milioni di sfollati in tutto il Paese. Nel nord-est del territorio, soprattutto nella regione del Kivu, la popolazione è infatti vittima di numerosi gruppi armati, spesso finanziati da uomini d’affari e politici con l’obiettivo di sfruttare le preziose risorse del sotto suolo. Nella provincia centrale del Kasai, invece, sono più di 3,300 i civili rimasti uccisi nell’ultimo anno di combattimenti in oltre 40 fosse comuni scoperti. Dalle miniere alla telecomunicazione, dall’energia alle banche, la leadership politica, con a capo diversi membri della famiglia Kabila, sta facendo di tutto per mantenere il controllo di tutti i settori dell’economia congolese.
In Sud Sudan, da quattro anni si vive le atrocità di una brutale guerra civile difficile da decifrare. Secondo le ultime stime, sono circa 3,5 milioni i profughi in tutto il territorio o nei Paesi limitrofi. In più, il Paese è stato colpito all’inizio del 2017 da una drammatica carestia che ha avuto un grave impatto su circa 5 milioni di civili, metà della popolazione. Le organizzazioni umanitarie continuano a lamentare il difficile accesso alle zone più a rischio. Da quando il Sud Sudan ha conquistato l’indipendenza dal Sudan nel 2011, le tensioni tra i leader politici e militari sono aumentate. Tra le cause principali dello storico conflitto c’è l’enorme potenziale petrolifero del territorio sudsudanese che da oltre cinquant’anni fa gola a molti Stati stranieri.
Da parte nostra, insieme a tutta la Diocesi di Parma, vivremo questa giornata del venerdì 23 febbraio in tre momenti:
– La celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo nella cripta della Cattedrale alle ore 8
– Un’ora di adorazione e digiuno nella Parrocchia di Santa Lucia alle ore 13
– la Via crucis, presso il Santuario Conforti, Via San Martino 8, alle ore 18.45.
Poi, nei giorni prossimi, insieme alla città di Parma, alle autorità civili e religiosi e con varie associazioni, speriamo potere organizzare un momento di aggiornamento sulla situazione politica e umanitaria et di preghiera ecumenica in comunione con la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan per includere nel nostro mondo dei popoli la cui sofferenza ha anche radici lontane, che giungono fino a noi.
Rete Pace per il Congo